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PIETÁ MARIANA


1. Un necessario equilibrio
Nella pietà mariana è necessario armonizzare due realtà riguardanti santa Maria:
- la sua condizione storica di umile donna ebrea, vissuta in una borgata sconosciuta; donna senza alcun rilievo nella società del suo tempo; poiché la Vergine è già glorificata in cielo, una pietà poco illuminata tende a prescindere dalla sua condizione terrestre, per fare di lei, quasi fin da questa terra, una creatura celeste: errore che non tiene conto della vera condizione storica di Maria né del modo di agire di Dio che, attraverso la kenosis, conduce alla gloria;
- la sua condizione di donna oggetto del favore divino (cf . Lc 1, 30), sulla quale si è posato lo sguardo del Signore (cf. Lc 1, 48); donna in cui Dio ha fatto «grandi cose» (cf. Lc 1, 49), cioè interventi di grazia in vista dell'incarnazione del Figlio e della salvezza del genere umano; «grandi cose» che la Chiesa, guidata dallo Spirito (cf. Gv 16, 13), ha via via scoperto e scoprirà ancora; Dio è Dio e il suo agire forte e mite, misericordioso e salvifico, suscita nel credente un atteggiamento di adorante riconoscenza: sarebbe quindi un errore trascurare le «grandi cose» che Dio ha compiuto in Maria.

2. Una pietà mariana il cui centro è la Pasqua
La Pasqua, che è al centro del culto cristiano, è pure al centro della venerazione ecclesiale alla beata Vergine: come gli eventi salvifici dell'infanzia di Cristo guardano all'evento della Pasqua come al loro compimento, cosi la maternità divina di Maria guarda alla maternità pasquale (cf. Gv 19, 25-27) come alla sua pienezza. Senza riferimento al Mistero pasquale, la pietà mariana rischierebbe di estraniarsi dal centro stesso del culto cristiano.

3. La pietà mariana quale accoglimento di un dono
La beata Vergine è un dono di Dio - Padre, Figlio, Spirito - all'umanità, alla Chiesa, ad ogni uomo (cf. RM 45): ne consegue che l'accoglimento cultuale del dono di Dio è un'espressione primordiale e fondante della venerazione alla beata Vergine. La venerazione alla Madre del Signore non sorge come conseguenza di un sentimento o di una riflessione naturali, ma come risultato di un'accettazione di fede, che si colloca sul piano della grazia e della rivelazione. L'essenza della pietà mariana consiste nel riconoscimento attivo del ruolo di Maria nella storia della salvezza e nell'attribuzione concreta a lei del posto che le spetta nella vita di ogni discepolo di Cristo. Il dono della Vergine fatto da Dio (cf. MC 65) e da Cristo all'umanità («Ecco la tua madre», Gv 19, 27) e la grazia battesimale creano tra Maria e i cristiani un vincolo materno-filiale, per cui nei discepoli del Signore la pietà mariana è anche espressione di un «istinto filiale» di ordine soprannaturale.

4. Una venerazione sorta in ambito di fede
La venerazione ecclesiale alla Vergine è sorta in ambito di fede e di celebrazione della fede. La ragione profonda del sorgere della pietà mariana è la fede della Chiesa nel ruolo salvifico che Dio le ha assegnato (madre vergine del Verbo incarnato [Theotòkos] e socia del Redentore) e nei doni di grazia che egli le ha elargito (concezione immacolata, santità, assunzione al cielo) . La pietà mariana è un caso di oboedientia fidei a Dio che si è rivelato (cf . Rom 1, 5 ; 16, 26). La venerazione alla Madre di Gesù sorge come memoria, in ambito pasquale, della partecipazione di Maria di Nazaret all'opera salvifica di Cristo. È frutto di anamnesi delle meraviglie di grazia (magnalia Dei) compiute da Dio in Maria, svolge nella compagine ecclesiale e nella vita dei discepoli di Cristo.

