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ANNUNCIAZIONE


Inaugurazione della « pienezza dei tempi ».
L'Annunciazione a Maria inaugura la « pienezza del tempo » (Gal 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà « corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col 2,9). La risposta divina al suo « Come è possibile? Non conosco uomo » (Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: « Lo Spirito Santo scenderà su di te » (Lc 1,35) [484].
Il Figlio eterno, concepito come uomo in Maria per opera dello Spirito Santo, diventa il Cristo, l'« Unto ».
Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è « Cristo », cioè unto dallo Spirito Santo (cf Mt 1,20; Lc 1,35), sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori (cf Lc 2,8‑20), ai magi (cf Mt 2,1‑12), a Giovanni Battista (cf Gv 1,31‑34), ai discepoli (cf Gv 2,11). L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque « come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza » (At 10,38) [486].

Bibliografia
MARTINEZ FERNANDEZ L., Dizionario Teologico del Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998.
  
1. Valenza mariologica dell'annunciazione
L'importanza della pagina aurea del vangelo di Luca che racconta l'annunciazione (Lc 1,26-38) non si può sottovalutare. Se pensiamo ai numerosi commenti che essa ha suscitato nel corso dei secoli, tra cui le celebri quattro omelie di s. Bernardo Super missus, dobbiamo convenire che essa è «il testo più conosciuto e amato dalla tradizione cristiana».  In base a recenti studi esegetici possiamo entrare più addentro nella comprensione dei vangeli dell'infanzia e in particolare dell'annuncio dell'angelo a Maria. A questo scopo occorre innanzitutto metterlo in relazione con l'analogo annuncio a Zaccaria (Lc 1,5-25). Infatti la struttura del vangelo dell'infanzia presenta «una serie di blocchi narrativi che, alternativamente, trattano di Giovanni Battista e di Gesù». Si tratta dei dittici delle annunciazioni (1,5-25; 1,26-38), delle nascite (1,57-80; 2,1-40), delle circoncisioni (1,59-79; 2,21) e delle crescite (1,80; 2,40.52). Ad essi si aggiungono come ampliamenti gli episodi della visitazione (1,39-56), della presentazione e del ritrovamento nel tempio (2,22-38; 2,41-52). Con il procedimento del parallelismo o synkrisis Luca fa emergere, accanto alle somiglianze, soprattutto le differenze tra Giovanni e Gesù, tra Zaccaria-Elisabetta e Maria, nel senso della superiorità di Gesù sul Battista e di Maria sui genitori di lui. Se Giovanni è «profeta dell'Altissimo» che prepara le vie del Signore (1,76), Gesù è il «Figlio dell'Altissimo, che regnerà per sempre (1,32-33). Mentre Elisabetta e Zaccaria sono «giusti davanti a Dio» in quanto osservano la legge mosaica (1,6), Maria è «colma del favore divino» in vista del concepimento verginale del Figlio di Dio (1,28.35). Zaccaria, nonostante la sua età avanzata e la sua condizione sacerdotale, dubita della possibilità di realizzazione del messaggio dell'angelo (1,18.20). Maria invece, pur nella sua giovane età e di fronte ad una proposta inaudita, accoglie con fede esemplare la parola di Dio (1,38.45). In chiave storico-salvifica, Luca mette in rilievo che l'annuncio a Maria segna l'inaugurazione dei tempi definitivi. In realtà, «con Giovanni Battista, che nascerà da Zaccaria, si adempiono i tempi della preparazione veterotestamentaria; mentre con Gesù, il nascituro da Maria, s'instaura l'era della pienezza escatologica». Inoltre l'annuncio a Maria svela la scelta paradossale e gratuita del Dio della salvezza. «L'orientamento del racconto è inequivocabile: Dio sceglie l'umile». Anzi, bisogna osservare che il fatto che il messaggio celeste sia rivolto ad una vergine è decisamente scandaloso. Il confronto con la parallela promessa a Zaccaria mette in risalto l'eccezionalità dell'avvenimento: qui un sacerdote, là una semplice fanciulla. Già s'intravede che i parametri di Dio non sono quelli degli uomini. La sua sapienza supera le ovvie scelte della sapienza umana. Oltre al parallelismo, giova alla comprensione del racconto dell'annuncio a Maria il ricorso agli schemi ad esso sottostanti, che si rifanno all'AT e ne costituiscono il genere letterario.

