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BEDA IL VENERABILE



Santo e Dottore della Chiesa.

1. Cenni biografici
a)
Nacque a Jarrow o a Wearmouth - Northumberland nel 672 o 673 sui confini della Scozia. Dall'età di sette anni visse nel monastero di Wearmouth sotto la regola dell'abate Benedetto Biscop. A 12 anni fu vestito dell'abito benedettino e si trasferì poi nel 681 alla nuova fondazione del monastero di Jarrow dove era abate Ceolfrido. Diacono nel 692, divenne sacerdote nel 703. Insegnò il latino e il greco e studiò l'ebraico. Si dedicò allo studio delle Scritture e sostenne che la verità risiede soltanto nella loro corretta interpretazione. Fu perfetto monaco e perfetto studioso! Godeva tal fama di santità, che, ancora vivente, fu soprannominato Venerabile, soprannome che ancor oggi gli rimane. Gran numero di persone ricorrevano ai lumi dei suoi consigli, ed egli accoglieva tutti amorevolmente e soddisfaceva con somma carità tutti, dal più umile e rozzo al più alto dignitario. Praticando in tutta l'estensione il motto: ora et labora del suo padre, S. Benedetto, ravvivò lo studio col soffio della pietà più profonda e studiò non per sfoggio di erudizione, ma per conoscere e far conoscere sempre meglio le meraviglie di Dio, per sentire più profondamente nel cuore le verità della fede e per metterle in pratica con l'esercizio delle più sublimi virtù. Anche nell'ultima sua dolorosa infermità, non diminuì la sua grande attività di scrittore. Morì nel 735 a Jarrow, oggi nella contea metropolitana di Tyne and Wear: «Mentre con la faccia rivolta alla chiesa recitava con fervore e ad alta voce il Gloria Patri, il divino programma della sua vita, gli Angeli si presero la sua bell'anima e la portarono in Paradiso, poiché: Qui fecerit et docuerit, magnus vocabitur in regno coelorum: "chi avrà praticato e insegnato, sarà grande nel regno dei cieli"». Le sue spoglie riposano nella cattedrale di Durham. Nel 1899 papa Leone XIII lo dichiarò dottore della Chiesa. La festa liturgica si celebra il 25 maggio. La vita di questo grande fu tutta nascosta: la spese nell'osservanza monastica, nella preghiera, negli studi sacri, nell'insegnamento e nello scrivere libri.  Beda influenzò largamente la cultura del suo tempo e, attraverso Alcuino, innestò la cultura anglosassone nella civiltà carolingia prima e in quella europea poi.

2. Scritti del Venerabile
Ecco un elenco delle principali opere del Venerabile
- Martyrologium, a noi pervenuto con aggiunte posteriori, con cui iniziò la serie dei cosiddetti martirologi storici.
- De orthographia, glossario alfabetico;
- De temporibus, sui principi per determinare la data della Pasqua secondo l'uso romano adottato dal Sinodo di Whitby (664) con una cronaca delle sei età del mondo tratta da Sant'Isidoro;
- De temporum ratione sugli eventi dall'incarnazione di Cristo;
- De natura rerum (forse 725), trattato di cosmografia;
Historia ecclesiastica gentis Anglorum in 5 libri, dall'invasione romana fino al 731: raccolta di eventi storici da fonti autorevoli e di vivaci racconti aneddotici: Fondandosi su documenti locali e notizie desunte di fuori (compresovi l'archivio della S. Sede), narrò le gesta della sua nazione fino all'anno 731, tenendo speciale conto degli avvenimenti d'ordine ecclesiastico: essa è la migliore opera storica che la letteratura cristiana fino a quei tempi abbia prodotto, e anche nei secoli seguenti dobbiamo arrivare fino alla Storia della chiesa di Amburgo di Adamo di Brema (1075) per trovare un'altra opera storica che possa gareggiare con l'Historia ecclesiastica, la quale ebbe per i posteri speciale importanza anche sotto l'aspetto cronologico, avendo introdotto il modo di computare gli anni ab Incarnatione Domini: dietro questo esempio tale sistema fu adottato negli Annali dell'Evo Carolino e da questi poi propagato per tutto il mondo cristiano.
Historia abbatum: storia del suo monastero dal 681 al 716;
- De miraculis Sancti Cuthberti: opera poetica;
- De vita et miraculis Sancti Cuthberti, episcopi Lindisfarnensis:
opera in prosa;
Lasciò pure scritti esegetici sull'Apocalisse, Atti, Epistole, Luca, Samuele, Marco,i Re, Genesi 1-20, Esdra e Neemia, Esodo 24,12-30 e 21, il Cantico dei Canticie Tobia, ispirati da Sant'Agostino, San Girolamo, Sant'Ambrogio e San Gregorio.
I suoi scritti erano così sodi, così sapienti e di tanta autorità, che lui vivente, venivano letti pubblicamente nelle chiese.
Scrisse anche diversi opuscoli grammaticali:
- De metrica arte;
- De schematibus et tropis
;
- De orthographia
.

