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LAVORO


1. Il  Lavoro di Maria nel Magistero Ecclesiastico
Degno di rilievo il magistero di Pio XII sul lavoro di Maria. «Maria — Egli ha detto — ha conosciuto della famiglia... la fatica quotidiana del lavoro » (Discorso agli sposi novelli , 10 maggio 1939; Cfr. Bertetto, II Magistero Mariano di Pio XII, Ed. Paoline, 1956, p. 47). Egli vedeva Maria « a Nazaret al compimento del dovere quotidiano e dei lavori domestici nella pazienza e nella preghiera » (Radiomessaggio ai fedeli di Bretagna il 26 luglio 1954; Cfr. Bertetto, 1. e; p. 570). È stato Pio XII a consacrare il primo giorno di maggio (il mese della Madonna) alla festa cristiana del lavoro, nel 1957. Nel 1953 lo stesso Pontefice delegava il Vescovo di Como a incoronare solennemente, in Nuovo Olonio S. Salvatore, l'effigie della «Madonna del Lavoro ». Anche Giovanni XXIII invitava i lavoratori a salire fino a Lei «nella sublime dignità del lavoro, che fu retaggio della S. Famiglia a Nazareth » (Discorso del 19 aprile 1959; Cfr. «L'Oss. Rom. »).

2. Il Lavoro di Maria nella S. Scrittura
Dicendo esplicitamente il Vangelo che Maria era «Madre di Gesù » (Mt 2, 11; Gv 2, 1; 19, 25) e sposa di Giuseppe il falegname (Mt 1, 19; 1, 20), viene anche a dire, implicitamente, che Essa, per la sua povertà, era dedita ai lavori quotidiani domestici. Maria è l'autentica « Donna » dei Proverbi (31, 10), che è vissuta preparando « il cibo » per la sua famiglia, « stringendo il fuso » con le sue candide dita e industriandosi « con il lino e la lana ». Vari riflessi delle laboriose occupazioni quotidiane di Maria si possono vedere nelle parole e nelle immagini usate da Gesù nei suoi discorsi (v. Baldensperger, The Immovable Eastf London 1913).

3. Il Lavoro di Maria nella Tradizione
Padri e scrittori han rilevato questo lato caratteristico della vita di Maria. Così, per es., Tertulliano ci dice che Maria era una « quaestuaria », ossia, si guadagnava da vivere col proprio lavoro (De spectaculis, XXX, presso Crippa, La M. d. Lavoro p. 71, v. bib Lavoro); Origene ci dice che Maria, « paupercula », guadagnava da vivere « filando » (Contro, Celsum, I, 1, 28, ibid.); S. Basilio M. ci presenta « Maria con Giuseppe e Gesù, dedita ad assidui lavori manuali » (Constitutiones Monasticae, e. IV, n. 6, ibid., p. 72); S. Ambrogio ce la presenta intenta al lavoro « intenta operi » (De Virginibus, 1. II, ibid., p. 73); S. Girolamo la dice «tessitrice di lana» (Ad Helidorum, ibid., p. 74); Niceforo parla del « fuso » di Maria (v. presso Bourassé, 9, XXIX, ibid., p. 74). Nel medioevo, col fiorire delle corporazioni di artigiani, Maria viene presa come Patrona, e, in suo omaggio, i vari artigiani, innalzano templi, dedicano ospedali, compiono vari atti di culto. Così, per es., a Roma, i barilari riedificavano e decoravano S. Maria in Cappella di Trastevere; i fruttaroli adornavano S. Maria dell'Orto; i candelottari si obbligavano ad assistere, tre volte l'anno, allo scoprimento del simulacro della Madonna del Portico (Cfr. Fanfani A., Saggi di Storia economica, p. 283). Quasi tutti gli Statuti delle arti si iniziano nel nome della Madonna. In Francia, nei primi secoli dopo il mille, 19 corporazioni artigiane donavano alla cattedrale della Madonna di Chartres 42 vetrate che illustravano il lavoro dei beccai, dei fornari, dei calzolai, dei falegnami, dei pellicani, dei fabbri e dei bottai. In una di tali vetrate, Maria viene raffigurata seduta, intenta a cucire, con un cesto ove si scorgono le vesti preparate per Gesù (Cfr. Crippa, op. cit., pp. 100-101). Il Congresso Mariano di Torino del 1898, faceva voto che « in ogni fabbrica » sorgessero Associazioni sotto il titolo più popolare della Madonna, tra « operaie della stessa professione »; fu anche proposto che tutte le Associazioni Operaie, sorte nel nome di Maria, si raccogliessero per celebrare unite una festa « partecipando in divisa » da lavoro. Anche Leone Harmel auspicava l'unione di tutte le Associazioni Operaie Cristiane sotto il patrocinio di « Notre Dame de l'Usine ». E nel 1884, al termine del XX Congresso Sociale di Francia, affidava tutto « alla potente e misericordiosa intercessione della Madonna dell'Officina ». Nel 1894, il Congresso d'Amiens raccomandava l'« Arciconfraternita di Nostra Signora dei Campi » e l'Associazione « Nostra Signora del Lavoro ». Attualmente esistono, nella Chiesa, una quindicina di Istituti fregiati col titolo di «Madonna del.Lavoro », dedicati all'apostolato sociale; numerosi poi sono i Gruppi di Lavoratrici Domestiche organizzati nelle ACLI che hanno il nome della « Madonna del.Lavoro » sulle loro bandiere (ibid., pp. 102-103). Tra le chiese dedicate alla « Madonna del.Lavoro » o « Protettrice dei Lavoratori », vanno ricordate quella di Parigi (nel quartiere operaio Plaisance) e quella eretta in Bologna dal Card. Lercaro. A Calolziocorte è venerata, fin dal 1480, la Madonna del Lavello; e ad Osio (Bergamo), fin dal tramonto del secolo XVI, viene onorata la « Madonna della Scopa » (perché, secondo la tradizione, Maria sarebbe stata vista più volte, con la scopa in mano, pulire il sacro luogo negletto). Il 5 maggio 1901, in occasione della prima festa della «Madonna del.Lavoro» (ideata da Don Guanella nel territorio della colonia agricola da lui fondata nei pressi di Colico), veniva benedetto un simulacro rappresentante l'Immacolata in atto di proteggere, con la destra, un fabbro inginocchiato, mentre un contadino le bacia la sinistra. In quella circostanza veniva diffusa una preghiera alla «Madonna del.Lavoro» indulgenziata dal Vescovo di Como. L'11 dicembre 1955, nel Santuario della Madonna di Guadalupe (Messico), un operaio e imprenditore, dinanzi ad oltre 200.000 lavoratori e datori di lavoro, deponeva una corona d'oro sul capo deIla Madonna Bruna, proclamata « Regina del Lavoro ». Il 24 maggio 1959, a Loreto, in occasione del pellegrinaggio nazionale, le lavoratrici domestiche organizzate nelle ACLI, ripetevano anch'esse la loro consacrazione a Maria e lanciavano un messaggio a tutte le lavoratrici del mondo, perché, tornando col pensiero alla casa dove Ella ha lavorato, onorino e venerino in Lei la « Madonna del Lavoro ».

