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CUNCTAS HAERESES SOLA INTEREMISTI


Antifona mariana:

GAUDE, MARIA VIRGO:
CUNCTAS HAERESES
SOLA INTEREMISTI
IN UNIVERSO MUNDO.

RALLEGRATI, VERGINE MARIA:
TUTTE LE ERESIE
TU SOLA HAI DISTRUTTE
NEL MONDO INTERO


1. Origine storica
Secondo i due ricercatori A. EMMEN e H. BARRÉ quest’antifona è anteriore al 700, risale cioè ad un secolo prima di Carlo Magno, ed è la sintesi di un responsorio più articolato che, secondo Barré, suonava così:
Rallegrati, Vergine Maria,
tu sola hai distrutto tutte le eresie,
[manca in universo mundo]
tu che hai creduto alla parola dell’arcangelo Gabriele
quando, Vergine, hai generato
Dio [fatto] uomo,
tu sei rimasta inviolata dopo il parto.

Da questo responsorio è stata ricavata l’antifona, introdotta nel 1568 nel breviario e nel messale riformato di San Pio V per la festa dell’Annunciazione, con l’aggiunta di in universo mundo.

2. Fonte del responsorio e dell’antifona
Secondo Barré il responsorio, dalla fisionomia abbastanza insolita, è di origine occidentale perché non si riscontra in esso nessun corrispondete greco, non c’è nulla, cioè, che sia tipicamente orientale. Una leggenda racconta che esso venne composto da un romano di nome Vittore, cieco dalla nascita il quale, sostando davanti all’altare di Santa Maria alla Rotonda, compose questo responsorio per grazia di Dio. Tuttavia al responsorio si può riconoscere una certa, anche se minima, influenza orientale proveniente dall’Omelia IV di San Cirillo d’Alessandria che, durante il Concilio di Efeso (431), così si rivolge alla Vergine:
Per mezzo di te, Maria, Madre di Dio,
la croce preziosa è celebrata, adorata nel mondo intero.
Per mezzo di te, i demoni sono messi in fuga.
Per mezzo di te, la creatura caduta sale al cielo.
Per mezzo di te, ogni creatura […….]
Giunge alla conoscenza della verità. […..]
Per mezzo di te, i re regnano, per mezzo della Santa Trinità.

Il responsorio e l’antifona si iscrivono in questo lirismo che attribuisce tutti i benefici della salvezza e della vera fede all’incarnazione del Salvatore, di cui Maria è il principio umano. Proprio su questa scia, anche San Germano di Costantinopoli (640-733) saluta la Vergine così:
Rallegrati, sorgente di effluvi divini,
da cui scaturiscono i frutti ortodossi della divina Sapienza
in onde purissime e limpidissime
e disperdono le schiere delle eresie.


3. Interpretazione
Emmen, dopo aver esaminato 60 commenti all’antifona, cataloga così la gamma delle varie interpretazioni: la santità di Maria, in generale, ha vinto le eresie; la maternità divina è principio attivo di questa vittoria, sia perché Maria ha dato al mondo la Verità e la Luce che è Cristo, sia perché, per mezzo della potenza di suo Figlio, ha anche lei schiacciato il serpente infernale; con la sua spirituale sapienza, Maria, Madre della Chiesa e custode della sua fede, ha istruito gli Apostoli e gli altri membri della Chiesa primitiva nella vera dottrina e li ha aiutati con la sua protezione, a lottare contro le eresie; la verità divina attestata dal mistero di Maria, elimina, secondo Newman, Semmelroth e Schmaus, le eresie. I papi hanno ripreso spesso questa antifona, collegando la vittoria sulle eresie con quella di Genesi 3,15, non citata nel responsorio. Pio XII, ad esempio, chiama la Vergine “Victrix omnium praeliorum pro Deo, cioè Vincitrice di tutte le battaglie per Dio” (AAS 34 (1942), pp. 345-346).