2. Quattro schemi di interpretazione
Gli esegeti hanno presentato quattro schemi d'interpretazione, i quali più che opporsi si completano vicendevolmente:
a) Schema di annuncio di nascita meravigliosa;
b) Schema di vocazione;
c) Schema apocalittico;
d) Schema di alleanza.

a) SCHEMA DI ANNUNCIO DI NASCITA MERAVIGLIOSA
Se si paragona l'annuncio a Maria con i racconti veterotestamentari di annuncio di nascite miracolose, ci si accorge subito che tutti presentano la stessa struttura fondamentale. Questa consta di 5 elementi, come appare dalla presente sinossi:

 
ANNUNCIO A
 Abramo Manoach e moglieZaccariaMaria
 Gn 18,1-15Gdc. 13,3-22Lc 1,5-25 Lc 1,26-38
1. Apparizione18,1-213,3.91,111,28
2. Turbamento18,2 (?)13,20.221,121,29
3. Messaggio18,1013,3-5.7.131,13-171,30-33
4. Obiezione18,1213,12 (?)1,181,34
5. Segno18,1413,20 (?)1,19-201,36-37
In questo schema il contenuto principale è costituito dalla nascita straordinaria di Gesù. Si ha in Lc 1,35 «un'asserzione cristologica e teologica», secondo cui Gesù è figlio di Dio in quanto deve la sua esistenza umana all'azione divina creatrice nel seno della Vergine. E si ha insieme «un preciso accento mariologico», poiché lo Spirito adombrerà Maria rendendola capace di generare verginalmente. In continuità con l'AT, dove Dio concorre miracolosamente alla concezione di Isacco, Sansone, Samuele e Giovanni da madri sterili e anziane, si afferma l'intervento della potenza di Dio cui niente è impossibile (Le 1,37; cf. Gn 18,14). Ma nell'annuncio a Maria si va oltre la vittoria sulla sterilità, perché si parla dell'evento inaudito della concezione senza l'intervento dell'uomo in virtù dell'attività creatrice dello Spirito (vv. 34-35). Anche se i racconti delle nascite miracolose trovano un riscontro fondamentale nell'annuncio a Maria, non si può ignorare che, tra l'altro, manca in essi un elemento molto evidenziato dal racconto lucano la risposta del destinatario. Si sono pertanto cercati altri schemi che tenessero conto di tale elemento.

b) SCHEMA DI VOCAZIONE
È proposto da K. Stock sulla base delle chiare somiglianze dell'annuncio a Maria con il racconto della vocazione di Gedeone (Gdc 6, 11-24). In ambedue i racconti si trova la stessa successione di elementi: saluto dell'angelo, dubbio o turbamento, primo messaggio, difficoltà, secondo messaggio, segno, consenso. Questo stereotipo mette in rilievo l'evento dialogico della storia della salvezza: alla chiamata di Maria a inserirsi nel piano salvifico come madre verginale di Gesù segue la sua risposta di fede esemplare. Maria accetta con il suo fiat (Lc 1,35) la vocazione particolarissima cui è chiamata. L'ottativo ghenoito non esprime una semplice accettazione, tanto meno una rassegnazione. «É, al contrario, un desiderio gioioso di collaborare a ciò che Dio prevede per lei. E la gioia dell'abbandono totale al buon volere di Dio». La tradizione cristiana attribuirà giustamente al consenso di Maria una grande importanza. Infatti nella sua umile semplicità, la risposta della Vergine ha in sé qualcosa di potente. Le parole «Ecco, io sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la sua parola» - fa' di me quello che vuoi - hanno veramente fatto storia. L'acconsentire passivo di una vergine indifesa è pieno di attività dinamica. Il suo «fiat» è l'acconsentire dell'umanità alla azione salvifica di Dio. Dio ha deposto la salvezza nelle mani di una persona che poteva aprirsi acconsentendo, ma anche chiudersi. Maria ha superato questa prova difficilissima; essa ha rinunciato al suo interesse personale affidando tutto il suo destino nelle mani di Dio. Così è divenuta lo strumento privilegiato della grazia divina. Anche questo schema, nonostante una sua più precisa attinenza al racconto dell'annunciazione, si rivela inadeguato. Nella vocazione di Gedeone si insiste troppo sul segno, che viene inteso quasi in modo magico, e suppone implicitamente il consenso di lui nell'azione successiva: «Gedeone costruì in quel luogo un altare...» (Gdc 6,24). Invece l'accettazione di Maria «è non solo espressa, ma sottolineata in una lunga formula solenne, nel luogo che le dà maggiore rilievo, a conclusione di tutto il racconto». Resta spazio per altre interpretazioni.

c) SCHEMA APOCALITTICO
Nel 1981 L. Legrand pubblica un volume dedicato all'annuncio a Maria con il sottotitolo «un'apocalisse alle origini del vangelo». Pur ascrivendo fondamentalmente Le 1,26-38 al genere di annuncio di nascita, l'esegeta vi scopre alcuni aspetti del genere letterario apocalittico. Questo consiste in un racconto in cui «una rivelazione è mediata da un essere celeste ad un destinatario umano per svelare una realtà trascendente che appartiene tuttavia al tempo e allo spazio» (J.J. Collins). Innanzitutto si nota nell'annuncio a Maria un'irruzione verticale propria della struttura apocalittica: non si parte dal basso, né ci si interessa dei parenti, ma tutto procede dall'alto. Inoltre la prospettiva dell'annuncio è escatologica: «esso non è più l'apocalisse della fine ma quella di un nuovo inizio, irruzione di un mondo nuovo piuttosto che ultima esplosione». Si trova ancora un influsso del pensiero apocalittico nel «contrasto tra la debolezza di una vergine e la Potenza divina». L'ottica apocalittica agisce soprattutto nel cuore del racconto, verso cui tutto converge, cioè «la rivelazione primordiale che svela nel bambino nascituro il compimento delle promesse e la manifestazione escatologica della potenza di Dio. Infine l'apocalisse di Luca è sdrammatizzata e interiorizzata, in quanto «la venuta del mondo nuovo avviene non attraverso i segni catastrofici dello sconvolgimento cosmico, ma nell'accoglienza della Parola nel cuore dell'esistenza della giovane nazaretana». Per quanto suggestiva anche questa interpretazione non si può considerare esauriente.

