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AKATHISTOS



1. Cosa è l’Akathistos
L'Akathistos è un inno che si canta stando in piedi così come in piedi si rimane quando si ascolta il Vangelo, da cui la rubrica a-kathistos, non seduti. Il genere innografico che più gli si avvicina è il Kontakion. L'inno non segue le regole della quantità delle sillabe brevi e lunghe come nella poesia classica, ma si fonda sull'accento tonico che anima i versi. Consta di 24 stanze ad acrostico alfabetico: ma due dozzine non identiche nella forma; le 12 stanze dispari, dopo l'introduzione metrica narrativa, si prolungano con 12 salutazioni o acclamazioni (cairetismo…) e si chiudono con l'efimnio: Ave vergine sposa (letteralmente: Ave Vergine non sposata). Invece le stanze pari chiudono la parte metrica narrativa con l'efimnio: Alleluia! L'Inno propone due grandi scenari di dodici stanze ciascuno: uno storico (stanze 1-12), l'altro dottrinale (stanze 13-24). La parte storica segue la trama propria degli Apocrifi dell'Infanzia: Annunciazione, visitazione, pastori, magi, Egitto e Presentazione al Tempio. Nella seconda parte a carattere dottrinale, la trama è mariologico-cristologica con esito interpretativo che sfocia anche nella esemplarità per le vergini e nella protezione per l'Impero: vita verginale di Maria, concepimento verginale, divina maternità, parto verginale, Maria difesa e modello dei vergini, Maria fonte dei misteri sacri battesimali, Maria protettrice dell'Impero cristiano.

2. Struttura letteraria
Il numero dei versi è ingegnosamente studiato. Sono inoltre rigorosamente applicate le leggi della isosillabia e della isotonia: le strofe si susseguono con pari numero di versi, di sillabe e di accenti. All'interno dei versi, le pause si ripetono in tutte le strofe e, come in simili carmi cristiani dell'antichità, la rima acquista una notevole importanza. Nel nostro Inno viene anche introdotto il parallelismo nelle salutazioni che si corrispondono a due a due, tanto nel metro quanto nel concetto.
L'Inno procede con un architettato intreccio di asserzioni, di figure, di immagini e soprattutto di acclamazioni che investono tutto l'uomo - anima e sensi, mente e cuore - e lo portano ad una liturgia di lode. La parte narrativa propone i temi alla mente. Il susseguirsi delle figure e delle immagini colte dal creato diventa - secondo il metodo spirituale dell'Oriente - come un velario che lascia intuire attraverso il simbolo la realtà celeste. L'intima gioia che nasce al contatto con il mistero intuito, provoca lo stupore dell'anima prima che l'acclamazione della bocca. Cantare, inneggiare, acclamare, ma soprattutto gridare, sono i verbi che introducono gli Alleluia e gli Ave: due parole chiave, intenzionalmente scelte, per esprimere giubilo e lode dinanzi a Dio e al mistero in cui è avvolta la Vergine. Non si tratta dunque di pura forma poetica, ma atto insieme di teologia e di culto.

3. Autore dell’Inno Akathistos
L'autore è anonimo: ogni attribuzione, soprattutto se orientata verso Romano il Melode non ha fondamento: Romano, è vero, usa l'efimnio Ave, vergine non sposata come nell'Akathistos, ma è opinione ormai comune che egli ne dipenda, non essendo all'altezza teologica del nostro inno. L'Akathistos riprende verbalmente alcune frasi dell'omelia di Basilio di Seleucia († 458) sulla Madre di Dio: quindi potrebbe essere posteriore ad essa . posteriore ad essa. Possiamo supporre che l'autore sia del secolo V, forse lo stesso Basilio di Seleucia.

