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  Partecipazione di Maria alla Passione di Gesù secondo gli Apocrifi 
Apocrifi

Dal libro di Georg Garib, Maria di Nazaret secondo gli Apocrifi, Città Nuova, Roma 2001, pp. 9-10 e pp. 37-58.



1. I VANGELI APOCRIFI DELLA PASSIONE

Gli apocrifi che parlano di Maria nella passione di Gesù sono due: Il Vangelo di Nicodemo (Atti di Pilato) e il Vangelo di Gamaliele (Lamento di Maria).

a) Il Vangelo di Nicodemo (Atti di Pilato)

Appartiene al gruppo dei Vangeli detti della Passione e si divide in due parti. La prima (cc. 1-16), detta Atti di Pilato, narra il processo, la crocifissione e la sepoltura di Gesù, e riferisce le discussioni del sinedrio sulla realtà della risurrezione. Ne esistono due redazioni: la redazione A è anteriore al Concilio di Efeso; la B è leggermente posteriore e presenta delle aggiunte e delle abbreviazioni. Il brano che riportiamo è tratto da quest'ultima e riguarda il lamento di Maria. La seconda parte, detta Descensus ad inferos, composta di undici capitoli, intende offrire la testimonianza dei due figli di Simeone, che affermano di essere stati risuscitati con Cristo e raccontano quel che successe quando Egli discese nell'Ade. Il titolo Vangelo di Nicodemo, dato all'insieme, si ritrova in un manoscritto del sec. X e diventò corrente, in Occidente, a partire dal sec. XILI.

b) Il Vangelo di Gamaliele (Lamento di Maria)
Appartiene anch'esso al ciclo della Passione. Il racconto è messo in bocca a Gamaliele, rabbino menzionato in At 22, 3. Si avverte, nel testo, una certa dipendenza dagli Atti di Pilato e così si può indicare come prima data del testo attuale Il VI secolo. Non dovrebbero, però, mancare motivi antichi inseriti ed elaborati nel nuovo contesto. Il libro si presenta come un'omelia ed esiste in lingua copta ed etiopica. Porta anche il titolo di Lamento di Maria, che risponde bene al contenuto della prima parte, fino al c. VI, 19: da questo punto la Vergine non è più nominata. Vi traspare una sensibilità tenera e sincera per la Mater Dolorosa: Maria prende parte attiva, umana, alla passione di Gesù che agonizza in croce. Dopo la risurrezione, sostituendo la Maddalena, riceve per prima l'apparizione del Figlio risorto. L'emergente pietà mariana non solleva più alcuna difficoltà dopo il Concilio di Efeso (431) e si ritrova in Romano il Melode e nei testi liturgici della Settimana Santa.

2. IL VANGELO DI NICODEMO (ATTI DI PILATO)

Crocifissione di Gesù e pianto di Maria
 X. 1. Quando Pilato ebbe pronunciato la condanna, i Giudei cominciarono a percuotere Gesù, chi con bastoni, chi con le mani, chi con i piedi. Alcuni gli sputavano pure in faccia. Prepararono la croce, gliela diedero e si affrettarono lungo il cammino. Gesù camminava portando la croce e arrivò alle porte della città di Gerusalemme. Non potendo più avanzare per le molte ferite e per il peso della croce, i Giudei, volendo crocifiggerlo quanto prima, gli tolsero la croce e la diedero a un tale, di nome Simone (cf. Lc 23, 26). Questi aveva due figli, Alessandro e Rufo. Gli diedero dunque la croce, non per pietà verso Gesù o per alleggerirlo del peso, ma nel desiderio di giustiziarlo più in fretta, come è stato detto. 2. Dei suoi discepoli, lo seguiva sul luogo Giovanni. Poi questi si allontanò e, recatosi dalla Madre di Dio, le disse: «Dov'eri? Non sei venuta a vedere ciò che è successo?». Ella rispose: «Che cosa e accaduto?». E Giovanni: «Sappi che i Giudei hanno preso il mio maestro e lo portano via per crocifiggerlo». A quella nuova, la madre gridò ad alta voce dicendo: «Figlio mio, figlio mio, che male hai fatto e perché ti conducono a essere crocifisso?». Si levò come avvolta di buio e corse piangendo lungo la strada. La seguivano alcune donne: Marta, Maria Maddalena, Salome e altre vergini (cf. Mt 27, 56). Giovanni era con lei. Raggiunta la folla, la Madre di Dio disse a Giovanni: «Dov'è mio figlio?». E Giovanni: «Vedi quel tale che porta la corona di spine e ha le mani legate?». La Madre di Dio udì e lo vide. Ma venne meno e cadde indietro per terra. Giacque per parecchio tempo. Tutte le donne che la seguivano le stettero dintorno, piangendo in piedi. Quando ella riprese il fiato e si levò, grido ad alta voce: «Signor mio, figlio mio, dove si è nascosta la bellezza del tuo aspetto? Come potrò contemplarti fra tali dolori?». E ciò dicendo si lacerava con le unghie il volto e si percuoteva il petto. «Dov'è andato - diceva - tutto quel bene che hai compiuto in Giudea? Che male hai fatto ai Giudei?». Questi, vedendola piangere e gridare, vennero per scacciarla dalla strada; ma lei non si arrese, non fuggì: Rimaneva là dicendo: «Uccidete me, prima, o empi Giudei!». 3. Allora si portarono sul luogo chiamato Cranio, lastricato di pietre. Là i Giudei deposero la croce. Quindi svestirono Gesù; i soldati presero i suoi vestiti e se li divisero tra loro (Lc 23, 34); lo rivestirono di raso scarlatto e, fattolo montare sulla croce, lo distesero sopra all'ora sesta del giorno. Poi fu la volta dei due briganti, l'uno a destra e l'altro a sinistra. 4. La Madre di Dio, ferma in piedi e contemplando, proruppe in un grido altissimo: «Figlio mio, figlio mio!». Gesù si voltò verso di lei e, scorgendo Giovanni accanto a lei tra le lacrime insieme con le altre donne, le disse: «Ecco tuo figlio!». Poi disse anche a Giovanni: «Ecco tua madre!» (Gv 17, 26-27). Ella intanto singhiozzava forte, esclamando: «Per questo ti piango, figlio mio, perché soffri ingiustamente, perché gli empi Giudei ti hanno consegnato a una morte amara. Senza di te, figlio, che cosa avverrà di me? Come vivrò senza di te? Che vita potrò condurre? Dove sono i tuoi discepoli che si vantavano di morire con te? Dove sono quelli guariti da te? Come mai non si è trovato nessuno per aiutarti?». E guardando la croce diceva: «Piegati, o croce, perché abbracci mio figlio, baci mio figlio, che allattai con questo seno in modo singolare, pur non avendo conosciuto uomo. Piegati, o croce, voglio stringermi a mio figlio. Piegati, o croce, perché voglio pormi accanto a mio figlio come madre!». A quelle parole, i Giudei si avvicinarono e la cacciarono lontano insieme alle donne e a Giovanni.

