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VOCAZIONE LAICALE


1. Natura della vocazione laicale

La vocazione laicale ha come obiettivo «estendere il Regno di Dio, e animare e perfezionare l'ordine delle realtà temporali con lo spirito cristiano» (AA 4). I laici, «guidati dallo spirito evangelico, contribuiscono alla santificazione del mondo quasi dall'interno, a modo di fermento» (LG 31). È, dunque, una vocazione di «inserimento» nel «mondo» o nella «Secolarità» per essere «fermento evangelico» «in mezzo al mondo» (EN 70) e, in questo modo, «cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio» (LG 31). Così, «la condizione ecclesiale dei fedeli laici viene radicalmente definita dalla loro novità cristiana e caratterizzata dalla loro indole secolare» (CFL 15). Secondo l'etimologia della parola, «laici» sono i «membri del popolo» di Dio. Ma la loro peculiarità non consiste tanto nella parola quanto nella realtà di formare parte del popolo di Dio come fermento evangelico nella società. Il loro cammino di santità e di apostolato sarà, dunque, peculiare, allo scopo di immettere lo spirito evangelico nelle strutture umane. La loro condizione di profetismo, sacerdozio e regalità non è quella della gerarchia (o del sacerdozio ministeriale), ma quella del carattere battesimale (e dei sacramenti dell'iniziazione) con la derivazione verso:
- La secolarità o inserimento nelle «realtà temporali» (can. 225) o «Città terrena» (can 227), che è costituita dalle cose «temporali» o «secolari» (cf. LG 31; GS 43);
- La testimonianza di una vita da fermento evangelico, come segno speciale delle esigenze fondamentali che derivano dal battesimo rispetto alle beatitudini e al comandamento dell'amore;
- L'assumere la propria responsabilità nella missione della Chiesa, per far pervenire alle strutture umane la forza del profetismo, del sacerdozio e della regalità;
- Il vivere la comunione ecclesiale come parte peculiare del Popolo di Dio, nell'armonia dei carismi, delle vocazioni e dei ministeri.
La spiritualità laicale, senza venir meno alle esigenze della carità, avrà, dunque, queste caratteristiche di inserimento nel mondo come membra responsabili della Chiesa, mistero, comunione e missione. La vocazione di ogni fedele è un invito alla santità e all'apostolato, come «vocazione alla santità nell'amore»; quando si tratta dei fedeli laici, questa vocazione «si esprime e si attua nei fedeli secondo l'indole secolare loro propria e peculiare» (CFL 64). La loro linea spirituale e apostolica è di inserimento, come segno credibile del vangelo, formando parte integrante e responsabile della Chiesa, mistero, comunione e missione. I laici, come gli altri fedeli, per il fatto di essere membri della Chiesa, potranno compiere la missione loro affidata solamente se si rinnovano evangelicamente. A questo scopo bisogna che «tutti i cristiani riprendano il cammino del rinnovamento evangelico» (CFL 16).

2. Maria e la vocazione laicale
Se la linea «laicale» o «secolare» deriva dal mistero dell'Incarnazione (come inserimento profondo del Verbo nell'umanità), appare evidente che la dottrina mariana aiuterà tutta la Chiesa e, in modo particolare, i laici a comprendere meglio questa dimensione salvifica: «La Chiesa, raccogliendosi con pietà nel pensiero di Maria, che contempla alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nel supremo mistero dell'Incarnazione» (LG 65). I laici sono chiamati a una spiritualità e missione specifica. Orbene, il «modello perfetto di tale vita spirituale e apostolica è la beata Vergine Maria» (AA 4), poiché, «mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo, e cooperava in modo del tutto singolare all'opera del Salvatore» (AA 4). I laici, quindi, imitino Maria e «affidino alla sua materna cura la propria vita e il proprio apostolato » (ibidem).