3. Opere mariane
a) Sono autentiche le seguenti Omelie mariane:
- Homil. 1, in festo Annuntiat. (PL 94, 9a-14d);
- Homil. 2, in Visitat. (PL 94, 15a-22b); 3);
- Homil. 15, in Purific. (PL 94, 79-83).  È bene rilevare come la la e la 2a delle suddette Omelie non sono per la festa dell'Annunciazione e della Visitazione, ma sono per il mercoledì e per il venerdì della terza settimana d'Avvento;
- Homil. 57, de Assumpt. (PL 94, 420b-421b = In Le. XII, 10, PL 92, 470d [linea 7] a 472a [linea 9J; 2);
-  Homil. 58, in commemoratione divinae Virginis de Ev. Le. (PL 94, 421b-422b = In Le. IV, 11, PL 92,479 [12] 480 [8] più una conclusione originale di quattro righe);
- Hymnus XI, in natali sanctae Dei Genitricis (Cfr.Dreves G., An. Hymn. Medii Aevi, Leipzig 1907, t. 50, pp. 96-97, e il testo pp. 110-111 [n. 87].
b) Non sono rienute autentiche queste altre opere attribuite al Venerabile:
- In Matthaeum (PL 92, 9-11oa: su Maria, e. 1, col. 10c-14c) ripresa da Rabano Mauro (PL 107, 731ss); v. Laurentin-Table, p. 137;
- In Joannem II (PL 92, 657c-658a) ripresa da Alcuino, In Joann. II (PL 100, 766d-767b);
- Homil. 55, in Natali divae Virginis (PL 94, 413d-419a = PL 101, 725a-733a, Pseudo-Alcuino, Liber generationis);
- Homil. 59, de Sancta M. V.
(PL 94, 422b-423b);
- De meditatione Passionis (PL 94, 561c-568c), probabilmente di un Cistercense del sec. XIV. È stata anche attribuita a S. Agostino, a S. Bernardo, a S. Bonaventura e a Gersone che ne ha data solo una versione in francese (Cfr. Thomassy R., Jean Gerson, Perisse, Parigi 1859, pp. 338-369). Cfr. Wilmart A., Le poème bonaventurien sur les sept paroles, in « Rev. Bénéd. » 47 (1935) pp. 269-270.