L'estremo lamento di Maria, della Maddalena e di Giuseppe
XI. 4. Giuseppe ringraziò Pilato (per avere ottenuto il corpo di Gesù). Gli baciò le mani e la toga e se ne andò, lieto in cuor suo per avere raggiunto l'intento, mentre gli occhi erano ancora inumiditi di pianto. Era afflitto, ma era pure contento. Andò da Nicodemo e gli raccontò tutto ciò che era accaduto. Quindi acquistarono cento libre di mirra e aloe e un sepolcro nuovo, e lo deposero nel sepolcro, avvolto in una bianca sindone (Mt 27, 59), con l'aiuto della Madre di Dio, Maria Maddalena, Salome, Giovanni e le altre donne, dopo avergli prodigato le ultime cure secondo l'usanza. 5. La Madre di Dio intanto piangeva: «Come non piangerò, o figlio mio? Come non lacererò con le unghie il mio volto? Ora si adempie ciò che mi predisse il vecchio Simeone, figlio mio, quando ti presentai al tempio quaranta giorni dopo la nascita. E questa la spada che ora trafigge l'anima mia. Chi farà cessare le mie lacrime, o figlio mio dolcissimo? Certamente nessuno, se non tu solo, risorgendo dopo tre giorni come hai detto». Maria Maddalena diceva piangendo: «Ascoltate, popoli, tribù e lingue, e vogliate comprendere a che morte hanno condannato gli empi Giudei colui che li ha beneficati in mille e mille modi. Ascoltate e stupite. Chi farà conoscere questa cosa al mondo tutto? Jo andrò da sola a Roma, da Cesare. Io gli racconterò quanto male ha fatto Pilato, cedendo agli empi Giudei». Parimenti anche Giuseppe si lamentava: «Ahimè, o Gesù dolcissimo; l'amico più singolare tra gli uomini, se pure ti si deve chiamare uomo, avendo compiuto cose che nessuno mai compì! Come ti prodigherò le ultime cure, come ti imbalsamerò? Ora dovrebbero, trovarsi qui coloro che hai nutriti con pochi pani, e allora non sembreresti privato di ciò che ti spetta». Quindi Giuseppe e Nicodemo fecero ritorno alle loro case. Lo stesso fecero la Madre di Dio con le donne, accompagnate da Giovanni.

3. IL VANGELO DI GAMALIELE (LAMENTO DI MARIA)

Esordio dell'autore
 I. 1. Oggi si rinnova il pianto del patriarca Giacobbe! 2. 0 miei cari, perché non dovrebbe piangere la Vergine Maria per il figlio diletto, che concepì rimanendo Vergine? 3. Perché non dovrebbe piangere la Vergine Maria per chi era stato motivo della sua sofferenza? 4. Perché non dovrebbe piangere la Vergine Maria per colui a cui aveva dato il seno verginale? 5. Non aveva forse pianto la Vergine per la grotta di Betlemme? Perché non dovrebbe ora piangere per il diletto figlio, che portò per nove mesi? 6. Se Rachele pianse per i figli che non ha mai abbracciato, perché la Vergine Maria non dovrebbe piangere per chi portò nel suo seno, come succede per ogni uomo? 7. Se Rachele pianse per i figli con i quali non era fuggita di luogo in luogo, perché la Vergine Maria non dovrebbe piangere per suo figlio con il quale fuggì di paese in paese? 8. Se Rachele pianse per i figli, il cui sepolcro non vide mai, perché la Vergine Maria non dovrebbe piangere alla porta del sepolcro del suo unico figlio? 9. Oggi il pianto del pio vegliardo è rinnovato dalla figlia vergine. 10. Giacobbe non aveva visto Giuseppe, quando i suoi fratelli lo legarono; ma la Vergine vide suo figlio, quando fu inchiodato in croce. 11. Giacobbe non vide Giuseppe per compiangerlo, mentre questi aveva fame nella cisterna; ma la Vergine vide il suo figlio appeso con dintorno una turba di Giudei. 12. Giacobbe non vide Giuseppe, quando i suoi fratelli lo spogliarono; ma la Vergine vide suo figlio spogliato in mezzo ai folli Giudei. 13. Giacobbe non vide Giuseppe, quando i suoi fratelli lo vendettero per venti monete d'argento; ma la Vergine vide suo figlio quando Giuda lo vendette per trenta monete d'argento. 14. Quegli pianse per il sangue altrui e per un abito lacerato, che bestie feroci non avevano lacerato. Oggi invece è sangue divino, versato sulla roccia, quello per cui la Vergine piange! È però abito d'altri quello che oggi la Vergine vede posto indosso a suo figlio, mentre i suoi abiti sono divisi tra loro. 15. I fratelli di Giuseppe piansero e si pentirono dopo aver venduto il loro fratello, ma i figli d'Israele non piansero, dopo aver venduto il loro Signore. 16. I figli di Giacobbe si rallegrarono, quando il loro fratello divenne re; ma i Giudei non si rallegrarono in alcun modo, quando il loro Signore risorse dai morti.

