Visse tra il 340 e il 400. Fu vescovo di Iconio, discepolo ed amico di S. Basilio Magno. Prese parte al Concilio di Costantinopoli del 381, che proclamò la divinità dello Spirito Santo contro Macedonio. Ha lasciato due omelie mariane: 1) In Chrìsti Navitatem (PG 39, 36a-44c); 2) In occursum Domini (PG 39, 44c-60a). Secondo Holl K. (Amphilochius von Ikonium in seinem Verheltnis zu den Grossen Kappadoziern, Tùbingen-Leipzig 1904, pp. 58-83) anche questa seconda Omelia (di cui qualcuno ha dubitato) è autentica, poi­ché gli è attribuita da 49 manoscritti. Il Puech (Littérature grecque chrétienne, Parigi 1930, t. Ili, p. 617) quantunque esprima al­cuni dubbi sull'autenticità, per ragioni in­terne ammette tuttavia come cosa certa che il discorso sia di un oratore ortodosso con­temporaneo del vescovo di Iconio. Anfilochio difende strenuamente la verginità di Maria « semper virgo » (Cfr. Adversus fal­sata ascesim, ed. G. Ficker, Amphilochiana, Leipzig 1906, p. 60) « ante partum » ed « in partu »; ammette l'intervento attivo di Maria, come nuova Eva, nell'opera della Redenzione e la sua santità (offuscata però da qualche nuvoletta di impazienza e di minore fede sul Calvario).

Bibliografia
SÒLL G., Die Mariologie der Kappadozier im Lichte der Dogmengeschichte, in « Theol. S Quart. » 131 (1951) pp. 163-188; 288-319; 426-457; ORTIZ DE URBINA I., Mariologia Amphilochii Iconiensis, in « Or. Christ. Per. » 23 (1957) pp. 186-191.