5. La legge dello sviluppo della pietà mariana
Lo sviluppo della pietà mariana è omogeneo ed avviene all'interno della fede, "confermata dall'esperienza". La venerazione verso la Madre cresce nella misura in cui la Chiesa penetra più approfonditamente il mistero di Cristo. Nei primi secoli la pietà mariana si è sviluppata in linea biblica-cristologica-pasquale, implicante cautela nei confronti di quelle che potevano sembrare soluzioni di comodo (testi apocrifi), opposizione alle speculazioni gnostiche, rifiuto delle insinuazioni del paganesimo.

6. L' "utopia" della pietà mariana
La forma ideale della pietà della pietà mariana, dovrebbe avere queste caratteristiche:
a) Una pietà mariana che, traendo prevalentemente dalla Scrittura i suoi contenuti, i termini e i simboli, sia impregnata del messaggio biblico; che affondi le sue radici nella Tradizione, per cui sia espressione di comunione con i predecessori nella fede, memoria della storia e della cultura di un popolo o di una istituzione ecclesiale; che sia aperta al rinnovamento e orientata verso gli sconfinati orizzonti del futuro escatologico;
b) Una pietà mariana segnata da un profondo orientamento ecclesiale: momento di comunione con gli angeli e gli arcangeli, con gli apostoli, i martiri e i santi della Gerusalemme celeste e con i fratelli e le sorelle della Chiesa ancora pellegrina sulla terra; spazio aperto alla condivisione dei loro dolori e angosce, delle loro gioie e speranze; occasione propizia per onorare il membro più eminente della Chiesa, la madre sollecita, la sorella nel cammino della fede;
c) Una pietà mariana radicata nella fede, sostenuta dalla speranza, vissuta nella carata; una pietà in cui l'espressione liturgica, attualizzando sacramentalmente il mistero salvifico di Cristo e la partecipazione ad esso della Vergine Madre, abbia il primato indiscusso e sia fonte di ispirazione e punto di arrivo per le manifestazioni della devozione popolare;
d) Una pietà mariana in cui la venerazione alla gloriosa Madre di Cristo risalga, adorante e grata, alla sorgente stessa e a grandezza di Maria: l'Onnipotente che ha fatto in lei «grandi cose» (Lc 1,49); susciti l'amore verso il prossimo e, nella linea evangelica, anche verso il nemico e il persecutore (cf. Mt 5, 43-44; Lc 6, 27-28); l'invocazione dell'intercessione misericordiosa della Vergine non si chiuda in una visione individualistica del proprio bisogno ma si apra alle grandi necessità della Chiesa e del mondo; la lode alla Tuttasanta si accompagni con l'impegno a condurre una vita senza compromessi con il peccato, informata ai principi del Vangelo, memore del monito del Signore: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 48); lo stupore suscitato dalla contemplazione dell'icona purissima della Theotokos si traduca in azione solidale in favore del povero e del bisognoso, dell'anziano e dell'infermo, di colui che non ha né pane, né casa, né lavoro; l'imitazione attiva della beata Vergine, «la quale rifulge come il modello delle virtù davanti a tutta la comunità degli eletti», conduca alla progressiva assimilazione di esse; il servizio amoroso alla Signora clemente e alla regina di misericordia rievochi costantemente la figura di Gesù, «servo del Signore» (cf. At 3, 13), che ha preso su di sé il peccato e il dolore dell'umanità (cf. Is 53, 4-5); richiami la vicenda dell'umile «Ancella del Signore» (cf. Ic 1, 38. 48) e il monito del Maestro ai suoi discepoli: «colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo» (Nt 20, 26);
e) Una pietà mariana che sia bella come si conviene alla Tota pulchra, per cui tenga lontano dalle sue espressioni ogni bruttura e banalità. La pietà è bella quando sgorga da un cuore umile e puro, semplice e sincero; è bella quando si esprime in opere di «arte povera», i cui elementi - carta, stoffa, legno... - vengono disposti armonicamente sotto un impulso artistico guidato dall'amore verso l'Immacolata; bella quando, in omaggio al Capolavoro dello Spirito, produce in ogni settore dell'arte capolavori, che sono una straordinaria testimonianza di fede e costituiscono un inestimabile patrimonio dell'umanità;
f) Una pietà mariana, da cui siano banditi il gretto minimalismo, che oscura la figura e la figura e la missione di Maria; e l'insano massimalismo che giunge a falsare la dottrina; a cui siano estranee ogni forma di superstizione e la «vana credulità» che al serio impegno sostituisce il facile affidamento a pratiche solo esteriori»; che rifugga dallo «sterile e fugace moto del sentimento, cosi alieno dallo stile del Vangelo, che esige opera perseverante e concreta»; che sia limpida «nelle sue motivazioni, per cui con diligente cura sarà tenuto lontano dal santuario ogni meschino interesse»;
g) Una pietà mariana che contemperi il senso della singolare dignità e trascendenza della gloriosa Madre di Dio con l'esperienza della sua prossimità a ognuno dei suoi figli, poiché Ella «nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e più vicino a noi»;
h) Una pietà mariana che accolga con cordiale riconoscenza e con serena libertà le manifestazioni straordinarie della beata Vergine - apparizioni, visioni... - riconosciute dall'autorità ecclesiastica e veda in esse un segno della sua materna misericordia; che consideri nella loro giusta luce 'messaggi' e 'promesse' che Ella rivolge, spesso attraverso umili creature, ai suoi figli: sono un incitamento perché essi vivano secondo i dettami del Vangelo, un prolungamento della parola che la Madre di Gesù disse ai servi delle nozze di Cana: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5); non intendono quindi né completare il Vangelo né sostituirlo con 'vie più facili', al contrario mirano a ravvivare nei discepoli la necessità della conversione e della sequela di cristo sulla via regale della croce;
i) Una pietà mariana che, quando tocca il suo vertice quasi i scompare per divenire incessante Magnificat slancio adorante e lode pura: del Padre, principio senza principio, origine suprema dell'uomo e del cosmo, compassionevole e «ricco di misericordia» (Ef 2, 4); del Figlio, il Signore della gloria, l'unico Mediatore, il Salvatore universale; dello Spirito, energia vivificante, divino fuoco, aura soave e misterioso vento;
l) Una pietà mariana che, volta ad onorare la Madre, si risolva in servizio degli uomini, suoi figli, soggètti a innumerevoli insidie e pericoli La gloria della pietà mariana è l'adorazione di Dio e la salvezza dell'uomo. Nel punto terminale del cammino della pietà verso la santa Vergine si scopre che brucia l'incenso dell'adorazione di Dio e si apre la mano per soccorrere il bisognoso. Tale pietà mariana, solida nei suoi fondamenti, ricca e bella nelle sue espressioni, limpida nelle sue finalità non si riscontra, tutta, in una sola persona, non in un istituto di vita consacrata, non in un intero popolo, ma fiorisce nella Chiesa universale, ognuna delle cui Chiese particolari reca ad essa un suo specifico contributo.

