ASMUSSEN HANS - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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ASMUSSEN HANS (1898-1968)

ASMUSSEN H., Maria die Muttergottes, Evangelisches Verlagswerk, Stuttgart 1950.

Nel dialogo ecumenico su Maria si inserisce il libro di H. Asmussen, Maria, die Mutter Gottes, testimone della mutata atmosfera luterana nei confronti di Maria. Egli lega alla salvezza la fede nella maternità verginale di Maria, asserendo che «Se Maria non è Madre di Dio, la Chiesa di tutti i tempi si è sbagliata, oppure noi, che neghiamo questo titolo ci siamo separati dalla Chiesa universale... Senza la verginità di Maria non c'è salvezza». La dottrina che pervade tutto il libro è che «non ci si può interrogare su Gesù Cristo senza guardare a Maria. Non si può avere Gesù Cristo senza Maria». Nel penultimo capitoletto, Asmussen pone il problema critico della mediazione di Maria, chiedendosi: «Maria sta dalla parte di Dio o dalla parte dell'uomo?» Egli risponde a nome degli evangelici: «Siamo convinti che ella stia unicamente dalla parte dell'uomo». Ma proprio questa appartenenza di Maria all'umanità redenta non la esclude da una partecipazione alla mediazione di Cristo, che Asmussen descrive con celebri parole: «Se ciò che si riferisce al sacerdozio appartiene all'essenza della fede, si pone di nuovo anche la questione della mediazione. Perché se si volesse togliere al sacerdozio il carattere di mediatore, allora il sacerdozio sarebbe una burla. Colui che è sacerdote è per ciò stesso anche mediatore e non sta unicamente dalla parte di Dio o degli uomini, ma rappresenta Dio davanti agli uomini, e gli uomini davanti a Dio... Se questo è vero, dobbiamo anche riconoscere che Maria fa parte di questa mediazione perché è un membro eminente del ceto sacerdotale. La questione è solo - sia per la Madre di Dio come per gli altri cristiani - se si tratti di una mediazione in Cristo o accanto a Cristo. Poiché questa è evidentemente la differenza da cui non poco tutto dipende. Se noi riconosciamo una mediazione accanto a Cristo, allora l'onore di Cristo è realmente leso. Ma se riconosciamo una mediazione dei cristiani in Cristo, allora noi con questo diciamo che l'opera di Cristo non è rimasta senza frutto. Perciò noi abbiamo un Cristo che è pienamente riconosciuto come unico Mediatore, ma a cui si nega che la sua mediazione abbia portato il frutto che altri partecipino a questa mediazione e diventino suoi cooperatori e perciò dobbiamo domandarci se noi non deroghiamo sensibilmente al suo onore. Da ciò sorge la domanda se noi ammettiamo che Maria, la Madre del Signore, non soltanto lo abbia dato alla luce come sua madre terrena, ma sia divenuta anche, nel suo regno, sua discepola, la quale alla sua sequela prende parte alla sua mediazione». In seguito al libro di Asmussen, il vescovo luterano W. Stahlin fa una professione di fede, in cui lamenta che l'abbandono di Maria ha contribuito a fare del Cristo un'idea, al posto della «corporea rivelazione di Dio». E dichiara che, se nulla impedisce a un cristiano evangelico di invocare Maria con il titolo di Madre di Dio, ogni evangelico dovrebbe vergognarsi dinanzi ai cattolici per avere accantonato un elemento cosl importante del messaggio cristiano».

Maria nella teologia contemporanea, pp. 91-93.
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