4. Senso stretto e complessivo
Secondo Emmen il senso puntuale dell’antifona, alla luce del responsorio da cui deriva è questo: Maria ha vinto le eresie, per aver creduto alla parola di Gabriele, generando, benché Vergine, l’Uomo – Dio” La fede sublime di Maria, insomma, e la sua perfetta e irreversibile sottomissione a Dio, hanno escluso tutte le eresie, dal momento che esse non sono altro che disobbedienza e rivolta della ragione contro la parola di Dio. La forza poetica dell’elogio paradossale che viene fatto a Maria, non si lascia, però, racchiudere solo in questi stretti confini. Per comprendere in pieno il senso dell’antifona, così come è stata commentata da tanti autori, bisogna commentare i tre aspetti del suo complessivo significato: la FEDE, il MISTERO, i FRUTTI:
LA FEDE
- La perfezione della fede di Maria, esclude ogni eresia e ogni disobbedienza;
- Questa fede ha valore di paradigma, perché è il punto di partenza della nuova creazione promessa dai profeti;
- Questa fede porta alla realizzazione sulla terra del progetto salvifico di Dio che vuole la salvezza di tutti gli uomini ed ha, quindi, un significato eccezionale ed una portata universale;
- Questa fede intuitiva e attuata nella prassi vivente di Madre di Dio, disarma le estrapolazioni e le deviazioni della Parola di Dio, perché accolta nella sua più autentica pienezza e completezza.
- L’esempio della fede prototipica di Maria, ha contribuito a tutte le vittorie successive della storia della salvezza;
- L’insegnamento che Maria, in quanto unica testimone dell’Annunciazione dell’Incarnazione ha trasmesso alla Chiesa, non è estraneo, dunque, alla sua vittoria per il fatto che Ella, come afferma Leone XIII, comunicò la sua conoscenza dei misteri dell’infanzia di Cristo a Giovanni, il discepolo a cui fu affidata in modo diretto e a Luca che afferma come Maria ben li conservasse e meditasse nel suo cuore (Cfr. Lc 2,19 e 51). Proprio il vangelo di Luca irradia la gioia sempre ridondante del Natale che fa riecheggiare nell’annuale liturgia solenne della festa, la vittoria della Nascita per eccellenza.
IL MISTERO
L’antifona non parla solo della fede di Maria, ma anche dell’oggetto di questa fede e cioè del mistero che Dio le ha proposto e che Ella ha realizzato generando il Figlio di Dio. Il responsorio, infatti, spiega la vittoria di Maria precisando:
Tu hai generato Dio e uomo,
tu sei rimasta inviolata dopo il parto.
Questo mistero della concezione verginale, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani e per il razionalismo e i razionalismi di tutti i tempi, mistero nel quale si congiungono mirabilmente la vita umana e la vita divina, è evocato dal responsorio come una vittoria della sapienza di Dio sulla sapienza umana. La conoscenza di Maria, madre Vergine di Cristo, è e rimane un antidoto perenne contro la teologia dei sofismi, delle meschinità, delle deviazioni, frutto di filosofie e ideologie anguste e conferma perennemente che la coerenza della Rivelazione non è una parola vana e che solo dal “mirabile scandalo” del Dio che entra nella storia umana per mezzo di Maria, deriva la nostra salvezza. Per questo, poeticamente, l’antifona proclama: cunctas haereses sola interemisti in universo mundo.
I FRUTTI
La fede di Maria è, infine, vittoriosa perché è il principio di tutti i compimenti successivi del piano di Dio proposto al suo consenso. Per mezzo della sua fede, proclamano i Santi Padri, Maria ha generato Colui che vince e distrugge il peccato con la sua presenza, il suo insegnamento, la sua morte e la sua resurrezione e che ha donato la vita al mondo. Questa fede lega Maria come un vincolo perfetto ed irreversibile all’opera di Cristo e, unita alla sua preghiera e alla sua intercessione, accompagna costantemente l’azione vittoriosa di Cristo, alla quale la Vergine partecipa in un modo più intimo e più singolare di chiunque altro.

5. Conclusione
L’antifona, in definitiva, invita a misurare: la fede vittoriosa di Maria; la potenza salvifica del suo mistero che è il capolavoro di Dio; tutto ciò che è dato a partire dal suo consenso: Cristo stesso, al quale da allora maria è associata in tutti i suoi misteri gioiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi, cioè vittoriosi. Padre Chaminade (1761-1860), fondatore dei marianisti affermava: Tutte le eresie del passato e anche quelle del presente, hanno abbassato il capo davanti alla santissima Vergine e, a poco a poco, Ella le ha ridotte al silenzio e al nulla. (Lettera del 24 agosto 1839 ai predicatori).

Bibliografia
LAURENTIN R., Maria chiave del mistero cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pp. 137-147; EMMEM A., Cunctas haereses sola intermisti, in Maria Ecclesia, Roma, 9 (1961), pp. 93-151; BARRE H., Antienne et reponse de la Vierge, in Marianum, 29 (1967), pp. 209-211; CIRILLO D’ALESSANDRIA, Omelia IV, Sermone 1 contra Nestorio, PG 77, 992b-c.






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