Scienza nuova (New Learning) - DIZIONARIO DELLA CULTURA

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Scienza nuova (New Learning)

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Dalla fine del secolo XIX, si è attuata una rivoluzione nel modo di apprendere, di scoprire, di comunicare il sapere. Si è chiamato New Learning questo modo radicalmente nuovo di percepire il mondo, di interpretarlo e di comprendere l'uomo nel suo rapporto con l'universo materiale o culturale. Una pedagogia secolare è stata lentamente soppiantata da un nuovo processo della conoscenza. Si percepisce chiaramente il contrasto, quando si paragonano i metodi d'insegnamento o di ricerca anteriori al XIX secolo con i modi di conoscenza di oggi. Poniamo in parallelo le due pedagogie che, per semplificazione, chiameremo la pedagogia classica e il metodo del New Learning.
Secondo la tradizione classica, il metodo di conoscenza si articola intorno ad alcune costanti che si riferiscono allo stato stesso delle scienze e alla mentalità del soggetto che conosce. Teniamo presenti, tra gli altri, i seguenti punti: 1) Le conoscenze nella tradizione classica tendevano ad integrarsi in sintesi trasmissibili in quanto tali, che si chiamavano trattati, somme, digesti, codici. Le discipline erano certo distinte, ma collegate tra loro in sintesi interpretative dell'universo visibile ed invisibile; 2) Le conoscenze progredivano, ma ad un ritmo quasi impercettibile, ed era soprattutto notevole la loro stabilità. Grazie all'opera dei grandi autori, la codificazione del sapere rivestiva un carattere quasi definitivo, al punto che l'insegnamento si faceva soprattutto attraverso lo studio dei testi dei grandi scrittori del passato; 3) L'analisi logica e concettuale costituiva lo strumento per eccellenza della conoscenza. L'osservazione sperimentale rimaneva globale e descrittiva, la conoscenza storica fortemente limitata. La ricerca si orientava verso lo studio della natura delle cose. S'indugiava sulle loro cause ultime e sulle loro finalità. La filosofia e la teologia coronavano l'insieme delle conoscenze. Si può dire che la ricerca era, nei suoi fini ultimi, ispirata da motivazioni metafisiche e religiose; 4) La diffusione del sapere era lenta e limitata ad una piccola élite. Era il maestro che costituiva la sorgente principale della trasmissione del sapere; era chiamato lector chi leggeva il suo testo. Poche erano le biblioteche e pochissimi i laboratori o i centri di ricerca accessibili. Il sapere rivestiva naturalmente un aspetto aristocratico.
Gli attuali modi di conoscenza presentano forti contrasti nei confronti dei metodi classici. Non si tratta tanto di un rifiuto del sapere di un tempo, quanto di fatti quali il cumulo delle scoperte ed i nuovi metodi di ricerca che hanno tolto valore alle sintesi e scosso il vecchio sogno di riunire, in trattati ordinati, la somma delle conoscenze umane.
Riprendiamo i termini del nostro paragone per vedere in che cosa si distingua il New Learning.
Sia il contenuto che il processo della conoscenza sono stati profondamente modificati: 1) Il tratto più eminente del New Learning è il suo carattere cumulativo. Il nuovo tipo d'informazione è caratterizzato dalla crescita ad un ritmo sempre più accelerato. Le scienze sono a tal punto ripartite in distinzioni specifiche che quasi si stenta a comprendersi tra specialisti della stessa disciplina. La rapida estensione delle ricerche, anche in campi molto ristretti, rende caduca ed effimera l'elaborazione di sintesi o di somme di conoscenza; 2) Le scoperte della scienza moderna, inoltre, si presentano col carattere della provvisorietà, cioè come tappe o successioni di approssimazioni nella conoscenza della realtà. E soltanto col tempo e con la convergenza delle ricerche che può essere confermato il carattere durevole o precario delle scoperte. Se era tipico della pedagogia classica il trattato, oggi l'età della nuova scienza si caratterizza con la proliferazione di articoli specialistici e di memorie scientifiche; 3) Anche il New Learning utilizza strumenti concettuali, ma preferisce fare ricorso a descrizioni di carattere operativo piuttosto che a definizioni di carattere formale. Si dà preferibilmente importanza alle relazioni di concomitanza e alle correlazioni funzionali tra i dati osservati. I fenomeni naturali e l'essere umano stesso sono considerati meno come sostanze che come processi. L'analisi sequenziale e il punto di vista storico hanno dato ad ogni forma di conoscenza un aspetto di carattere progressivo e prospettico; 4) La trasmissione del sapere, nell'attuale società, è praticamente istantanea ed universale. Non esistono quasi più frontiere tra i paesi e tra i ricercatori. Ogni nuova scoperta è subito portata a conoscenza del mondo intero. Esistono, certo, dei segreti che rimangono accuratamente custoditi, soprattutto nel campo della difesa e della produzione industriale, ma il sapere in sé non è più riservato ai pochi discepoli di qualche maestro. Le biblioteche e tutte le risorse dell'informazione moderna mettono virtualmente la totalità del sapere a disposizione di tutti. L'aristocrazia del sapere non è più fondata sulla condizione sociale di poche persone privilegiate. La democratizzazione della conoscenza è un fatto compiuto, anche se ancora rimangono classi culturalmente sfavorite e categorie di scienziati che hanno difficoltà a comunicare tra loro o col pubblico, proprio a causa della super‑specializzazione delle loro ricerche.
