TEHILHARD DE CHARDIN PIERRE - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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TEHILHARD DE CHARDIN PIERRE (1881-1955)

TEILHARD DE CHARDIN P., Le phénomène humain, Paris 1955; IDEM, L'ambiente divino. Saggio di vita interiore, Mondadori, Milano 1968; IDEM, Genèse d'une pensée, Lettre du 5- 12 -1916, Grasset, Paris.

Tra i cattolici che accettano l'evoluzione come «una luce che rischiara tutti i fatti, una curvatura che devono seguire tutte le linee», si distingue Teilhard de Chardin, per il quale l'evoluzione è un fenomeno non in conflitto, ma in armonia con il cristianesimo, in quanto l'evoluzione deve passare per esso. L'universo infatti è tensione verso un fine e verso il massimo d'essere, è crescita nell'unità: il punto Omega unificatore e guida dell'evoluzione dalla cosmogenesi alla noogenesi, è assimilato a Cristo, fine, motore e ambiente vitale dell'universo. L'impostazione cristologica di Teilhard de Chardin ha il merito di rovesciare la priorità data abitualmente dalla teologia al peccato originale. Ma perché Cristo possa essere Salvatore, la colpa deve essere cosmica quanto Cristo. In realtà Teilhard de Chardin vede nel Male un «Carattere naturale della struttura del Mondo»: «Un Mondo in cui non esistesse più traccia, o minaccia di Male, sarebbe un Mondo già consumato». Nella visione ottimistica di un mondo che evolve verso la perfezione e l'unificazione, si situa una «contropartita inevitabile» di male: «Disarmonie o decomposizioni fisiche nel Pre-vivente, sofferenze nel Vivente, Peccato nel campo della Libertà: nessun ordine in formazione che, a ogni livello, non implichi disordine». Come si inserisce Maria in questo universo in evoluzione? Teilhard de Chardin non ha elaborato una risposta sistematica, ma ha offerto degli spunti significativi. Ha salutato Maria «perla del cosmo» e «punto di unione con l'Assoluto personale incarnato». In questa prospettiva Maria costituisce un elemento altamente positivo nel dinamismo dell'evoluzione. Un passo di Teilhard de Chardin rigurada e suggerisce il senso da lui attribuito al dogma manano: «L'Immacolata Concezione, per me, è la festa dell'azione immobile, voglio dire quella che si esercita con la semplice trasmissione dell'energia divina attraverso noi... In Nostro Signore tutti i modi di attività inferiore e agitata scompaiono in questa sola e luminosa funzione di attirare, ricevere e lasciar passare Dio. Per essere attiva in questo modo e a questo grado, la Vergine Santa ha dovuto ricevere il suo essere nel seno stesso della grazia, poiché nessuna giustificazione secondaria, per quanto affrettata, avrebbe potuto sostituire questa perfezione costitutiva e nativa di una purezza che ha presieduto allo sbocciare stesso dell'anima». L'Immacolata Concezione è vista da Teilhard de Chardin in luce positiva; non è neppure nominato il peccato, ma in compenso ella appare come l'anti-peccato, cioè la creatura incapace di opporre resistenza o di essere una remora alla venuta di Dio. A motivo del suo compito di veicolare Dio nelle sfere umane, Maria è pura e perfetta per costituzione: Dio per venire a noi «creò la Vergine Maria, e cioè fece sorgere sulla Terra una purezza così intensa da potere in seno a tanta trasparenza, concentrarsi fino ad apparirvi Bambino». L'Immacolata è la purezza, intesa come attività di ordine superiore e trasparenza all'azione divina: «Niente al mondo vive e agisce più intensamente, quanto la purezza e la preghiera, sospese come una luce impassibile tra l'universo e Dio. Attraverso la loro trasparenza serena, l'onda creatrice spiega le vele, carica di virtù naturale e di grazia. Che altro è la Vergine Maria?». Questa linea evolutiva verso la perfezione proposta da Teilhard de Chardin è seguita anche da A. Hulsboch, che presentando «Maria nell'evoluzione» osserva: «Il teologo considererà forse profanazione sentir domandare quale sia il posto di Maria nell'evoluzione. Tale reazione, sia detto ancora una volta, è sintomo di una teologia chiusa, che si sente a disagio dinanzi alla scelta cosmica, quale ci vien rivelata dalle scienze. Il posto di Maria nell'evoluzione rivela in modo nuovo la grandezza della sua persona. A un punto decisivo, la creazione di Dio può procedere grazie alla consenziente ricettività di Maria... In Maria, il mondo antico è chiamato a raggiungere il proprio compimento in un mondo nuovo; Ella è la voce dell'universo che giunge a compimento». Maria si inserisce nella terza fase dell'opera creativa di Dio, che consiste nella creazione dell'universo, dell'uomo terrestre e dell'uomo celeste. Ella interrompe il corso del peccato per trovarsi «rivolta a Dio in un'immacolata ricettività»: è «la terra dalla quale Dio, tramite il suo Spirito, suscita l'uomo celeste». Mentre il peccato originale consiste «nell'impotenza dell'uomo, nella sua qualità di creatura incompiuta, di avviarsi al fine prefissogli da Dio» e nel trovarsi implicato nel «peccato del mondo», «l'Immacolata Concezione di Maria deve intendersi come pienezza di grazia, in quanto la rende strumento eletto del sommo mistero dell'Incarnazione e la preserva dal contagio del peccato che soggioga il mondo. Maria viene creata per essere la Madre del Figlio di Dio, e perciò Ella viene assunta previamente nella sfera dell'Incarnazione creativa e redentrice del Figlio di Dio ... Maria è stata creata da Dio in intatta ricettività, per concepire ad opera dello Spirito Santo e divenire la Madre del suo Figliuolo».

Maria nella teologia contemporanea, 455-458.
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