Primo lamento di Maria nella casa di Giovanni
17. O Vergine pura, veramente toccante fu il tuo lamento per il figlio! Commovente fu la tua voce tra i messaggeri, quando ti recarono la nuova: «0 Maria, perché stai qui e che cosa fai? Ecco, tuo figlio è stato presentato davanti al governatore. I capi dei Giudei lo condannano e lo fanno uccidere». 18. «O Maria, perché stai qui e che cosa fai? Ecco, tuo figlio è nel cerchio del tribunale e lo spogliano del suo abito venerato». 19. «O figlia di Gioacchino, perché stai qui e che fai? Ecco, tuo figlio, solo, porta la croce per la strada di Gerusalemme. Nessuno gli si accosta». 20. «O colomba di Anna, perché stai qui e che fai? Ecco, tuo figlio è sul luogo del Cranio e lo crocifiggono». 21. «O stirpe di Davide, perché hanno sollevato in croce tuo figlio?». 22. «O Vergine, mia signora, veramente commovente e il tuo lamento in casa di Giovanni, mentre vai dicendo: "Oh, quale amara novella oggi mi ha raggiunto! Essa e più amara di quella che fu recata a Giobbe e a Giacobbe Israele". 23. "Oh, quale dolorosa novella oggi mi è pervenuta! Figlio mio, essa è più brutta di quella recata a Lot, quando fu incendiata la sua città". 24. "Oh, la penosa notizia che oggi mi è pervenuta! Figlio mio, essa supera quella che fu recata per la morte degli eroi di Israele". 25. "Oh, il messaggero che è venuto da me con tale notizia luttuosa!" 26. "Figlio mio, ecco: per trent'anni tu fosti la mia consolazione e mai mi costringesti a biasimarti. Non ti ho mai lasciato neanche per un di finché mi raggiunse oggi si brutta notizia". 27. "Figlio mio, Salome fu l'inizio di ogni mio lutto". 28. "Io non sono mai uscita di casa, neppure per vedere il governatore. Non sono mai stata davanti a un giudice. Non ho visto decapitare un ladro o uccidere un brigante. Mai ho visto il luogo del Cranio né ho conosciuto il Golgota". 29. "Non mi sono mai trattenuta presso coloro che litigavano. Figlio mio, non ho mai partecipato a un giudizio ingiusto; non mi sono mai levata in un'adunanza di tribunale, o figlio mio, e neppure comprendo l'ingiustizia che ti è stata fatta". 30. "Io mi trovo in casa di Giovanni; tu, invece, nella corte del pontefice Anna". 31. "La notizia amara a tuo riguardo, o mio diletto, ha sostituito oggi il dolore per la morte dei miei genitori. L'amara notizia a tuo riguardo, o figlio mio, mi ha fatto oggi uscire di senno". 32. "La tua nascita mi fu annunziata a Nazareth e ora qui, a Gerusalemme, mi è stata recata una brutta nuova. La notizia della tua nascita mi raggiunse in casa di Giuseppe e ora mi ha raggiunto in casa di Giovanni la nuova recante la tua morte". 33. "O mio diletto, me ne stavo contenta in cuor mio e tutto il dì andavo dicendo: Domani è Pasqua; celebreremo la nostra festa e faremo ritorno al nostro paese". 34. "O figlio mio diletto, è giunta invece per me una Pasqua piena di pianto e lutto. La mia festa s'è trasformata in lamento; la mia Pasqua, in afflizione di cuore"». 35. Questo è il lamento che la Vergine effondeva in casa di Giovanni, quando le fu recata la notizia concernente suo figlio.

Maria si mette in cerca degli apostoli
36. Ella cercava qualcuno del santi apostoli che l'accompagnasse. Non ne trovò alcuno. Erano tutti fuggiti, abbandonando Gesù per paura del Giudei. 37. Cercò Pietro perché andasse con lei, ma le dissero: «Costui ha rinnegato tuo figlio col dire: "Non lo conosco!", per paura dei pontefici. Se n'è andato via e si è nascosto». 38. Quindi chiese di Giacomo, fratello del Signor nostro. Le riferirono che era fuggito, abbandonando sui monte il suo vestito, al quale lo avevano afferrato. 39. Cercò Andrea, ma le risposero che egli non era venuto in città con lui. Parimenti Tommaso si era dato alla fuga. 40. Chiese pure di Bartolomeo. Le dissero che era fuggito, lasciando tutti i suoi fratelli. 41. Domandò di Filippo e le dissero che questi, visto il chiarore delle lanterne e delle fiaccole, era fuggito spaventato. 42. Domandò di Giacomo, fratello di Giovanni, e le risposero che non aveva resistito nemmeno un'ora. 43. Domandò di Matteo e le fu detto: «Proprio questi ha paventato, più di tutti, i Giudei e i pontefici. Questi lo odiano, perché riscuoteva da loro le imposte». 44. Ella cercò tutti, ma non trovò nessuno di loro, ad eccezione di Giovanni, il quale si recò con lei al luogo del Cranio e al Golgota.

