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GIUSTIZIA


1. Il desiderio di pace e di giustizia nell'uomo contemporaneo
a) Il desiderio per la pace, caratteristico della nostra epoca, ci porta ad un valore che fa parte della costellazione dei valori verso cui tende l'umanità oggi, che è quello della giustizia quale compendio dei diritti dell'uomo. Effettivamente il discorso sui valori umani è oggi all'ordine del giorno. E i diritti dell'uomo non rimangono oggi a livello del puro discorso: sono diventati un vessillo caratteristico del nostro tempo. Non solo si formano associazioni per la tutela e la difesa di questi diritti in paesi liberi e democratici, ma persino laddove tali diritti vengono elogiati a parole, ma conculcati nella prassi. Oggi si lotta a tutti i livelli per assicurarsi o per acquisire tali diritti - e ciò dappertutto - apertamente o clandestinamente. L'uomo si riconosce oggi più che mai quale valore supremo dell'universo creato: la sua dignità viene vista come una cosa sacrosanta, che comporta una serie di diritti, e quindi di doveri, da rispettare. La Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo ha riscontrato l'accordo e la difesa di tutte le nazioni, anche se poi nella pratica non si è sempre agito in conformità con tale adesione.
b) Ne consegue che la giustizia è ai nostri tempi l'ideale in nome della quale si organizzano e si fanno tante manifestazioni e tante lotte. La giustizia sociale si può quasi considerare la stella polare sull'oceano della storia umana. É vero che l'interpretazione di questa giustizia e il suo contenuto non è uguale per tutti, e a volte questo valore diventa uno slogan per coprire altri interessi. Ma esso trova eco nel cuore dell'uomo contemporaneo. L'uomo viene visto oggi quale soggetto di diritti inalienabili, in virtù dei quali può condurre una vita veramente umana, ed essere allo stesso tempo soggetto della storia: l'uomo, cioè ogni uomo! Nell'ambiguo e plurivalente scenario del nostro mondo contemporaneo, nell'orizzonte ricolmo di paradossi e contraddizioni, emerge con chiarezza questo interesse, questa preoccupazione e questo impegno per l'umano e per l'uomo. 

