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ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA


1. Echi di 2 Sam 6 in Lc 1,39-44

Il racconto della visita di Maria ad Elisabetta, sembra essere modellato su quello di 2Sam 6,2-16 che narra il trasporto dell’arca dell’alleanza da Baalà di Giuda a Gerusalemme.
Secondo i commentatori ci sono questi punti di contatti tra i due racconti:
1. I due viaggi hanno come scenario la regione di Giuda
2. In entrambi gli episodi hanno luogo manifestazioni di gioia: del popolo e di Davide e di Giovanni Battista
3. sia Davide con popolo che Elisabetta prorompono in grida di gioia
4. la presenza dell’arca in casa di Obed-Edom e la presenza di Maria in casa di Zaccaria
5. Lo stesso religioso timore invade Davide ed Elisabetta. Il primo esclama: “Come potrà venire a me l’arca del Signore?” e la seconda: “A che debbo che la madre del mio Singore viene a me?”
6. L’arca sostò in casa di Obed – Edom tre mesi, così come Maria nella casa di Elisabetta. Luca dice che Maria rimase “circa” tre mesi: probabilmente sapeva realmente quanto tempo Maria rimase da Zaccaria, ma volendo avvicinare il tempo di quella permanenza al racconto dell’arca dell’alleanza e volendo contemporaneamente rispettare i tempi storici, aggiunge il “circa” con il chiaro intendo, quindi, di presentare Maria come la nuova arca dell’alleanza.

2. Confronto tra Lc 1,35 ed Es 40,35

LUCA

ESODO

35a

35b


35c

Lo Spirito Santo scenderà su di te,

su te stenderà la sua ombra la potenza dell’altissimo

Per questo Colui che nascerà sarà chiamato “Santo”, “Figlio di Dio”

34a

35a


35b

Allora la nube coprì la tenda del convegno…

Mosè non potè entrare nella tenda del convegno perché la nube sostava su di essa

E la Gloria del Signore riempiva la dimora

Lo Spirito Santo che è la Potenza dell’Altissimo scende – copre con la sua ombra Maria. Perciò il grembo di lei darà vita a Uno che sarà chiamato “Santo”, “Figlio di Dio”
La Nube, simbolo della presenza di Dio copre – adombra la tenda del convegno. Perciò la Dimora è riempita della Gloria di Dio.
    
Questa presenza divina che per il passato aveva dunque dimorato sul tabernacolo, riempita la dimora tanto da proibire a Mosè di entrare, poi abitato il tempio di Gerusalemme, o più esattamente la parte più segreta di questo tempio, il Santo dei Santi, questa presenza che doveva infine consacrare il tempio simbolico dell’era messianica, ecco che l’Angelo Gabriele annuncia a  Maria che sta per realizzarsi e quasi attualizzarsi nel suo seno, trasformando questo seno verginale in un santuario, un Santo dei Santi vivente; questa presenza divina che ella dalla sua infanzia aveva imparato a venerare in un solo luogo della terra, là dove il Sommo Sacerdote entrava una volta all’anno nel Girono dell’Espiazione, l’angelo Gabriele le insegna che da oggi deve adorarlo in se stessa!

3. Il pensiero giudaico circa le sorti dell’arca

Parlando di Maria assunta in cielo, si afferma che Do non poteva permettere la corruzione di quel corpo che fu l’arca vivente del Figlio di Dio. Questo ci riporta al pensiero che gli ebrei avevano della incorruttibilità dell’arca custodita nel tempio di Salomone. L’arca era un tempietto di legno entro cui erano custodite le tavole della legge che Mosè aveva ricevuto dal Signore sul monte Sinai, quando fu stipulato il patto. In quanto tale, l’arca era considerata il simbolo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, a seguito dell’alleanza sinaitica. Quando Nabucodonosor, re di Babilonia, espugnò Gerusalemme nel 597 a. C., portò via tutti i tesori del tempio e fece distruggere il resto. Che fine fece l’arca? Probabilmente fu saccheggiata anch’essa, anche se non si nomina fra gli oggetti depredati. Ci sono testimonianze diverse che accreditano versioni diverse sulla fine dell’arca:
- il 2 Maccabei del II secolo a C. riporta una pia tradizione secondo cui il profeta Geremia prelevò l’arca con la tenda e l’altare degli incensi e si mise in cammino verso il monte Nebo, dalla cui cima Mosè aveva contemplato la Terra promessa. Salito sul monte depose in una caverna tutti gli oggetti ostruendone l’entrata e ordinò che il luogo doveva rimanere ignoto, fino a quando Dio non si sarebbe mostrato al suo Popolo.
- L’apocalisse di Baruc, apocrifo del I secolo d.C. scrive che Dio inviò un angelo nel tempio a prelevare gli oggetti sacri tra cui l’arca per nasconderli in luogo secreto, prima che i babilonesi abbattessero il tempio.
- Il Talmud babilonese afferma che l’arca disparve e che essa è destinata a durare fino al mondo futuro.
Da tutte le voci raccolte si può formulare qualche ipotesi: l’arca in quanto segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, è ritenuta incorruttibile. L’alleanza di Dio con Israele è infatti eterna: anche dopo lo sfacelo di Gerusalemme e del tempio, il Signore se ne prende cura fino a custodirla presso i sé in cielo. Attraverso la fede nell’incorruttibilità dell’arca, Dio andava preparando il suo popolo alla comprensione della figura di Maria. Lei, ormai, sarebbe stata l’arca dell’alleanza nuova ed eterna di Dio con l’uomo. Con l’assunzione, Dio ha glorificato il luogo dove si erano poggiati i suoi piedi.

Bibliografia

PRATESI M., Stabile come il cielo. Commento all'Antico Testamento della liturgia festiva. Anni A B C,  EDB, Bologna 2010; RAVASI G., L’albero di Maria. 31 immagini bibliche, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993; DE LA POTTERIE I., Maria nel mistero dell’Alleanza, Marietti, Genova 1988; BATTAGLIA O., La Madre del mio Signore. Maria nel vangeli di Luca e Giovanni, Cittadella Editrice, Assisi 1994; MANELLI S., Mariologia biblica, Casa Mariana Editrice, Frigento 1989; MORI E. G., Figlia di Sion e Serva del Signore. Nella Bibbia, nel Vaticano II, nel postconcilio, EDB, Bologna 1988; LAURENTIN R., I Vangeli dell’infanzia di Cristo. La verità del Natale al di là dei miti, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo 1986; SERRA A. - VALENTINI A., I Vangeli nell'infanzia, EDB/RSB, 1990






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