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  Il simbolismo e gli insegnamenti della Medaglia Miracolosa 
Mariofanie

dal libro di Antonino Grasso, E la Vergine distese le mani. Per riscoprire un dono della Madonna, Editrice Ancilla, Conegliano, Seconda Edizione, Dicembre 2011, pp. 137-158.




Il linguaggio dei simboli

Il primo miracolo della Medaglia è la sua stessa semplice composizione in cui si possono leggere però tutte le verità fondamentali della fede che, in modo particolare, vengono insegnate sulla Santa Vergine. L'Immacolata Concezione di Maria, la sua Maternità Divina, la sua collaborazione all'opera redentiva di Gesù, la sua funzione materna, la sua gloriosa assunzione al cielo e la sua regalità. sono tutte verità espresse dalla Medaglia. La Vergine vi appare ancora come la donna della Genesi e dell'Apocalisse, la Vincitrice del serpente infernale. Non va dimenticato nemmeno il velato richiamo al suo Rosario, la preghiera oltre ogni misura a lei gradita. che porta a meditare, alla fine, quello che la Medaglia stessa ha espresso con il suo simbolismo. Ai piccoli, ai "poveri" che sono i destinatari della Medaglia, viene raccontata cosi, con un elementare linguaggio simbolico, la Storia della Salvezza, alla quale la Vergine ha partecipato attivamente accanto a Gesù, e viene descritto in immagini e parole il destino di questa Fanciulla Innocente che, presa da un mondo carico di peccato, fu rivestita della pienezza di grazia perché fosse capace di portare, nel suo purissimo grembo, la Luce fatta creatura e divenisse anche la Madre misericordiosa di tutta l'umanità redenta.

1. L'Immacolata Concezione

Nella Medaglia è raffigurata con:
- La Vergine calpesta il serpente, simbolo di Satana, perciò del male e del peccato;
- La preghiera che la circonda: O Maria concepita senza peccato.......

«Fin dal primo istante del Suo Concepimento, insegna la Chiesa, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, la Vergine Maria fu preservata da ogni macchia di colpa originale » (Pio IX, Ineffabilis Deus). Sebbene appartenente alla stirpe umana, condannata a portare il peso della colpa dei progenitori, la Vergine venne preservata fin dal primo istante della Sua esistenza terrena, da qualsiasi macchia di peccato, in previsione dei meriti di Gesù: anche lei, quindi, è stata redenta come ogni figlio di Adamo, dal Sacrificio di Cristo Salvatore. Insieme a tutti noi dunque, Ella deve esprimere la Sua riconoscenza al Dio che l'ha salvata. Anzi ancor prima e ancor più di noi deve ripeterGli la Sua lode perché, per un atto più grande di benignità, venne addirittura preservata da quella colpa da cui noi, già macchiati, fummo redenti. Il Suo immacolato candore, atto gratuito di Dio, che la riempi di santità, la colmò di ogni possibile bene, la coprì del Suo potere, prima ancora che l'ombra della colpa potesse oscurare la sua anima. É questo uno stupendo mistero che parla dell'amore di Dio riversatosi senza confini sull'umile creatura che adesso, rapita nella gloria, ripete in eterno: «In me, tutto è grazia!». La Vergine, tuttavia, non fu concepita immacolata per una gloria personale: questo dono stupendo, unico, che non si ripeterà più nella storia umana, era un dono di servizio. La Vergine, cioè, venne creata immacolata perché doveva servire, in maniera singolare, al piano della Salvezza: in lei si bloccò e si capovolse per un attimo tutta la storia di perversione, di tenebre, di dominio di Satana, di odio, di ribellione a Dio, perché da lei doveva nascere il Redentore, Colui che avrebbe domato la perversione, rischiarato le tenebre, vinto Satana, portato l'amore, obbedito a Dio. Ella doveva essere la prima testimone di quel nuovo regno fatto di rettitudine e giustizia, fecondo non dei frutti della colpa, ma della fecondità di grazia dello Spirito Santificatore.

2. La Madre di Dio

Nella Medaglia è raffigurata con:
- La "M" sormontata dalla Croce, simbolo di Maria che porta Gesù;
- I due cuori di Gesù e di Maria, simbolo dell'unione fisica della Madre con il Figlio;
- La preghiera: "O Maria concepita....", perché l'Immacolato Concepimento fu un'esigenza ed una conseguenza della divina maternità.

