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  Con Maria, contro l'ansia del vivere 
Società

Un articolo di Monica Reale, in Milizia Mariana, n. 6 Luglio/agosto 2013, pp.22-23.



«Proprio ora ci è data nella Madonna la miglior difesa contro i mali che affliggono la vita moderna; la devozione mariana è la sicura garanzia di protezione materna e di tutela nell'ora della tentazione» (Benedetto XVI).

Ci piace continuare il discorso sull'affidamento a Maria a partire da questa importante affermazione di Benedetto XVI. Lui, Papa dell'interiorità e del primato della preghiera contro ogni attivismo, ci aiuta a entrare nel cuore di questo gesto, che non coinvolge soltanto una parte di noi ma l'intera nostra persona ed esistenza. Per cui tutto, il nostro modo di ragionare, di pensare, di agire, viene potentemente purificato, raddrizzato, indirizzato verso il bene. Anche san Massimiliano vedeva l'affidamento all'Immacolata come «una forma globale di vita cattolica», e ci teneva a far capire che non erano le formule a garantirne la riuscita, quanto la disposizione interiore. Nel gesto con cui quotidianamente ci affidiamo alla nostra Madre celeste, noi apriamo innanzitutto il nostro cuore a lei, disponendoci a un respiro diverso, più pacato, fiducioso, meno ansioso e inquieto. In questo gesto ci sono perciò il desiderio di pace interiore, di sicurezza, di fede, e il bisogno di accogliere una consolazione vera, che non troviamo nelle cose che ci circondano né nelle nostre forze. È proprio questo il bello! C'è un Dio che sostiene la nostra vita e ci dà la garanzia che tutto andrà per il meglio.

Per costruire ponti

Prima ancora di ogni pensiero o scelta, abbiamo un profondo bisogno di metterci in sintonia con Colui che ci ama, con Dio, che dà sicurezza al nostro passo, facendoci sentire molto concretamente che siamo ben piantati sulla roccia del suo amore. Non è un'utopia. È una realtà, possibile per chi ha fede e prova a lasciarsi andare, affidando sul serio la propria vita, il proprio cuore a Lui. Attraverso la donazione a Maria, entriamo in questa dimensione nuova della gioia vera, che nasce dal sapersi e dal sentirsi amati da Dio. E non possiamo più guardare il mondo intorno a noi come se fosse un caos dominato da forze impazzite: l'ambiente che ci circonda non è frutto del caso, ma è il nostro specchio, lo costruiamo noi, con le nostre scelte quotidiane. Senza Maria e senza il Signore noi portiamo nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavoro, in strada, ovunque, soltanto la nostra ansia e agitazione e, invece di accogliere chi soffre e chi sbaglia, peggioriamo le loro condizioni con risposte piene di astio e di impazienza. Senza un rapporto vivo con lo Spirito non trasmettiamo più i valori dell'ascolto, dell'accoglienza, della pace ai nostri ragazzi, assetati di adulti che abbiano equilibrio, che stiano spiritualmente bene e siano perciò "lampade" capaci di illuminarli, di accompagnarli fino alla realizzazione di sé. Quanti adulti tradiscono la loro vocazione cristiana e invece di aiutare i più deboli - a cominciare dai giovani - si mostrano inquieti, spenti, sfiduciati, pronti solo a lamentarsi e a sottolineare quello che non va. Maria ci aiuta a portare nelle relazioni che viviamo la forza dell'amore di Dio, la sua energia trasformante, e così ci aiuta a costruire ponti, come ha recentemente detto il Papa, invece di essere demolitori degli altri e del mondo stesso. Lei, che è nostra Madre, ci insegna a diventare spirituali, che non significa affatto essere persone con la testa fra le nuvole e sognatrici, quanto piuttosto persone concrete che, proprio perché tali, hanno capito che non possono salvarsi da sole, ma hanno assolutamente bisogno di riconoscere le tracce di Dio in loro. Maria in questo modo ci insegna a riconoscere le ispirazioni dello Spirito Santo, ci fa capire che Dio parla al nostro cuore, alla nostra coscienza, dove sentiamo bene che quando facciamo il male stiamo sbagliando, e quando invece amiamo siamo sulla retta via.

Senza coraggio, non si può

Sì, le conseguenze dell'affidamento sono una cosa seria! Non bisogna affidarsi a Maria senza limiti, come vuole san Massimiliano Kolbe, se non si ha il coraggio della fede. L'affidamento è per i coraggiosi, per chi scommette tutto su Dio. Maria è qui a dircelo: lei stessa, fin dal primo incontro forte con Dio, ha dovuto fare la scelta della più radicale povertà. Una povertà che non è mancanza di mezzi, del necessario per vivere, quanto rinuncia a pilotare da soli la barchetta della propria vita. Ancora tante persone pensano che il Signore ci voglia poveri anche di mezzi ma non è così. Nella parabola del ricco e del povero Lazzaro, Gesù intendeva proprio dire che, se il ricco avesse aiutato Lazzaro invece di passare oltre facendo finta di non averne visto le necessità, avrebbe messo in pratica il Vangelo. Il suo peccato non era il fatto di essere benestante, quanto la sua avidità che, sotto sotto, nascondeva una terribile indifferenza verso gli altri. Affidandoci a Maria ci mettiamo alla sua scuola. Non siamo chiamati a elogiarne la santità, ma a imitarne il comportamento e i sentimenti. Lei stessa ci incoraggia in questo, perché l'unica sua preoccupazione è la nostra salute, il nostro bene, la nostra crescita nell'amore. Nell'Annunciazione, la giovane di Nazareth si trovò in un giorno solo catapultata in una storia incredibilmente grande, senza capirne troppo i contorni, solo intuendo ciò che poteva in quel momento, con la conoscenza che aveva della storia del suo popolo e del modo di agire del suo Dio. Ma quel poco che era, Maria lo donò senza farsi troppi problemi, senza tornaconti personali. Questa è la povertà che insegna anche a noi. Oggi fa tanta paura la parola povertà, l'essere poveri di cuore. È facile accampare pretese: di essere ascoltati, amati, aiutati, stimati, valorizzati, gratificati. Maria, con la sua testimonianza semplice e forte, ci aiuta a capire che la povertà è paradossalmente - la condizione essenziale per avere tutto questo. Il povero fa l'esperienza della fede. Aspettando tutto da Dio, mentre si impegna e dà il massimo lì dov'è, sperimenta una grande gioia interiore, una pace senza confini, dono di Dio a chi si abbandona a Lui. Con questa stabilità interiore, il povero è più forte che mai. Negli ambienti che frequenta porta la sua calma, il suo sorriso benevolo, la sua capacità di perdono, di accordo e così getta ponti e costruisce relazioni sane e umane. Invece il ricco, cioè chi pretende che tutto vada secondo i suoi piani e cerca solo comodità e gratificazioni, sarà sempre scontento, sempre sbufferà, sarà lamentoso coi colleghi e pesante in famiglia, senza entusiasmo, senza passione, senza gioia.

A te ci affidiamo

Desideriamo perciò dirti grazie dal profondo del cuore, o Maria, Madre santa e carissima, perché pur essendo una creatura come noi, non hai lasciato che il peso del vivere ti schiacciasse, ma nella tua semplicità hai affidato tutto a Dio, tuo unico grande amore, e così sei stata riempita di ogni bene da Lui, che non si lascia certo vincere in generosità. A te ci affidiamo, noi che vogliamo camminare sul serio dietro a Gesù e fare sempre, e in ogni situazione, quello che Lui ci dirà.

 

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Inserito Lunedi 12 Agosto 2013, alle ore 15:29:30 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
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