Altro lamento di Maria sul Golgota
45. D'improvviso la Vergine si diede nuovamente al suo lamento e al suo pianto, non avendo trovato alcuno dei discepoli di suo figlio, eccetto Giovanni. E pianse in questo modo: «Ahimè, o mio figlio diletto, i tuoi fratelli sono fuggiti, si sono nascosti e ti hanno abbandonato!» 46. «O padre mio Pietro, tu non dovevi rinnegare il tuo Signore! Per lui tu non hai pagato né oro né argento. Perché l'hai rinnegato così in fretta e non hai dato per lui nave e remo? Perché hai rinnegato il tuo Maestro e Signore e non hai dato in cambio di lui un figlio o una figlia? Perché, o Pietro, hai rinnegato mio figlio e non hai dato per lui un fratello o un amico?» 47. «Perché il tuo cuore fu così sconsiderato? Nonostante tutto, non ti sei visto dinanzi, o Pietro, un'altra croce da dover dire: Questa è per me! Fosti pauroso e in un istante l'hai rinnegato». 48. «Eppure Egli ti aveva dato una lingua come ferro, o Pietro, e tu l'hai ammorbidita e fusa senza fuoco e fabbro». 49. «Al tuo viso, o Pietro, Egli ha concesso grazia superiore a qualsiasi uomo; eppure ora tu non fosti capace di sopportare neppure uno schiaffo per il tuo Signore. Egli ti diede occhi, il cui splendore non vien meno; ma tu, Pietro, non ti vergognasti di rinnegare mio figlio». 50. «Egli ti consegnò le chiavi del regno dei cieli, e tu non fosti neppure capace di resistere per poco tempo nella corte del pontefice. Ti ha posto come uomo di fiducia e pastore del mondo intero al suo posto, o Pietro, ma tu non fosti capace di sopportare una breve prova per il tuo Signore per lo spazio di un'ora». 51. «Ti ha costituito padre di tutto il mondo, ma non hai mostrato per mio figlio alcun amore fraterno, nemmeno per un'ora. Egli ha posto la Sua mano divina sul tuo capo, o Pietro, ma tu non preferisti che fosse posta sul tuo capo la corona di spine piuttosto di rinnegare mio figlio». 52. «Rifletti, Pietro: mio figlio avrebbe potuto essere per te non tuo signore, ma tuo amico. Neppure allora sarebbe stato decente per te tradire mio figlio in tal modo!» 53. «Se tu, Pietro, fossi divenuto come il padre Giuseppe, oggetto, insieme con noi, di tutte quelle avversità e ti avessero trascinato come lui davanti a Erode o se la calamità ti avesse colpito in Egitto, tu non avresti dimostrato la stessa pazienza, come lui». 54. «Rugiada del cielo scenda sulle tue ossa, o padre Giuseppe, giusto, e l'albero di vita nutra la tua anima, perché tu fosti costante con me nell'afflizione, senza rinnegare mio figlio, come Pietro». 55. «O Pietro, non sei stato condotto dinanzi al governatore né ti hanno posto di fronte ai potenti; eppure hai rinnegato subito il tuo Signore».

Giovanni supplica per Pietro
56. Quando la Vergine ebbe terminato il suo pianto per la negazione di Pietro, fece chiamare Giovanni. Questi si presentò in lacrime e trovò lei lacrimante. Ambedue, la Vergine e Giovanni, si sedettero piangendo per Gesù. 57. Quindi Giovanni disse alla Vergine: «Madre mia, non piangere a causa di Pietro, per il fatto che rinnegò nostro Signore. Su lui non pesa il rimprovero di Giuda, che lo tradì. Durante la cena ho inteso le parole del mio Signore in risposta a queste di Pietro: "Lungi da te ciò, o Signor mio e Dio mio! Mai io ti rinnegherò. E meglio per me morire. Che tal cosa non ti capiti; io impegnerò la mia vita per te!"» 58. «Allora udil il mio Maestro, per la prima volta, rimproverare Pietro per tre volte, dicendogli: "Ritirati da me, Satana! Tu sei diventato per me occasione di scandalo, perché non pensi a ciò che e di Dio, ma a ciò che è dell'uomo"». 59. «Ed ora, Signora e Madre mia, non piangere per il padre Pietro, ché il suo diniego diverrà motivo di pentimento per i peccatori. Egli stesso ha smentito la sua parola e ha creduto in quella di Dio».

Maria chiede di recarsi al luogo del Cranio
60. Grande era il dolore da cui era presa la Vergine, non avendo più visto suo figlio. D'improvviso cadde di nuovo nel suo pianto e nel suo lamento in casa di Giovanni, dicendo: «Ti scongiuro, Giovanni, conducimi sulla strada del Cranio; ti scongiuro, o Giovanni, accompagnami al Golgota». II. 1. «Non ho mai visto crocefiggere un ladro o decapitare un brigante. Ora lascerò la mia dignità e camminerò a piedi per vedere il luogo dove hanno crocefisso mio figlio, così come si usa per i malfattori». 2. «O figlio mio, nessun fratello ti è accanto oppure proferisce una parola in tuo favore». 3. «O figlio mio diletto, il dolore di una madre per suo figlio è ben diverso dal dolore di un amico per l'amico! L'affetto di un cuore di madre che piange per il figlio amato è diverso dal pianto di un amico per l'amico». 4. «Il dolore che oggi mi ha colpito supera il dolore di chiunque a Gerusalemme, o figlio mio, e il mio pianto e più grande del pianto di quanti si sono raccolti accanto a me, o figlio mio diletto». 5. Giovanni, vedendo che ella non poteva cessare il pianto e il lamento e che egli non poteva consolare lei, che continuava a dire: «Se non mi riesce di vederlo, non mi potrò calmare», le disse: «Levati, verrò io al Cranio, perché tu lo veda». 6. Allora la Vergine uscì dalla casa di Giovanni e camminò a piedi per le strade di Gerusalemme. 7. La gente che la vedeva affrettarsi (gridando) si domandava: «Chi è costei che grida in tal modo?». Altri, mercanti, dicevano: «Noi non abbiamo mai visto costei comprare ciò che le occorre qui sul mercato». 8. Alcuni dicevano tra sé: «Questa straniera cammina per le strade senza rendersene conto». 9. Altri ancora - erano quelli che riconoscevano Giovanni come discepolo di Gesù - dicevano: «Questa è forse la madre di Gesù, la quale si affretta per vederlo sulla croce». E altri ancora dicevano: «É la moglie di Giuseppe, alla quale e stata recata la notizia concernente suo figlio». 10. E altri dicevano: «Osservate come è bello il suo aspetto e come decorosa la sua figura! Una donna del genere non l'abbiamo mai vista in questa città. Il suo viso è quello del figlio». 11. La gente del mercato così parlava di lei e in tutte le strade della città si seppe la nuova della sua comparsa. 12. Salome e altre donne le tenevano dietro, coprendole il capo con un panno. Ella non si voltava da nessuna parte, era solo immersa nell'affanno del suo cuore.