4. Il Lavoro di Maria nell'iconografia
Anche qui la Madonna Lavoratrice ha preceduto la figurazione di Cristo Lavoratore e di S. Giuseppe Lavoratore. La prima rappresentazione di Maria in relazione al lavoro risale al sec. V e si trova nell'arco trionfale di S. Maria Maggiore: Maria sta filando la lana purpurea che fluisce dal cesto ritto al suo fianco. Sia in Oriente che in Occidente, nelle antiche rappresentazioni dell'Annunciazione (per es. nella Basilica di Parenzo, sec. VI; nella Cattedra d'Avorio di Ravenna, tra il 546 e il 556), Maria veniva rappresentata con la rocca e col fuso; solo nel sec. XI, alla rocca e al fuso venne sostituito il libro, aperto o chiuso, tra le mani o sulle ginocchia. Nel mosaico della Chiesa di Kahrié-Giami di Costantinopoli, del sec. XIV, Maria riceve dal Sommo Sacerdote la matassa di porpora per tessere il velo del Tempio; in una vetrata di Pùrgg, del 1300 (conservata nel Museo di Vienna), viene rappresentata mentre lavora al telaio; nell'Evangeliario di Sciaffusa, del 1330-40, mentre ricama; in una tavola della Cattedrale di Barcellona, della Scuola Catalana, mentre accorcia e confeziona la veste a Gesù. Han rappresentato la Madonna intenta ai lavori di cucito Bernardino Luini (al Brera), Giovanni Francesco Caroto (Pinacoteca Estense e Accademia delle Belle Arti di Venezia). Il Murillo la ritrae, nella Sacra Famiglia, intenta all'arcolaio (Museo del Prado). Altrettanto fanno Juan Borgogna, Jacinto Espinosa, Gherardo delle Notti, Charles Le Brun, Bernardo Castello (Santuario della Misericordia presso Savona), F. Lozza, A. Donaducci, ecc.; Guido Reni la rappresenta nell'atto di cucire il corredino per l'atteso suo Figlio (Quirinale). La Scuola del Caravaggio ce la presenta nell'atto di imparare a cucire dalla madre S. Anna (Roma, Palazzo Spada). Nel sec. XIX, il tema viene trattato con maggiore frequenza. Notevoli i dipinti di Enzo Canestrato, Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Efisio Oppo, Pio Fantini, ecc. Nel 1957, l'Ufficio Centrale Assistenti « Acli » imbandiva un concorso sulla Madonna del Lavoro che ebbe un buon esito.

Bibliografia
ZAMPOGNA G., Maria, Regina del Lavoro, in «Lettera agli Assistenti», aprile 1958; CRIPPA E., La Madonna del Lavoro, Edizione Paoline, 1959, 143 pp.






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