3. Legame tra Santa Famiglia di Nazaret e vocazione laicale
Il tema della Sacra Famiglia di Nazaret è intimamente in relazione soprattutto con l'aspetto matrimoniale del laicato. «Per misterioso disegno di Dio, in essa [nella Famiglia di Nazaret] è vissuto per lunghi anni il Figlio di Dio: essa è dunque prototipo ed esempio di tutte le famiglie cristiane. E quella Famiglia, unica al mondo, che ha trascorso un'esistenza anonima e silenziosa in un piccolo borgo della Palestina; che è stata provata dalla povertà, dalla persecuzione, dall'esilio; che ha glorificato Dio in modo incomparabilmente alto e puro, non mancherà di assistere le famiglie cristiane, anzi tutte le famiglie del mondo, nella fedeltà ai loro doveri quotidiani, nel sopportare le ansie e le tribolazioni della vita, nella generosa apertura verso le necessità degli altri, nell'adempimento gioioso del piano di Dio nei loro riguardi» (FC 86).

3. Maria tipo e modello  della vita sponsale e verginale della Chiesa
L'amore sponsale tra Cristo e la Chiesa (Ef 5, 25-27)si esprime in due maniere: attraverso la vita matrimoniale e attraverso la verginità. Maria è sempre il «Tipo» della Chiesa Sposa fedele a Cristo Sposo, sia nell'uno come nell'altro stato. «Il matrimonio e la verginità sono i due modi di esprimere e di vivere l'unico Mistero dell'Alleanza di Dio con il suo popolo. Quando non si ha stima del matrimonio, non può esistere neppure la verginità consacrata; quando la sessualità umana non è ritenuta un grande valore donato dal Creatore, perde significato il rinunciarvi per il Regno dei Cieli» (FC 16f). In forma di preghiera a Maria, Giovanni Paolo II conclude la esortazione «Christifideles Laici» (n. 64), indicando alcune linee fondamentali della spiritualità mariana laicale. Prima di tutto riassume la loro vocazione laicale specifica nel campo della spiritualità e dell'apostolato: «Chiamati per nome da Dio a vivere in comunione di amore e di santità con Lui e a essere fraternamente uniti nella grande famiglia dei figli di Dio, mandati a irradiare la luce di Cristo e a comunicare il fuoco dello Spirito per mezzo della loro vita evangelica in tutto il mondo» (CFL 64). Raccomanda poi a Maria la fedeltà alla vocazione laicale secondo le sue linee fondamentali: «Riempi i loro cuori di riconoscenza e di entusiasmo per questa vocazione e per questa missione» ... «Donaci la tua stessa disponibilità per il servizio di Dio e per la salvezza del mondo»…«Apri i nostri cuori alle immense prospettive del regno di Dio e dell'annuncio del Vangelo a ogni creatura»….«insegnaci a trattare le realtà del mondo con vivo senso di responsabilità cristiana e nella gioiosa speranza della venuta del regno di Dio»...«Guidaci e sostienici perché viviamo sempre come autentici figli e figlie della Chiesa di tuo Figlio e possiamo contribuire a stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell'amore» (CFL 64).

Bibliografia
ESQUERDA BIFET J., Spiritualità Mariana della Chiesa, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1989, pp. 111-114; AA.VV., Famiglia e società, Vicenza, Rezzara 1985; SARMIENTO A., A missao da familia crista, in Theologia 19 (Braga 1984) pp. 14-224;  MEDICA G., Alla scuola di Nazaret, Maria Maestra di vita, ElleDiCi, Leumann 1983; AA. VV., Dizionario di spiritualità dei laici, OR, Milano 1981; AA.VV., Vocación y misión del laicado en la Iglesia y en el mundo, in Teologia del Sacerdocio, 20 (1987); ANRÒN A., Principios fundamentales para una teologia del laicado en la eclesiologia del Vaticano II, in Gregorianum 68 (1987) pp. 103-155; AUMANN J., The role of the Laity in the Church and in the World, in Angelicum 65 (1988) pp. 157-169; CONGAR Y. M., Sacerdoce et laicat, devant leur taches d'évangélisation et de civilisation, Cerf, Paris 1965;]. ESQUERDA BIFET, Dimensión misionera de la vocación laical in Seminarium 23 (1983) pp. 206-214; FESTORAZI F., La vocazione dei laici nella costruzione della Chiesa alla luce degli Atti e delle Lettere Apostoliche, in Seminarium 23 (1983) pp. 157-167; FORTE B., Laicato e laicità, Marietti, Casale Monferrato1986; PONT. CONSIUUM PRO LAICIS,  Apostolato dei laici e responsabilità pastorale dei Vescovi, Roma 1982; IDEM, Spiritualità dei laici, Roma 1980.






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