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  Maria maestra del nostro itinerario di vita cristiana 
SpiritualitàDal libro di Antonino Grasso, Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano, Aracne Editrice, Roma 2021, pp. 145-155.

1. Maria ci insegna a contemplare le meraviglie dell’amore di Dio
 
Con la sua maternità sempre attiva nei nostri riguardi, Maria ripropone la sconvolgente presenza di Dio nella storia degli uomini allo scopo di chiamarli e richiamarli alla salvezza. Riconoscere questa presenza, è riconoscere che Dio è operante in modo efficace e determinante nella nostra vita; che irrompe nel mondo con la sua potenza per salvarlo.1 La Vergine, quindi, ci invita a riconoscere che Dio è, vive e agisce da tutta l’eternità. Nel suo manifestarsi Egli si mostra soprattutto un Dio – Amore che vuole comunicare sé stesso e dialogare con l’uomo. Attraverso le sue opere meravigliose, frutto della sua donazione, egli chiede la nostra adorazione, la nostra lode, la nostra azione di grazie, affinché anche noi, imitando la Vergine, manifestiamo a Lui il nostro amore e riceviamo il Suo con maggiore attenzione. Maria ci insegna che ci vengono dati intelligenza e cuore, proprio perché entriamo in sintonia con il nostro Dio e diventiamo voce di tutto il creato nel magnificarlo, dato che le creature materiali non possono cantare la sua lode infinita.2
Attraverso le sue opere e guardando all’uomo fatto a sua immagine e voce di ogni essere, Dio si mostra vicino alle sue creature e interviene per orientarle alla sua gloria, secondo i disegni della Sua divina sapienza.3 Riconoscere l’irruzione di Dio nella storia significa aprirsi, come Maria, alla contemplazione del suo mistero e alla sua gloria; significa cercare Dio sopra ogni cosa, essere e vivere compresi di questa ineffabile presenza;4 significa nutrirsi di Lui, essere penetrati dal suo fulgore; significa liberarsi dalla schiavitù del peccato per essere avvolti dal suo amore che conquista, redime e salva; significa alimentarsi della scienza di Dio nella luce interiore dello Spirito Santo.5
Questo aprirsi orante alla contemplazione del mistero di Dio che si manifesta nelle sue opere meravigliose, sotto la spinta dello Spirito Santo e con l’aiuto e sull’esempio di Maria, è necessario per scoprire con cuore libero e attento il vero volto di Dio che si rivela nell’amore.6 Nel contesto della nostra esistenza deve, in definitiva, emergere con forza il nostro culto a Dio e deve manifestarsi continuamente, perché la sua gloria rimanga sempre il supremo motivo della nostra esistenza, come fu per la madre del Signore.7
 
2. Maria ci insegna ad essere liberi nelle nostre scelte
 
Il nostro “sì” a Dio, come quello di Maria, nasce dalla sottomissione alla sua volontà, scaturita da tutto il nostro essere come espressione massima della nostra libertà sostenuta dalla sua grazia. La liberà, infatti, è l’unico dono che ci appartiene ed è intangibile, per questo è il dono più grande che si può fare a Dio con il quale egli diventa tutto onnipotente in noi. Questa adesione totale a Dio, come il libero “Fiat” di Maria, ci inserisce nel suo disegno d’amore, in un cammino di crescente fedeltà, di pienezza in pienezza d’amore.8 Per questo, fonte della nostra felicità e nostro primo dovere di creature è una ricerca incessante e amorevole di Dio. Ma il Signore ci ha creato liberi e vuole che andiamo a Lui in piena libertà. Sebbene Egli abbia l’assoluta iniziativa nell’ordinare e nel determinare i piani di salvezza e nell’avverarli nei tempi stabiliti a diversi livelli e in maniera multiforme, invita, come fece con la Vergine di Nazaret, la persona umana ad accogliere liberamente la sua Parola, a darne testimonianza ma, soprattutto e in modo specialissimo nel suo rapporto interpersonale con l’essere umano, invita ognuno ad accettare e collaborare con la sua grazia, rispettando la dignità della persona, creata libera a sua immagine e somiglianza. La risposta di libertà a Dio, come avvenne con Maria, coinvolge pienamente la persona umana che, prima di tutto, è chiamata a ritenere nella fede veritiero tutto quello che Dio manifesta e a disporsi ad obbedire al disegno della sua volontà in esso manifestata. Questa fede comporta, di conseguenza, un’apertura generosa all’amore Dio e la sicura speranza che Egli compirà tutto quanto promette. In questo rapporto della creatura libera e aperta alla salvezza e alla gloria di Dio, si trova tutto il mistero che avvolge l’uomo responsabile e lo inserisce, come Maria, nel mistero del Dio Trinitario.9
 
