VON BALTHASAR HANS URS - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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V
VON BALTHASAR HANS URS (1905-1988)

VON BALTHASAR H. U.,, La gioire et la croix. Les aspects esthétiques de la révelation, I: Apparition, Aubier, Paris, 1965; IDEM, Punti fermi, Rusconi, Milano 1972; IDEM, Sponsa Verbi, Morcelliana, Brscia 1969; IDEM, Verbum Caro, Morcelliana, Brescia 1968; IDEM, Teodrammatica, vol. 1: Introduzione al drammna; vol. 3: Le persone del dramma, Jaca Book, Milano 1980-1983; IDEM, Aprite i cuori all'Immacolata, ecco appare la Madre di Dio, in Il sabato, 3-9 dicembre 1983, p. 19ss.

Nell'ampio raggio di una teologia tutta protesa all'approfondimento e trasmissione della rivelazione in modo consono alla mentalità attuale, ma senza cedimenti alle mode culturali, si colloca l'opera di Von Balthasar, che fa largo spazio alla Madre del Signore. La marialogia diventa in lui un campo fertile di applicazioni e verifiche di vie nuove, come l'estetica teologica e la teodrammatica. La teologia di von Balthasar si snoda in un trittico, che comprende i seguenti momenti:
a. l'estetica teologica (teo-fania) come percezione della divina rivelazione nel mondo, quindi visione e incontro;
b. la drammatica (teo-prassi) in quanto la rivelazione di Dio non è oggetto da contemplare, ma consiste nell'agire di Dio nel mondo e sul mondo;
c. la logica (teo-logia) che considera la rivelazione e l'azione di Dio sotto forma di concetti e di parole.
Ci soffermeremo sulle prime due parti della teologia di von Balthasar per cogliere come egli vi articola il discorso su Maria. In Teologica (vol. I e II), infatti, manca il riferimento mariano.

I. Maria nell'estetica teologica

Hans Urs von Balthasar, nato a Lucerna nel l 90S, è stato definito «l'uomo più colto» del nostro tempo. Testimonia l'esattezza di questo giudizio l'intensa e vasta produzione letteraria del teologo: opere filosofiche, teologiche, patristiche, ecumeniche. Circa i problemi attuali del cristianesimo, U. von Balthasar ha preso posizione prima in senso progressista e riformista, poi in senso piuttosto tradizionalista e conservatore; infatti, mentre in Abbattere i bastoni (1952) provoca la Chiesa ad uscire dal ghetto ed abbattere le mura artificiali che la separano dal mondo, nelle operette post-conciliari Chi è il cristiano e Cordula, egli denuncia l'ambiguità e i rischi della quadruplice tendenza biblica, liturgica, ecumenica e secolare, attaccando con toni ironici e polemici la demitizzazione, il cristianesimo anonimo e l'infatuazione di un vangelo senza la croce. Nessuna flessione si nota invece in U. von Balthasar circa la «forma manana» della Ch1esa, perché in tutto l'arco del suo itinerario teologico «la Vergine Maria nel mistero della Chiesa, prototipo e consumazione anticipata della Chiesa, è uno dei temi preferiti della sua contemplazione». Prima di passare all'esposizione del pensiero di U. von Balthasar su Maria, è necessario inquadrarne le intuizioni partendo dalla prospettiva originale della sua teologia, presentata nell'opera basilare: «Herrlichkeit». Come dice espressamente il sottotitolo di quest'opera: «un'estetica teologica», l'autore si propone di interpretare sistematicamente la Rivelazione servendosi di una categoria trascurata dalla teologia moderna, cioè della «bellezza», oggetto dell'estetica. «Estetica teologica vuol dire contemplare Dio, non in quanto comunica la verità, o in quanto è bontà verso l'uomo e lo benefica, ma in quanto egli s'avvicina all'uomo per manifestare se stesso nell'eterno splendore del suo amore trinitario. Ecco perché questa estetica teologica pona il titolo di Herrlichkeit (ossia: Gloria)». Parecchie ragioni spingono U. von Balthasar ad elaborare una nuova interpretazione del messaggio cristiano mediante la categoria del bello:
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