3. Maria nella dottrina di Beda il Venerabile
a)
a)Il grande monaco e dottore della Chiesa, fu ardente devoto della Santa Vergine che salutò come Mediatrice Universale e Cooperatrice di Salvezza, anticipando così la moderna speculazione sulla Madre di Dio. Tutti i privilegi mariani, per san Beda, sono offerti alla Vergine per la crescita spirituale e la gloria di tutto il popolo di Dio. Così, per il privilegio unico ed inarrivabile della sua Assunzione corporea, Maria Santissima intercede incessantemente ed efficacemente per noi peccatori: «Oggi, fratelli, celebriamo la festa della Santa Madre di Dio, Maria, che oggi dal mondo è salita al Cielo per pregare per noi suo Figlio, perché il mondo sarebbe distrutto se non fosse sostenuto dalle preghiere di Santa Maria. Noi abbiamo letto che Ella, dopo essere salita al Cielo sta continuamente alla presenza di Dio, effondendo assidue preghiere per i nostri peccati. Maria trattiene i giusti affinché non cadano; conforta i peccatori perché non periscano; ama le vergini, se perseverano nell’autentica verginità; custodisce le vedove se permangono nella purezza della loro vedovanza» . Come si vede l’intercessione di Maria è universale: nessuna categoria di persone può fare a meno di Lei per ottenere la grazia dal Signore. Solo Lei può ottenere ogni aiuto per tutti: dall’ultimo dei peccatori al fiore più bello della famiglia dei vergini.
b) Per spiegare la potenza universale di Maria san Beda racconta un esempio storico noto a tutti i suoi ascoltatori di quel tempo: un chierico della nobiltà romana per le sue vicissitudini familiari era deciso a lasciare la via del Sacerdozio ma la Santa Vergine intervenne: «Abbiamo letto cosa Maria ha fatto per un chierico, nato a Roma da nobile famiglia. Il padre e la madre, il fratello e la sorella erano morti ed egli, unico superstite, era molto onorato per i suoi numerosi possedimenti. Vicino alla casa aveva una cappella consacrata alla Beata Vergine nella quale ogni giorno cantava tutte le ore dell’Ufficio di Santa Maria. Tutti i suoi parenti però lo vollero costringere a prendere moglie. Egli per lungo tempo non volle, ma poiché essi insistevano persino con la costrizione, cedette alla loro volontà. Gli dettero in moglie una delle donne più benestanti di Roma. Così avvenne che, stabilito il giorno delle nozze, giunsero i suoi parenti in gran pompa e con gioia prepararono il matrimonio secondo l’usanza. Mentre essi montavano a cavallo il chierico si ricordò che la Beata Maria non lo aveva mai abbandonato [...] e ricordandosi che non aveva ancora cantato l’ora nona dell’Ufficio di Santa Maria disse ai soldati: “Apparecchiate le mense e tutto ciò che deve essere preparato secondo l’uso delle nozze, mentre io andrò in chiesa per cantare l’ora nona di Santa Maria e poi tornerò da voi”. Quelli cominciarono a rattristarsi dicendo: “Ma gli altri che si sposano si comportano così? Si recano a cantare l’Ufficio divino?”. Quando il chierico aprì la porta della chiesa la vide piena di ineffabile splendore mentre la Beata Maria era seduta davanti all’altare. Atterrito cadde a terra esanime, ma la stessa Vergine, avvicinandosi e tenendogli la mano, gli disse: “Non temere, io sono la tua amica, quella che hai sempre amato e avuto nella tua mente. Ora invece tu mi hai abbandonato per prendere un’altra donna. Perché l’hai fatto? Non sono io la tua amica? Non sono abbastanza bella? Ne cerchi forse un’altra che sia più bella di me?”. Il chierico, abbastanza timoroso, rispose: “Chi sei, mia Signora? Io non ti conosco ma vedo che sei così bella e così onesta da non avere uguale. Il profumo che emana da te mi riempie così tanto da credere di trovarmi in Paradiso”. La Vergine rispose: “Io sono la Beata Maria, la Madre di Cristo. Tu, che finora mi hai servito, perché mi vuoi abbandonare, volendo sposare un’altra? Non mi lasciare per una donna mortale la cui vita è breve”. Detto ciò la Vergine scomparve dai suoi occhi. Il chierico, dopo aver recitato l’ora nona tornò a casa dove lo attendevano i suoi soldati che lo costrinsero a dire per quale motivo avesse tanto indugiato. Egli disse loro: “Qualcuno dei miei parenti prenda con sé la mia promessa sposa, perché io non ho nessun’altra se non la Beata Maria che desidero servire notte e giorno”. La sua sposa, udendo queste cose, ritornò a casa di suo padre triste ed addolorata. Il chierico invece si recò dal beato Zefiro [forse il Papa e martire san Zefirino †217], che in quel tempo era Papa, chiedendogli consigli sul da farsi. Zefiro gli ordinò di donare tutti i suoi beni alla chiesa nella quale aveva avuto l’apparizione, di farsi monaco di quella chiesa e di servire Dio e la Beata Vergine tutti i giorni della sua vita perché Ella lo aveva liberato dal laccio del diavolo» . Conclude quindi molto sapientemente il nostro venerabile san Beda: «Perciò ora fratelli poniamoci sempre al servizio di tale Regina, che non abbandona coloro che sperano in Lei. E poiché Gesù ama ed esaudisce le preghiere dei santi, molto di più esaudisce sua Madre che prega per i peccatori. Egli stesso, disteso sulla croce, La affidò al beato evangelista Giovanni, affinché La custodisse giorno e notte per tutta la sua vita. Ed il beato Giovanni adempì scrupolosamente il compito che gli era stato affidato [...]. Con tutto il nostro affetto perciò troviamo rifugio in Lei, affinché con le sue preghiere ci conduca a quella gioia nella quale Essa rimane in eterno insieme al Figlio» .

Bibliografia
GENOVESE L. M., Una potente Mediatrice in Cielo in San Beda il Venerabile, in Settimanale di Padre Pio, Numero 15 del 14 aprile 2013; MORIN G., Le recueil primitif des homélies de Sède, in « Rev. Bénéd. » 9 (1892) pp. 316-326; CAPUTA G., Il sacerdozio dei fedeli secondo san Beda. Un itinerario di maturità cristiana, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002; BEDA IL VENERABILE,  Storia degli inglesi.Testo latino a fronte, vol. 2, Mondadori, Milano 2010;  IDEM, Omelie sul Vangelo, Città Nuova, Roma 1990; IDEM, Esposizione e revisione degli Atti degli Apostoli, Città Nuova, Roma 1995;  IDEM, Commento all'Apocalisse, Città Nuova, Roma 2015; IDEM, Esposizione e revisione degli Atti degli Apostoli, Città Nuova, Roma 1995






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