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SEDES SAPIENTIAE


1. Origini storiche del titolo e iconografia
Dal secolo XII in poi, nelle Laudi e Litanie mariane, si attribuiscono alla beata Vergine alcuni titoli, che esaltano lo stretto legame con l’eterna Sapienza: Madre della Sapienza, Fonte della Sapienza, Dimora della Sapienza, Sede della Sapienza; tra questi prevalse il titolo Sede della Sapienza.. Con il titolo Sede della Sapienza viene significata la funzione materna della beata Vergine Maria, la sua dignità nonché la sua sapienza nelle cose che riguardano Dio. Nel grembo della Vergine Madre risiede la Sapienza del Padre. Le immagini tradizionali la rappresentano seduta e il Bambino siede sulle ginocchia della Madre e dalla Madre è presentato e “dato” a quanti lo ricercano: i Magi che rappresentano i popoli della terra, i sapienti, quelli che cercano il Signore, i sofferenti, i poveri, i bambini e i giovani. Nella Congregazione delle Scuole di Carità l’immagine della Madonna seduta in trono, con in braccio il Bambino Gesù e circondata da ragazzi, è presente nella chiesetta della Casa del Sacro Cuore a Possagno, in Italia e nelle cappelle dei Seminari Cavanis di Belo Horizonte, in Brasile e di Quito in Ecuador…

2. Testi liturgici

I testi della liturgia Eucaristica “Maria Vergine Sede della Sapienza” ci aiutano ad approfondire e a fare memoria del mistero dell’Incarnazione e della presenza materna di Maria nella vita della Chiesa dove continua a darci “il suo Gesù”, la Sapienza Incarnata. L’Eterno Padre ha posto nella Vergine Maria il trono regale della sua Sapienza che illumina la Chiesa con il Verbo della vita, perché nello splendore della verità cammini fino alla piena conoscenza del suo mistero di amore. Sempre in questa liturgia Eucaristica si chiede il materno aiuto della Sede della Sapienza per arrivare “a una conoscenza profonda dei nostri limiti, per non lasciarci travolgere dall’orgoglio”, servire con umiltà, conoscere il Signore con l’intelligenza della fede e amarlo con tutto il cuore. I testi della Scrittura della Messa, presentano la Sapienza, Figlio di Dio quando il Creatore “disponeva le fondamenta della terra…con lui come architetto…sua delizia ogni giorno” e nello stesso tempo “che si rallegra davanti a lui in ogni istante, che si ricrea sul globo terrestre e pone le sue delizie tra i figli dell’ uomo”. (Prov 8,30-31) E questo perché il Creatore dell’universo determinò il luogo della Sapienza: “fissa la tenda in Giacobbe, prendi possesso di Israele e tra i miei eletti affonda le radici”. (Sir 24, 1-31) Sempre nello stesso libro del Siracide viene infine l’invito che è stato fatto al popolo di Israele, ai Magi, rappresentanti di tutti i popoli della terra, a quelli che cercano il Signore con cuore sincero: “avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele e il possedermi è più dolce del favo di miele…chi mi ascolta non sarà deluso e chi compie le mie opere, non peccherà”. (idem) Nel testo del Vangelo, Mt 2,1-12 l’evangelista rappresenta l’incontro e lo scambio dei doni tra la Madonna e i Re Magi. L’incontro di chi cerca la Sapienza, sotto la guida di una stella-formazione, con la Sapienza-Gesù e con la Sede della Sapienza, la Vergine Maria. Lo scambio dei doni: Maria dona la Sapienza-Gesù e i Magi, provando grande gioia, aprono i loro scrigni e offrono doni pregnanti di valore e significato. Poi, dopo aver “imparato” la Sapienza, tornano al loro paese per annunciare e insegnare. Nel testo del Vangelo 2,15-19 l’evangelista Luca presenta invece i pastori che, dopo aver trovato e “conosciuto” la Sapienza-Gesù, partirono e “riferirono ciò che del bambino era stato insegnato loro”. Maria, la Sede della Sapienza, invece “conserva tutte queste cose meditandole in cuor suo” per darle, in tempo opportuno, a tutti coloro che le ricercano.