2. Cristo, principio di pacificazione e di giustizia
Il culmine della vita e dell'opera salvifica di Gesù è costituito dal mistero pasquale Questo mistero della morte-risurrezione di Gesù costituisce la sommità dell'opera redentrice del Cristo. Ora la redenzione è la prova dell'amore sconfinato del Padre per l'uomo. «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3, 16). La redenzione è anche la testimonianza dell'amore del Figlio per l'umanità, per tutti gli uomini e per ogni uomo. La redenzione infatti è l'auto-donazione del Figlio per la liberazione dell'uomo, immagine di Dio, e dall'eternità chiamato e scelto ad essere figlio nel Figlio. L'opera salvifica e redentrice del Cristo ci rivela al tempo stesso la dignità dell'uomo, di ogni uomo, per il quale il Cristo si è donato, spinto dal suo amore, come scrive san Paolo, riferendosi a se stesso: «Mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). La croce di Gesù insieme alla sua glorificazione illuminano l'incarnazione, la vita e l'opera del Cristo. Allo stesso tempo l'incarnazione del Figlio, la vita e l'opera del Cristo, illuminati dal mistero della croce-risurrezione rivelano l'uomo all'uomo, e ne svelano la dignità di immagine di Dio e di figlio del Padre per e in Cristo, il quale è splendore perfetto del Padre, Figlio unigenito di Dio. Visto come «immagine di Dio» (cf. Gen 2, 27), che partecipa dello splendore del Verbo, e come figlio di Dio nel Figlio, l'uomo appare degno di rispetto e di venerazione, come soggetto di diritti, come degno di quell'amore che si fonda e si basa sulla giustizia. Dio è in ultima analisi il fondamento della dignità e dei diritti dell'uomo, di ogni uomo, di ogni persona umana, dal momento del concepimento. Il Cristo, insieme con il Padre, di cui è l'Immagine invisibile perfetta ed unica (cf. Col 1, 15), di cui è pure il Figlio unico ed unigenito, è anche il fondamento ultimo dei diritti dell'uomo. Per mezzo della sua redenzione il Cristo ha restaurato nell'uomo l'immagine di Dio deturpata dalla colpa d'origine (peccato originale), e ha ridonato all'uomo la figliolanza divina perduta con la primitiva disobbedienza. Il valore dell'uomo, la sua dignità, i suoi diritti, la giustizia e l'amore che gli spettano, non li possiamo vedere e comprendere se non guardando l'uomo-Dio appeso sulla croce Il rispetto, l'amore di Dio trino per l'uomo, li possiamo vedere anche studiando la storia del popolo israelita, cadenzata dalle promesse divine, dall'infedeltà del popolo seguita dal perdono da parte di Dio e da nuove promesse divine, seguite a loro volta da nuove infedeltà da parte del popolo, e da nuovo perdono da parte di Dio. Il rispetto e l'amore di Dio per l'uomo li possiamo capire anche leggendo la storia delle civiltà con gli occhi della fede in chiave biblica, cioè illuminati dal paradigma bi-blico del modo con cui Dio agisce nei confronti del popolo israelita. Lo stesso rispetto e lo stesso amore li potremmo apprezzare studiando meglio la nostra propria micro-storia alla luce del modello biblico. Possiamo dire che la storia umana e la storia di ogni uomo da parte di Dio è una continua applicazione della Redenzione alle vicende umane: storia di salvezza, di liberazione, di continua restaurazione e riconciliazione dell'uomo con Dio e dell'uomo con gli altri uomini. Possiamo anche dire, come confessiamo ogni volta che celebriamo l'Eucaristia, che il Cristo continua a rendere la sua redenzione efficace in ogni uomo e in tutti gli uomini: egli continua ad offrirsi misticamente al Padre in sacrificio perfetto, rinnovando così la sua morte-risurrezione e quindi tutta la sua vita e la sua opera. Tutto ciò in considerazione dell'uomo e per suo amore.