Da quanto siamo venuti dicendo emerge che la rivoluzione culturale in questione riguarda i concetti stessi di scienza e di sapere. C'è chi si chiede se il concetto tradizionale di scienza sia ancora valido. La scienza moderna offre non tanto una risposta definitiva, quanto un approccio, cioè un metodo di graduale percezione e di interpretazione sempre da perfezionare.
Citiamo alcuni esempi. Abbiamo detto che oggi le discipline non vengono presentate come le scienze nel passato sotto forma di corpus, di trattato sistematico. Non si mira tanto alla sintesi di proposizioni definitive, quanto ad un metodo di approccio, ad approssimazioni e valutazioni, a verifiche e a proggressive conferme. E un modo di analisi progressivo e di spiegazioni dei fenomeni attraverso prove e contro‑prove. Si potrà dire che queste osservazioni si applicano soltanto alle scienze sperimentali e che non toccano le scienze dell'interpretazione o le scienze morali nel senso in cui le intendeva Dilthey. Ma oggi si constata che tutte le discipline, anche la filosofia, la critica letteraria, la storia, la sociologia hanno adottato la metodologia delle scienze moderne. L'uso della ricerca interdisciplinare, l'analisi dei testi, come anche l'analisi culturale, il moltiplicarsi di monografie su argomenti sempre più specifici, hanno dato a tutte le discipline un carattere mobile e sempre aperto a nuove scoperte.
Le osservazioni che abbiamo fatto non sono ispirate da relativismo culturale e non intendono, in alcun modo, menomare l'oggettività del sapere umano. Ogni disciplina rimane fedele metodologicamente ai propri dati d'origine e all'universo che intende esplorare con fedeltà. Ciò che semplicemente si è voluto sottolineare è il carattere dinamico ed aperto che ha acquisito il nostro modo di conoscere. Il concetto moderno di scienza, che guida la multiforme ricerca nelle nostre società, pone l'accento sulle intrinseche esigenze della ricerca stessa che rimane sempre aperta alla novità ed è chiamata a progressivi superamenti per il suo stesso interiore dinamismo. L'uomo moderno è sempre insoddisfatto delle sue ultime scoperte.
Diverse connotazioni culturali di queste evoluzioni sono da porre in rilievo:
1) La scuola e l'università non sono più soltanto serbatoi di conoscenza e di sapienza umane. Esse sono piuttosto centri che perseguono l'acquisizione di un sapere sempre più esteso, destinato soprattutto a provocare un incessante cambiamento nei campi tecnico, sociale e culturale.
2) Gli insegnamenti dispensati ad una generazione di studenti saranno già in parte superati quando questi giovani lasceranno l'università. Di qui la necessità dell'educazione permanente che, tenendo conto della vertiginosa evoluzione nel campo delle scienze, mira a riciclare costantemente gli adulti seguendo i progressi delle conoscenze. L'educazione e l'insegnamento, in altri termini, non sono più riservati esclusivamente ai giovani.
3) La pedagogia si orienta più verso insegnamenti di carattere monografico che verso corsi sistematici o verso sintesi di carattere formale. I programmi di studio diventano un insieme di corsi, spesso giustapposti, che offrono agli studenti informazioni globali su date discipline, ma soprattutto un metodo di scoperta e di critica applicabili ad ulteriori ricerche. La distinzione tradizionale tra insegnamento e ricerca tende ad annullarsi.
4) Il rapporto del maestro con lo studente, che era un cardine della pedagogia classica, non sussiste quasi più nella sua forma tradizionale. L'avvento dell'università di massa, come la continua specializzazione delle conoscenze, hanno portato ad una spersonalizzazione del maestro. Questi conosce poco gli studenti che frequentano il suo corso e i programmi di carattere elettivo degli studenti portano questi a circolare liberamente da un'aula all'altra sottraendoli così all'influenza preponderante di un particolare professore. Questa spersonalizzazione dell'insegnamento sta prendendo un'insospettata dimensione per l'introduzione della tecnologia pedagogica e l'uso delle macchine per l'insegnamento.
5) La diffrazione delle conoscenze e la scomparsa delle sintesi cognitive del passato si accompagnano, come si constata in molte università, ad un rinnovamento della ricerca sul significato stesso del progresso scientifico e sul destino dell'uomo. Il carattere spesso provvisorio e parcellare della conoscenza scientifica porta le nuove generazioni a cercare, al di là del frazionamento delle informazioni e delle analisi, una sapienza che li orienti e dia loro una ragione di vivere.
Il New Learning, in un primo tempo, può sedurre le menti. Esso ha un ruolo decisivo nella società moderna e si può prevedere che i suoi metodi si specializzeranno ulteriormente. Ma un'altra esigenza culturale continuerà ad affermarsi come esigenza fondamentale: lo spirito umano aspirerà sempre a conoscere gli insiemi, a cogliere l'assoluto, a raggiungere la sapienza. La scienza moderna, mentre s'interroga su se stessa, pone il problema del senso dell'uomo. Il modello sperimentale ed utilitaristico della scienza chiede, allora, d'essere superato.

Vedi
Scienza (e fede)
Educazione
Società post‑industriale
Università

Bibl.: H. Carrier 1987, cap. II; 1985, cap. II. L. Gallino 1983. A. G. Haudricourt 1988. G. Holton 1993. J. Ladrière 1977. F. Marton et al. 1984. C. P. Snow 1959, 1969, 1977. B. Mazlisch 1989.
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