A. GELIN, Les pauvres de Yahvé, Paris, Cerf, 1953.
Approfondendo lo studio sulla povertà di Maria attraverso il riferimento all'Antico Testamento, diversi esegeti, tra cui un posto di rilievo va riconosciuto ad Albert Gelin, non solo allineano Maria con le infime categorie sociali, prive di risorse economiche (cfr. Lc 2,7 e 24), ma la pongono alla testa degli «anawim», cioè della schiera dei «poveri del Signore»: persone profondamente religiose, «resto» fedele all'alleanza (cfr. Sof 3, 12-13), che attraverso prove e purificazioni raggiungono una piena disponibilità al disegno divino, puntando su Dio al di là degli appoggi umani, vivono di preghiera nell'attesa dell'era messianica. Il Magnificat, scrive Gelin, vibra dei sentimenti e della pietà religiosa dei poveri di Jahvé: «In esso udiamo la voce di una donna, che ha assimilato in misura cosl profonda lo spirito dei 'poveri', che nel momento dell'incarnazione viene ad essere la loro esponente più perfetta e commossa».