Maria sotto la croce
13. Giunta al Golgota, trovò là radunata una fitta schiera di gente: persone del popolo, pagani e soldati venuti per vedere quegli che era appeso all'albero della croce. 14. Si era radunata là gente di ogni paese e città. Erano venuti a Gerusalemme per il mese sacro in corso, per la pasqua dell'agnello. Essi tutti appartenevano alla stirpe degli Agareni o venivano da Barq, da Moab e da Kabor. Erano lì degli Ismaeiti. Erano lì persone di ogni razza, che si premevano tra loro, per lo spettacolo grandioso e insolito. 15. Alcuni dicevano: «Ecco, oggi è stato condannato quest'uomo ingiustamente!». E altri: «Ecco, oggi essi hanno condotto fino agli estremi la loro malizia!». Altri così si esprimevano: «Vedete: è da parecchi anni che cercavano di uccidere costui». E altri ancora: «Ecco, oggi viene ucciso il valido e il forte». 16. C'era poi chi diceva: «Se ci fosse giustizia in questa città, non sarebbe possibile mettere a morte un tale, per cui l'imperatore ha inviato un messaggio per farlo re di tutti i Giudei. Ma proprio per questo il re Erode ha ordinato di farlo uccidere». 17. Altri maledissero Erode per causa di lui e dicevano: «É costui che si è presa la moglie di suo fratello prima che questi morisse, gettandolo nella miseria e nell'indigenza. Ed ecco, ora uccide quest'altro senza misericordia».

Maria affidata da Gesù in croce a Giovanni
18. Il volto della Vergine a causa del pianto e dell'umiliazione era volto verso terra. Il pianto incessante, la grande calca e la folla dei Giudei le impedivano di vedere il figlio prediletto. Chiese a Giovanni: «Dov'è il mio figlio amato? Lo voglio vedere. La calca di questa folla numerosa non mi permette di vederlo». 19. Giovanni le rispose: «Solleva i tuoi occhi a occidente della gente e lo vedrai sull'albero della croce». Ella sollevò i suoi occhi e lo vide. Non cessò di inoltrarsi tra la ressa, insieme a Giovanni, finché arrivò e si fermò alla sua destra. 20. Lo osservava mentre era immerso nel dolore. Quando il buon Dio vide l'umiliazione di sua madre, abbassò gli occhi verso Giovarmi e gli disse: «Uomo, ecco tua madre». E a sua madre: «Ecco tuo figlio!». 21. Giovanni prese la Vergine per mano per condurla a casa sua. Ella, però, così gli parlò: «Lascia, o Giovanni, che pianga mio figlio. Egli non ha né fratelli né sorelle! Non mi togliere così in fretta da lui, o Giovanni. Egli non ha padre sulla terra!».

Altri lamenti della Vergine
22. Quindi ella proseguì: «Vorrei, figlio mio, che questa corona di spine sulla tua testa fosse sulla mia come lo è per te e come te soffrissi per il suo dolore». 23. «O Giuda, se la sentenza per tutti i ladri suona crocifissione, perché non sei stato tu crocefisso, essendo tu un rapinatore? E se i ladri prima di morire devono essere spogliati, perché, o Giuda, non sei stato tu spogliato, essendo tu un ladro? Tu rubavi ciò che c'era nella cassa!» 24. «Giovanni, comprendi oggi la mia miseria tra questa folla. Comprendi la mia umiliazione e l'afflizione del mio cuore! Lascia che mi sazi, osservando il suo volto; lascia, o Giovanni, che mi sazi di questo monte, che fino ad oggi non avevo mai visto. Esso è la dimora degli orfani». 25. «Lascia che qui pianga perché questo è il luogo dove Giobbe si è coricato nel suo affanno e perché il mio affanno oggi supera il suo. Questa polvere è giaciglio di ogni infelice. Permetti che rimanga qui finché voglio, perché sono derelitta: non ho padre, madre o persona qualsiasi». 26. Era tale il lamento in cui si effondeva la Vergine, mentre stava alla destra del figlio, con il cuore e la mente immersa in pensieri dolorosi. Non poteva volgersi verso la folla senza scoppiare in pianto. 27. Quanto poi alle donne là presenti, esse erano: Giovanna, moglie di Cusa, Maria Maddalena e Salome. Queste abbracciarono la Vergine, nostra signora, e la sollevarono. Tra quelle sante donne si sollevava un lamento commovente. Piangevano a causa del dire di lei, pieno di sentimento. 28. Altre donne giudee invece, che erano là e ascoltavano il pianto di Maria, la deridevano e dicevano: «Oggi la nostra vendetta ha raggiunto te e tuo figlio. A causa tua il nostro seno divenne sterile per due anni, dopo che tu lo hai generato». [...] 35. La Vergine se ne stava alla destra del Figlio. Giovanni voleva condurla a casa sua; le si avvicinò e la pregò di venire con lui. 36. Ella però continuò a piangere e a sospirare, a lamentarsi e a gemere. Quindi guardo verso la città, mentre rivolgeva queste parole al figlio: «Che io ti rimanga unita in pace, o figlio mio! Un saluto pure alla croce, su cui ti hanno appeso. Che io ti rimanga unita a causa del tuo splendido volto, che hanno oltraggiato e vilipeso!» 37. «Un saluto e un bacio alla tua nudità, o re, caduto tra i ladri. O figlio mio, che io ti rimanga unita! Un saluto al tuo abito degno di onore, di cui i tuoi nemici si sono impossessati. O figlio mio, che io ti rimanga unita in pace! Un saluto pure alla corona di spine che copre il tuo capo!». 38. Questi e siffatti erano il gemito e il lamento della Vergine. Nel pianto e tra i sospiri ininterrotti fu condotta alla casa di Giovanni. A causa del pianto copioso e del gemito non poté dare sonno ai suoi occhi. Giunta a casa, non indugiò a recarsi di nuovo al Cranio per contemplare la fine di tutta la passione del figlio.