3. Maria donna "sapiente"
La sapienza che Maria ci rivela non è di ordine speculativo, intellettuale. Essa si comprende alla luce della Bibbia, in cui la "sapienza è una conoscenza del tutto pratica delle leggi della vita e del mondo, basata sull’esperienza". È una conoscenza che scaturisce dall’azione e tende a far riuscire nella vita. La Santa Vergine non solo rivela il mistero di Dio e la logica divina paradossale, ma ne indica la strada per la sua assimilazione. La corrente sapienziale dell’AT si nutriva del ricordo dei fatti salvifici per poterne trarre lezioni di vita (cfr. Dt 4, 9; Sir 50, 28). Israele è il popolo dell’ascolto e della memoria. E Maria ripete l’itinerario di Israele verso la conquista della sapienza, conservando il ricordo degli eventi riguardanti Gesù e approfondendoli mediante il confronto: "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". (Lc 2, 19; cfr. Lc 2, 51). Maria è la vergine sapiente che non lascia cadere nel vuoto nulla di quanto Dio le fa incontrare lungo il cammino della vita e si lascia educare dagli eventi della storia feriale e quotidiana. Così ella esercita il suo giudizio e approfondisce la conoscenza di Gesù che resta anche per lei un mistero indecifrabile, un "enigma permanente". In lei la cronaca diventa storia, il fatto si trasforma in simbolo denso di significato, la maternità si fa discepolato. Maria non si scansa dinanzi agli eventi, ma si lascia coinvolgere e interpellare da essi: ella passa dallo stupore al ricordo e all’interpretazione mediante il confronto dei fatti tra di loro e in relazione alla Bibbia, secondo il metodo sapienziale. La posizione di Maria diviene drammatica a contatto con il Figlio "sapienza di Dio". Come la sapienza dell’AT conduce il giusto per vie difficili e attraverso la prova prima di rivelargli i suoi segreti (cfr. Sir 4, 16-18), così Gesù sottopone la madre alla prova nei cosiddetti cinque episodi "di rifiuto", o meglio "di evangelizzazione", in cui la invita a trascendere la carne e il sangue per entrare nella via superiore del Vangelo: Gesù dodicenne rompe con la stirpe in maniera così dura che i genitori non capiscono; le parole di ripulsa alla madre a Cana (cfr. Gv 2, 4) non consentono interpretazioni edulcorate; il rifiuto di riceverla quando ella lo va a trovare e il riferimento agli uditori come a "fratelli, sorelle e madri" di Gesù (cfr. Mt 12, 50) devono aver colpito il suo cuore come una spada; la beatitudine rivolta al seno materno viene di nuovo rigirata sui credenti (cfr. Lc 11, 27s.); infine, l’atto del sottrarsi a lei (anche se avvolto di molti misteri) nelle parole: "Donna, ecco tuo figlio" (Gv 19, 26) sigilla la lunga serie dei distanziamenti. Come discepola di Cristo, Maria penetra sempre più profondamente nel disegno della salvezza che si dispiega sotto i suoi occhi, soprattutto nel mistero della Croce e della Pasqua. Infine, con il dono dello Spirito, Maria alla Pentecoste raggiunge la massima illuminazione circa il Figlio risorto e la Chiesa. Maria risplende perciò come "sede della sapienza" non solo perché il suo grembo è stato dimora di Cristo sapienza incarnata, ma anche e soprattutto perché "possedendo la scienza spirituale inaccessibile ai ragionamenti umani, con la fede ha raggiunto una conoscenza sublime" (RM 33). Da Maria siamo elevati alla sapienza evangelica e all’approfondimento del mistero della salvezza. Non si può guardare a lei e restare inerti di fronte alle "grandi cose" che Dio opera nella storia, soprattutto al mistero pasquale che rivive ogni giorno nel mondo, ma anche dinanzi agli eventi feriali della vita.

