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MADONNA BENOIS



Capolavoro giovanile di Leonardo da Vinci, dipinto tra il 1478 e il 1480 e conservato nel Museo dell'Hermitage di San Pietroburgo.

1. Il dipinto
La Madonna Benois è un'opera chiave del giovane Leonardo. L'originale dipinto a olio su tavola è stato trasportato su tela (48x31 cm), cosa che lo ha danneggiato, per cui presenta ridipinture ed eccessive ripuliture. Recenti indagini radiografiche hanno rivelato che la finestra sullo sfondo della composizione nasconde un paesaggio, probabile ripensamento del pittore. La Madonna Benois entrò nelle collezioni del museo di San Pietroburgo nel 1914, venduta da Marija Aleksandrovna Benois, da qui il nome, che l'aveva ereditata dal nonno paterno, un mercante d'arte di nome Sapoznikov che a sua volta l'aveva acquistata ad Astrakan nel 1824, a un prezzo inferiore a quello di mercato, "purché rimanesse in Russia". L'opera mostra la Madonna col Bambino sullo sfondo di una stanza scura, rischiarata sul fondo da una bifora aperta sul cielo. Maria sta seduta e tiene sulle ginocchia il Figlio che tenta, con concentrazione, di afferrare il fiorellino che essa tiene in mano, cercando di coordinare i movimenti e lo sguardo come è tipico dei bambini piccoli. Secondo taluni, i quattro petali del fiore sarebbero quelli di una crocifera e, dunque, un'allegoria della futura crocifissione. La piccola pianta è il fulcro dell'animata composizione che risulta nel suo insieme unitaria e meditata. Il tipo di luminosità, le vesti della Vergine, specie il gioco delle pieghe della mano sinistra e le fisionomie lei personaggi, sono vicini alla Vergine delle Rocce del Louvre, dipinta, sempre da Leonardo intorno al 1483.

2. Caratteristiche e particolarità del dipinto
a) La Madonna Benois affronta in maniera del tutto nuova il tema antichissimo della Madonna con Bambino e lo fa attraverso il superamento dell’immagine “regale” e “divina” dei personaggi rappresentati. Il distacco, l’immobilità e l’astrazione che caratterizzano la pittura sacra precedente, qui si fa movimento, partecipazione, vicinanza con l’osservatore che può cogliere atteggiamenti naturali ed emozioni sincere. Con questo suo dipinto su uno dei temi religiosi più diffusi, quindi e all’età di ventisei anni, Leonardo rompe con la tradizione e inventa una nuova figura di Maria, che è quella non più l’imperturbabile Regina dei cieli, ma di una semplice madre che gioca con il proprio figlio, una Madonna che è "scesa dal trono su cui gli artisti del Quattrocento l'avevano posta e si è andata a sedere su una panca, in una stanza di casa abitata", come afferma Tatiana Kustodieva, del Dipartimento dell'arte dell'Ermitage. In questo dipinto, la Madre di Cristo è appena adolescente, ha un volto paffuto e immaturo e soprattutto, contrariamente alla tradizione iconografica, sorride guardando la tenera goffaggine del figlio e instaurando con lui un rapporto di serena familiarità; insomma, è una mamma che si diverte con il suo bambino e si lascia sfuggire un sorriso, come una comune mamma che sta assaporando un momento di felicità, mostrando e insegnando a chi la guarda, la dimensione di letizia profonda che deve segnare la relazione tra madre e figlio: letizia vera, credibile proprio perché il contesto che Leonardo costruisce ci appare del tutto verosimile e naturale, proprio come quel cielo che si apre al di là della bifora.
b) Il gruppo sacro mostra quindi una svolta stilistica nel soggetto, che evita di ricalcare gli schemi tradizionali, affidandosi piuttosto a un accurato studio dal vero, particolarmente evidente nella realistica fisionomia del Bambino. Mancano gli abbellimenti delle proporzioni che ritraevano i fanciulli come uomini in miniatura ed estremamente naturale appare la gestualità o il tenero incarnato infantile. Con quest'opera appare evidente come la strada artistica di Leonardo inizi a divergere da quella dei pittori fiorentini di spicco, come Botticelli, Ghirlandaio e Perugino: per lui, infatti, il dipinto non è più un "esercizio di maestria", tanto più apprezzabile quanto più si riconosca la tecnica, I'abilità e lo stile del pittore, ma piuttosto un modo per interpretare e conoscere la natura. Al posto del nitido disegno dei fiorentini, prezioso ma innaturale, Leonardo contrappone un delicatissimo "sfumato", con cui l'artista coglie i valori atmosferici e la mutevolezza dei lineamenti e dei contorni, soggetti alla mutevolezza delle psicologie e del cosmo. Una distanza che si fa più evidente nel confronto con la prassi pittorica e compositiva coeva se si prende in considerazione lo stacco tra l’aspetto eminentemente devozionale della prima e l’accento posto sulle emozioni nella pittura leonardesca che qui si caricano di movimento, espressione, tensione psicologica, veridicità e autenticità; tutti elementi che indicano lo spirito indagatore del genio che nell’arco della sua esistenza ha sempre voluto studiare la natura delle cose: dall’ottica al volo, dall’anatomia all’urbanistica, passando per l’ingegneria civile e militare sino all’idraulica e lo studio della fisionomia umana
c) Per queste sue caratteristiche innovative di unità e vivacità, il dipinto ebbe subito una grande fortuna fra i contemporanei e divenne il modello di riferimento per una serie di "Madonne col Bambino". Esistono pure copie realizzate da vari pittori fra cui quella di Filippino Lippi alla Galleria Colonna di Roma. Altre repliche si diversificano in alcuni punti che rivelano chiaramente il rapporto con l'invenzione di Leonardo; una di queste, oggi a Dresda, fu dipinta da Lorenzo di Credi, allievo del Verrocchio.

Bibliografia
Madonna bambina, in La Madonna della Neve, n. 7, agosto settembre 2019, pp. 26-27; NARDONI D., In Italia la Madonna Benois di Leonardo, in Ansa del 23 maggio 2019; MILANESI F., La madonna Benois di Leonardo torna a casa: dall’Ermitage arriva a Fabriano e Perugia, in Touring Club Italiano del 15 maggio 2019; La Madonna Benois, capolavoro di Leonardo da Vinci, eccezionalmente in trasferta in Italia: l'ultimo prestito nel 1984, su Finestre sull'Arte del 10 maggio 2019; PIASTRELLINI A., Maternità e Sacro: la Madonna Benois di Leonardo da Vinci, in Donna di Fiori, del 31 maggio 2019.






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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