«La Vergine che ha generato Gesù nella sua umanità è anche Madre di Dio poiché Egli è vero uomo e vero Dio. Per questo motivo la dignità di Maria è quasi infinita» (San Tommaso d'Aquino).
«Essere Madre di Dio è una grazia cosi straordinaria che Dio stesso, il quale potrebbe creare un universo più grande e magnifico, non potrebbe fare un'altra Madre di Dio superiore a Maria» (Corrado di Sassonia).
«Essere Madre di Dio è una prerogativa cosi immensa che supera ogni intelletto. Da questo Le deriva ogni onore ed ogni beatitudine» (Lutero).
La divina Maternità consacrò la Vergine al servizio di Cristo e della Sua opera redentrice. Maria quindi, fa parte del piano eterno della nostra salvezza perché collabora, con libero consenso, all'agire delle Persone della Santissima Trinità, nella realizzazione di questo piano. Perciò la divina Maternità è un elemento fondamentale dell'evento salvifico, in quanto rese possibile al Verbo di farsi carne ed abitare tra noi, cioè di assumere la natura umana. La Maternità divina inaugurò anche quella dolorosa sequela di Cristo che fu tutta la vita di Maria. Divenendo l'alma Madre del Redentore divino, Maria ne divenne anche la compagna generosa e del tutto eccezionale. pur restandone sempre l'umile Ancella (LG 61). Questa prospettiva essenzialmente cristocentrica e salvifica della Maternità divina fa meglio comprendere la vera grandezza di Maria che è quella non solo di aver generato fisicamente il Cristo, ma di aver collaborato con fede, amore e sacrificio con Lui, quale membro primo ed esemplare della Chiesa.

3. La Compagna generosa del Redentore

Nella Medaglia è raffigurata con:
- La "M" sotto la Croce, simbolo di Maria accanto a Gesù morente sul Calvario;
- Il Cuore di Maria trafitto dalla spada, vicino a quello di Gesù coronato di spine, simbolo della partecipazione di Maria alle sofferenze del Figlio Crcocifisso.

Il "si" pronunciato nel giorno dell'Annunciazione. con il quale accettò di diventare la Madre del Salvatore degli uomini, inserì la Vergine di Nazareth nel piano salvifico e ne fece, come abbiamo detto, la prima Collaboratrice del Salvatore. Questa collaborazione con Cristo fu perciò espressa ed iniziata dal suo libero e totale assenso mantenuto poi intatto fino al sacrificio più grande e all'offerta più generosa. A nome degli uomini, Ella si poneva accanto al Redentore che veniva a salvarli; a nome di tutti coloro che venivano redenti, restava vicina al Salvatore e ne sosteneva l'opera, quasi integrando in Lui, che ogni cosa a se traeva, la nostra umanità bisognosa e desiderosa di salvezza. Maria sostenne il Redentore divino anche con le sue sofferenze materne. Ella si accostò al figlio morente con il diritto di ogni madre, quello di assorbire la sofferenza del proprio nato, farla sua e di morire nell'anima con Lui, per lo stesso motivo per cui egli si sacrificava. Purn non avendone bisogno, il Redentore accolse le sofferenze della Madre e le associò al Suo sacrificio permettendo, per il nostro bene, che una spada di dolore ferisse la sua anima immacolata, mentre i chiodi ferivano il corpo innocente di Lui. Insieme al dolore materno per la morte del Figlio, Ella accettò anche la sofferenza mistica della nostra nascita spirituale. Il Salvatore, infatti, nel momento supremo della loro comune sofferenza, la proclamò Madre spirituale dei suoi discepoli, di tutta la Chiesa. Da quel giorno, sollecitata continuamente dallo Spirito Santo all'esercizio della sua spirituale maternità, Ella interviene sui figli sparsi per il mondo e li invita con la sua opera di intercessione materna ad accogliere la Grazia della Salvezza operata dal Redentore divino, a seguirlo sulla via del Calvario. a morire al mondo e a vivere in Lui.

