MOLTMANN JÜRGEN - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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MOLTMANN JÜRGEN (1928- )

MOLTMANN J., Editoriale, in Maria nella teologia protestante, in Concilium 19 (1983) 8, pp. 22ss; IDEM, Il linguaggio della liberazione. Prediche e meditazioni, Queriniana, Brescia 1973.

1. IL DISCORSO ECUMENICO SU MARIA
Da teologo evangelico, Moltmann pensa di dover segnalare le condizioni negative e positive in vista dell'elaborazione di un discorso ecumenico su Maria. I condizionamenti, che compromettono un tale discorso «perché non consentono a Maria di essere una figura della storia liberatrice del Vangelo di Cristo», sono almeno tre: il legame tra mariologia e il celibato non vissuto evangelicamente nella comunità mista dei credenti; il nesso tra mariologia e politica che trasforma la Maria apocalittica in simbolo di lotta contro la riforma o contro l'attacco all'istituzione; l'accordo tra mariologia e religione popolare, che ha fatto del culto mariano «un serbatoio dei più disparati bisogni e aspirazioni religiosi» e del «sensus ftdelium», il criterio dei nuovi dogmi mariologici. Una volta liberata la mariologia, da questi legami, che Moltmann giudica fonti o incentivi di repressioni psicologiche, di strumentalizzazione e di perdita dell'identità cristiana, si devono accettare alcune pregiudiziali che permettono una base di consenso:
«1. La mariologia ecclesiale trova il suo fondamento e norma nella testimonianza biblica su Myriam, la madre di Gesù, membro della comunità protocristiana post-pasquale;
2. La mariologia deve servire alla cristologia, non può essere sviluppata contro di essa né a prescindere da essa;
3. Una mariologia cristocentrica e biblicamente fondata è in grado di esprimere gli effetti e la presenza dello Spirito santo nella storia di Cristo e nella storia degli uomini con lui».
L'intervento di Moltmann, pur nella rigidità di giudizio storico e nel riduzionismo biblico, offre un servizio alla marialogia ecumenica. Esso interpella i cattolici a interrogarsi sui propri presupposti (e non solo su quelli degli evangelici e ad elaborare un discorso manalogico biblico (che esprima la «Vera Maria»), ecclesiale (nel contesto delle altre donne credenti), pneumatologico (orientato alla presenza dello Spirito) e anzitutto cristocentrico: «Senza Cristo niente Maria, senza cristologia niente mariologia».

2. IL MAGNIFICAT DI MARIA
Anche il Magnificat ha interessato il protestante Moltmann, riconosciuto come «il teologo della speranza», che intitola una predica sul canto di Maria: «Gioia della rivoluzione di Dio». Egli sottolinea innanzitutto la gioia di Maria, proveniente dal fatto che «la presenza di Dio e la visione del suo regno sono divenute più importanti dei propri interessi.... Gode che egli sia ora presente, che egli venga e colmi le speranze degli uomini abbandonati». Proprio per questo carattere liberatore, il cantico di Maria «è sovversivo. È l'inno di una grande rivoluzione della speranza, poiché questo Dio nel quale Maria esulta così filialmente, rende supremo ciò che è infimo... Questo inno risuona come la marsigliese del fronte cristiano di liberazione nelle lotte tra le potenze e gli oppressi di questo mondo». Dopo aver ricordato che nella Bibbia sono sempre delle donne a cantare inni sovversivi, Moltmann affronta il problema dell'amore universale del Dio rivoluzionario presentato dal cantico di Maria. Il teologo risponde che indubbiamente la salvezza è per tutti, ma in modo diverso: «Egli (Dio) esalta nella sua grazia gli umiliati e gli offesi, gli oppressi e gli schiacciati, i disumanizzati;... d'altra parte egli protesta contro i non-uomini, che distruggono la vita degli altri con la violenza, la ricchezza, l'egoismo. Egli disperse i boriosi, affinché da non-uomini diventino uomini. Egli rovescia dal trono i potenti affinché riscoprano la loro umanità. Rimanda a mani vuote i ricchi affinché imparino a guadagnare per sé e per il loro prossimo». L'obiettivo di Dio è lo stesso: il superamento di un mondo inumano, perché nasca «l'uomo nuovo, che non è né oppressore né oppresso ma pienamente libero nell'unica sovranità di Dio... Dio è divenuto uomo nel figlio di Maria per renderci da dei infelici uomini veri». Anche noi - conclude Moltmann - possiamo possedere la gioia di Maria solo se solidarizziamo con i sofferenti, se «partecipiamo alla storia liberatrice di Dio che disperde e raccoglie, giudica e libera, svuota e sazia».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 244-245; pp. 378-379.
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