4. Teologia mariana dell’akathistos
L'evento Cristo è mistero salvifico e la sua collocazione è nella istoria salutis. La Teothokos è sempre presente nella storia della salvezza, sia nell'aspetto cristologico, sia in quello ecclesiale: si può conseguentemente comprendere perché l'Inno collochi puntualmente la presenza della Vergine
Madre nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Analizzando i primi cinque versi delle stanze 13, 15, 17, 19, 21 23, emerge in essi un'ordinata sequenza dottrinale e dogmatica. Tre dogmi innanzitutto: il primo (stanza 13) riguarda il Verginale concepimento: il verbo greco utilizzato implica l'azione del proteggere, custodire. Esso esprime il soggetto di questa azione: è Dio che ha permesso che il corpo di Maria concepisse rimanendo inviolato. Il secondo dogma (stanza 15), non accettato da Nestorio, definito ad Efeso e Calcedonia, riguarda la divina maternità; il terzo (stanza 17), sempre proposto dai Padri, riguarda il parto verginale anche se l'interpretazione del testo non sembra affermarlo chiaramente. Tre verità comunque, cristocentriche: concepimento, divina maternità, parto verginale. Seguono tre verità ecclesiocentriche: la verginità perpetua di Maria (stanza 19), inizio e modello della verginità ecclesiale; la presenza materna e spirituale della Theotokos (stanza 21), nei misteri della iniziazione cristiana; la celeste protezione della Vergine (stanza 23), paragonata all'Arca, segno e caparra dell'aiuto divino sul cammino della Chiesa visibile. Tre verità accolte e vissute da tutti circa la presenza ecclesiale di Maria: di fronte ai vergini, di fronte a tutti i fedeli rinati nel Battesimo, di fronte alla Chiesa in cammino.
L'Incarnazione del Verbo è evento di salvezza. Dove si colloca la Vergine Madre in questo evento? Maria vi partecipa con il suo essere Theotokos, con la sua Verginità oblativa che l'ha resa degna di essere assunta a strumento dell'Incarnazione e con la quale si è unita come Sposa al Verbo di Dio.
L'evento Cristo rimane un mistero e viene accolto e vissuto solo per fede. Ora, Maria (stanza 3), vera scala di Giacobbe per la quale Dio discese, ponte per il quale i mortali salgono al cielo, è la prima iniziata al mistero per diventarne Lei stessa mistagoga agli altri. Maria, proprio perché Theotokos (stanza 15) è la porta che introduce a questo mistero, che attraverso di Lei, si apre ai credenti (stanza 17), diventando scienza vera e vita vera. Attraverso l'Incarnazione o parallelamente attraverso la divina maternità, grazia e misericordia si effondono su tutti dal Cristo per mezzo di Lei, perché Lei è campo, pascolo, incenso, mensa ricca di grazie e di perdoni, strada per la quale, riconciliati, gli uomini possono accostarsi e dialogare come figli con Dio (stanza 5).
Le stanze 7-12 e 19-24 hanno carattere ecclesiale: trattano del mistero di Cristo-Capo che si estende a tutto il suo Corpo mistico e lo fa vivere. Questo mistero nell'Inno è tradotto con la categoria Sposo/Sposa (stanza 19).L'accenno alla Chiesa come Sposa, richiama l'importanza dell'efimnio che, in certo modo, definisce Maria: Ave, Vergine Sposa . Ora l'efimnio mostra Maria quale Sposa verginale dell'Agnello, quale Gerusalemme celeste, Icona escatologica della Chiesa. Maria, dunque, è presenza viva nella Chiesa raccolta per nutrirsi della divina Parola (stanza 7), così come è presente, in quanto Madre del Signore, alla testimonianza dei martiri (stanza 7) e alla vita dei vergini (stanza 19).Maria è ancora misteriosamente presente sull'itinerario dei catecumeni (simboleggiati dai magi) come stella dell'evangelizzazione (stanza 8) e nel momento in cui termina la loro strada al fonte battesimale (stanza 9 e 21). Maria è soprattutto presente sul lungo cammino della Chiesa fino a quando giungerà alla gloria (stanza 11 e 23). La maternità di Maria in tal modo rifulge nella luce pasquale ed escatologica, punto di arrivo del cammino temporale della Chiesa.

