CASTELLANO J. - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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CASTELLANO J.

CASTELLANO J., Pregar Maria tot l'any, Centre de Pastoral Litúrgica, Spagna 1991; IDEM, La presenza di Maria nella liturgia: una giustificazione teologica, in W. BEJNERT (a cura), Il culto di Maria oggi. Teologia · liturgia ·pastorale, Roma, Edizioni paoline, 1985; IDEM, La Vergine nella liturgia, in AA.Vv., Maria mistero di grazia a cura di E. Ancilli, Teresianum, Roma 1974.

Conscio della lacuna circa l'approfondimento, il chiarimento e la giustificazione del rapporto Maria - Liturgia, J. Castellano si pone alla ricerca di qualche principio teologico che giustifichi il riferimento liturgico alla Madre del Signore. Egli trova tale principio nel testo conciliare (SC 103) su Maria nell'anno liturgico, che rimanda alla stretta comunione della Madre di Dio con Cristo e con la Chiesa. Se, infatti, la liturgia è «memoriale, ripresentazione e attualizzazione dell'opera salvifica di Cristo», ne consegue che in essa «è giusto che venga ricordata anche la Vergine Madre, che con quest'opera salvifica fu 'indissolubilmente congiunta'». E d'altra parte, se nella liturgia «Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua amatissima sposa» (SC 7), questa trova in Maria il suo eccellente modello «nell'ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo, cioè di quella disposizione interiore con cui la Chiesa, sposa amatissima, strettamente associata al suo Signore, lo invoca e, per mezzo di lui, rende culto all'eterno Padre (MC 16)». Stabiliti questi principi di ordine cristologico ed ecclesiologico, l'intelligenza non si dichiara appagata perche vorrebbe sapere «come Maria è presente nel mtstero pasquale attuato nella Chtesa soprattutto attraverso l'Eucaristia?». Si sono tentate due risposte a questo interrogativo. La prima vede la Vergine nella prospettiva del compimento o successo del mistero pasquale: «In Maria la Chiesa celebra il compimento del mistero pasquale in forma plenaria, simile a quella del Signore risorto, poiché ha traversato in corpo e anima il suo 'passaggio pasquale dalla morte alla vita'... Le feste mariane sono un modo di rendere presente il mistero pasquale, di cui si celebra il successo totale in un membro eminente della Chiesa». Accanto a questa via, che pone la Vergine all'interno del mistero pasquale operante nei membri della Chiesa, una seconda risposta cerca di specificare il tipo di presenza, che occorre riconoscere a Maria nella liturgia: «Il mistero di Maria si può rendere a noi presente per modo di commemorazione oggettiva, dipendente dalla realtà del mistero di Cristo che si rende presente nella liturgia, dalla condizione gloriosa di Maria come è attualmente in cielo, ma con i limiti che essa ha nella sua condizione; è una presenza spirituale di comunione e di intercessione verso la Chiesa. Le parole, le preghiere, le azioni sacramentali con le quali celebriamo il mistero di Maria hanno la virtù di unirei spiritualmente a Lei nella contemplazione amorosa del suo mistero, sorgente di grazia e stimolo di imitazione». «Ulteriori precisazioni sulla presenza di Maria e dei suoi misteri nella liturgia sembrano difficili. Ci basti sapere che vi è con Lei una comunione spirituale, la cui entità ci sfugge ma che è reale ed efficace; che la sua comunione con Cristo ci permette di essere in comunione con Lei in Lui, e che un flusso ininterrotto di intercessione per la Chiesa unisce Maria nel suo amore con tutti i cristiani, specialmente nelle azioni liturgiche».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 226-228.
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