4. La funzione materna di Maria

Nella Medaglia è simboleggiata con:
- Dai raggi degli anelli che, secondo le stesse parole della Vergine, sono il segno delle grazie che Lei concede a chi le chiede;
- La preghiera "O Maria..... ricorriamo a voi"

Perché Maria è "Mediatrice"'? L'uso di questo termine che vuole esprimere la verità del reale intervento di Maria nella distribuzione dei beni della Redenzione ai suoi figli, divide i teologi. Volendo evitare, soprattutto per motivi ecumenici, una confusione con l'unica necessaria Mediazione di Cristo, essi preferiscono oggi parlare di "Maternità nell'ordine della grazia", "Funzione materna", "Presenza" e questa nuova terminologia fa comprendere anche meglio la reale f'unzione della Vergine nell'Economia della Salvezza e quindi anche la sua opera e il suo influsso sugli uomini nella trasmissione delle grazie, qualsiasi sia la loro natura. In realtà si vuole far comprendere che la Vergine, la quale partecipò vitalmente all'opera del Figlio nella realizzazione della Redenzione oggettiva, partecipa ancora accanto a Lui all'opera della nostra salvezza soggettiva invocando, soprattutto, il beneplacito e la misericordia del Signore che soffrì e morì per noi. La Vergine è veramente accanto a noi. La sua condizione di risorta, cioè di realtà al di fuori dello spazio e del tempo, la rende presente, come Gesù, nella Chiesa, a tutti gli uomini e ad ogni uomo in particolare. Il tempo e lo spazio che ci separano perciò da lei non sono per la Vergine un impedimento ma, al contrario, Lei è sempre vicina della stessa vicinanza di Dio, per il quale ognuno di noi è come se fosse l'unico esistente sulla faccia della terra. Cosi che mentre dalla nostra angolatura temporale noi non la vediamo, Lei è in realtà, spiritualmente e fisicamente accanto ad ognuno di noi e ci vede nell'angolatura extratemporale, extraspaziale ed esclusiva della Divinità.
Da che cosa deriva alla Vergine questo dover essere presente, come Madre che trasmette la vita e quindi la Grazia e le grazie, accanto ad ognuno di noi'? Innanzitutto dall'universale influsso che Ella ebbe in tutta la Storia della Salvezza, dopo che nel giorno dell'Annunciazione espresse la sua volontà di voler partecipare all'opera di Dio; quindi dalla sua stessa eccelsa missione di unica Madre di Cristo-Dio per cui Ella trasmise al mondo la vera Vita che tutto rinnova ed iniziò contemporaneamente la dolorosa gestazione del Cristo Mistico, la Chiesa. Questa funzione materna per cui la Vergine genera incessantemente i suoi figli al Regno di Dio, è un'opera che sempre si realizza, che non ha sosta e durerà fino all'ultimo giorno. Maternamente preoccupata del nostro destino, mai abbandona quelli che le sono stati malfidati, ma intercede presso il Suo divin Figlio perché tutte le anime abbiano la Salvezza, siano rigenerate alla Grazia e godano dei beni di Dio. Della Chiesa pellegrinante, angosciata dall'esperienza del peccato ma protesa al raggiungimento della pienezza in Cristo, la Santa Vergine è l'Avvocata, l'Ausiliatrice, la Soccorritrice e le assicura protezione, aiuto e soccorso. «Stando alla destra del Suo Figlio Unigenito, Gesù Cristo, nostro Signore, con le sue materne suppliche impetra efficacemente, ottiene quando chiede, né può rimanere inascoltata (Pio XII). San Germano di Costantinopoli esprime questa stupenda verità con le meravigliose parole: «Tu visiti tutti e vegli su tutti, o Tuttasanta, tu abiti in mezzo a noi e ti manifesti in vari modi a quanti sono degni di te. Il corpo infatti non è di impedimento alla potenza ed energia del tuo spirito. Hai lasciato questo mondo, ma non ti sei allontanata dal tuo popolo!» (Omelia sulla Dormizione)

5. Il mistero dell'Assunta

Nella Medaglia è raffigurato con:
- La Vergine con i piedi sul serpente e sul globo, simbolo della sua uscita dal mondo,vittoriosa sulle conseguenze del peccato, tra cui la corruzione del sepolcro;
- La "M" e la Croce circondate dalle stelle, simbolo dello stesso destino ultraterreno che unifica la Madre al Figlio, con la glorificazione anche corporale.

«Pronunciamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l'immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Pio XII - Munificentissimus Deus - 1/11/1950). Il dogma non tocca le modalità della fine terrena della Vergine che rimangono, quindi, oggetto di ulteriore approfondimento, definisce invece che la Vergine, al termine della sua vita, venne assunta in anima e corpo al cielo. Questo significa che il Suo corpo venne glorificato e trasformato allo stesso modo di come avvenne per Gesù, dopo la Resurrezione. La verità di questo mistero mariano non è esplicitamente rivelata nelle fonti della Rivelazione, ma viene adombrata in esse. È quindi contenuta in modo formule implicito in altre verità appartenenti al deposito della fede. Quali sono queste verità che parlano, anche se soltanto implicitamente, dell'Assunzione di Maria al cielo?
1. La Divina Maternità: essa esige il sommo amore di Gesù-Dio per Sua Madre. Potendo cioè preservare con la Sua onnipotenza divina il corpo di Sua Madre dalla corruzione del sepolcro, lo ha in realtà preservato. In caso contrario, non l'avrebbe amata con la sua completezza divina, cosa sconveniente per Dio che non può non fare ogni cosa in modo assolutamente perfetto.
2 - La perfetta verginità: essa aveva permesso il mantenimento della totale integrità fisica del corpo della Vergine al passaggio di Cristo che, nascendo, lo santificava. Era perciò necessario che non si corrompesse al passaggio della morte, conseguenza del peccato, lo stesso corpo che era rimasto integro al passaggio della Vita, cioè di Cristo, che veniva a combattere e vincere sia il peccato che la morte stessa.
3 - La pienezza di grazia: essendo la Vergine la "piena di grazia" (Lc 1,28), e cioè carica di ogni dono di Dio da divenire la benedetta tra tutte le donne (Lc 1,42), non poteva essere assoggettata, mentre riceveva ogni benedizione, alla maledizione che lo stesso Iddio rivolgeva ad Adamo: «Sei polvere e ritornerai polvere» (Gin 3,19), e doveva quindi essere da questa preservata.
4 - L'Immacolata Concezione: essa indica la totale vittoria della Vergine sul peccato che presuppone anche la sa totale vittoria sulle conseguenze del peccato, tra cui anche la corruzione del sepolcro che secondo la Rivelazione ((in 3,19) è la pena del peccato stesso.
Nella Bolla "Munificentissimus Deus", questi concetti sono lapidariamente espressi con queste parole: «In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità con uno stesso decreto di predestinazione, Immacolata nella sua concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, fu preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già suo Figlio, fu innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli» (Pio XII - Munificentissimus Deus - 1/11/1950). «L'Assunzione della Vergine che è il destino della sua pienezza e beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale e della sua perfetta configurazione al Signore risorto, è anche "l'inizio già compiuto e l'immagine di ciò che, per la Chiesa tutta quanta, deve compiersi ancora"» (Paolo VI - Marialis cultus). In Maria, la Vergine risorta con Cristo, si realizza già la piena unione con Cristo glorioso che tutta la Chiesa raggiungerà alla fine dei tempi.

6- La Regina dell'universo

Nella Medaglia è raffigurata con:
- La Vergine che calpesta con i piedi un gronde globo, simbolo del suo potere regale sull'universo e riversa anche i raggi della luce delle mani su di esso, simbolo del dominio spirituale sugli uomini, per i quali ottiene dal Figlio, il Re che ha conquistato un regno di gloria e potenza, la concessione dei beni della Redenzione.

