PIZZARELLI A., La presenza dinamica di Maria nella vita spirituale, Pontificia Università Gregoriana, Roma 1983; IDEM, La presenza di Maria nella vita della Chiesa. Saggio d'interpretazione pneumatologica, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo 1990
Il contributo del teologo cappuccino A. Pizzarelli in campo marialogico consiste soprattutto nello spiegare la presenza di Maria in base alla sua condizione glorificata, in analogia con lo stato di Cristo risorto e dei corpi risuscitati. In particolare l'autore valorizza il testo fondamentale di 1Cor 15,42-45, dando una base biblica alla sua specifica proposta ermeneutica. Pizzarelli compie una vasta inchiesta nella tradizione ecclesiale, scoprendo che l'espressione «praesentia Mariae» risale in Occidente a S. Ambrogio (De Isaac et anima VI, 53, PL 14, 547), mentre in oriente la «visitatio Mariae» è dovuta all'ambiente di S. Efrem (Oratio ad S. Dei Genitricem, in Opera III, 541). Il più cospicuo testimone della presenza di Maria resta s. Germano di Costantinopoli (†ca. 733), che ne parla lungamente e in termini teologico-esperienziali: «Del resto, poiché ancora adesso tu passeggi corporalmente in mezzo a noi, non altrimenti che se fossi vivente, gli occhi del nostro cuore sono attirati a guardarti ogni giorno... Tu visiti tutti e vegli su tutti, o Madre di Dio... Il corpo, infatti, non è di impedimento alla potenza e alla energia del tuo spirito, il quale certo spira dove vuole essendo immateriale». Passando ad esporre le varie interpretazioni teologiche del fatto della presenza di Maria documentato dalla storia della spiritualità, A. Pizzarelli ne enumera le seguenti:
1. Presenza intellettiva
Secondo questa opinione.. la Madonna è presente a noi come l'oggetto conosciuto nel conoscente o mediante la cosiddetta 'presenza di visione'. Immersa in Dio, ella ci vede, ci conosce, pensa a noi e con il suo sguardo ci raggiunge nell'intimo del nostro essere. E il suo pensiero di madre che in Dio ci vede e ci segue dovunque: a tale titolo ella è presente a tutti e in tutti.
2. Presenza affettiva
Secondo quest'altra opinione, la Madonna è presente in noi come l'oggetto amato nell'amante. Con il suo amore materno è vicina a ciascuno di noi e ci raggiunge nel tempo e nello spazio. Più ci si conosce e ci si ama e più la presenza è intima ed intensa. In modo intellettivo-affettivo intende la presenza mariana R. Garrigou-Lagrange, il quale si ferma così all'esterno di essa. Se fosse come lui pensa, si avrebbe piuttosto una presenza nostra a Maria e non una presenza di Maria a noi; avremmo quindi una presenza psicologica, mentre «si tratta più che di una presenza per mezzo del pensiero e del cuore».
3. Presenza operativa
Essa è il risultato naturale di quella intellettivo-affettiva e suppone un punto di contatto più forte con la Madonna. Se, nella visione beatifica ella ci vede, ci ama e ci accompagna dappertutto, è chiaro che non può restare inattiva, perché l'amore è essenzialmente operante e comunicativo. Secondo le varie tendenze teologiche, la presenza operativa può richiedere o una causalità morale oppure una causalità fisico-strumentale.
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4. Presenza reale
Essa è proposta da S. Ragazzini, il quale percepisce l'esigenza di una presenza di Maria nell'anima non riducibile al solo influsso soprannaturale in essa perché, secondo un principio filosofico, per agire si deve in qualche modo essere presenti: «Prius est esse quam operari». «La Madonna, spiega il Ragazzini, è in noi non localmente in quanto si avrebbe l'ubiquità, ma mediante la nostra partecipazione alla sua pienezza di grazia e agisce dentro di noi facendo sviluppare questa vita di grazia».
5. Presenza pneumatica
A. Pizzarelli, pur ricuperando i valori delle spiegazioni precedenti, si inserisce nell'ultima corrente e le conferisce un fondamento biblico finora non valorizzato dai marialogi: «La mia proposta, che... è quella della presenza pneumatico - personale- operativa della Vergine in ragione della sua condizione glorificata, ha come punto di partenza il brano della 1Cor 15, 1-58 dove Paolo parla della resurrezione di Cristo e dei corpi». Ne consegue, che Maria - al seguito di Cristo risorto e anticipando lo status dei corpi risuscitati - è sganciata dai condizionamenti del tempo e dello spazio ed è divenuta in Cristo uno «spirito che dà vita» (1 Cor 15,45): «La presenza mariana, come ho dimostrato, è una presenza operante dinamica, intima a tutti i cristiani e insieme reale, viva e personale. È' dinamica perché, secondo il principio della causalità fisica-strumentale, Maria che ha partecipato alla redenzione operata da Cristo coopera pure alla comunicazione dei beni spirituali che dalla redenzione scaturiscono. É attuale e personale perchè Mana, essendo già glorificata, vive una dimensione diversa dalla nostra nello Spirito del Cristo risorto e come tale può esercitare 'hic et nunc' e al di là delle leggi spazio-temporali il suo compito di madre e di ancella della nostra salvezza». Questa spiegazione, che trova alcuni cenni precorritori in A. Bea, E. Neubert, A. Miiller, L. Boff..., si presenta come proposta solidamente fondata, teologicamente armonizzata, spiritualmente feconda: «Questa presenza 'pneumatica' della Vergine è in armonia con vari fatti teologici:
l. deriva dall'analogia fidei, che esige l'applicazione a Maria del dogma della resurrezione della carne, conseguenza imprescindibile della resurrezione di Cristo;
2. rende ragione della maternità di Maria nell'ordine della grazia, legandola allo Spirito vivificante e alla condizione gloriosa del Cristo, datore di vita. Non è più possibile perciò fare di essa una maternità solamente di ordine affettivo cooperativo;
3. spiega meglio l'esperienza mariana dei cristiani lungo i secoli, in quanto essi parlano di una presenza di ordine personale, che non viene salvata dalle interpretazioni della causalità fisica o intenzionale;
4. apre una prospettiva più realistica circa le apparizioni mariane che punteggiano la storia della Chiesa soprattutto nel nostro tempo. É un aspetto questo da approfondire in base alla presenza del corpo risuscitato. Infine, l'attualizzazione antropologico-culturale della presenza conduce a valorizzare il rapporto interpersonale tra Maria e noi, tra noi e lei. Il tramite non è più un'azione o attività salvifica, ma la stessa perso· na della Vergine glorificata».