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PELLEGRINAGGI E SANTUARI


Anche nell'antichità cristiana, come oggi, i termini "Pellegrinaggio" e "Santuario" sono correlativi: l'uno richiama l'altro in quanto elemento tipico e specifico dell'esistenza stessa dei "Santuari" sono i "Pellegrinaggi", poiché è caratteristica fisionomia dei Santuari l'attrarre a sé anche da lontano. Conoscitori profondi ed attenti della Parola di Dio e dell'animo umano, i Padri della Chiesa hanno accolto, vissuto e tramandato il valore religioso "Pellegrinaggi e santuari", in modo cordiale e sapiente. Non hanno abolito il binomio religioso "pellegrinaggi e santuari" nel senso di "luoghi sacri meta di pellegrini" dal momento che Gesù stesso, prima con Maria e Giuseppe e poi con gli Apostoli, è stato pellegrino assiduo al Tempio di Gerusalemme. Hanno però, in linea con l'insegnamento di Gesù e dei profeti, privilegiato la dimensione esistenziale ed interiore del binomio "pellegrinaggio-santuario", ossia i cristiani sono templi di Dio in pellegrinaggio e sono pellegrini nella fede in cammino verso il santuario del cielo.

1. Pellegrinaggi e Santuari come dimensione spirituale

I primi Padri della Chiesa, formati alla scuola degli Apostoli, hanno maturato una spiritualità cristiana forte nei contenuti e lineare con le fonti sorgive del Vangelo. Anche la componente religiosa "tempio-pellegrinaggio" è divenuta un tassello fondamentale della spiritualità cristiana. Il cristiano è il "santuario pellegrino" ove Dio abita e ove gli si rende culto. Santuario mobile dato al mondo quale possibilità per gli uomini di incontrarvi la divina presenza. Ignazio, vescovo di Antiochia, discepolo degli Apostoli, nelle sue lettere scritte alle prime comunità cristiane sempre si firma con le parole: «Ignazio detto anche portatore di Dio». Origene, un santo e dotto cristiano del III secolo, ricorda in modo molto forte che il cristiano non ha bisogno di statue o di altari o di templi come i pagani, per pregare: l'anima del giusto è un altare; in ogni giusto vi è l'immagine di Dio; il corpo del giusto è tempio di Dio. La presenza di Dio è legata alla comunità cristiana, non a chiese di pietra; la comunità succede al Tempio di Gerusalemme. Dal momento che i primi cristiani si sentivano singolarmente e comunitariamente "santuari pellegrini" è ovvio che abbiano subito intuito che tale verità riguardava prima di tutto la Vergine Madre del Signore: "Tempio santo di Dio", "Arca della nuova alleanza" che ha portato corporalmente nel mondo la divina presenza. Giovanni di Damasco, in un'omelia pronunciata nella festa della natività di Maria dice: «O Vergine, piena di grazia, tempio santo di Dio che il Salomone spirituale, il Principe della pace, ha costruito ed abitato, abbellito, non con oro né pietre senza vita, ma invece con lo Spirito. Al posto di pietre preziose, hai la perla inestimabile, Cristo, il carbone della divinità». Il cristiano, inoltre, per i Padri della Chiesa, non è solo il "tempio di Dio in pellegrinaggio nella storia" ma è anche, come Abramo, "pellegrino nella fede" su questa terra con il cuore e la mente orientati al "santuario" del cielo ove Dio abita. I cristiani, si legge in un antichissimo scritto patristico: «Dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo». Anche Maria, ripetono sovente i primi cristiani, ha camminato e pellegrinato nella fede. Spiritualmente, spiega Origene, la Vergine Maria è stata una donna protesa intensamente a Dio attraverso l'ascolto della Parola. Un ascolto fatto di fatica. Un cammino di fede che ha sperimentato anche il tormento del dubbio.