Altri lamenti di Maria sul figlio morto
39. Quando la voce di Gesù venne meno, stando per spirare sul legno della croce, tutta la città si mise in moto per le scosse che soffriva la terra, e per i prodigi e i segni sù nel cielo. 40. La Vergine, vedendo la terra tremare e le tenebre spargersi sulla città, gridò: «Ecco, questi prodigi sono segni della morte di mio figlio!». 41. Mentre proferiva quelle parole, Giovanni tornò indietro e, piangendo, le stette vicino. La Vergine gli disse: «Davvero, Giovanni, mio figlio è morto sulla croce?». Quegli abbassò il capo e le rispose: «Sì, è morto, o madre mia!» 42. Grande fu il grido e il gemito in cui proruppe la Vergine in quell'istante, versando lacrime nell'amarezza del suo cuore. Disse: 43. «Ahimè, figlio mio, ahimè per questa morte dolorosa che ti ha colpito! Io non ho trova nessun governatore che volesse interessarsi dell'ingiustizia che ho subito; nessun giudice che comprendesse il mio cuore infranto». 44. «Se tu, o giudice, avessi giudicato conforme a giustizia, il popolo giudaico non avrebbe crocefisso il figlio del re, affamato e assetato. E se tu, pontefice, avessi giudicato giustamente, il servo avrebbe dovuto morire in luogo del suo Signore». 45. «Se tu avessi giudicato rettamente, o governatore, non avresti crocefisso mio figlio in luogo di Barabba. Se tu, pontefice, avessi giudicato con giustizia, Giuda sarebbe dovuto morire, non mio figlio». 46. «Se tu, governatore, avessi esaminato la causa, non avresti certamente crocefisso nudo mio figlio. Se tu avessi emesso un vero giudizio, o pontefice, non avresti sottratto il ladro da morte e ucciso il giusto». 47. «Se tu, giudice, avessi compreso bene il caso, non avresti ucciso il forte, mentre le spade già ti coprono. Se tu avessi giudicato rettamente, o pontefice, avresti avuto pudore dinanzi al tuo Signore». 48. «Trattandosi di guerre e di guerrieri, io pure sento dire che, quando il figlio di un re è fatto prigioniero, viene custodito con ogni diligenza e ci si impegna per lui con attenzione perché non muoia, finché sia stato fatto tornare da suo padre con tutti gli onori dovuti». 49. «Ma tu, o pontefice, perché, quando lo interrogavi circa la verità ed Egli ti rispose con precisione, lo hai odiato nel tuo interno, hai preferito la menzogna e in essa hai messo fiducia?» 50. «Chi dunque interrogherai circa la verità? Non sai che quegli che ti stava dinanzi, è lui il verace per davvero e che Egli è la stessa vita?».

Nuovi lamenti di Maria davanti al sepolcro
III. 24. In seguito Giovanni tornò in fretta dalla Vergine e le disse: «Ecco, tuo figlio, mio Signore, l'hanno posto in una tomba nuova, l'hanno coperto con un lenzuolo nuovo e l'hanno sepolto con molte spezie e mirra scelta». 25. La Vergine gli chiese: «Chi è che ha fatto tale cortesia a mio figlio?». Giovanni le fece sapere che erano, stati Giuseppe e Nicodemo, capi distinti. 26. Ma la Vergine non cessò di gemere e piangere, esclamando: «Quand'anche avessero deposto mio figlio sotto l'albero della vita, il mio cuore non troverebbe consolazione finché io non l'abbia visto». 27. «Quand'anche avessero steso su mio figlio un abito di Salomone, il mio cuore non troverebbe consolazione finché io non abbia visitato la sua tomba. Quand'anche avessero gettato su mio figlio i profumi di Aronne, il mio cuore non si placherebbe finché io non abbia visto la sua sindone». 28. «Quand'anche avessero deposto mio figlio nel sepolcro dei profeti, io non sarei consolata finché i miei occhi non l'abbiano visto. Giaccia pure nel sepolcro di Eliseo: non c'è calma per me finché non vedrò. Fosse anche il paradiso di Eden il luogo dove fu deposto mio figlio, finché non vedrò il suo sepolcro il mio cuore non si rasserenerà». 29. «La rugiada del cielo ti ristori, o Giuseppe, e l'aere ti nutra, o Nicodemo; voi avete fatto una piccola cortesia a mio figlio, levandolo dalla croce e seppellendolo come si deve». 30. «O figlio mio, se fossi rimasta sotto la croce a piangere, se pure non avessi trovato il tuo corpo, o mio diletto, avrei trovato - più fortunata di Giacobbe - il tuo sangue. Quegli difatti non trovò il sangue di suo figlio Giuseppe e il suo lamento fu per sangue altrui». 31. «Ahimè figlio mio diletto, ahimè! Io non ho più trovato né il tuo corpo né il tuo sangue! Se io avessi trovato il tuo sangue, figlio mio diletto, avrei asperso con esso il mio velo». 32. «Se avessi trovato il tuo abito, sarebbe stato per me come il vestito di Giuseppe per Giacobbe. Il sangue per cui pianse questi era sangue altrui, ma il sangue per cui io piango è sangue che uscì dal costato di mio figlio». 33. «Conforme alla loro legge non hanno spezzato le tue ossa. Con la cima di una lancia, ecco che essi hanno perforato il tuo divino costato. O mio figlio diletto, non c'è sofferenza più grande di quella che ti fu arrecata prima della crocifissione. Non c'è ingiustizia, o mio diletto, che non ti sia stata fatta». 34. «Ahimè, figlio mio caro, le viscere di una madre bruciano nel suo interno! Il mio occhio non ha mai visto medico che guarisca gli uomini come facevi tu. E in cambio ti hanno legato e flagellato». 35. «Tu fosti medico dei loro malati e guarivi tutte le loro afflizioni: per questo ti hanno inchiodato sul legno della croce. O figlio mio, tu guaristi quelli tra loro nati ciechi e donasti loro la luce: in cambio i Giudei crocifissori non ebbero riguardo per te e ti vilipesero». 36. «O caro mio figlio, tu fosti per loro un medico e scacciasti da loro i demoni. Ma essi non ti hanno onorato, anzi hanno detto che tu li scacciavi con l'aiuto di Beelzebul. O figlio, tu guarivi le loro malattie e guaristi pure l'emorroissa. Essi però non hanno avuto nessun riguardo per te, anzi con una lancia hanno perforato il tuo costato». 37. «Ti scongiuro, Giovanni: vieni con me al sepolcro di mio figlio. Ti supplico, o Giovanni: conducimi al sepolcro del mio unigenito, perché lo voglio visitare. I malvagi Giudei non mi hanno permesso di restare accanto alla sua croce». 38. «Io so pure, o Giovanni, che ti ho causato molto fastidio con il mio intimo dolore, ma abbi pazienza con me e raccoglierai una grande benedizione». 39. Queste o simili erano le espressioni che la Vergine ripeteva nel suo lamento. Piangeva e diceva: «Se non vedrò la sua tomba, l'affanno del mio cuore non troverà conforto». 40. Giovanni, cercando di consolarla, le diceva: «Cessa ora dal pianto, ché quelli hanno provveduto come si conviene alla sepoltura con aromi, incenso e panni di lino nuovi. Anche la tomba in cui è stato messo è nuova. Vicino c'è un giardino». 41. Ma la Vergine gli rispose dicendo: «Quand'anche la stessa arca di Noè fosse la tomba di mio figlio, non troverei consolazione finché non abbia visto il suo sepolcro per piangervi sopra». Giovanni le rispose: «Come vi possiamo accedere? Accanto alla tomba ci sono quattro soldati del governatore». 42. La Vergine dovette pazientare per quella notte e il primo giorno seguente. Ella non si mise in cammino fin quando spuntò l'alba della domenica. Nel frattempo si lamentava e piangeva per la morte del figlio.