d) SCHEMA DI ALLEANZA
L'esegeta A. Serra, senza negare le forti analogie del brano di Luca con i modelli biblici di annuncio di una nascita o di una missione, ritiene che si raggiunge una migliore comprensione del brano di LC 1, 26-38 qualora si legga come «un formulano tipico dei riti d'alleanza fra Dio e il suo popolo».  In realtà le formule di stipulazione o rinnovo dell'alleanza, che ritornano 11 volte nell'AT, contengono sempre due elementi strutturali: il discorso del mediatore, che da messaggero di JHWH annuncia e spiega la sua volontà, e la risposta del popolo, che dichiara unanime il proprio assenso: «Faremo quanto il Signore ha detto» (Es 19,8), «serviremo il Signore nostro Dio» (Gs 24,24), «faremo come tu dici» (Esd 10,12; Ne 5,12; lMac 13,9). Questi due elementi del formulano rituale dell'alleanza si scorgono senza difficoltà nell'annunciazione. L'angelo Gabriele è il mediatore che si fa portavoce del progetto di Dio su Maria per l'alleanza eterna del re messianico con la casa di Giacobbe. Al posto del popolo è Maria a rispondere con la formula tipica della fede e dell'obbedienza. Sicché «Israele si concentra in lei. Realmente è la "figlia dì Sion"». Il genere letterario dell'annuncio a Maria si rivela una forma mista (Mischform), in cui convergono elementi degli schemi di annuncio, di vocazione, di apocalisse e di alleanza. Attraverso questi procedimenti Luca trasmette contenuti teologici circa il ruolo di Maria nella storia della salvezza. La Madre di Gesù è la donna in cui Dio rende possibile ciò che è umanamente impossibile (Lc 1,37). Ella diventa il luogo della nascita dall'alto di una nuova umanità. Maria è inoltre la donna chiamata a collaborare con Dio per l'incarnazione del Verbo. E l'icona antropologica della creatura che liberamente aderisce alla volontà divina, per quanto impegnativa e imprevedibile. É il paradigma dell'uomo che si apre alla vocazione del Dio che interviene nella vita chiamando ad una missione di salvezza a favore del popolo. Maria è anche la donna dell'apocalisse, cioè della rivelazione gratuita e trascendente di Dio nell'evento escatologico della venuta del Figlio nel mondo. La primizia dell'annuncio ditale evento definitivo è riservata a lei. Infine Maria è la «figlia di Sion», che nell'obbedienza e nella fede, offre a Dio il sì dell'alleanza in nome e in comunione del suo popolo. Si avvereranno in lei le promesse di benedizione fatte ai padri.

Bibliografia
DE FIORES S., Maria madre di Gesù. Sintesi storico-salvifica, EDB, Bologna 1992, pp. 72-78; CONZELMANN H., Die Mitte der Zeit. Studien zur Theologie des Lukas, Tilbingen 1964; DE LA POTTERIE J., Maria nel mistero dell'alleanza, Marietti, Genova 1988; LAURENTIN R., Structure et théologie de Luc, 1-11, Gabalda, Paris 1957; ID., I vangeli dell'infanzia di Cristo, Paoline, Cinisello Balsamo 1985; DA SPINETOLI O., Introduzione ai vangeli dell'infanzia, Cittadella, Assisi 1976; ARANDA G., Los evangelios de la infancia che la de Jesus, in «Scripta theologica», 10(1978), pp. 793-848; Zur Theologie del Kindheitsgeschichten. Der heutige Stand der Exegese, a cura di PESCH R., Schnell & Steiner, Miinchen-Ziirich 1981; BENOTT P., Les récits évangeliques de l'enfance de Jésus, in Exégèse et théologie, Cerf, Paris 1982, IV, pp. 63-94; FERRARO G., I racconti dell'infanzia nel vangelo di Luca, Dehoniane, Napoli 1983; AA. VV., Maria nel Nuovo Testamento, Cittadella, Assisi 1985; STOCK K., Die Berufung Marias (Lk 1,26-28), in «Biblica», 61(1980) pp. 457-491; LYONNET S., L'Annonciation et la mariologie biblique, in Maria in Sacra Scriptura, IV, p. 63; LEGRAND L., L'annonce à Marie (Lc 1,26-38). Une apòcalypse aux origines de l'Evangile, Cerf, Paris 1981.






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