DE ALCANTARA PEDRO - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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DE ALCANTARA PEDRO

DE ALCANTARA P., La espiritualidad mariana segun el concilio vaticano II, in Estudios marianos 33 (1969), pp. 110-125.

Uno studio di Pedro De Alcatara, apre nel 1968 una riflessione sul tema La spritualità mariana alla luce del concilio, interrogandosi appunto circa la posizione del Vaticano II. L'autore pensa che il concilio, anche se non affronta la questione, offre «una nuova presentazione sulla Vergine, che tende a provocare una nuova spiritualità». In tale spiritualità convergono due correnti dottrinali che il concilio ha cercato di armonizzare: quella che contempla Maria in relazione a Cristo e alla Trinità (e la vede come Madre della Chiesa) e quella che la considera Immanente alla Chiesa di cui è tipo. Risaltano così nella dottrina conciliare due gruppi di elementi, che danno origine a due diverse spiritualità:
1. Elementi della spiritualità tradizionale
Sono i principi della mediazione e maternità di Maria rispetto alla Chiesa: da essi scaturisce una vita cristiana caratterizzata da fiducia, abbandono, intimità con Maria, che si esprime in forme di spiritualità come la «schiavitù mariana, filiazione, perfetta consacrazione». Nella sostanza «tale spiritualità ( ... ) può dirsi approvata dal Concilio» (cfr. LG 66).
2. Elementi della spiritualità nuova
Si collegano all'asserto fondamentale che Maria è la perfetta realizzazione della Chiesa redenta, la «sorella della nostra umanità» (Paolo VI). Ne consegue «una spiritualità caratterizzata fondamentalmente dall'imitazione di Maria», specie nella sua ricettività del dono di Dio, nella sua umiltà, nel suo ascolto della Parola... Il Concilio accetta questa immagine di Maria, ma «soltanto parzialmente, trascendendola e correggendo la sua tendenza minimista», dovuta all'influsso del protestantesimo e della filosofia contemporanea.
L'autore scorge nelle principali correnti di pensiero del suo tempo «un rifiuto della spiritualità mariana tradizionale, centrata nel trinomio madre - mediatrice - regina dell'universo», ma anche un contributo positivo: «L'esistenzialismo antropocentrico ci aiuta a vedere in Maria la sintesi dell'umanità e della Chiesa e valorizza l'esercizio della responsabilità personale di fronte al mistero della salvezza e alle iniziative divine. Lo storicismo spinge a sottolineare il valore salvifico della vita terrena della Vergine e a rivalorizzare per suo mezzo le realtà terrene (lavoro, matrimonio, verginità...). Il tecnicismo conduce a stimare il valore dell'attività di Maria e le sue ripercussioni nella formazione del mondo futuro. Il freudismo e la psicologia del profondo aiutano a purificare la spiritualità mariana di tutto quanto può offuscarla con motivazioni meno rette. La democrazia rivalorizza la Chiesa come comunità di salvezza e pone in risalto che i carismi e privilegi sono più servizi che dignità... Il marxismo con il tecnicismo spinge a evidenziare in Maria la 'produzione': il significato del suo lavoro, del suo apporto all'opera della salvezza collettiva». Senza dubbio - conclude P. de Alcantara - la spiritualità derivante dall' «ecclesiologismo mariano immanente» deve integrarsi armonicamente con la corrente tradizionale trascendente, in modo da presentare Maria - come ha fatto il Concilio «quale madre e sorella, mediatrice della grazia e tipo perfetto... ». E compito del teologo «risolvere l'antinomia, chiarire il paradosso, ottenere la sintesi».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 292-294.
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