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DICHIARAZIONE DI SEATTLE


É la Dichiarazione Ecumenica congiunta di Anglicani e Cattolici del 2 febbraio 2004 che porta il titolo "Maria: grazie e speranza in Cristo". Il testo è frutto di 5 anni di lavoro (dal 1999 al 2004) ed è stato realizzato dalla Commissione Internazionale Anglicana Cattolica Romana (ARCIC) che fu costituita nel 1970 da papa Paolo VI e dall’allora arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey, ed è oggi lo strumento ufficiale del dialogo teologico tra Cattolici e Anglicani.

1. Valore e significato del Documento

Pur non avendo alcun valore autoritativo questo testo rappresenta un significativo passaggio per definire un cammino ecumenico, che sappia liberarsi dai condizionamenti che per secoli hanno frenato i cristiani nella condivisione delle proprie peculiari tradizioni. Per questo cattolici e anglicani hanno scritto che la dichiarazione «riflette poderosamente i nostri sforzi di ricercare quanto serbiamo in comune e celebra importanti aspetti del nostro comune patrimonio. Le nostre due tradizioni condividono molte delle feste stesse legate a Maria. La nostra esperienza ci ha fatto capire che è nell'ambito del culto che realizziamo la più profonda convergenza, allorché rendiamo grazie a Dio per la madre del Signore, che è una cosa sola con noi in quella sterminata comunità di amore e di preghiera che chiamiamo comunione dei santi». Ampio spazio è stato dato alla Maria biblica, con l'intenzione di cogliere non solo le ricchezze della Scrittura sulla figura di Maria ma anche le diverse correnti esegetiche, che hanno determinato, soprattutto a partire dal XVI secolo, una profonda contrapposizione in Occidente.
Questo è il primo documento interecclesiale che ha affrontato con profondità ed ampiezza il mariologico/mariano anche a seguito dell'invito di Giovanni Paolo II nel n. 79 dell'enciclica Ut unum sint del 1995 e della richiesta di vescovi anglicani e cattolici fatta propria e ufficializzata dall'allora arcivescovo di Canterbury George Carey e dal cardinale Edward Cassidy, allora presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani nel 2000, ove si chiedeva esplicitamente uno «studio su Maria nella vita e nella dottrina della Chiesa». E la prima volta che una commissione bilaterale internazionale ufficiale dedica specificamente un documento ecumenico alla Madre di Gesù. Esso, in definitiva, si pone come verifica della solidità o meno dell'itinerario ecumenico finora intrapreso fra le due Chiese. La mariologia e la prassi mariana, infatti, costituiscono il punto d'incontro ma anche di scontro delle varie dimensioni della fede cristiana: trinitaria, cristologica, pneumatologica, ecclesiologica, caritologica, amartiologica, escatologica, antropologica, simbolica, carismatica...". 
Il testo è "dottrinalmente uno dei documenti più importanti frutto del dialogo dell'Arcic". Esplora infatti il luogo di Maria nelle Scritture e nelle "antiche tradizioni comuni", vale a dire nei primi Concili della Chiesa, che sono fonti di autorità sia per gli anglicani che per i cattolici, e negli scritti dei "Padri della Chiesa", teologi dei primi secoli del cristianesimo. Il documento non risolve alcune importanti controversie relative soprattutto alla autorità dei due dogmi mariani approvati dalla Chiesa cattolica nel 1800 ma non riconosciuti dagli anglicani. In definitiva la Dichiarazione può considerarsi il documento ecumenico più propositivo e sereno, in cui si avverte «un senso di empatia e di solidarietà con Maria» (n. 71), che giunge ad un'identificazione con lei: «Siamo una cosa sola con lei e a gli apostoli, raccolti in preghiera per l'effusione dello Spinto sulla Chiesa nascente, famiglia escatologica di Cristo» (n. 30).

