JOURNET CHARLES - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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J
JOURNET CHARLES (1891-1975)

JOURNET C., L'Église du Verbe incarné, [s.I.], Desdée de B., 3 vol., 1941,1962,1969.

Tra i teologi, che hanno affrontato la relazione Maria-Chiesa nel periodo a cavallo del concilio, si distingue il card. C. Journet con i tre tomi di L'Eglise du Verbe incamé, l'opera dogmatica più profonda - secondo Congar - che sia stata scritta sulla Chiesa del secolo scorso. Il cardinale svizzero traccia un'ampia ecclesiologia, che apre largo spazio alla Vergine. Con mentalità tomista e linguaggio scolastico, egli studia la Chiesa nelle sue classiche quattro cause, ne spiega le note e delinea le funzioni. Pur essendo difficile classificare l'opera di Journet, essa può essere ricondotta - come fa B. Mondin - all'ecclesiologia «teandrica», in quanto mette in luce la compenetrazione nella Chiesa dell'umano e del divino, del visibile e dell'indivisibile, delle sue radici trascendenti e storiche. Il significato della Vergine per la Chiesa è riassunto da Journet in tre tesi:
«l. Tutti i privilegi della Vergine le vengono dalla sua funzione di allacciare il Cristo alla stirpe umana;
2. Esiste una parentela profonda tra la dottrina circa la Vergine e la dottrina circa la Chiesa;
3. Nello svolgimento della storia della salvezza, la Vergine rappresenta la Chiesa in quanto contemporanea a Cristo».
La prima tesi stabilisce in linea del tutto tradizionale l'unicità di Maria come Madre di Dio, che rappresenta «il suo privilegio supremo, il principio e la causa esplicativa degli altri suoi privilegi». La maternità divina -spiega Journet -è in funzione della redenzione, poiché «questo primo e fondamentale congiungimento dell'intera umanità peccatrice al suo Redentore, non è realizzabile che se una donna tra noi, 'la nostra sorella Maria', accetta di essere Madre di Dio e non fugge davanti alla più straordinar ia missione di cui possa essere incaricata una pura creatura umana». Dopo aver considerato la maternità divina «concretamente e nella prospettiva evangelica», che rende Maria «degna Madre di un redentore», Journet passa alla seconda tesi concernente i rapporti tra ecclesiologia e marialogia e prima ancora tra Maria e la Chiesa. Muovendo dalla grazia di Cristo, comunicata alla Vergine e alla Chiesa, si scopre una «parentela profonda, un'implicazione necessaria, una mutua inclusione» dell'una e dell'altra. Ne consegue che in modo approssimativo «si potrà considerare la mariologia e l'ecclesiologia come due trattati paralleli», ma parlando in modo proprio bisognerà di:e che «la mariologia è una parte dell'ecclesiologia, quella che studia la Chiesa nel suo punto eccellente mai uguagliato». Maria va dunque considerata all'interno della Chiesa, non come una sua realizzazione comune, ma quale sua parte privilegiata: «La Chiesa... trova nella Vergine la sua più alta riuscita... Maria è la realizzazione più pura e più intensa della Chiesa». In una parola: «Maria è il prototipo della Chiesa», titolo che significa: «che Maria è nella Chiesa più Madre che la Chiesa, più Sposa che la Chiesa, e, per l'esenzione dal peccato originale, più Vergine che la Chiesa.... Maria è Madre, Sposa, Vergine, prima della Chiesa e per la Chtesa; in lei soprattutto e per mezzo di lei la Chiesa è Madre Sposa Vergine».'

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