Lamenti delta Vergine presso il sepolcro vuoto

IV 3. La Vergine, intanto, non indugiò a recarsi sepolcro all'alba della domenica. Maria si era portata sul luogo con molta fretta. Osservò e vide che la pietra stata rotolata via. Allora esclamò: «Questo prodigio è apparso a causa di mio figlio. Ma io mi domando chi mai abbia fatto rotolare la pietra dall'entrata del sepolcro». Intanto si piegò all'ingresso dello stesso, ma non vide dentro il corpo di suo figlio. 5. Allora si sedette e, dando sfogo al lamento e al pianto come prima, esclamava: «Ahimè, figlio mio diletto: chi ha prelevato il tuo corpo, causando tanto dolore al cuore mio? Non mi sono recata al sepolcro di mio padre né a quello di mia madre il dì della loro morte. Ero ancora piccola e mi trovavo nel tempio». 6. «Non mi sono neppure recata al sepolcro del padre Giuseppe, il quale pure andò incontro con me a molte difficoltà. O figlio mio, oggi sono venuta al tuo sepolcro per cercare il tuo corpo e non l'ho trovato. Il mio dolore è cresciuto. O figlio mio, oggi sono venuta al tuo sepolcro e non ho incontrato altro che un lamento amaro». 7. «Oggi sono venuta al tuo sepolcro, o mio diletto, e non trovai se non pianto maggiore e sospiri. Oggi sono venuta al tuo sepolcro, o figlio mio, per cercare il tuo corpo, ma non l'ho trovato». 8. «Sul luogo del Cranio non mi hanno permesso di saziarmi del tuo aspetto e neppure mi hanno ora concesso, figlio mio, di visitare il tuo cadavere nel sepolcro». 9. «Nel dì del tuo natale a Betlemme, o diletto, è brillata una stella, ma Erode non ti ha reso omaggio. Nel dì in cui fosti crocefisso, figlio mio il sole si è offuscato, ma i Giudei non hanno creduto in te». 10. «Quando ti diedi alla luce a Betlemme, i tuoi angeli ti circondarono inneggiandoti. Ma il dì della tua crocifissione, i tuoi fratelli sono fuggiti, figlio mio, per timore». 11. «Quando ti diedi alla luce a Betlemme, figlio mio, vennero i pastori all'alba e ti adorarono. Ala tua morte io sono venuta, ma non ho trovato il tuo corpo». 12. «A Betlemme, quando ti generai, o mio diletto, vennero a te i Magi con i loro doni. Quando fosti appeso in croce, o luce dei miei occhi, un empio brigante ti vilipese». 13. «Quando ti diedi alla luce, mio Signore, le bestie onorarono il tuo nascere. Nel dì della tua crocifissione, mio diletto, il mio cuore fu colpito da affanno». 14. «Nascendo tu, figlio mio, a Betlemme, Giuseppe cercava di rendersi utile. Quando fosti crocefisso, o mio diletto, nessuno ti avvicinava, ché il padre Giuseppe era morto». 15. «Ahimè, ahimè, o diletto! Non c'è dolore come il mio dolore e non c'è grido come il grido di una madre che ha visto suo figlio appeso in croce». 16. «Sono venuta al Cranio e non ho trovato il tuo cadavere. L'ho cercato nella tomba e non l'ho trovato. Ti ho chiamato e non mi hai risposto». 17. «Ahimè, ahimè, o figlio mio caro! Il mio dolore si è raddoppiato per non aver trovato sul legno il tuo cadavere e così piangerti. Non ti ho trovato nemmeno nella tomba, dove volevo lasciarlo e adorarlo» 18. «Vorrei scongiurare i quattro soldati che custodivano il tuo sepolcro e il tuo cadavere che ti consegnino a me di nascosto e li pagherei. Oppure vorrei supplicare Giuseppe e pregare Nicodemo che s'impegnino con me, ché essi si sono presi la responsabilità del tuo corpo di fronte a Pilato e l'hanno deposto nel sepolcro perché vi restasse». 19. «Comunque, figlio mio, io non ho mai visto Giuseppe ne conosco Nicodemo. Se parlo così è perché il dolore opprime il mio cuore».