3. Maria ci insegna a portare Gesù nel cuore
 
Aprirsi, come Maria, al mistero di Dio che si rivela nell’amore, significa anche appartenere totalmente e completamente a Cristo. È la Sacra Scrittura stessa ad insegnarci che in Cristo siamo stati fatti “partecipi della natura divina”,10 che siamo “partecipi di Cristo”,11 che “vivremo con Cristo”.12 San Paolo lo ripete più di settanta volte! Cristo stesso si identifica con i cristiani, quando richiama Saulo sulla via di Damasco: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”.13 Apparteniamo totalmente a Cristo perché “noi siamo in Cristo come membra di un corpo”.14 Noi formiamo dunque una unità, abbiamo una piena partecipazione di attività, di destino. Siamo il corpo mistico di Cristo, così reale che ci unisce, ci incorpora non solo con il capo, ma anche con le altre membra: “Noi siamo in Cristo come tralci nella vite”.15 Unione e condivisione di succo vitale, condivisione del fruttificare che si compie nei tralci e dall’umore della vite.16
Appartenere a Cristo, credere in Lui, seguirlo nei suoi cammini di vita, come ha fatto e insegna Maria, significa lasciarsi ammaestrare da Lui, e a Lui continuamente riferirsi per rendere la nostra esistenza ricca di santità. Ma questo comporta come ineludibile conseguenza rendergli testimonianza e proclamare al mondo il suo vangelo.17 Il vero cristiano e la Chiesa intera non possono restare fermi in immobile tranquillità, quando hanno ricevuto da Cristo l’esplicito comando: “Andate in tutto il mondo”.18 Maria invita i cristiani a prendere coscienza della loro vocazione missionaria che è quella di favorire la rigenerazione spirituale degli uomini, di farli nascere come figli di Dio nella vita nuova in Cristo. Annunciare Cristo, amato, posseduto e seguito, significa farne partecipi anche gli altri, significa promuovere l’uomo perché Dio vuole la sua salvezza. Testimoniare Cristo ed essere suoi discepoli significa contribuire efficacemente perché tutti gli uomini abbiamo parte alla salvezza, meritata per loro dalla morte e resurrezione di Cristo.19 Introdotto alla contemplazione del Crocifisso risorto, il vero cristiano in definitiva è colui che, essendo egli stesso risorto in Lui, testimonia ad ogni uomo bisognoso di salvezza la sua vittoria oltre il doloroso pellegrinare della vita, perché non può più trattenere per sé l’esperienza vitale e trasformante che ha fatto di Cristo, ma deve necessariamente annunciarla al mondo.20
 
