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  Maria e la speranza cristiana 
Mariologia

Da Maria segno di sicura speranza e di consolazione (Lumen Gentium n. 68), di Krzysztof Charamsa, in AA. VV.,  Maria nel Concilio Vaticano II. Istanze, acquisizioni e aperture, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Sabati mariani 2011-2012, 10 dicembre 2011, pp. 7-11.

 



1. Madre della speranza

Innanzitutto il rapporto tra Maria e speranza va visto in chiave della sua divina maternità. Maria è la madre della speranza, perché da Lei è nato Cristo, che è la speranza dei popoli. Lei ha generato «Cristo Gesù nostra speranza» (1 Tim 1,1), ed egli è in noi «speranza della gloria» (Col 1,27). In conseguenza di questa fede cristocentrica, Maria può e deve essere invocata "Madre della Speranza". Già nell’antico inno latino dell’Ufficio delle letture della memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria, il 21 novembre, la si canta proprio con questo titolo: «Salve, mater misericordiae, mater spei et mater veniae, mater Dei et mater gratiae, mater plena sanctae laetitiae», il che viene reso non troppo fedelmente dalla traduzione italiana, che recita: «Ave, speranza nostra, ave, benigna e pia, ave, piena di grazia, o Vergine Maria»1, perdendo purtroppo il significato materno associato alla speranza e alla misericordia, alla grazia e alla letizia, alla gioia. In realtà però la maternità di Maria, originata dal suo Figlio, si estende a tutta la Chiesa di Cristo, sostenendo la speranza del suo Corpo mistico e dei singoli cristiani. Lei, generando Cristo, speranza nostra, sostiene maternamente le vie della speranza della Chiesa. In mezzo alla Chiesa, lei rimane la madre della speranza, coinvolta efficacemente nella storia della salvezza proprio a partire e in forza del suo stato glorificato.

2. Donna della speranza

Nei tempi post-conciliari, sulla scia del “signum spei”, si è sviluppato ampiamente un approccio al binomio Maria-speranza in chiave antropologica, in particolare, con una spiccata sensibilità alla femminilità e al genio femminile, che caratterizza la risposta di Maria alla vocazione divina. In questa luce Maria è la "Donna della speranza", perché in lei fede, speranza e carità raggiungono il modello luminoso di pienezza di risposta alla chiamata di salvezza del Signore, avvolgono il suo essere umano e lo portano al compimento della beatitudine. In effetti, la Vergine dell’attesa è la Donna dell’Avvento, che accompagna in modo del tutto speciale ogni avvento liturgico della Chiesa, è anche a pieno titolo la "Donna della speranza". Il segno della certa speranza, portata sulla terra nella Persona di Gesù, ha anche il volto di una donna, di una sorella nostra, presa dalla stirpe umana per essere – nella sua risposta del fiat – la prima collaboratrice della “Speranza” di Dio incarnata. Questa donna prediletta è il primo membro dell’umanità a corrispondere pienamente al compiersi e al realizzarsi della speranza. In questa donna, che segue Cristo e il suo Spirito, si ritrova l’umanità realizzata attraverso le virtù teologali. Lei si realizza, nella pienezza dell’umano, attraverso la speranza, che il Catechismo della Chiesa Cattolica descrive come «la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandosi non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo»2.

3. Modello della speranza

Inoltre, nella teologia moderna è stata riaffermata con forza, nella ricezione della mariologia conciliare, l’esemplarietà di Maria nei confronti della virtù teologica della speranza. Lei è “signum spei”, anche in quanto il modello della beata speranza, come canta il Prefazio della Messa Maria Vergine Madre della santa speranza. In questo senso la sua persona – segno di speranza –  orienta e riassume lo scopo e il compimento della vita cristiana e umana. È il modello delle virtù teologali da realizzare fino alla perfezione. In realtà tale significato, che corrisponde alla dinamica del n. 68 della Lumen gentium lo troviamo nella classica spiritualità mariana formata da San Luigi Maria de Montfort, che con il linguaggio suo proprio chiedeva nel Trattato della vera devozione a Maria, affinché Maria ponga le radici di tutte le sue virtù negli eletti, perché crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia, affinché riproduca nei cristiani, senza lasciare il cielo, quelle virtù che lei aveva esercitato sulla terra: la fede invincibile, l’umiltà profonda, la mortificazione universale, l’orazione sublime, la carità ardente, la ferma speranza3.

