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SOLENNITÀ DI MARIA SS. MADRE DI DIO


1. Origine e significato della solennità

Strettamente collegata con le celebrazioni natalizie, proprio nell’ottava del Natale, la Chiesa celebra il primo gennaio la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che  sottolinea il mistero e la portata salvifica di questo evento. Alcuni studi recenti, hanno evidenziato come nella liturgia romana, prima ancora delle grandi feste importate dall’Oriente, come l’Annunciazione, la Purificazione e l’Assunzione al cielo, già nel corso del Settimo Secolo, si celebrava a Roma l’ottava di Natale, come giorno commemorativo del ruolo materno di Maria nell’Incarnazione. Il primo gennaio, infatti, c’era una stazione solenne a “Santa Maria ad martyres” che i libri liturgici definivano “nell’ottava del Signore”, e dove si prestava attenzione in modo particolare alla Vergine Maria. Questa antica festa mariana è stata ripristinata dal nuovo calendario romano promulgato da papa Paolo VI, a seguito delle precise indicazioni del Concilio Vaticano Secondo, e costituisce l’elemento centrale del rinnovamento del culto liturgico a Maria.
La solennità, oltre a permettere di celebrare la maternità divina nel suo giusto legame con il Natale, quindi nel cuore delle celebrazioni dell’Incarnazione, ha anche un forte carattere ecumenico in quanto in molte altre liturgie orientali si è celebrata o si celebra ancora, attorno al ciclo natalizio, una commemorazione specificamente mariana, incentrata sulla maternità prodigiosa di Maria. Ad esempio, la Liturgia della Chiesa Bizantina, già dal lontano quarto secolo, celebra il 26 dicembre la cosiddetta Sinassi della Theotokos o “Le congratulazioni alla Madre del Signore”,  in cui si esalta la Vergine Madre, capolavoro divino e Fiore dell’umanità, umile e grande creatura, indispensabile alla realizzazione del disegno divino di salvezza. Proprio all’indomani del Natale, sembra ovvio ricordare festosamente colei che sola, per divina potenza, ha dato al mondo il Verbo di Dio.
Tutto questo perché nel mistero dell’Incarnazione, attraverso Maria, Dio realizza a favore dell’uomo il suo progetto di salvezza e perché la Madre del Signore ci parla di come Dio si fa presente nella storia,  un Dio anche “madre” che si prende cura con passione di ciò che ha creato e vuole redimere. Questa solennità, perciò, sia in occidente che in oriente, presenta la maternità verginale di Maria come il segno augurale e propiziatorio della presenza rigenerante e benedicente del Dio vivente nella nostra storia e vuole sottolineare quel singolare connubio cielo – terra che tende a realizzare un perfetto rapporto di reciprocità e causa il totale rinnovamento del cosmo, ricreato nella luce della salvezza.

2. Insegnamenti dei testi liturgici della solennità
La liturgia della Solennità, focalizza anzitutto il suo interesse sulla figura di Maria scelta con predilezione da Dio per cui è oggetto della sua benevolenza e resa “piena di grazia”.  La Madre del Messia è, quindi, una madre santa perché il Signore è con lei; perché ha trovato grazia presso di Lui; perché lo Spirito l’ha ricolmata dei suoi doni; perché è benedetta fra le donne e felice per sempre. Tutto quello che Maria è ed ha è, dunque, dono gratuito di grazia ed è risposta di lei che si dichiara “serva” del Signore. Accogliendo il piano di Dio e divenendo madre del Verbo secondo la carne, Maria non lo fa in maniera passiva, ma liberamente, cioè con assenso e cognizione di causa, concependo il Figlio di Dio prima nella sua fede e poi nel suo corpo verginale, così come si esprimono i Santi Padri.
Sottolineando poi la concezione verginale, la liturgia considera l’entrata di Cristo nel mondo come l’atto iniziale della salvezza e quindi esemplare e tipico. Attraverso la concezione verginale, Dio manifesta che la salvezza è gratuita e viene dall’Alto, trascende le facoltà dell’eros, sottolinea la fecondità dell’agape, è inizio di una nuova creazione. Scegliendo la Vergine di Nazaret, Dio rinuncia all’intervento della potenza e della forza maschili e sottolinea la via “povera”  e umile che ha scelto per entrare nella storia attraverso Maria e realizzare le sue meraviglie. Per questo motivo il concepimento verginale è un “novum” assoluto; è un segno della novità della Redenzione. Nell’orizzonte della continuità della sua creazione, Dio istituisce una discontinuità assoluta, un inizio pieno, come arrivo indicatore della ri-creazione e del suo regno. La liturgia esalta giustamente lo strettissimo legame della Madre con il Figlio, al quale ella è indissolubilmente e talmente congiunta da divenire, per suo beneplacito, “portatrice” dei frutti della Redenzione.
In definitiva, è proprio all’incrocio della comunione tra Dio e l’uomo che si incontra la Tuttasanta e per questo, celebrare Dio disceso dal cielo per noi uomini e per la nostra salvezza, la chiama in causa. Accogliendolo nel suo grembo, Maria lo ha dato alla luce per la durata della storia intera, cooperando in tal modo alla trasfigurazione della storia stessa in storia della salvezza. Per questo fare memoria di Lei, è parte integrante della celebrazione del mistero del neonato Redentore e viceversa celebrare Maria, vuol dire celebrare sempre il mistero del Dio fattosi uomo, vuol dire riconoscere l’indissolubile vincolo tra Maria e Cristo, tra la Madre e il Figlio, primo e fondamentale criterio entro cui si esprime la venerazione liturgica verso di lei.