4. Maria ci insegna ad essere docili allo Spirito
 
Conoscere Dio ed essere veri discepoli di Cristo è possibile solo per mezzo dell’opera attiva e costante dello Spirito Santo che ci permette di entrare pienamente a far parte della “famiglia divina” e che in Maria ha compiuto le prime grandi meraviglie della sua grazia.21 È lo Spirito, come afferma San Paolo,  che ci svela Gesù e ci dà il senso filiale nei riguardi del Padre: “Coloro che sono nati da lui, sono figli di Dio”,22 e ancora: “Avete ricevuto uno spirito di adozione nel quale gridiamo: Abbà, Padre”.23 Questo Spirito che ha operato pienamente e meravigliosamente in Maria, agisce in noi, dirige la nostra attività, sostiene la nostra debolezza, prega in noi con gemiti inesprimibili,24 ci fa conoscere la nostra vocazione di membra di Cristo e ci guida sulla via dell’unione con il Padre in Cristo, concedendoci le grazie di cui abbiamo bisogno.25
Sebbene non ci mostri il suo divino volto, lo Spirito Santo si rivela a noi nella sua azione, come ha fatto in Maria già dalla concezione immacolata del Verbo di Dio, ed è la Persona della Ss. Trinità che per prima si interna nell’anima nostra, che ci tocca il cuore, che dimora in noi, quella che introduce in noi il Figlio e il Padre.26  Egli è colui che anima tutto il nostro essere spirituale, è la voce misteriosa della nostra coscienza, l’ispiratore dei nostri pensieri, il soffio e il respiro del nostro amore, il sostegno della nostra volontà sulla retta via della salvezza.27 Rimanendo in noi come ospite dolcissimo dell’anima, lo Spirito Santo ci stimola ad adeguarci sempre meglio nei sentimenti e nelle azioni all’amore di Gesù, a vivere quell’impegno che Gesù ci ha proposto nell’Ultima Cena: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”.28 La nuova creatura formata dallo Spirito, come è avvenuto in Maria, è la creatura in cui l’amore domina in pieno. Nello Spirito e con lo Spirito, essa vive l’Alleanza nuova, perché conquistata alla novità di vita, ama, crede e spera e, nello Spirito, si eleva al Padre, si offre per la salvezza del mondo, diventa, come costantemente ci mostra la nostra madre Maria, anche lui padre, fratello, mediatore e consolatore per tutti gli uomini.29
 
