AMOUSSOU JAN - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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AMOUSSOU JAN

J. AMOUSSOU J., Le culte de Marie dans la spiritualité africaine au Dahomey en Afrique noire, Grand séminaire Saint Gall, Oudiah 1974.

Il culto di Maria nella spiritualità del Dahomey nell'Africa nera, è oggetto della pubblicazione di J. Amoussou, sacerdote nativo del Dahomey (attuale Benin). Nella sua opera, l'auotre intende rendersi ragione della popolarità della devozione alla Vergine nel suo paese. Per dare una risposta a questo fenomeno, egli adopera una progressiva focalizzazione: prima presenta i dati geografici, demografici e culturali del Dahomey, poi ne descrive l'universo religioso e infine punta l'obiettivo sul culto di Maria, sforzandosi di «sottolinearne i legami con la mentalità dei popoli autoctoni». Il nesso profondo che unisce Maria al popolo è la relazione madre-figlio nella famiglia del Dahomey. Si tratta - nell'analisi di Amoussou - di un legame affettivo molto più intimo di quello esistente in Europa. La donna africana, che si sente realizzata solo con la maternità, non sopporta che il suo bambino pianga e lo porta sempre con sé a contatto costante con il suo corpo: «Il segno esterno che ci mostra l'attaccamento della donna africana al bambino è l'inesistenza della culla». L'affetto reciproco dura tutta la vita: la madre è considerata la confidente, l'intermediaria presso il padre e l'organizzatrice degli incontri del figlio con la fidanzata. Nello stesso pantheon locale si trova accanto all'elemento maschile Lissa quello femminile Mahu. Questi presupposti culturali influiscono sul rapporto del cristiano con Maria: «Quando la Chiesa cattolica dirà agli abitanti del Dahomey che Maria è la Madre di Dio e la madre nostra, non sarà necessario insistere sulle sue qualità di mediatrice, ausiliatrice e avvocata, poiché tutte queste nozioni si riassumono in una sola parola: madre». Oltre alle direttive del magistero, orientate a fondare teologicamente il culto di Maria e a legarlo alla vita cristiana, Amoussou pensa che «la nuova pista consisterebbe nell'incoraggiare il culto domestico verso Maria». In continuazione/sostituzione del culto degli antenati, «ogni famiglia cristiana aveva un altare sormontato dalla statua della santa Vergine, dinanzi alla quale tutto il casato esprimeva le sue devozioni». Si dovrebbe favorire la spontaneità di preghiere vive e dirette, che offrirebbero «elementi, temi e simboli nuovi finora insospettati». Si dovrebbe anche valorizzare il simbolismo dell'olio, che indica fecondità e ricchezza: «In ogni famiglia un vasetto contenente olio e posto ai piedi della statua di Maria, simboleggerebbe le innumerevoli grazie che Maria può ottenere a tutti quelli che la pregano spesso».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 394-396.
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