2. Pellegrinaggi e Santuari come gesti e luoghi sacri

Se è scontato che per i primi cristiani la dimensione religiosa "Santuari e Pellegrinaggi" è stata vissuta in modo fortemente interiorizzato, è però ugualmente documentato che non è stata abolita la realtà spaziale "Santuari-Pellegrinaggi" come luoghi sacri, meta di visite individuali e collettive. Non va dimenticato che Gesù visse anche come esule (Mt 2,13-21), itinerante (Mt 8,20; Lc 9,58) e pellegrino (Lc 2,22-35); che Maria, a motivo e per amore del Figlio, fu a sua volta con Giuseppe esule, itinerante, pia pellegrina. La Chiesa di Cristo non poteva certo eliminare un segno che era stato significativo sia nella vita del Popolo di Dio come in quello di Gesù Cristo. Certo le testimonianze dei primi secoli sono in merito ai "santuari-pellegrinaggi" pochissime e isolate. Ma ciò non stupisce se si pensa che i nostri primi fratelli nella fede, nei primi tre secoli di vita, erano costretti a vivere nella clandestinità. E forse questa impossibilità concreta per i primi cristiani, di avere dei santuari veri e propri, è stata provvidenziale perché ha permesso di non confondere i pellegrinaggi ai santuari con i pellegrinaggi ai templi pagani A questo proposito è significativo rilevare che non consta, per i primi secoli del cristianesimo, che edifici sacri pagani siano stati trasformati in chiese cristiane dedicate alla Madonna.

3. Pellegrinaggi e Santuari nell'antichità
Siamo a conoscenza che i fedeli di Smirne si recavano annualmente al sepolcro del vescovo San Policarpo, martirizzato verso il 156. Poco dopo il 200 il vescovo Cappadoce di nome Alessandro, «andò a Gerusalemme per pregare e visi tare i luoghi». Con la libertà di culto, avvenuta nel IV secolo, i pellegrinaggi, soprattutto ai luoghi sacri della Palestina, divennero numerosissimi. Quali fossero le manifestazioni che si verificavano nei santuari del V secolo, ci viene descritto in una palpitante pagina di Teodoreto di Ciro: «I santuari dei nostri gloriosi martiri sono splendidi, attirano l'attenzione di tutti, sono imponenti per la loro maestosità e adorni di ricchezze abbaglianti. Ad essi ci rechiamo non solo una o due volte l'anno, ma anche fino a cinque [...]. Quanti vi si recano chiedono di poter conservare la salute, di essere liberati dalle proprie sofferenze».