5. Maria ci insegna ad essere sempre animati dall’amore
 
La via dell’uomo che scopre e si accosta al mistero di Dio, che si lascia animare, guidare e santificare dallo Spirito Santo, che accoglie e segue nel perfetto discepolato Gesù, non può non essere che solo e sempre la via dell’amore, perché questo ha imparato alla scuola del suo Divino Maestro. Il Verbo di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, fattosi carne Lui stesso, è venuto ad abitare sulla terra degli uomini, è entrato nella storia del mondo come perfetto uomo, animandola e ricapitolandola in sé, attraverso un’amorosa e dolorosa ri–creazione. È stato Lui a rivelarci che “Dio è amore”30 e ci ha insegnato che è proprio l’amore la legge fondamentale della perfezione cristiana e, quindi, anche della trasformazione del mondo. La via dell’uomo, diventata via di Dio in Cristo, è, perciò, soltanto la via dell’amore.31 Guardando al suo Maestro, il cristiano vede e comprende che proprio Lui, pur essendo re per sua natura e vocazione, non ha voluto regnare per mezzo della sua potenza assoluta di creatore, ma soltanto per mezzo dell’amore, dando di esso la prova più grande, accettando di soffrire e di morire per noi.32
Vivere nell’amore significa, come contempliamo in Maria e nel suo agire nei nostri riguardi, aprirsi totalmente a Dio e, in Lui e per Lui, anche agli altri. Tutto questo ci unisce a Dio e ai fratelli, ed ha come primo elemento vitale la preghiera, come contemplazione – azione, una preghiera, quindi, non astratta ma che partita dal dialogo trasformante con Dio e dalla meditazione – accettazione  della sua Parola, come avvenne in Maria che meditava e conservava tutto nel suo cuore, ritorna nella vita propria e altrui per rinnovarla e darle senso.33 La preghiera, così intesa, è anzitutto dare gloria a Dio datore di ogni bene e di ogni consolazione; è essere sempre attenti alla salvezza degli altri; è saper ascoltare; è sentirsi amati e lasciarsi amare; è lasciar lavorare Dio dentro di noi; è lasciarci condurre da Lui; è un diventare persone animate di creatività, iniziativa, organizzazione a vantaggio dei fratelli e delle sorelle che vivono accanto a noi; è un lasciarsi condurre dalla Verità per condurre tutti alla Verità che unifica, salva e trasforma il mondo.34
Vivere nell’amore, immersi sempre in atteggiamento orante alla presenza del Dio Trinitario, ci trasforma in portatori di salvezza e di gioia nel mondo. Come Maria, la pura trasparenza attraverso la quale Dio ha sorriso alla terra, inviando nel mondo suo Figlio, fonte della gioia, anche noi dobbiamo essere portatori di quella gioia salvifica, che nasce dalla fede e dalla piena adesione a Dio e parte da un cuore scevro e libero dal peccato, fonte di infinita tristezza. La Vergine ci ricorda, infatti, che la gioia è possibile solo se siamo liberi dal peso soffocante dei nostri peccati, per dare spazio allo Spirito e favorire in noi la maturazione dei suoi frutti di santificazione e di gioia. Unione con Dio e gioia, infatti, equivalgono. Man mano che ci convertiamo e passiamo dalla schiavitù del peccato alla libertà della totale appartenenza a Dio, ci rivestiamo di gioia e irroriamo di gioia il mondo. Questa gioia che ci trasforma, trova in Cristo, nell’amore del Padre e nella pienezza dello Spirito Santo il suo nutrimento. Maria ci insegna che il suo essere “Tutta gioia”, “Tutta Santa” e “Tutta grazia” è frutto del suo appartenere totalmente a Dio, del suo salire a Gerusalemme dietro a Cristo nella sofferenza e nell’amore orante che diventa con – partecipazione alla salvezza del mondo.35 La Vergine, insomma, ci invita a rivestirci dell’abito nuziale con il quale poter essere ammessi al banchetto della gioia nel regno dei cieli, dove Lei è pienamente realizzata e dove ci sazieremo di Dio stesso, unica vera gioia.36
 