3. La "Socia Christi" e il desiderio della giustizia
a)
Che posto ha Maria in tutto questo? Maria fu associata all'opera redentrice del Cristo in modo da diventare con lui «Corredentrice». Non che all'opera redentrice di Cristo fosse mancato qualcosa. Solo che Maria, unita com'era al Figlio suo e alla sua missione come Madre, per la sua fede, per la sua totale obbedienza al Padre, per privilegio e grazia divina, fu associata all'opera salvifica del Figlio, in modo da diventare Corredentrice con Gesù per grazia. Il momento culminante di questa sua chiamata si realizzò quando stava sotto la croce del Figlio Redentore. Quel momento racchiuse in sé, per così dire, tutta la vita anteriore di Maria, dal momento della sua accettazione, nella fede e nell'obbedienza, della missione affidatale da Dio di diventare Madre del Messia Salvatore. Da quel momento Maria sapeva che questo favore e questa grazia era un «charisma», cioè che la chiamata rivoltale da Dio era anche a favore del popolo israelita. Maria sapeva che quando Dio chiama una persona per qualche missione, la chiamata ha una dimensione universale, cioè la chiamata rivolta ad una persona è anche una grazia per l'umanità. Accettando l'invito dell'angelo, Maria si donò a Dio in favore dell'uomo. Associandosi alle gioie, alle ansie, alla vita, alla missione, alle sofferenze, alle opere, alla passione e morte e risurrezione del Fi-glio, Maria condivise con Gesù i sentimenti di rispetto e di amore per gli uomini e per ogni uomo. Diventando per grazia di Dio corredentrice, ella continua ad associarsi col Redentore durante la storia degli uomini, e a partecipare a quei sentimenti di rispetto e di amore per ogni uomo - nel quale è l'immagine del Figlio di Dio - che sono i sentimenti di Gesù, che misticamente muore e risorge nella storia degli uomini e nella vita di ogni uomo che lo accoglie. Sotto la croce la Vergine santissima vede nel Figlio il servo di Jahveh preannunciato dal deutero-Isaia e capisce che l'opera messianica del Figlio, è il compimento di ciò che il profeta annunziava per la salvezza, redenzione e liberazione degli uomini. In quel momento Maria accettò per rispetto ed amore alle «moltitudini» le sofferenze del Figlio e le sue: si associò a lui, in ciò che stava soffrendo e sperimentando, e rinnovò la sua solidarietà con tutta l'opera, la missione e la vita salvifica, redentrice e liberatrice del Messia suo Figlio, riconfermando il suo «» iniziale, e l'eco di questo «» lungo l'arco della sua vita di Madre del Messia. A tal punto rispettò ed amò l'uomo!
b) All'uomo d'oggi, premuroso com'è di lottare per la giustizia e per i diritti umani, la Madonna non può fare a meno di rivolgere parole d'incoraggiamento. Allo stesso tempo, però, non può non ricordargli che l'impegno e la lotta per i diritti dell'uomo nulla vale, e non è degna dell'uomo, se non si fonda sul rispetto profondo per ogni uomo, fondato sul fatto stesso che egli è uomo, creato ad immagine di Dio e realmente o potenzialmente figlio del Padre celeste e fratello di Gesù. La Madonna, inoltre, insegna che se la prassi per la giustizia non si basa sul rispetto per l'uomo, un rispetto che comporta la difesa della vita umana dal momento del concepimento, e ovunque essa e presente, diventa una prassi, un impegno e una lotta che è fine a se stessa e non ha di mira l'uomo concreto come dovrebbe. Maria ha un altro messaggio per l'uomo contemporaneo: niente vale la giustizia se non e riscaldata e animata dall'amore per l'uomo, come ci ricorda San Giovanni Paolo II nell'Enciclica «Dives in misericordia». Quindi, impegno per i diritti umani sì, purché tale impegno sia motivato dall'amore per l'uomo; giustizia come fine dell'azione sociale e politica sì, purché sia motivata e basata sul rispetto per l'uomo, per ogni uomo: e il rispetto per l'uomo, lo sappiamo, è genuino se è un rispetto amoroso, perché il vero amore per l'uomo si fonda sul rispetto e quindi sulla giustizia che esige la tutela dei diritti del singolo uomo e della collettività umana.

Bibliografia

DELIA C. C., Maria e l'uomo d'oggi, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1989; AA. VV., Come presentare Maria oggi agli adulti,  Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1982; AA. VV., Come conoscere oggi Maria,  Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1984;  AA. VV., Come si manifesta in Maria la dignità della donna,  Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1990;  AA. VV., Il mistero di Maria e la morale cristiana,  Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1992; AA. VV., Maria guida sicura in un mondo cha cambia, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 2002; CAPONE D. - DE FIORES S., Maria e la riconciliazione, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1989; AA. VV., Come vivere l'impegno cristiano con Maria, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1984; BOFF C., Mariologia sociale. Il significato della Vergine per la società, Queriniana, Brescia 2007; AA.VV. Maria madre della speranza. Donna di legalità, Assessorato Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione, Regione Siciliana, Palermo 2005; ACETI E., Maria, donna dell'educare,  Effetà Editrice, Cantalupa 2016; AA.VV., Maria e l'impegno sociale dei cristiani, Edizioni AMI, Roma 2003; PUGLISI P. M., Maria di Nazareth sorella dei poveri. Nella realtà socio-religiosa della Calabria e nella prospettiva del magistero ecclesiale, Rubbettino Editore, Soveria Manelli 2013; DOSIO M. - GANNON M. - MANELLO M. P. - MARCHI M. (a cura di) Io ti darò la maestra...». Il coraggio di educare alla scuola di Maria. Atti del Convegno Mariano Internazionale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione "Auxilium" (Roma, 27-30 dicembre 2004), LAS, Roma 2005; FAITINI T. - GHIA F. (a cura di), La politica del Magnficat Questioni di Mariologia politica, Morcelliana, Brescia 2015; ADRIANO DI GESÚ - VIDAU E. (a cura di) La Madre del Dio vivo a servizio della vita,  AMI, Roma 2005.






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