«Dio la ricolmò molto al di sopra di tutti gli Spiriti angelici e di tutti i Santi, con tale meravigliosa abbondanza di tutti i celesti carismi attinti dal tesoro della divinità che non se ne può concepire altra maggiore fuori di Dio e nessuno può con il pensiero raggiungerla. (Pio IX - Ineffabilis Deus) «Ella fu preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il Suo Figlio, fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio Suo, Re immortale dei secoli» (Pio XII - Munificentissimus deus). Di che natura è la regalità di Maria'? La si può definire in due modi:
a) La Vergine è Regina in senso metaforico: per la sua quasi infinita dignità di Madre di Dio, Ella eccelle su tutte le Creature che mai potranno raggiungerla. Per la sua santità, la sua pienezza di grazia e la sua ricchezza di ogni dono soprannaturale, è superiore a tutti gli angeli ed i santi ed è inferiore soltanto al Verbo incarnato;
b) La Vergine è però anche Regina in senso proprio in quanto realmente partecipe della regalità di Cristo, suo Figlio. Ella è la madre fisica di un re, quale è il Verbo Incarnato. A causa dell'unione ipostatica, Gesù uomo forma una sola persona con il Verbo e quindi è Dio. Egli è perciò, anche come uomo, re e padrone assoluto dell'universo. Maria, Madre di Cristo uomo è anche Madre di Dio e partecipa quindi al diritto di regalità di suo Figlio, re.
c) La Vergine è anche Regina per il fatto che partecipò alla conquista dell'umanità attuata dal Figlio nella Redenzione: Egli infatti liberò gli uomini dal dominio di Satana e li assoggettò al Suo regno di grazia e di amore. La Vergine cooperò all'opera di Gesù, soffrendo per noi insieme a Lui e divenendo Madre nell'ordine della grazia di coloro che Cristo andava conquistando.

7- Dalla Genesi all'Apocalisse

Nella Medaglia è raffigurata con:
- La Donna della Genesi è evidente nell'immagine della Vergine che schiaccia il capo del serpente infernale;
- La Donna dell'Apocalisse nello stesso simbolo, dato che per Giovanni il drago apocalittico è l'antico serpente; ed anche la "M" e la Croce" circondati dalle dodici stelle, simboli della Donna coronata di stelle e della sua discendenza (Ap 12).

A) DAL LIBRO DELLA GENESI: Porrò inimicizia tra te e la Donna (Gen 3,14-15)
Sebbene la stesura definitiva del testo della Genesi è databile al V secolo a.C., raccoglie tre redazioni: Jahvista, Eloista e Presbiteriale e contiene areche ricchi elementi di altri oracoli messianici, il libro della Genesi si chiama Protovangelo perché è il Primo Libro della Storia della Salvezza in cui si legge il lieto annuncio della venuta del Redentore. Lo stesso Iddio pronuncia le fatidiche parole, segno di grande speranza per l'uomo e la donna caduti nel peccato, e di condanna per il serpente tentatore che li aveva indotti a ribellarsi a Dio, causando la loro personale rovina e quella di tutto il genere umano: «Allora il Signore Dio disse al serpente: "Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; nel tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno"»(Gn 3,14-15). Il testo della Genesi è un testo ben definito ed elaborato ed è un annunzio chiaro della Salvezza che il Nuovo Testamento farà ripetutamente suo, dandogli il definitivo significato di profezia messianica. L'inimicizia stabilita da Dio è su due versanti, ma è un'inimicizia unica:
- il serpente e la Donna
- la stirpe del serpente e la discendenza della Donna.
La vittoria finale  è della discendenza della Donna che schiaccia il capo del serpente, mentre questi può soltanto insidiare il calcagno, cioè causare danni alla discendenza della Donna, ma mai vincerla.
Chi sono veramente i quattro nemici di questo immane combattimento?
- Il serpente: è il demonio, come confermato anche dall'Apocalisse (Ap 12,1-6; 13-17).
- Il seme del serpente: sono coloro che lo seguirono nella sua caduta, cioè le miriadi di angeli che, con lui a capo, si ribellarono a Dio, costituendo una stirpe solidale con lui nella ribellione (Ap 12,4; 7-9) e sono anche tutti coloro che si alleano a lui per continuare la sua lotta contro Dio.
- La Donna: per eccellenza è la Madre del Messia, dato che il suo seme vittorioso è in primo luogo ed in forma eminente il Cristo fisico e in senso più vasto il Cristo Mistico, cioè la Chiesa (Ap 12,1-6; 13-17).
La lotta che si ingaggia tra Satana e i suoi seguaci da un lato e, Cristo, Sua Madre e la Chiesa dall'altro. è una lotta insidiosa, lunga e con conseguenze mortali. La Donna e la sua discendenza dovranno lungamente soffrire e patire, prima che il capo di Satana venga definitivamente schiacciato. Il significato mariologico del testo è antichissimo, se si pensa che già San Giustino (165) e Sant'Ireneo (202) chiaramente glielo attribuirono. Esso venne anche codificato nelle due bolle di proclamazione dei dogmi della Concezione Immacolata (Ineffabilis Deus - 8 dicembre 1854) e dell'Assunzione corporea di Maria al cielo (Munificentissimus Deus - 1 novembre 1950).