6. Maria ci sollecita ad affidarci al suo cuore materno
 
Madre spirituale della Chiesa e madre di tutti gli uomini, coinvolta profondamente nell’opera di rinnovamento del mondo in Cristo, la Vergine mostra spesso nelle sue apparizioni, il suo Cuore Immacolato, per esprimere con una coinvolgente immagine iconica la sua missione universale: collaborare apostolicamente alla nascita invisibile, allo sbocciare della vita di Cristo nel cuore dell’uomo.37
La “consacrazione” ripetutamente richiesta dalla Vergine, l’affidarsi, cioè, pienamente alle sue cure materne, ci vuole condurre a rivivere la nostra consacrazione a Dio per mezzo di Cristo nello Spirito già avvenuta nel giorno del Battesimo. Con il suo esempio e la sua intercessione la Madre del Signore vuole aiutarci a vivere la consacrazione battesimale e a comprendere il profondo significato del lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito38 che ci ha resi figli di Dio e partecipi della natura divina.39
San Giovanni Paolo II affermava: «Come potremo vivere il nostro battesimo senza contemplare Maria, la benedetta fra le donne, così accogliente del dono di Dio? Cristo ce l’ha data per madre. L’ha data per madre alla Chiesa. Ogni cattolico spontaneamente le affida la sua preghiera e si consacra a lei per meglio consacrarsi al Signore».40
E Rahner scrive: «Ciò che avviene in noi nel Battesimo ha la sua originarietà e la sua forza iniziale nel grembo della Vergine Maria. Accanto ad ogni fonte battesimale della madre Chiesa, sta la madre di Gesù».41
L’esperienza dei santi mostra con grande forza ed evidenza che con questo affidarci alla Madre, Maria diventa nostra e noi siamo suoi, e tra lei e noi si stabilisce una mirabile intersoggettività, un’attenzione reciproca, una relazione profonda, uno scambio di beni, un’atmosfera amichevole, un influsso e un amore oblativo. Tutto questo ci deve spingere a comprendere ed accogliere Maria non solo come una madre nel cui cuore ci si rifugia, ma anche come maestra e modello di vita nel cammino di fede, nella risposta totale a Dio, nella disponibilità a collaborare al piano della salvezza.42
Si comprende, perciò che la caratteristica propria della devozione e della dedizione a Maria è l’integrarsi nella vita cristiana come condizione essenziale della sua piena maturazione e del suo completamento: affidarsi a Maria, accoglierla come madre significa, in ultima analisi, inserirsi nel mistero redentivo di Cristo. Il compito di Maria è, infatti, quello di aiutare quanti a lei si affidano ad attuare in Cristo la loro vocazione, a riscoprire e vivere in pienezza di grazia la loro appartenenza a Dio. Con la sua presenza e accogliendoci come figli, Maria ci invita a distaccarci dal nostro orgoglio, radice e causa di ogni peccato personale e sociale; ci sospinge sulla via della santità e delle virtù evangeliche da lei stessa vissute; ci invita ad onorare in noi stessi lo stato di grazia di cui lei è piena ed è il modello perfetto, a vivere cioè nell’amicizia con Dio, la comunione con lui, l’inabitazione dello Spirito, al fine di riprodurre in noi i lineamenti spirituali del Figlio Primogenito, nostro Fratello e Signore.43

7. Lasciamoci condurre dalla madre Maria
 
La Chiesa ci insegna che Maria è Madre e Socia di Cristo Salvatore: “Madre” la collega con il Figlio suo, che è l’eterno Figlio di Dio in lei incarnatosi; “Socia” la collega con la missione del Salvatore. Associata al Figlio, Maria ha dato tutta se stessa a Lui con amore e con gioia, ma anche con inaudita sofferenza adorando, nella sua donazione al Figlio e alla sua opera, il misterioso disegno del Padre. All’opera del divin Redentore Maria cooperò, quindi, in modo tutto speciale, per cui i suoi meriti, le sue opere virtuose, le sue sofferenze, fanno parte del mistero della nostra redenzione. Consacrandosi tutta alla persona e all’opera del Figlio, Maria si mise, infatti, al servizio del mistero della salvezza, sotto di Lui e con Lui, con libera fede e obbedienza.44 Il suo amore, la sua fede e la sua obbedienza a Dio, non sono come fiori sparsi in un deserto, ma una germinazione che accompagna tutta la vita di Maria come una struttura viva e costante della sua personalità.45
La consapevolezza di tutto questo deve spingerci a riconoscere la presenza di Maria nella nostra vita, ad agire sotto il suo sguardo vigile e materno, seguendo il suo esempio di totale dedizione a Cristo, convinti che la Madre celeste è sempre vicina a noi per spronarci, consolarci, sostenerci e condurci a Lui.46 L’arco di tempo che va dalla “Pienezza del tempo” alla fine della nostra storia terrena, impegna la maternità spirituale di Maria senza stancarla, indebolirla o sminuirne la dedizione. Dobbiamo sempre dipendere da Lei, lungo tutto il nostro pellegrinaggio terreno,47 chiedendole che, al traguardo finale, ci mostri finalmente Gesù, il frutto benedetto del suo seno.48
 