7. Pietà mariana e vita cristiana
Perché appartenente all'ambito del culto "cristiano", la venerazione alla Vergine non si esaurisse in una pietas intesa come insieme di esercizi in onore di lei, ma richiede inoltre e soprattutto un fattivo impegno di "vita cristiana" . Onora veramente la Vergine chi, pur consapevole della propria fragilità, si sforza di vivere come la Vergine: una vita orientata a Dio, consumata nell'amore a Dio e nell'amore al prossimo.

Bibliografia

CALABUIG I.,  La venerazione della Chiesa alla Santa Madre del Signore. Aspetto dogmatico, Dispensa per la Licenza in Sacra Teologia con specializzazione in Mariologia, Marianum, Roma, Anno Accademico 1999-2000, pp.23-27.

VEDI ANCHE:
- DEVOZIONE MARIANA
- EX-VOTO
- FOLKLORE MARIANO
- IMMAGINE FOLKLORISTICA DI MARIA
- MARIOLOGIA POPOLARE
- PELLEGRINAGGI E SANTUARI
- PIETÀ MARIANA NEL POST-CONCILIO
- PIETÀ POPOLARE
- PSICOLOGIA DEL CULTO MARIANO

- SANTUARI MARIANI
- SIMBOLOGIA E RUOLO DEL SANTUARIO MARIANO







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