5. Valore dell’Akathistos
L'Akathistos è una composizione davvero ispirata. L'Inno conserva un valore immenso a motivo del suo respiro storico-salvifico, che abbraccia tutto il progetto di Dio coinvolgendo la creazione e le creature, dalle origini fino alla pienezza in Cristo. La sua importanza è data anche dalle fonti: la Parola di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento, sempre presente in modo esplicito o in modo implicito, la dottrina definita dai Concili di Efeso e di Calcedonia dai quali direttamente dipende, le esposizioni dottrinali dei Padri del IV e V secolo dai quali desume concetti ed asserzioni.
In esso è determinante la sapiente metodologia mistagogica che esalta il mistero mariologico. In questo senso, la composizione, assumendo le immagini dalla creazione e dalle Scritture, eleva la mente e la porta alle soglie del mistero contemplato e celebrato: quel Mistero del Verbo incarnato e Salvatore che, come afferma il Concilio Vaticano II, fa di Maria il luogo di incontro e di riverbero dei massimi dati della fede .
Maria nell'Inno appare come la Madre Vergine dell'Unico Figlio, vero Dio e vero Uomo. E' la celeste Gerusalemme, splendente di bellezza, la restauratrice della nostra condizione perduta, la guida sicura alla nostra conoscenza del Verbo, la speranza della nostra ultima trasfigurazione in Lui, nei cieli. E' la Theotokos ed è insieme la Chiesa Vergine e Madre: Colei che avendo generato il Cristo, ne prolunga la generazione pasquale nelle membra, in un cammino progressivo di assimilazione dei fedeli a Cristo.
La grandezza dell'Inno sta anche nell'intento sotteso di educare i fedeli a una fede in Maria autentica e priva di devozionismo: Maria è lo strumento attraverso il quale Dio realizza il suo progetto salvifico: "Ave per te…". L'acclamazione riconosce a Maria il posto e il ruolo che Dio le ha dato nella sua economia salvifica.

Bibliografia

Testi tratti da "Inno Akathistos", Quaderni della Comunità Adveniat, Santa Maria in Arce; TONIOLO, E., Akathistos, temi e problemi, in Teothokos 15 (2007) 77-102; DE MEESTER, P., L'inno Akatisto, in Bessarionen 8 (1904); 9 (1904); BARSOTTI D., Lode alla Vergine. Inno akathistos alla divina madre, Vita e Pensiero, Roma 1959; MALASPINA F., L’Akathistos. Icona del mistero di Cristo e della Chiesa nella Semprevergine Madre di Dio, ISSUR “Ignatianum”, Messina 1994; De Meester P., O.S.B., L'Inno A.: studio storico letterario, Roma 1905; Id., Testo e versione italiana con tutta l'uffìciatura della festa, Roma 1902; Del Grande C., L'inno A. in onore della Madre di Dio, Firenze, Fussi Ed., 1948; Tardo L., Uffizio dell'Inno A. in onore della SS. Madre di Dio, Grottaferrata 1949; Wellaz E., The « A. »: a study in Byzantine Hymnography, Dumbarton Oaks Papers, nn. 9-10 (1956) pp. 141-174; Meersseman G. G., O.P., Der Hymnos A. im Abendland: I. A. Akoluthie und Grusshymnen, pp. XII-228, 1958; - II. Gruss-Psalter Gruss-Orationen, Gaude-Litteratur und Litanien (Spie. Frib. Texte zur Geschichte des Kirchlichen Lebens, nn. 2 e 3); Id., The A. Hymn introduced and transcribed by Egon Wellesz, Copenhagen 1957 (Union Acad¨¦mique Internationale, Monumenta Musicae byzantinae transcripta, vol. IX).


VEDI ANCHE:
 - INNOGRAFIA MARIANA






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