NOTE
1 Cfr. Martinelli A., Uno stile di vita ispirato a Maria, ElleDiCi, Leumann 1987, 23–24.
2 Cfr. Martelet B., Alla scuola della Vergine, op. cit., 16-17.
3 Cfr. Queralt A., Maria prima discepola, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa, Roma 1986, 15–16.
4 Cfr. Ratzinger J., Maria chiesa nascente, op. cit., 80–82.
5 Cfr, Chenis C., Maria beatitudine del quotidiano, op. cit., 50-53; Serra A., Memoria e contemplazione in Theotokos, VIII (2000/2), 821–859.
6 Cfr. Martelet B., Alla scuola della Vergine, op. cit.  15.
7 Cfr. Ballestrero A., Madre che ci accompagni, ElleDiCi, Leumann 1988, 28; De Fiores S., Maria Madre di Gesù, op. cit., 336–346.
8 Cfr. Castellano Cervera J., Maria donna libera: la risposta dell’uomo alla grazia, in AA. VV., Come vivere l’impegno cristiano con Maria, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1984, 90–92. Tutto l’assunto 85–104; Boff C., Mariologia sociale nei documenti del magistero, in Aa.Vv., Maria e l’impegno sociale dei cristiani, op. cit., 161–162.
9 Cfr. Queralt A., Maria prima discepola, op. cit., 16–18; Delia C., Maria e l’uomo d’oggi, op. cit., 5–8.
10 2Pt 1,4.
11 Eb 3,14.
12 Rm 6,8.
13 At 9,4.
14 1Cor 10,17; 12,12.
15 Gv 15,5.
16 Cfr. Franzi F., Ecco tua madre. Inno alla maternità di Maria, Monfortane, Roma 1997, 9–10; Chaminade G., La conoscenza di Maria, op. cit., 74–77.
17 Cfr. Ballestrero A., Madre che ci accompagni, op. cit., 77–78.
18 Mt 28,19.
19 Cfr. De Fiores S., Maria cammino di fedeltà, Monfortane, Roma 1984, 88 – 89; De La Potterie I., Maria nel mistero dell’Alleanza, op. cit., 224–225.
20 Cfr. Secondin B., Catechesi e vita: maturità ecclesiale, maturità mariana, op. cit., 193. Tutto l’assunto 183–205; Dal Covolo E., Maria contempla il mistero del Figlio. Gli inni di Natale di Efrem Siro e di Romano il Melode, in AA.VV., Maria guida sicura in un mondo che cambia, op. cit., 64–88; Scola A., Gesù destino dell’uomo. Cammino di vita cristiana, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004, 2.
21 Cfr. Moser H., Itinerario evangelico con Maria, op. cit., 38–40; Militello C., Maria, op. cit., 263–276.
22 Rom 8,14.
23 Rom 8,15.
24 Rom 8,26.
25 Cfr. Bernadot M.V., Maria nella mia vita, Paoline, Milano 1954, 221– 223;
26 Cfr. Casale U., L’altro consolatore. Una meditazione sullo Spirito Santo, Queriniana, Brescia 1998.
27 Sull’opera santificatrice dello Spirito Santo, cfr.: Lambiasi F. – Vitali D., Lo Spirito Santo: mistero e presenza. Per una sintesi di pneumatologia, EDB, Bologna 2005; Philipp J., Alla scuola dello Spirito Santo, EDB, Bologna 2003; Lupi R., Lo Spirito Santo e i suoi sette doni, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003; Biffi I., Ricevete lo Spirito Santo. La presenza e l’azione dello Spirito nella vita cristiana, Jaca Book, Milano 1999; Laurentin R., Lo Spirito Santo questo sconosciuto. Scoprire la sua esperienza e la sua persona, Queriniana, Brescia 1998; Lafrance J., Vieni Santo Spirito. Commento al “Veni Creator Spiritus”, Ancora, Milano 1997; Dalbesio A., Lo Spirito Santo nel Nuovo Testamento, nella Chiesa, nella vita del cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998.
28 Cfr. Buratti M., Con Maria in unità di vita, op. cit., 22–26.
