THURIAN M., Maria Madre del Signore Immagine della Chiesa, Morcelliana, Brescia 1963; IDEM, Figura, dottrina e lode di Maria nel dialogo ecumenico, in Il regno/documenti 28 (1983) 7, p. 245.
Vasta eco ha suscitato Max Thurian con il libro Maria Madre del Signore immagine della Chiesa, che intese essere «Una mediazione sulla vocazione di Maria» e «una testimonianza di fede fondata sui risultati dell'esegesi biblica e della riflessione teologica». teologo calvinista riconosce in Maria «la Figlia di Sion escatologica, l'incarnazione del resto fedele d'Israele. la Vergine povera interamente consacrata all'opera di Dio eccezionalmente colmata della sua grazia, la dimora di Dio e l'Arca di Alleanza, la Madre spirituale nella Chiesa-Madre di cui è figura vivente ed umile». Più radicale di Lutero, M. Thurian non rivolge mai alla Vergine
preghiere e invocazioni, ma si stacca da lui quando valorizza la persona di Maria, «non annullata per le grandi cose compiute in lei da Dio», né «Strumento impersonale, e in fin dei conti trascurabile». Comunque la presenza di Maria nella liturgia e nella predicazione della Chiesa è fondata biblicamente, per cui «il timore degli eccessi non deve condurre ad un silenzio e ad un'assenza di Maria che sarebbe egualmente un'infedeltà al Vangelo di Cristo». Il libro di Max Thurian ha ricevuto negli ambienti evangelici un'accoglienza fatta di lodi e di riserve. H. Roux, per esempio, afferma che «bisogna essere riconoscenti a M. Thurian perché ha aperto una via e sfondato una breccia nel muro del silenzio sistematicamente nprovatore con cui il protestantesimo ha di fatto circondato colei che tuttora tutte le generazioni sono chiamate a proclamare beata». Egli si chiede se certe interpretazioni bibliche «non dipendano piuttosto da un'esegesi allegorica già orientata verso una letturaa mariologica dell'Antico Testamento che da una vera preoccupazione di cristocentrismo» e inoltre se il metodo di evitare gli scogli dell'Immacolata e dell'Assunta «non finisca per creare una certa illusione di accordo quando si rivolge invece uno sguardo realmente diverso verso lo stesso oggetto». Infine H. Roux rimprovera a M. Thurian di lasciare supporre che il pensiero dei Riformatori «contenga gli elementi di una mariologia», mentre è certo che «il loro rifiuto di attribuire a Maria un ruolo attivo nell'opera della salvezza (cooperazione, intercessione, ecc) è abbastanza esplicito perché possa sussistere un dubbio a questo riguardo». Solo in parte, quindi, l'opera di M. Thurian risponderebbe alle esigenze della «riforma bilaterale» proposta da H. Küng.
E ancora: M. Thurian si pone chiaramente al di là degli schemi rigidi di opposizione a Maria, dopo aver percorso questo suo diuturno cammino di riflessione intorno alla sua figura, espresso sia nel rapporto della commissione Faith and Order sulla marialogia del 1951, sia nel libro che abbiamo appena esaminato Maria madre del Signore immagine della Chiesa. In un articolo del 1982 il teologo di Taizé offre un triplice contributo di ordine metodologico, contenutistico e cultuale:
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A) Per avvicinare la persona di Maria e la sua funzione nella storia della salvezza esistono 3 modi diversi:
- l'approccio esegetico e storico è necessario ed importante ma rischia di far rinchiudere la Madre di Gesù nel passato. Bisogna invece tener conto che «Maria, la cui storia ci testimonia che essa è stata la Madre del Signore, vive oggi nella comunione dei santi; poiché possiede questa esistenza attuale, essa è in relazione con la vita della Chiesa e la vita di fede dei cristiani»;
- la riflessione dogmatica è indispensabile per precisare la relazione di Maria con Cristo, ma se si isola incorre nel «pericolo di far apparire sia Cristo che Maria come personaggi di un mito irreale. E come se Gesù e sua Madre fossero usciti dalla storia e fossero diventati dei temi di una verità razionale e finalmente senza relazione con la vita»;
- la visione contemplativa o spirituale è un modo vivificante che supera lo storicismo e la mitologia: «Si tratta di incontrare la persona di Gesù e quella di sua Madre nella celebrazione liturgica, nelle feste, nelle rappresentazioni iconografiche o nella preghiera silenziosa». Anche in questo approccio è in agguato un pericolo: il sentimentalismo.