4. Stella maris – stella della speranza

Un titolo che vive oggi il suo vero “rinascimento” e, per certi versi, anche lo sviluppo teologico è quello della stella di speranza, il che grazie al magistero di Benedetto XVI, che invoca questo nome mariano con particolare frequenza. Esso ha sigillato l’insegnamento dell’enciclica Spe salvi, nei suoi numeri mariani 49-50, che costituiscono una profonda meditazione su tale tema4. Anche in un discorso del 2 dicembre 2011, il Santo  Padre parlando ai teologi e teologhe della Commissione Teologica Internazionale, radunatasi a Roma, ha invocato «Lei, la Stella della speranza, a guidare e proteggere il prezioso lavoro che [i teologi e le teologhe svolgono] per la Chiesa e a nome della Chiesa»5. Quest’ultima invocazione è particolarmente significativa: ricollega alla Stella della speranza il lavoro teologico nei tempi che per molti versi non sono tra i più facili e nei quali la teologia non può che apprendere da Maria il paradigma del retto teologare sul mistero di Dio e del suo Figlio. Nella sua origine, il titolo della “Stella della speranza” richiama quello antico della “Stella maris”: “Stella del mare”. Così Maria è riconosciuta da diversi autori antichi come illuminatrice del cammino6, ma il testo più famoso al riguardo è ovviamente quello di San Bernardo di Chiaravalle, che perennemente invita a guardare la stella di Maria: «O tu che, nelle vicissitudini, più che di camminare per terra hai l’impressione di essere sballottato tra tempeste e uragani, se non vuoi finire travolto dall’infuriare dei flutti, non distogliere lo sguardo dal chiarore di questa stella! Se insorgono i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella invoca Maria. Se vieni travolto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della mormorazione, dell’invidia e della gelosia: guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira, l’avarizia, la concupiscenza scuotono la navicella della tua anima: guarda Maria. Se, turbato dalla gravità dei tuoi peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, atterrito dal rigore del giudizio, stai per venire risucchiato dalla tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà e nei momenti di incertezza: pensa a Maria, invoca Maria. Abbila sempre sulla bocca, abbila sempre nel cuore, e se vuoi ottenere l’aiuto della sua preghiera non tralasciare di imitarne gli esempi. Seguendo lei non andrai fuori strada, pregandola non dispererai pensando a lei non sbaglierai. Se ella ti sostiene non cadrai, se ella ti protegge non avrai nulla da temere, se ella ti guida non ti affaticherai, se ti sarà favorevole giungerai alla meta e così potrai sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto: “e il nome della vergine era Maria”»7. Più tardi sarà San Luigi Maria di Montfort a rilevare l’impegno della Beata Vergine, quale stella del mare, nel guidare al porto sicuro della vita eterna tutti i fedeli8, convinto che bisogna legare le anime a Maria, come a un’àncora ferma e salda9. Il Papa Benedetto XVI riprende questi significati, ma al contempo li arricchisce e approfondisce nel “suo” titolo dato alla Vergine: "Stella della speranza".

5. Pegno di speranza

Infine, in Lei ci è permesso vedere il pegno di speranza, come la canta la Colletta della S. Messa Maria Vergine Madre della santa speranza. In realtà, fu anche Benedetto XVI a riproporre e spiegare questo titolo nei confronti di Maria, quando si rivolgeva a lei in preghiera nell’omaggio all’Immacolata: «“Piena di grazia” Tu sei, Maria! Il tuo nome è per tutte le generazioni pegno di sicura speranza. Sì! Perché, come scrive il sommo poeta Dante, per noi mortali Tu “sei di speranza fontana vivace” (Paradiso, XXXIII, 12). A questa fonte, alla sorgente del tuo Cuore immacolato, ancora una volta veniamo pellegrini fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace»10. È chiaro che sia Cristo e la sua croce il pegno di speranza e di salvezza, di pace e di riscatto, ma è altrettanto giusto ritenere che Maria fa parte di questo misterioso pegno proprio per il suo rapporto strettissimo con il Figlio. Il pegno è ciò che si dà al creditore per la sicurezza del credito, è la garanzia su un bene altrui. Il latino “pignus” proviene da “pugno”, che hanno la stessa radice, perché uno si ritiene sicuro proprio quando ha la garanzia in mano, la tiene nel proprio pugno, il che costituiva anticamente anche il vincolo del patto e assicurava la pace. Ora Maria partecipa all’opera di salvezza del suo Figlio, che per noi è il pegno della vita eterna. Lei stessa, l’Assunta in particolare, ci è data proprio come segno di garanzia, il pegno della sicura speranza, nella misura in cui partecipa nell’economia della croce del Figlio.

NOTE
1  Liturgia delle Ore, Presentazione della Beata Vergine Maria (21 novembre), Ufficio delle letture, vol. IV, 1463-1464.
2 CCC, n. 1817. Al riguardo si veda: A. AMATO, «Con Maria sulle vie dello Spirito nella speranza», in Nel vento dello Spirito. Per una esistenza trasfigurata, USMI, Roma 1988, 128-137; ID., «Maria, madre e maestra dei discepoli e dei testimoni della speranza», in Theotokos 2 (2008) 205-230; C. MILITELLO, «Maria donna di speranza», in Sperare. Forza e fatica del vivere cristiano, Teresianum, Roma 1994, 177-198.
3 LUIGI MARIA DI MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, n. 37.
4 Per una prima bibliografia circa l’enciclica si può vedere: K. CHARAMSA, «La recezione della Lettera Enciclica Spe salvi di Benedetto XVI. Una prima rassegna di bibliografia italiana», AlphaOmega 11, n. 3 (2008) 463-472. In particolare si veda: S. DE FIORES, «Maria, stella della speranza», Rivista di Teologia Morale 158 (2008) 181-190; A. LANGELLA, «Maria donna della speranza nella Spe salvi», Asprenas. Rivista di Teologia 55, n. 1 (2008) 139-160; B. HONINGS, Semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Guida alle encicliche di Benedetto XVI in occasione del 60° della sua ordinazione sacerdotale, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2011, passim.
5 Discorso ai Membri della Commissione Teologica Internazionale, Vaticano, Sala dei Papi, 2 dicembre 2011, cpv. 8.
6 Si possono menzionare: Eucherio di Lione, Isidoro di Siviglia, Beda il Venerabile, Alcuino, Fulberto di Chartres, etc. Cfr I. M. CALABUIG, «L’appellativo “Stella maris” da Girolamo a Bernardo: «schede per un repertorio», Marianum 44 (1992) 411-428.
7 BERNARDO DI CHIARAVALLE, Sermone II super Missus, in Opera, vol. IV, in: Testi Mariani del Secondo Millennio, Città Nuova, Roma.
8 LUIGI MARIA DI MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, n. 209.
9 LUIGI MARIA DI MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, n. 175.
10 BENEDETTO XVI, Preghiera all’Immacolata Concezione, Roma, Piazza di Spagna, 8 dicembre 2006, cpv. 4.

 

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Inserito Sabato 3 Agosto 2019, alle ore 10:50:28 da latheotokos
 
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