29 Cfr. Macca V., Maria “creatura nuova”: alle sorgenti dello Spirito, in AA. VV., Come vivere l’impegno cristiano con Maria, op. cit., 79–81. Tutto l’assunto 70–84; Priotto M., Logos, Sophia, Pneuma, in Theotokos, VIII (2000/2), 476–483. Tutto l’assunto 457–484.
30 Gv 4,8.
31 Cfr. Comin M., L’affidamento a Maria come itinerario cristiano, Monfortane, Roma 1989, 157–158.
32 Cfr. Laurentin R., Maria chiave del mistero cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, 103–104; Léthel F., Maria Immacolata nel mistero di Cristo e della Chiesa secondo S. Luigi Grignon di Montfort, op. cit., 383–384.
33 Cfr. De Fiores S., Maria cammino di fedeltà. Meditazioni, Monfortane, Roma 1984, 30–31.
34 Cfr. Castellano Cervera J., Preghiera e vita mistica alla scuola di Maria, in AA.VV., Maria guida sicura in un mondo che cambia, op. cit., 107– 129; Del Giudice L., Con Maria nella quotidianità. Parola di Dio, Riflessione, Preghiera, Presbyterium, Padova 1985.
35 Cfr. Canopi A., Ecco tua madre. Maria nella Scrittura e nella vita della Chiesa, Piemme, Casale Monferrato 1992, 117–119.
36 Cfr. De Fiores S., Maria immacolata e santa, op. cit., 105–109.
37 Cfr. Suenens L., Chi è costei?, Paoline, Catania 1958, 128.
38 Cfr. Tt 3,5.
39 Cfr. 2Pt 1,4; Pizzarelli A., La presenza di Maria nella vita della Chiesa, op. cit., 189–190; Foti E., Maria, op. cit., 227–260.
40 Giovanni Paolo II, Angelus, Parigi 1 giugno 1980, citato da De Fiores S., Consacrazione, in De Fiores S. – Meo S. (a cura di), Nuovo dizionario di Mariologia, op. cit., nota 44, 416.
41 Cfr. Rahner H., Maria e la Chiesa, Jaca Book, Milano 1977, 68.
42 Cfr. Pizzarelli A., La presenza di Maria nella vita della Chiesa, op. cit., 193-194.
43 Cfr. Ibidem, 195-196. Sui profondi e complessi significati della “consacrazione” a Maria, cfr. Perrella S. M., La consacrazione alla Madre del Signore: un atto martiriale per il Regno. La Testimonianza di San Massimiliano Kolbe, in Galignano E. (a cura di), Il volto attuale della Milizia dell’Immacolata, Centro Internazionale della Milizia dell’Immacolata, Roma 1999, 147– 228; Idem, La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea, op. cit., 279–296.
44 Cfr. Toniolo E. M., La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Presentazione e analisi del Capitolo VIII della “Lumen Gentium”, Marianum, Roma 1998, 40–80.
45 Cfr. Franzi F., Ecco tua madre, op. cit., 29–32; D’Arrigo S., Maria corredentrice e madre del sacerdozio ministeriale, LEV, Città del Vaticano 1994, 13–96; Lettmann R., Maria, op. cit., 11–38; De La Potterie I., Maria nel mistero dell’Alleanza, op. cit., 237–241.
46 Cfr. Martelet B., Alla scuola della Vergine, op. cit., 102–107; Sodi M., Luoghi privilegiati di pastorale e catechesi mariana nella liturgia e loro valorizzazione, op. cit., 162–165; Adamo di Perseigne, Lettera III all’abate di Turpenay, in Lettere, I, SC 66.
47 Cfr. Moser H., Itinerario evangelico con Maria, op. cit., 103–108.
48 Cfr. Buratti M., Con Maria in novità di vita, Paoline, Cinisello Balsamo 1993, 73–74; Pizzarelli A., Presenza, in De Fiores S. – Meo S. (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, op. cit., 1161–1169.

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