2. Membri della Commissione
- Anglicani: Frank Griswold, vescovo presidente della Chiesa episcopaliana degli Stati Uniti (copresidente fino al 2003); Peter Carnley, arcivescovo di Perth e primate della Chiesa anglicana d’Australia (copresidente dal 2003); John Baycroft, vescovo emerito di Ottawa, Canada; E. Rozanne Elder, professore di storia, Università del Western Michigan, USA; Jaci Maraschin, professore di teologia, Istituto ecumenico, São Paulo, Brasile; John Muddiman, ricercatore in Nuovo Testamento, Mansfield College, Università di Oxford, Gran Bretagna; Michael Nazir-Ali, vescovo di Rochester, Gran Bretagna; Nicholas Sagovsky, teologo, canonico dell’Abbazia di Westminster, Londra, Gran Bretagna; Charles Sherlock, direttore della sezione sul ministero dell’Istituto di teologia di Melbourne, Australia. Segreteria: David Hamid, direttore della sezione Affari e rapporti ecumenici dell’Anglican Communion Office, Londra, Gran Bretagna (fino al 2002); Gregory K. Cameron, direttore della sezione Affari e rapporti ecumenici dell’Anglican Communion Office, Londra, Gran Bretagna (dal 2002). Osservatore dell’arcivescovo di Canterbury: Richard Marsh, segretario dell’arcivescovo di Canterbury per gli affari ecumenici, Londra, Gran Bretagna (fino al 1999); Herman Browne, vicesegretario dell’arcivescovo di Canterbury per gli Affari ecumenici e della Comunione anglicana (dal 2000-2001); Jonathan Gough, segretario dell’arcivescovo di Canterbury per l’ecumenismo (dal 2002).
- Cattolici
: Cormac Murphy-O’Connor, vescovo di Arundel e Brighton, Gran Bretagna (copresidente fino al 2000); Alexander Brunett, arcivescovo di Seattle, USA (copresidente dal 2000); Sara Butler MSBT, professore di teologia dogmatica, seminario St Joseph, Yonkers, New York, USA; Peter Cross, professore di teologia sistematica, Catholic Theological College, Clayton, Australia; Adelbert Denaux, professore alla Facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lovanio, Belgio; Brian Farrell, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano (dal 2003), Walter Kasper, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano (dal 1999 al 2000); Malcolm McMahon OP, vescovo di Nottingham, Gran Bretagna (dal 2001); Charles Morerod OP, decano della Facoltà di filosofia, Pontificia università San Tommaso d’Aquino, Roma, Italia (dal 2002); Marc Ouellet PSS, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano (dal 2001 al 2002); Jean M.R. Tillard OP, professore alla Facoltà domenicana di teologia, Ottawa, Canada (fino alla morte, nel 2000); Liam Walsh OP, professore emerito, Facoltà di teologia, Università di Friburgo, Svizzera. Segreteria: Timothy Galligan, addetto del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano (fino al 2001); Donald Bolen, addetto del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano (dal 2001). Consultore: Emmanuel Lanne OSB, monastero di Chevetogne, Belgio (dal 2001).
- Osservatore del CEC
: Michael Kinnamon, decano del Seminario teologico di Lexington, Kentucky, USA.
- Staff
: Christine Codner, Anglican Communion Office, Londra, Gran Bretagna; Giovanna Ramon, Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Città del Vaticano.

3. Struttura del Documento
La struttura formale-redazionale di Maria: grazia e speranza in Cristo o più comunemente Dichiarazione di Seattle dal luogo dove è stato siglato l'accordo, è la seguente:
Prefazione dei copresidenti: Peter F. Carnley, anglicano, e Alexander J. Brunett, cattolico.
INTRODUZIONE (nn. 1-5).
A. MARIA SECONDO LE SCRITTURE (nn. 6-30) :
— La testimonianza della Scrittura: una traiettoria di grazia e speranza (nn. 8-11);
— Maria nella narrazione della nascita secondo Matteo (nn. 12-13) ;
— Maria nella narrazione della nascita secondo Luca (nn. 14-17);
— Il concepimento verginale (n. 18);
— Maria e la famiglia di Gesù (nn. 19-21);
— Maria nel Vangelo di Giovanni (nn. 22-25) ;
— La Donna di Apocalisse 12 (nn. 28-29);
— Riflessione sulla base della Scrittura (n. 30).
B. MARIA NELLA TRADIZIONE CRISTIANA (nn. 31-51:) :
— Cristo e Maria nella tradizione comune antica (nn.31-34) ;
— La celebrazione di Maria nelle antiche tradizioni comuni (nn. 35-40) ;
— Lo sviluppo della dottrina e della devozione mariane nel Medioevo (nn. 41-43) ;
— "Dalla Riforma ai nostri giorni" (nn. 44-51).
C. MARIA SECONDO IL MODELLO DELLA GRAZIA E DELLA SPERANZA (nn. 52-63) :
— Maria nell'economia della grazia (nn. 54-57) ;
— Le definizioni papali (nn. 58-63).
D. MARIA NELLA VITA DELLA CHIESA (nn. 64-75) :
— Intercessione e mediazione nella comunione dei santi (nn. 67-70) ;
— Il ministero proprio di Maria (nn. 71-75).
CONCLUSIONE (nn. 76-80).
— Progressi nell'accordo (nn. 78-80).

