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  8 Settembre: Natività della beata Vergine Maria  
Culto

Da L'Eco del Santuario Regina montis regalis - Vicoforte n. 3 – luglio - settembre 2013. pp. 5-7.




Origine della festa nella storia della chiesa

 Come tutte le altre feste mariane più antiche, anche questa affonda le sue radici in Oriente, nella santa città di Gerusalemme dove il Protoevangelo di Giacomo colloca la nascita della Vergine e la tradizione popolare pone la sua casa natale presso la piscina probatica. In questo luogo fu eretta nel v secolo una chiesa la cui dedicazione diede origine alla festa liturgica. La data dell’8 settembre sembra essere in relazione a un calendario, il Menologium Basilianum, che nei primi giorni di questo mese poneva l’inizio dell’anno ecclesiastico. In tale contesto la nascita di Maria veniva a essere interpretata come un inizio, come la stella del mattino che annuncia il Sole di giustizia. Il primo documento che attesta con sicurezza la festa è un inno di Romano il Melode (556) che mette in versi il racconto apocrifo della nascita della Vergine. In Occidente troviamo la prima testimonianza in un calendario del VII secolo. In questo stesso periodo la festa doveva essere già presente anche a Roma poiché Sergio I (687-701) la dotò di una processione come la Purificazione, l’Annunciazione e la Dormizione. Anche questa festa è elencata fra quelle di precetto dal Decreto di Graziano (XII secolo) e tale restò fino alla riforma del calendario fatta da Pio X nel 1911. È la data di questa festa che nell’VIII secolo ha condizionato la collocazione della festa dell’immacolato concepimento di Maria all’8, cioè esattamente a nove mesi di distanza dalla Natività, come il Natale di Gesù è a nove mesi esatti dall’Annunciazione.

In Maria il Cielo si fa più vicino

“Fertile terra tutta aperta al sole”: con questa felice immagine si esprime un noto canto alla Santa Vergine e, proprio così, ci fa bene pensarla e vederla: anche lei “terra”, tanto vicina e umana come noi, ma così aperta alla grazia di Dio, così baciata dal Cielo, da diventarne limpido specchio, piccola goccia di rugiada che, attraversata dalla luce, tutta la riflette. Questo è il dono che celebriamo e contempliamo in Maria nel giorno della sua natività: nasce una “Stella”, che nel mare della vita tiene aperti i nostri occhi a un orizzonte di speranza, a un domani che ci fa ancora credere e affidarci a una paternità che non delude, che non abbandona e non si stanca di chinarsi sulle nostre miserie e debolezze. Sì, anche Lei viene a noi “vestita” di semplice umanità, per risollevarci alla nostalgia di Dio, per far riaffiorare in ogni coscienza il desiderio di un “di più” e di un “per sempre” di vita, di amore, di gioia. Mandata a noi dal Cielo per farci riscoprire il tesoro che ci abita e che ci attende: un destino eterno che ciascuno però è chiamato a intessere giorno per giorno, edificando la propria vita sulla roccia di Cristo. Leggiamo nella Liturgia: “ Il Signore fu con Lei dal mattino della vita”: l’aurora dell’umana speranza brilla per tutti in Maria Bambina, a noi data e nata per noi come il sorriso di Dio, mai spento allo sguardo delle sue creature. Attraverso di Lei il Padre Celeste vuole tornare a compiacersi di noi, vuole “farci grazia” di rinascere a veri figli, certi di uno sguardo di misericordia che ogni giorno chiede solo di poterci incontrare. Nasce bambina come noi, per insegnarci i segreti di Dio rivelati a quei piccoli che tutto attendono, tutto ricevono e di tutto rendono grazie e lode. Nasce bambina come noi, per esserci Madre, per rigenerarci a “tutto ciò che è puro, giusto, amabile, a ciò che è virtù e merita lode perché tutto questo sia oggetto dei nostri pensieri e desideri” (cfr. Fil 4,8): è quanto Lei ha vissuto e di cui vuol renderci capaci, se a Lei ricorriamo, se come Lei ci lasciamo trovare dal Signore, perché la sua grazia ci riempia e ci trasformi in terra buona e feconda. Ci ricordi Maria che nulla è impossibile per chi crede, perché tutto è possibile al Dio fedele, presso il quale ognuno di noi, come Lei, ha trovato grazia per vivere e lasciarsi trovare alla sua presenza “santi e immacolati”, resi tali dalla gratuità del suo donarsi e del suo abitare in noi. Sentiamoci in Lei rinascere dall’alto per essere veramente figli amati, per quello che siamo e per quello che saremo nella misura in cui lasceremo operare l’Onnipotenza dell’ umile misericordia di Dio. Sentiamoci tutti, guardati e custoditi da una tale Madre per la quale ancora, ogni giorno, scende fino a noi Colui che solo ci salva, ci libera, ci guarisce.
La tua nascita, o Maria,
ci insegni l’abbandono dei piccoli
tra le braccia di Dio,
ci indichi dove riporre e cercare la gioia e la pace:
là dove sono scritti i nostri nomi,
là dove tu sei a intercedere,
Madre e Regina, fiducia, dolcezza e speranza nostra.
In te la radice e il frutto di ogni buon albero
torna a dirci nel tuo silenzio:
“rimanete in Gesù … qualsiasi cosa vi dica fatela” ( cfr. Gv 15,4–2,5)
perché non abbia a mancare mai
il vino buono della festa,
nella gioia piena della Sua presenza.
Santa Maria!

Accogliamola dunque, celebriamone la nascita nel nostro cuore, invochiamola e sia il suo, dopo quello del Signore, al di sopra di ogni altro Nome! Sollecita e lieta di chiedere per noi ogni bene e scacciare da noi ogni male. Una Bambina nata per esserci sorella e Madre e guida sicura: come stella luminosa, sorga e rischiari ogni nostro giorno, ne sia la luce, perché dall’alba sino al suo tramonto sia lodato il Nome del Signore. Primizia dei redenti e prima dei credenti, abbiamo bisogno di guardare a Maria e di averla accanto per sentirci, come Lei, amati, avvolti e attesi da un Cielo che, grazie a Lei, continuamente fa scendere le sue benedizioni e si apre per ogni suo figlio.

 

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Inserito Sabato 31 Agosto 2013, alle ore 10:45:35 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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