Apparizione del Risorto alla Madre
V. 1. Questi e simili erano gli accenti che la Vergine proferiva sulla tomba del figlio, angustiata nel suo intimo perché temeva i Giudei. Essa correva qua e là cercando il cadavere di suo figlio che non aveva trovato. 2. Ma poi apparve una luce e, mentre ella nel suo cuore era afflitta e addolorata, un forte profumo di aromi si effuse dal lato destro dell'ingresso del sepolcro. Sembrava che si sprigionasse il profumo dell'albero della vita. 3. La Vergine si voltò, guardò al lato destro della tomba presso una spirale d'incenso e vide il buon Dio là, in piedi, con un abito molto bello di porpora celeste. 4. Così le parlò: «O donna, perché piangi e ti lamenti in modo così luttuoso su una tomba in cui non c'è cadavere?». 5. Ella gli rispose: «Signore, è proprio questo che mi affligge, perché non ho trovato il corpo del mio figlio diletto. Volevo piangere per lui e così procurarmi un po' di consolazione». 6. Gesù le disse: «Non sei dunque stanca di piangere e di lamentarti da principio fino a questo momento? Se tu continuassi a piangere per lungo tempo sopra un sepolcro vuoto, qualora tu vi ritrovassi il cadavere di tuo figlio, tu non smetteresti più dal tormentarti e dal lacrimare?». 7. Ma ella replico: «Signore mio, se io lo ritrovassi, riceverei per questo un po' di consolazione». 8. Gesù le disse: «Non è così, o donna! Se tu lo trovassi morto, ciò non sarebbe di conforto per te, vedendo il suo costato perforato da una lancia, le mani ferite, le tracce dei chiodi e la sua carne macchiata di sangue». VI. 1. «Ora però consolati, o donna. É meglio per te non averlo visto morto, per non essere addolorata a causa sua; E che conforto hai ricevuto, quando lo contemplasti vivo sul legno? Quale dolore ti assalì, tanto che le tue viscere ardevano come fuoco!» 2. «Ora però che è morto, che è stato avvolto e sepolto in maniera conveniente, o donna, hai avuto coraggio nel tuo cuore di venire qui, in questa spaventosa oscurità, mentre per lui regna in città grande agitazione. E da poco che le guardie se ne sono andate di qui. I Giudei, inoltre, si sono accordati con loro per una menzogna a scapito di tuo figlio». 3. «Tu pensi forse che appartenga ai Giudei questa tomba, dove essi hanno lasciato il cadavere di tuo figlio? Non è così, o donna! Io conosco invece il suo possessore: egli è Giuseppe, a cui appartiene pure il giardino». 4. La Vergine gli rispose: «Signore mio, mi sembra che tu sei al corrente di tutto ciò che è capitato a mio figlio quando lo deposero in questa tomba. Quanto a me, il mio cuore non mi permetteva di rimanere in casa di Giovanni, ma, alzatami, sono venuta a cercarlo». 5. «E ora, o signor mio, se tu sei il custode del giardino, ti scongiuro per lo splendore del tuo vestito, di cui ti vedo ricoperto, e per la tua voce soave, con la quale mi hai risposto: se nel tuo cuore c'e della gentilezza, spiegami ciò che gli è capitato, che io sono inconsolabile. Fammi sapere che cosa gli hanno fatto, poiché non ho trovato il suo corpo nella tomba». 6. «L'hanno forse prelevato i Giudei nel loro odio a suo riguardo, così come odiano il centurione? Oppure è forse nascosto, mio signore, nel giardino? Oppure conosci chi l'ha tolto? Sii cortese con me e mostrami il luogo dove si trova, perché lo veda e mi basterà». 7. «Ti assicuro, o fratello mio, per la vita della tua anima: prima di oggi io non ho mai visto questo luogo». 8. Allora Gesù disse a Maria: «Le lacrime che hai sparse sono sufficienti per me! Quegli che è stato crocefisso, è vivo e parla con te. Quegli che tu cerchi, è lui che ti consola. Quegli di cui domandi, è colui che indossa porpora celeste. Quegli il cui sepolcro tu cerchi, è lo stesso che ha infranto le porte di bronzo e ha imprigionato l'inferno». 9. «Maria, riconosci la mia grazia e la mia misericordia. Ecco, io ti ho recato consolazione con una parola di vita. Non temere e non ti confondere. Guarda il mio volto, o madre mia, e convinciti che sono proprio tuo figlio». 10. «Io sono Gesù, che a Betania risuscitò Lazzaro. Io sono Gesù, la resurrezione e la vita. Io sono Gesù, il cui sangue si versò sulla rupe del Cranio». 11. «Io sono Gesù, e ti ho recato conforto nel tuo dolore. Io sono quel Gesù di cui tu piangi la morte. Vedi: Egli ora vive! Io sono quel Gesù per cui piangi. Vedi: Egli ti consola più di tutti gli altri con la sua resurrezione». 12. «Nessun uomo ha portato via il mio corpo, o madre mia, ma sono risorto, così come ha voluto mio Padre. O madre mia, oggi tu sei venuta al sepolcro e io ho fatto uscire dall'Ade tutti quelli che erano incatenati e ho liberati quelli caduti in peccato».

Gesù risorto consola la Madre
13. La Vergine, udendo le parole suddette, si riempì di coraggio e di forza nel suo cuore. Mise termine al pianto e alla confusione. Levò il volto chinato a terra, i suoi occhi furono pieni della vista di lui ed ella pose lo sguardo sul suo volto divino. 14. Quindi gli disse: «Sei dunque risorto, signor mio e figlio mio? Splendida è la tua resurrezione!». E si piegò per baciarlo.15. Ma lui le rispose: «Ti basti, madre mia, la gioia che ti ho arrecato risorgendo. Osserva anche i prigionieri dell'Ade, i quali gioiscono e si rallegrano. Io ne farò un regalo al Padre mio, prima di introdurli nel giardino dell'Eden». 16. La Vergine, osservandolo, vide attorno a lui i prigionieri che aveva fatto salire dall'Ade. Essi pure indossavano serici abiti bianchi. Ella ne fu stupita. 17. Gesù le disse: «Va' in fretta a recare la nuova ai miei fratelli. Annuncia loro il lieto messaggio della mia resurrezione dai morti. Madre mia, torna subito indietro e non rimanere qui alla destra del mio sepolcro, ché la folla dei Giudei e Pilato verranno qui per vedere ciò che e accaduto». [...] 19. Rivolte le parole suddette alla madre, Gesù si sottrasse da lei. Ella lasciò subito la tomba per recarsi dagli apostoli e dal1e donne. Recò loro la lieta nuova che il Signore era risorto dai morti, raccontò loro il fatto e soggiunse: «Così mi detto: io vi precedo a Gerusalemme, dove mi vedrete e vi benedirò». 20. Quegli, levatisi, andarono al sepolcro vedere ciò che era accaduto.

Inserito Sabato 6 Aprile 2019, alle ore 10:05:31 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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