4. Presentazione del Documento
I due Presidenti della Commissione hanno introdotto con queste parole di Documento: « Man mano che è proseguito il cammino verso la piena comunione, la Chiesa cattolica romana e le Chiese della Comunione anglicana hanno dedicato molti anni alla fervente considerazione di diverse questioni riguardo alla fede che condividiamo e al modo in cui la esprimiamo nella vita e nel culto delle nostre due famiglie di fede. Abbiamo sottoposto delle dichiarazioni di accordo alla Santa Sede e alla Comunione anglicana perché le commentassero, richiedessero – se necessarie – ulteriori chiarificazioni, ed esprimessero congiuntamente la loro accettazione in quanto rispondenti alla fede degli anglicani e dei cattolici.
Nel comporre questa dichiarazione di accordo, abbiamo attinto dalle Scritture e dalla comune tradizione che precede la Riforma e la Controriforma. Come già nei precedenti documenti della Commissione internazionale anglicana - cattolica romana (ARCIC), abbiamo cercato di utilizzare un linguaggio che riflettesse ciò che serbiamo in comune e andasse al di là delle controversie del passato. Allo stesso tempo, in questa dichiarazione abbiamo dovuto affrontare con onestà definizioni dogmatiche che sono parte integrante della fede dei cattolici ma che sono largamente estranee alla fede degli anglicani. I membri dell’ARCIC, inoltre, hanno cercato di compenetrarsi reciprocamente nel modo di fare teologia, e hanno preso in considerazione insieme il contesto storico in cui si sono sviluppate determinate dottrine. Nel farlo, abbiamo imparato ad accogliere in forma rinnovata la nostra propria tradizione, illuminata e approfondita attraverso la comprensione e l’apprezzamento della tradizione altrui.
La nostra dichiarazione di accordo a riguardo della beata vergine Maria come modello di grazia e di speranza riflette poderosamente i nostri sforzi di ricercare quanto serbiamo in comune e celebra importanti aspetti del nostro comune patrimonio. Maria, la madre del Signore nostro Gesù Cristo, sta davanti a noi come modello esemplare di fedele obbedienza, e il suo «avvenga di me quello che hai detto» è la risposta piena di grazia che ciascuno di noi è chiamato a dare a Dio, sia individualmente sia comunitariamente, in quanto Chiesa, il corpo di Cristo. In quanto ella è figura della Chiesa, le braccia levate nella preghiera e nella supplica, le mani aperte nell’accoglienza e nella disponibilità a ricevere l’effusione dello Spirito Santo, siamo una cosa sola con Maria che magnifica il Signore. Dice il vero Maria quando afferma nel suo canto, secondo il Vangelo di Luca: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata». Le nostre due tradizioni condividono molte delle feste stesse legate a Maria. La nostra esperienza ci ha fatto capire che è nell’ambito del culto che realizziamo la più profonda convergenza, allorché rendiamo grazie a Dio per la madre del Signore, che è una cosa sola con noi in quella sterminata comunità di amore e di preghiera che chiamiamo comunione dei santi».

Bibliografia
COMMISSIONE INTERNAZIONALE ANGLICANA CATTOLICA ROMANA, Maria: grazia e speranza in Cristo, in Il regno-documenti 11 (2005) pp. 257-270; ARCIC, Mary. Grace and Hope in Christ. The Seatle Statement of Anglican - Roman Catholic International Commissio. The Text with Commentaries and Study Guide. Edited by Donald Bolen ad Gregory Cameron, Continuum, London 2006; G. BRUNI, Genesi, approccio e metodo della dichiarazione anglicana-cattolica su Maria, in Marianum 69 (2007) pp. 423-453; G. COLZANI, Dichiarazione di Seattle su “Maria: grazia e speranza in Cristo”. Chiarimenti e problemi, ibidem, 454-480; F. RODRÍGUEZ GARRAPUCHO, La Madre de Jesús en el actual diálogo ecuménico, in Ephemerides Mariologicae 60 (2010) pp. 51-67; PERRELLA S. M., Anglicani e Cattolici "...con Maria la Madre di Gesù" (At 1,14). Saggio di mariologia ecumenica, San Paolo, Cinisello Balsamo 2009.

VEDI ANCHE:
- DIALOGHI INTERCONFESSIONALI
- DIBATTITO ECUMENICO
- DOCUMENTO DI DOMBES
- MARIOLOGIA ECUMENICA
- MATER UNITATIS






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