KÜNG HANS - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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KÜNG HANS (1928)

KÜNG H., Essere cristiani, Mondadori, Milano 1976; IDEM, 20 tesi sull'essere cristiani. 16 tesi sulla donna nella Chiesa, Mondadori, Milano 1980.

Nel campo della cristologia ed ecclesiologia, H. Küng, si pone espressamente in una dimensione «metadogmatica», ossia «passando sopra il dogma ecclesiastico», «in un quadro scevro di pregiudizi dogmatici». Tale impostazione lo ha condotto ad interpretare il concepimento verginale di Gesù soltanto come «un'affermazione cristologica funzionale», che designa la dignità messianica del Figlio di Dio, senza trasmettere nulla sul piano biologico o informativo. Proseguendo sulla via metadogmatica, H. Küng critica il titolo «Madre di Dio» ritenendolo senza fondamento biblico, storicamente sancito ad Efeso per un «riuscito colpo di mano di Cirillo» sotto l'influsso del popolo e della religione mediterranea alla Grande Madre. Esso risulterebbe teologicamente ambiguo, in quanto «fa sospettare una concezione della filiazione divina e dell'incarnazione monofisitica, tale oltretutto da materializzare Dio». Circa i dogmi mariani più recenti dell'Immacolata e dell'Assunta, H. Küng è convinto che essi vanno sottoposti ad una critica onesta, da cui appaiano le intenzioni di base da eventualmente condividere e la formulazione concreta da rigettare. Del resto tutta la storia del culto mariano, da H. Küng esposta sommariamente e con spregiudicatezza, documenta un processo di assolutizzazione di Maria, che mentre la pone in parallelo con Cristo la desessualizza e separa dalle altre significative donne bibliche: «La figura di Maria, Madre di Gesù, i cui contorni storici riusciamo a cogliere solo per grandi linee, nel contesto di una mariologia elaborata da uomini soggetti al celibato venne largamente privata della propria sessualità e per lungo tempo assolutizzata, in parallelo con il Cristo, come unico personaggio femminile realmente importante per il cristianesimo. Il culto e la venerazione mariani, così concepiti, contribuirono ben poco alla valorizzazione sociale della donna. Finirono, anche, con l'offuscare la dovizia di figure femminili offerteci dalla Bibbia (dalla profetessa e giudice Debora e dalla fidanzata del Cantico dei Cantici fino alla missionaria Prisca e a quella Febe che vediamo presiedere una comunità)». Resta nella critica di Küng un nucleo costituito da due affermazioni fondate nella Bibbia: «Maria è la madre di Gesù: è un essere umano, non una creatura celeste. Come essere umano e come madre, è testimone dell'autentica esistenza umana del figlio, ma anche della sua origine radicata in Dio. Maria è esempio e modello di fede cristiana: la sua fede, trafitta dalla spada dello scandalo, del dissidio e della contraddizione, sollecitata in vista della croce, è per Luca prototipo di ogni fede cristiana ...». Questa riduzione arcaizzante operata da H. Küng, spinge A. Amato a concludere pensosamente: «La prospettiva metadogmatica si rivela in realtà un'ottica metaecclesiale se non addirittura antiecclesiale, impoverendo sia la considerazione teologica di Maria, e sia anche i suoi aspetti autenticamente umani e cristiani esemplari. Ed è proprio vero che per arricchire l'immagine della donna bisogna impoverire l'immagine biblico-ecclesiale di Maria?».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 178-180.
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