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GIORNATA MONDIALE DELLA PACE


1. Istituzione e significato della Giornata Mondiale della Pace

Con un Messaggio datato l’8 dicembre 1967, Paolo VI si rivolgeva a tutti gli uomini di buona volontà, ai governanti delle nazioni, ai cristiani, invitandoli a celebrare dal prossimo 1 gennaio 1968 una Giornata Mondiale della pace e si augurava che tale celebrazione, si ripetesse, poi, a scadenza fissa ogni anno, proprio all’inizio del calendario che descrive e misura il cammino della vita umana nel tempo. Con questa istituzione Papa Montini si prefisse questi obiettivi:
a) convocare indistintamente tutti gli uomini alla costruzione dell’edificio della pace, dato che essa è affidata non soltanto ai governanti ma alla responsabilità di ogni uomo, quindi anche dei credenti in Cristo;
b) porre il cammino dell’uomo, “itinerante nel tempo e nell’evolversi della storia”, nella luce di un sempre rinnovato impegno di ricerca della pace;
c) invocare, con l’intercessione della Vergine Madre, il dono della pace, dato che essa non è solo opera dell’uomo, ma grande dono di Dio.

2. La
solennità di Maria SS.  Madre di Dio
La Giornata Mondiale della pace trova la sua giusta collocazione nel giorno in cui si celebra la maternità divina e messianica di Maria, proprio perché il Bambino da lei nato, è il principe della pace e lei, quindi, entra nel pieno del mistero di pacificazione iniziato e attuato dal Figlio.
Strettamente collegata con le celebrazioni natalizie, proprio nell’ottava del Natale, la Solennità di Maria SS. Madre di Dio, sottolinea il mistero e la portata salvifica di questo evento. Essa è un’antica festa mariana ripristinata dal nuovo calendario romano, promulgato da Paolo VI e costituisce l’elemento centrale del rinnovamento del culto liturgico a Maria.
La liturgia  focalizza anzitutto il suo interesse sulla figura di Maria scelta con predilezione da Dio per cui è oggetto della sua benevolenza e resa “piena di grazia”.  La Madre del Messia è, quindi, una madre santa perché il Signore è con lei; perché ha trovato grazia presso di Lui; perché lo Spirito l’ha ricolmata dei suoi doni; perché è benedetta fra le donne. Tutto quello che Maria è ed ha è dono gratuito di grazia ed è risposta di lei che si dichiara “serva” del Signore, nella beatitudine della fede più grande.
La liturgia, inoltre, sottolinea come attraverso la concezione verginale, Dio manifesta che la salvezza è gratuita e viene dell’Alto, che trascende le facoltà dell’eros umano perché manifesta la fecondità del suo amore. Essa, quindi, nella sua assoluta novità, segna l’inizio di quella nuova creazione in cui Cristo Salvatore sarà il Nuovo Adamo e Maria, sua Madre, la Nuova Eva, madre di una progenie infinita non di figli dell’uomo, ma di figli di Dio.

3. Significati socio-antropologici della solennità di Maria SS. Madre di Dio
Secondo Paolo VI, l’inizio dell’anno civile e la Giornata Mondiale della pace, hanno un profondo legame con la Solennità di Maria Madre di Dio, per cui essa acquista anche un grande significato antropologico e sociale.

- LA MADRE DI DIO E LA REALTA’ STORICA DEL “FIGLIO DELL’UOMO
Prima di tutto, la Madre di Dio ci mostra, la realtà del Figlio di Dio che si inserisce con estrema naturalezza e concretezza nella storia, manifestandosi agli uomini, suoi fratelli, come un inerme bambino avvolto in fasce, ma che è il “Figlio dell’uomo” che riceve da Dio signoria e gloria. Il Salvatore Cristo Signore, ora che è nato per tutto il popolo dalla Vergine, diventa pienamente compartecipe della vita dell’uomo. Sebbene Dio rivestito di luce, attorno a lui non brilla nessun alone di gloria ma, come qualsiasi altro bambino della famiglia umana, è segnato da fragilità e bisogno. La Madre del neonato Bambino ci insegna a cercare Cristo nella sterilità del quotidiano, intessuta di gioia e pena, di luce e di ombra, amore e non–amore, sofferenza e morte, nella sicura speranza di scoprire il riflesso misterioso della luce nascosta del Verbo di Dio, che sempre avvolto nelle misere bende della condizione degli uomini, rimane senza sosta l’Emmanuele, il Dio con noi.

- LA MADRE DI DIO E IL RISCATTO DELLA MATERNITÁ
Inoltre, la solennità del 1 gennaio, presenta la maternità divina di Maria, per la sua singolarità e la libertà del suo “Fiat”, realmente ed escatologicamente liberante, conforme alla dignità della donna chiamata a dare il suo libero assenso, sia in quanto sposa e sia in quanto madre.
Maria segna, quindi, l’avvenuta liberazione della donna da ogni maternità imposta, vissuta come conseguenza di un fatto contrario e di qualche colpa da pagare. La Donna di Nazaret insegna anche che il corpo della donna, non è più un corpo negato, offeso, umiliato, ma un corpo vissuto, un corpo proprio con il riacquistato diritto a viverlo come espressione piena della propria soggettività.  In Maria, la donna e il suo corpo, ritornano ad essere  “spazio” abitabile, accogliente, aperto e capace di trasmettere la vita. La conseguenza logica è il rifiuto di ogni strumentalizzazione della sessualità al solo fine edonistico, senza il rispetto totale della persona umana. Maria, in sostanza, aiuta a ricomporre l’armonia turbata dal peccato che ha deturpato l’estetica spirituale e fisica del nostro essere e denuncia il diffuso tentativo di fare del corpo il principio prioritario di determinazione e valutazione, degradando in tal modo la persona umana e privando la vita dell’uomo del suo autentico e completo significato.

- LA MADRE DI DIO E LA CULTURA DELLA VITA E DELLA SOLIDARIETÁ
Infine, la Madre di Dio sollecita i cristiani a incentivare una cultura della vita e della pace intrisa di virtù mariane e materne, come l’accoglienza e la difesa dei piccoli, dei deboli, degli stranieri, degli anziani, dei diversi. Maria si fa promotrice di una cultura della misericordia e della carità materna, per contrastare una cultura che diventa sempre più fredda, dura, spietata, promotrice di tensione, divisione, violenza, morte. La Madre che dona al mondo il suo Bambino, ci invita a donarci, a testimoniare l’amore di Dio che salva e libera l’uomo e ci insegna che la vera e duratura pace, come sottolinea Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio, può solo fondarsi sul rispetto pieno e totale della persona umana e sul suo vero e reale progresso spirituale, antropologico e sociale.

Bibliografia
GRASSO A., La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI (1963-1978), Pontificia Academia Mariana Internationalis, Città del Vaticano 2008.

VEDI ANCHE:
- ARTEFICE DI PACE
- ICONA DELLA PACE
- PACE

 






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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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