B) DAL LIBRO DELL'APOCALISSE: La Donna coronata di stelle (Ap 12,1ss)
«
Nel cielo apparve un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1) «Essa partorirà un Figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro» (Ap 12,5). «Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo, Satana, e che seduce la terra, fu precipitato nella terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli» (Ap 12,9). «Allora il drago si infuriò contro la Donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12,16).
Chi è la Donna dell'Apocalisse? Questa figura è ancora oggetto di profonde ricerche esegetiche e teologiche. Alcuni autori vi intravidero soltanto la Vergine immacolata, altri, soprattutto alcuni Padri, la sola Chiesa, molti moderni vi vedono sia Maria che la Chiesa, in quanto la prima è il tipo perfetto e l'ideale escatologico della Chiesa.
Ma che la donna dell'Apocalisse sia anche Maria, appare tuttavia evidente dall'esame del testo:
1) - Nel suo racconto (Giovanni si richiama al testo della Genesi, quando afferma che il drago è l'antico serpente.
2) - Quando descrive le varie fasi della lotta del drago, Giovanni distingue la lotta contro il Figlio della Donna, la lotta contro la Donna e la lotta contro la sua restante discendenza sulla terra. Il drago lotta inutilmente con il Figlio della Donna, cioè il Cristo fisico, perché Egli si sottrae, salendo al cielo con l'Ascensione. Dopo la scomparsa del Figlio, il drago lotta inutilmente anche con la Donna, perché anche lei si sottrae al suo potere, fuggendo in luogo deserto, velato richiamo alla Sua Assunzione. Il drago ingaggia allora la sua lotta contro il restante della discendenza della Donna, dato che contro suo Figlio e contro di Lei è rimasto impotente. Il restante della discendenza è senza dubbio la Chiesa.
3 ) L'apostolo usa il termine Donna solo per la Madre del Cristo fisico, mentre usa il termine "resto della discendenza" per indicare la Chiesa, cioè il Cristo Mistico. Egli vede perciò nella Donna soltanto la Madre di Cristo. In questo Ella è immagine e prototipo della Chiesa che, sebbene non generi il Cristo tisico, genera anche Lei i suoi figli nel dolore.

8) Il suo Rosario

Nella Medaglia è raffigurato con:
- I quindici anelli delle mani, simbolo dei quindici misteri del Rosario;
- Le 12 stelle, la "M", la Croce, i due cuori: la "M" (Madre), simbolo dei misteri gaudiosi; la Croce (Passione di Gesù), dei misteri dolorosi; le stelle (il cielo), dei miseri gloriosi; i due cuori, simbolo dei misteri di Gesù e Maria che vengono meditati insieme in questa preghiera.

