Omologazione delle culture - DIZIONARIO DELLA CULTURA

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Omologazione delle culture

O
Tendenza verso un'uniformità dei tratti fra le culture. Dai tempi più antichi, le culture si sono influenzate a vicenda attraverso i contatti dei viaggiatori e dei mercanti, attraverso le migrazioni e la circolazione di leggende e di scritti. Si scopre una grande similitudine di valori studiando i proverbi, i racconti, le sentenze, le regole orali o scritte del diritto, le concezioni della libertà, della protezione dei deboli, dei doveri dell'ospitalità. S'incontrano elementi di reciproca derivazione e di dipendenza paragonando le sorprendenti famiglie linguistiche, i riti, i culti, le strutture della famiglia e della città. Una comunanza delle aspirazioni umane denota già una reale omologazione delle culture, che risale ai tempi antichi della storia: J. Hersch, 1985.
Nell'epoca moderna, il fenomeno dell'omologazione culturale si è notevolmente accentuato ed universalizzato, sotto l'influenza delle comunicazioni sociali e delle standardizzazioni introdotte dalle tecniche moderne di produzione, di distribuzione e di trasporto. Gli stessi gusti, le stesse mode, le stesse aspirazioni si diffondono in tutti i paesi. Le istituzioni moderne, come la scuola, l'università, i sistemi d'informazione, di produzione, di relazioni internazionali contribuiscono a diffondere in tutti i paesi uno stile di vita e di lavoro praticamente identico. Tutti gli aeroporti del mondo si assomigliano, così come le grandi banche, i supermercati, gli stadi, le autostrade e ovunque coloro che ne usano adottano le medesime regole di comportamento. Prodotti tecnici, come il telefono, l'automobile, la televisione hanno profondamente cambiato le culture, sia nelle loro forme esterne che nella loro percezione del tempo, dello spazio, della natura.
Le giovani generazioni costituiscono l'elemento di mediazione privilegiato del processo verso l'uniformità culturale: le stesse mode nell'abbigliamento, le stesse scelte per il tempo libero, gli stessi gusti per la musica popolare e la danza si ritrovano a tutte le latitudini, così come si ritrovano atteggiamenti analoghi di fronte all'etica e alle istituzioni tradizionali.
Sul piano psico‑sociale, uno dei fattori più caratteristici di questa omologazione è ciò che gli anglofoni chiamano revolution of cultural expectations, cioè la rivoluzione delle speranze e delle attese che porta le masse a desiderare l'acquisizione dei vantaggi e degli stili di vita moderni.
Il giudizio di valore sul fenomeno della omologazione culturale deve essere sfumato. Occorre considerare i benefici che la cultura offre in misura sempre più larga, quali quelli dell'educazione, della scuola, delle università, delle grandi opere letterarie ed artistiche e il senso nuovo della comunità umana con i suoi diritti e le sue responsabilità. D'altra parte, tuttavia, l'omologazione è provocata soprattutto dai valori dominanti dell'Occidente e molte delle culture tradizionali si sentono minacciate da questa occidentalizzazione e americanizzazione degli stili di vita. Non è neppure trascurabile, però, l'influenza dei valori provenienti dal terzo mondo, come anche dai paesi dell'Est europeo. Si misura il loro peso culturale quando si osserva quale influenza esercitino questi paesi nelle grandi istanze internazionali, come anche presso tutte le cancellerie.
C'è chi vede nella diffusione mondiale della lingua inglese uno dei più potenti strumenti dell'omologazione culturale, perché l'inglese serve da mezzo di scambio, tanto nel campo economico che in quello scientifico, universitario, politico, diplomatico. L'inglese stesso è oggetto di omologazione, perché diventa il modo di espressione non soltanto degli anglofoni, ma di un numero sempre maggiore di persone di lingua diversa, che lo utilizzano.
L'omologazione culturale è dunque il prodotto di uno scambio sempre più complesso, facilitato dai contatti e dalle comunicazioni del mondo moderno. Con l'avvento dei satelliti di comunicazione, l'omologazione acquisterà ancora in estensione. Per questo motivo si levano voci a garanzia delle frontiere culturali contro l'aggressione e la cieca concorrenza degli interessi economici che sostengono i nuovi sistemi di comunicazione. Si tratta di un problema posto alle politiche culturali degli Stati.
Omologazione non significa uniformazione fatale delle culture, come dimostrano la persistenza delle lingue, degli stili tradizionali e la sopravvivenza di comportamenti quotidiani molto differenziati anche all'interno di una stessa cultura. Con H. Lefebvre, ci si deve chiedere fino a che punto c'è « omologazione del quotidiano e del moderno ».
Le abitudini quotidiane, più radicate nei gruppi primari, resistono maggiormente al processo di uniformità che invece è chiaramente presente nei settori socioeconomici. D'altra parte, la diffusione della cultura urbano‑industriale moderna porta in sé elementi di controbilancio nei confronti dell'informità perché, in regime di libertà, essa s'accompagna ad una forte tendenza al pluralismo culturale.

Vedi
Modernità
Mondialismo
Imperialismo
Identità
Alienazione

Bibl.: America's Impact 1975. C.W.E. Bigsby 1975. K. Boulding 1969. H. Carrier 1990a. G. Claeys 1986. N. Garcia Canclini e R. Rancagliola 1988. Saturday Review 1975. A. Mattelart 1991, 1996.
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