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.Cristo, Sapienza di Dio
Pur conoscendo molte cose in vista di un retto comportamento, i sapienti d’Israele si sono trovati di fronte ad un enigma insormontabile: il problema della donna. Tale problema viene alla ribalta in modo clamoroso nella triste vicenda di Salomone. Pur avendo ricevuto la sapienza da Dio, questo re si lascia attrarre dalle donne straniere contravvenendo al comando divino. Per la Bibbia, la gravità della colpa di Salomone non consiste tanto nel suo harem esagerato, quanto nel suo cedimento all’idolatria, infiltratasi con le donne straniere (cfr. 1Re 11, 3-4). Triste vicenda dell’uomo più sapiente del popolo d’Israele! Salomone tradisce l’Alleanza con il Dio dei padri a causa della donna, che non ha svolto per lui il ruolo costruttivo per cui è stata creata. Occorrerà ricuperare il significato profondo della femminilità per ritrovare la sapienza. In questa linea si pongono i libri sapienziali, che oppongono la sapienza alla donna straniera (cfr. Pr 2,16-19) e additano la soluzione del mistero della donna nella monogamia, segno dell’Alleanza con Dio espressa in termini nuziali. Proprio nella "donna perfetta" si raggiungerà la sapienza. Ne fa l’elogio l’ultimo capitolo dei Proverbi, che è il capitolo più celebre: un acrostico perfetto composto sulle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, perché sia più facile ritenerlo a memoria. Tanto grande è il ricupero della funzione positiva della donna da parte dei sapienti d’Israele da spingerli a presentare la Sapienza, una qualità di Dio personificata [P.E. Bonnard], con le sembianze e caratteristiche di una donna. Nel Nuovo Testamento la Sapienza non è soltanto una qualità di Dio, ma è una persona, Gesù Cristo. Lo suggeriscono alcuni significativi testi che a lui attribuiscono ciò che l’AT riferiva alla Sapienza (cfr. Mt 11, 28-30; Lc 11, 49; Eb 1, 3; 1Cor 1, 24).

5. L’Amore dell’Eterna Sapienza

San Luigi di Montfort, nella sua pregevole opera L’Amore dell’Eterna Sapienza (AES), compie una lettura ‘cristiana’ dei testi sapienziali e giunge alla chiara identificazione tra la "sapienza sostanziale ed increata" e "Gesù Cristo" (cfr. AES 13). In quanto sapienza, Gesù è tesoro infinito per l’uomo, verso il quale è dinamicamente proteso per offrirgli salvezza e ogni bene (cfr. AES 64-71). Anzi, per manifestare più visibilmente la sua amicizia, la Sapienza eterna decide di incarnarsi (cfr. AES 64-66, 45-47). Per compiere questa grande e salvifica impresa, quale via sceglierà la Sapienza? In tutta la storia della salvezza, la Sapienza ha cercato persone degne di accoglierla, ha formato i santi e gli amici di Dio (cfr. AES 47). Nessuno però era in grado di attirarla sulla terra (cfr. AES 104). Finalmente nel tempo stabilito, "la Sapienza si costruì una casa, un’abitazione degna di sé" (AES 105), cioè Maria, sulla quale si effonde "il travolgente fiume dell’infinita bontà di Dio" (AES 106). Maria risponde con perfetta fedeltà alla grazia, cresce in grazia e sapienza, e con la sua umiltà, purezza, fede e preghiera attira in sé la divina Sapienza (cfr. AES 105-107, 184). Il Montfort si compiace di insistere sulla posizione unica di Maria nella storia della salvezza: "Nessuno, al di fuori di Maria, ha trovato grazia davanti a Dio per sé e per tutto il genere umano... Soltanto Maria, con la sublimità delle sue virtù, poté raggiungere il trono della divinità e meritare quell’infinito beneficio dell’incarnazione della Sapienza" (AES 203).

Bibliografia

DAMINELLI G., Sede della Sapienza, in Madre di Dio, n. 11/2004, p. 10; SPADOTTO D., Maria, madre di Gesù e Sede della Sapienza, Congregazione delle Scuole della Carità Cavanis, Chioggia 2013; CARMELO G., Litanie Laurentane, Cantagalli, Siena 2014; PONS G., Le Litanie della Vergine Maria. Commento biblico-spirituale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2013; MILITELLO G., Ha innalzato gli umili. Meditazioni sulle Litanie Lauretane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011; SIMONETTO B., Litanie Lauretane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004;  MARIN B., Le litànie de la Madona, Ancora, Milano 2007; GRIGON DA MONTFORT L., Trattato della vera devozione a Maria, Città Nuova, Roma 2014.






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