4. Le più antiche testimonianze sui luoghi di culto mariano

A Nazareth nel sottosuolo della basilica dell'Annunciazione, gli scavi, iniziati nel 1955, hanno portato alla luce una vera e propria chiesa giudeo-cristiana. In questo luogo vi sono due graffiti risalenti ai secoli II-III; il primo è la commovente testimonianza di una pellegrina che sull'intonaco di una colonna scrisse il nome suo, quello dei parenti e l'attestato di avere compiuto religiosamente ciò che conveniva (riti, pratiche devozionali,...) oppure, secondo un'altra interpretazione, di avere ornato il simulacro della Vergine: «Prostrata sotto il luogo di Maria subito scrissi li i nomi, il simulacro ornai di lei». Il secondo graffito riproduce in chiare lettere greche il saluto dell'angelo a Maria: xE MARIA (Kàire Maria), ossia, «Gioisci Maria». «Un altro pellegrino - scrive l'archeologo E. Testa — lettore del vangelo di san Luca, nei sec. II-III, venerò il luogo santo della Madonna e, recitato mentalmente il saluto angelico, si senti portato a graffirlo sulla pietra». A Gerusalemme gli scavi compiuti nel 1972 nel sottosuolo dell'edicola sacra designata come "tomba di Maria", che un'antichissima tradizione gerosolimitana indicava come luogo della temporanea sepoltura della Vergine nella valle del Getsemani, hanno mostrato che essa fu costruita su una cameretta sepolcrale scavata nella roccia, contenente una sola sepoltura e facente parte di un complesso funerario risalente al tempo di Cristo; in seguito la cameretta, appunto perché oggetto di venerazione, fu isolata dal resto della necropoli e su di essa si concentrò la devota attenzione della comunità giudeo-cristiana (costruzione dell'edicola, pitture, lampade votive, pellegrini che si recano alla gerosolimitana "tomba di Maria)". A Roma, nei sotterranei della basilica vaticana, e più precisamente presso la tomba di san Pietro in Vaticano, sono stati scoperti alcuni graffiti in cui appare il nome di Maria venerato insieme con Cristo e il suo vicario Pietro. Nelle catacombe romane poi sono stati scoperti parecchi epitaffi incisi su lapidi che contengono assieme ad altri simboli l'invocazione a Maria. Gregorio di Nissa nel suo scritto Vita di s. Gregorio il Taumaturgo, vescovo vissuto nel III secolo, racconta che il santo si tormentava perché non gli riusciva di concepire nella sua mente e di esprimere a parole una corretta definizione del dogma trinitario; e dunque una notte gli apparvero in sogno due personaggi, uno maschile e uno femminile; nell'uomo egli riconobbe s. Giovanni Evangelista: si rivolse a lui per avere spiegazioni in merito alla dottrina della Trinità; quello si appellò alla donna, che si rivelò come la Vergine, parvenza luminosa superumana, la quale gli spiegò tutto quanto desiderava sapere. Questo episodio è estremamente importante perché testimonia che già nel lontano IV secolo era vivo tra i fedeli il senso della presenza attiva di Maria glorificata. Queste poche ma significative testimonianze stanno a dimostrare che il valore religioso "santuari-pellegrinaggi" fu sentito e vissuto ovunque fin dai primi tempi della Chiesa. Ovviamente i casi di pellegrinaggi di cui abbiamo notizia non sono fenomeni di massa, ma di individui isolati. Con la pace di Costantino (318), le persone cominciano a mettersi in cammino verso la terra che è stata percorsa da Gesù. Anche Roma diviene meta di pellegrinaggi ai luoghi santificati dai martiri. Non è il caso di elencare tutte le testimonianze che sono, ovviamente, numerosissime. Mi limito a segnalarne alcune che mi sembrano molto interessanti e significative sotto l'aspetto mariano. Uno storico antico ci informa che il grande Padre della Chiesa, Gregorio di Nazianzo (f c. 390), al suo arrivo a Costantinopoli possedeva come luogo di culto soltanto una casa privata, perché tutte le chiese erano in mano degli ariani. Questo piccolo santuario poté però essere ampliato e raggiunse presto una grande celebrità, anche per le grazie che vi distribuiva una "potenza divina", la quale «spesso venne in soccorso a quelli che erano depressi o da malattie o da impreviste sciagure. Si crede che [la potenza divina che appare] sia la santa Vergine Maria Madre di Dio. Si dice infatti che essa sia solita fare delle apparizioni». Il patriarca di Alessandria, Teofilo, parla dell'esistenza di una immagine miracolosa della Vergine in Alessandria di Egitto". Sotto Sisto III a Roma nel V secolo sorge la prima basilica dedicata alla Madre di Dio: Santa Maria Maggiore. Rigorosi studi recenti accertano senza esitazioni l'antichità della basilica mariana di Roma". Merita attenzione l'antichissima e ben fondata tradizione che s. Eusebio di Vercelli, di ritorno dalla Palestina (nel 363), abbia portato con sé tre statue di legno scuro della Vergine, collocandone una sopra la valle di Oropa, dove fondò quello che è forse il più antico santuario mariano in Occidente". Una caratteristica tipica dei nostri antichi Padri nella fede è quella di non avere abolito le più umili e semplici espressioni di fede quale quella dei "santuari e pellegrinaggi" ma di averle accolte con cordialità ed insieme di averle sublimate evidenziandone la dimensione spirituale. Anche per questo sono grandi.

Bibliografia
GILA A., Pellegrinaggi e Santuari come dimensione spirituale, in Santa Maria "Regina martyrum" XV (2013), n. 1, pp. 20-23; BESUTTI G., Santuari, Nuovo Dizionario di Mariologia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp.1253-1272; BAGATTI B., Gli scavi di Nazareth, I: Dalle origini al sec. XII, Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem 1967; ID., Le due redazioni del "transitus Mariae", in Marianum 32 (1970), p. 287ss; GIAMBERARDINI G., Il culto mariano in Egitto, I, ( sec. I-IV), Jerusalem 1975;  ORIGENE, Omelie su Luca VI, 7; XVII, 6-7; XIX, pp. 4-5;  EUSEBIO, Storia ecclesiastica 6, 11, 2; TEODORETO DI CIRO,  Graecarum affectionum curatio. Sermo VIII, De Martyribus: PG 83, pp. 1031-1032;  TESTA E., Nazareth Giudeo-Cristiana, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme 1967; DENIS M - BOULET R., Romee, Paris, 1963, pp. 351-383;  Acta Reginae montis: il cartario d'Oropa, Bugellae, pp. 1945-1948.

VEDI ANCHE:
- COLLEGAMENTO NAZIONALE SANTUARI (C.N.S.)
- SACRI MONTI MARIANI
- SANTUARI MARIANI
- SIMBOLOGIA E RUOLO DEL SANTUARIO MARIANO









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