«Il Rosario è un modo piissimo di orazione e di preghiera a Dio, alla portata di tutti, che consiste nel lodare la beatissima Vergine, con determinate meditazioni illustranti la vita intera di nostro Signore Gesù Cristo» (Pio V, Consueverunt romani Pontifices - 17 settembre 1569). L'antica devozione cominciò a formarsi a partire dal secolo XII ed ebbe nel secolo XVI la forma classica e definitiva giunta, quasi invariata fino ai nostri giorni. I Sommi Pontefici hanno sempre raccomandato questa preghiera sia per risvegliare la fede, sia per invocare la benedizione, l'aiuto e la protezione della Vergine sulla Chiesa e sui popoli cristiani in pericolo. Maestro impareggiabile nell'illustrare il valore, l'utilità e l'efficacia del Santo Rosario, è stato Papa Leone XIII (1878-1903) che, nel corso del suo pontificato, tra encicliche e lettere apostoliche, pubblicò 16 documenti su questa preghiera!
Che preghiera è il Rosario? Esso è:
1) Una preghiera evangelica, perché composto dal saluto dell'Angelo a Maria nel giorno dell'Annunciazione (Lc 1,28), da quello di Elisabetta (Lc 1,42), dal Padre Nostro insegnato da Gesù (Mt 6,9-13) e dal Gloria alla Santissima Trinità, scaturito dalle parole di Gesù ai suoi discepoli ( Mt 28,19).
2) Una preghiera cristocentrica, perché ci presenta alla meditazione tutta la vita di Gesù, quasi come un compendio del Vangelo stesso.
3) Una preghiera mariana, perché con esso ci lasciamo accompagnare da Maria all'incontro con Giesù. La Vergine si presenta a noi come l'alto ideale da imitare e seguire perché, mentre la lodiamo, ci insegna a conoscere, amare e servire Dio, nostro Salvatore.
Quali sono le componenti fondamentali del Rosario?
Esso è una preghiera litanica e contemplativa allo stesso tempo. Mentre le labbra, infatti, ripetono il saluto angelico e le altre ritornanti invocazioni, la mente si concentra nella visione della vita e dell'opera del Redentore:
1) La preghiera litanica ha una lunga tradizione nella Chiesa. Essa nacque come forma popolare di preghiera e venne diffusa soprattutto ad opera dei monaci irlandesi. Accompagnava le processioni, le veglie pasquali, le ordinazioni sacerdotali ed episcopali, le rogazioni. Anche nel Vecchio Testamento si hanno esempi di preghiere titaniche come il salmo 135 e il Canto dei tre giovani nella fornace (Dn 3,52-90). Molto comuni sono ancora oggi nella Chiesa le Litanie dei Santi, quelle Lauretane e nella Messa, la preghiera dei fedeli. Lungi dall'essere un elemento stancante per la monotona ripetizione, se sapientemente e spiritualmente animata la preghiera titanica, e quindi anche il Rosario, può diventare un mezzo per rendere Dio presente nei più importanti momenti della vita personale e sociale e in quelli di maggiore pericolo e difficoltà.
2) La preghiera contemplativa è un rivolgere a lungo, con concentrazione ed attenzione gli occhi dell'anima verso Dio per comprendere il mistero del Suo essere, del Suo amore per noi e della Sua vita in noi. La contemplazione è un uscire dai limiti angusti e limitati della temporaneità per addentrarsi nel mare infinito della divinità che ci accoglie e si manifesta, rischiarando con la Sua luce profonda e tranquilla, il buio della nostra conoscenza. Il Rosario, in modo particolare, ci fa contemplare in unione con Maria, che durante la Sua vita Lei conservava e meditava nel Suo cuore (Lc 2,51) i misteriosi eventi attraverso i quali si è realizzata la nostra Salvezza.
3) I Misteri che vengono meditati nel Santo Rosario sono:
- I Misteri Gaudiosi che contemplano il Vangelo dell'Infanzia e cioè gli avvenimenti iniziali della vita del Redentore;
[- I Misteri Luminosi che contemplano il Vangelo dell'Annuncio del Regno e della vita pubblica di Cristo, aggiunti da Papa Giovanni Paolo II nel 2003 con la Rosarium Virginis Mariae];
- I Misteri Dolorosi che contemplano il Vangelo della Passione e cioè la sofferenza del Signore e della Sua Madre addolorata;
- I Misteri Gloriosi che contemplano il Vangelo della Gloria e cioè il destino finale escatologico del Cristo fisico e di quello mistico, la Chiesa, di cui Maria è l'ideale perfetto.
«Chi avrà meditato questi Misteri e recitato con diligenza e fede questa preghiera senza dubbio dovrà ammirare i disegni divini che hanno unito la Vergine nell'opera comune della Salvezza del genere umano e con commossa confidenza desidererà rifugiarsi sotto la Sua protezione e nel Suo grembo materno...» (Leone XIII - Jucunda semper - 10 settembre 1894). «La potentissima efficacia del Rosario è stata sperimentata ed esaltata, fin dalla sua origine... Conviene che tutti noi, con una mente ed un cuore solo, preghiamo e supplichiamo la Santa Madre di Dio con il Rosario per poter anche noi sperimentare la grande potenza di questa preghiera» (Leone XIII, Magnae Dei Matris - 10 settembre 1892).

 



 

Inserito Venerdi 27 Maggio 2011, alle ore 9:39:24 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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