Pertanto - conclude Thurian - «Ci vuole un equilibrio tra il procedimento esegetico, quello dogmatico e quello contemplativo. E solo nell'equilibrio di queste tre vie che noi possiamo sperare di incontrare in modo sano la persona di Maria, Madre del Signore, Madre di Dio, figura della Chiesa-madre e nostra madre spirituale».
B) Ulteriori passi nel dialogo ecumenico su Maria sono compiuti da Thurian quando evidenzia i nessi tra Bibbia e tradizione e rifiuta l'idea della Scrittura «isolata». Ciò gli permette di asserire: «Nel campo della dottrina e della pietà mariana, bisogna essere attenti a tutto ciò che lo Spirito Santo ha permesso alla Chiesa di approfondire riguardo alla persona e al ruolo di Maria, nella storia della salvezza e nella vita dei cristiani. La tradizione ci riconduce agli sviluppi dell'intelligenza del cuore, che non devono essere dimenticati, nella misura in cui sono un approfondimento della verità iniziale su Maria, contenuta nella Parola di Dio, attestata dalla Scrittura». Ricuperati potenzialmente gli sviluppi marialogici ecclesiali, Thurian armonizza grazia e libertà nella Theotokos, che va considerata «una vera madre umana, non solamente uno strumento che permetta l'apparizione di Dio sulla terra». Senza dubbio in Maria ci è ricordato che «non sappiamo né possiamo niente se non attraverso la pura grazia di Dio ricevuta con fede». Tuttavia, poiché «la gloria di Dio non si costruisce sulle rovine dell'umanità o l'annientamento dell'uomo», in Maria ci viene significato che Dio attende la nostra risposta di creature e ci ristabilisce nella nostra dignità. Con queste prospettive il dialogo è condotto sugli stessi presupposti teologici (problematica della Scrittura-tradizione, grazia, libertà, Dio-uomo ... ), dalla cui soluzione dipende in gran parte il contenzioso ecumenico circa Maria.
C) Infine, scendendo nel campo del culto, M. Thurian distingue «cinque forme di preghiera mariana»:
«- la memoria, in cui si ricorda nella preghiera la certezza che Maria è vivente in Cristo e l'esempio che ha lasciato alla Chiesa; - il ricordo dell'intercessione di Maria che, in comunione con il Cristo, nostro mediatore e intercessore, prega il Padre per la Chiesa e le necessità degli uomini;
- qualche discreta acclamazione che costituisce la terza forma liturgica della preghiera mariana: 'Ave, Maria ... Ave, sancta parens
... beata es, Virgo Maria .. .' oppure, nelle litanie dei santi: 'Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis';
- la domanda di intercessione che si indirizza direttamente a Maria;
- la richiesta diretta di una grazia domandata a Maria».
Mentre le prime tre forme sono ritenute necessarie, le ultime due sono da situare nell'ambito della libertà cristiana. Anche le icone contribuiscono a rendere la pietà mariana un incentivo per la contemplazione, sicché «bisognerebbe incoraggiare la collocazione di una bella icona della Vergine Maria Madre di Dio in ogni Chiesa». Con queste prospettive Max Thurian getta un ponte con le antiche Chiese d'oriente e d'occidente.
Maria nella teologia contemporanea, pp. 93-94 e pp. 245-247.