3. Legame tra la Giornata Mondiale della pace, il Capodanno e la solennità di Maria Santissima Madre di Dio
Nello stesso giorno in cui si celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, si celebrano anche l’inizio dell’anno civile e la Giornata Mondiale della pace, due ricorrenze che hanno un certo legame con essa, dato che la maternità divina di Maria  ha anche un grande significato sociale. Il collegamento della solennità con le due ricorrenze è sottolineato con chiarezza da Paolo Sesto, che la considera un’occasione propizia per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della pace, riascoltare il lieto annuncio angelico, implorare da Dio, mediatrice la Regina della pace, questo dono supremo e far maturare nel cuore degli uomini frutti di pace. Questa armonizzazione delle tre ricorrenze, allarga anche il significato della maternità di Maria per tutta l’umanità e presenta il mistero della Theotokos, non come una realtà statica ma una realtà dinamica ed esemplare, un evento di empatia socio-antropologica.
- nzitutto, la solennità del Primo gennaio, presenta la maternità divina di Maria, per la sua singolarità e la libertà del suo “Fiat”, realmente ed escatologicamente liberante, conforme alla dignità della donna chiamata a dare il suo libero assenso, sia in quanto sposa e sia in quanto madre. La Donna-Madre Maria insegna che il corpo della donna, non è più un corpo negato, offeso, umiliato, ma un corpo vissuto, un corpo proprio con il riacquistato diritto a viverlo come espressione piena della propria soggettività. In Maria, la donna e il suo corpo, ritornano ad essere  “spazio” abitabile, accogliente, aperto e capace di trasmettere la vita, che ricorda il farsi carne e ossa di un Dio il quale conferma e santifica in tal modo la carne e le ossa di ciascuno di noi. Come affermava il beato Paolo VI, Maria ci prospetta quella visione cristiana della persona composta di anima e corpo, dove l’armonia spirituale e corporale riconduce all’esperienza della serenità e della bellezza di tutto l’essere umano e alla riconquista della sua dignità.
- Inoltre, nella figura di Maria madre, risplende la creatura umana originariamente e strutturalmente chiamata ad amare, cioè si rivela la vera vocazione della persona, che è quella di partecipare alla sorgività dell’Amore. La Vergine Madre testimonia questa ontologica vocazione ad amare e dimostra che la creatura umana tanto più è quanto più ama; che il suo essere è amore e che dove c’è pienezza d’amore c’è anche pienezza di essere e di vita.
- Infine, Maria, madre del Principe della pace è, accanto a lui, la prima ad essere immersa nella beatitudine dei pacifici, per essere stata la Donna che ha accettato l’invito di Dio ed ha aderito pienamente e liberamente al compimento di mediazione dolorosa e materna a beneficio di tutta quanta la creazione. Totalmente votata alla pace, perché votata a Cristo salvatore dell’uomo, Maria continua incessantemente a presentare l’offerta di riconciliazione agli uomini, denunciando le atrocità dell’egoismo, l’iniquità delle violenze sull’uomo, le divisioni e le tenebre della morte. Nello stesso tempo, Ella si fa paladina e speranza di coloro che anelano alla pace, quella vera e autentica, frutto della liberazione da ogni forma di schiavitù e del trionfo della giustizia e dell’amore di Dio.

Bibliografia
GRASSO A., La Solennità di Maria SS. Madre di Dio, dalla trasmissione NON UN GIORNO QUALSIASI della Radio Vaticana del 1 gennaio 2015; ID., La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI (1963-1978), PAMI, Città del Vaticano 2008; FALSINI R., Maria nel culto della Chiesa tra Liturgia e pietà popolare, Edizioni O. R., Milano 1988; AA. VV., Maria nell'Anno Liturgico, Queriniana, Brescia 2007; CASTELLANO CERVERA J., L'Anno Liturgico memoriale di Cristo e mistagogia della Chiesa con Maria Madre di Gesù. Corso di spiritualità liturgica, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1991; AA. VV., Come celebrare Maria. Principi e proposte, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1981; SARTOR D. M., Le Feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Biologna 1987. 







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