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ADDOLORATA



Il titolo sottolinea la partecipazione di Maria alle sofferenze del Figlio anche come madre spirituale degli uomini nell'ordine della grazia ed è molto sentito nella pietà popolare.

1. Origini ed espressioni simboliche del culto all'Addolorata
La devozione alla Vergine Addolorata si sviluppa dalla fine dell’XI secolo, con un primo cenno a celebrazioni dei suoi 5 gaudi e dei suoi cinque 5 dolori, simboleggiati da 5 spade, anticipatrici della celebrazione liturgica istituita più tardi. Quando un ignoto scrisse: Il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius iniziò una letteratura dedicata al suo dolore con le composizioni sul tema del Pianto della Vergine. Poi nel XII secolo, anche a seguito di apparizioni della Madonna, si ebbe un incremento di questo culto e la composizione dello Stabat Mater attribuito a Jacopone da Todi, autore anche di Laudi in lingua volgare. Inizialmente il culto dell’Addolorata era strettamente collegato alla Settimana Santa e per questo, soprattutto nei paesi del Mediterraneo, le statue di Nostra Signora dei Dolori o Addolorata, sono ancor oggi portate in processione nei giorni della Settimana Santa insieme con quella del Cristo Morto. Ma poi nel diciassettesimo secolo è nata la sua festa che fu estesa a tutta la Chiesa Latina nel 1727. Originariamente era celebrata il Venerdì prima della settimana Santa o dopo la Pasqua, poi al 15 settembre. Durante la revisione del Calendario Cattolico Romano nel 1969 rimase solo la festa al 15 settembre, anche se in alcune località continua a essere celebrata nelle antiche date. Molte sono le immagini di Maria ispirate ai tanti momenti della sua vita e molti sono i modi per rivolgersi a Lei. Tra queste immagini quelle dell’Addolorata sono tra le più diffuse, forse perché è frequente rivolgersi a Lei nei momenti di sofferenza. Non è a caso che proprio in un momento storico difficile che nasce la contemplazione dei dolori di Maria. Per una madre vedere morire il figlio è il dolore più grande. Così le madri e tutti coloro che soffrono per malattie, disabilità, ingiustizia, povertà, persecuzione, violenza, lutti, tradimenti e solitudine, possono trovare in Lei il modello cui guardare per sopportare le proprie sofferenze e mantenere la speranza. I simboli che identificano questa immagine sono tutti collegati alla Passione. I più comuni sono le spade: una, cinque o sette, conficcate nel cuore, a volte evidenziato con sopra una fiamma, il fazzoletto in mano, il vestito viola o nero del lutto, il volto ovale, inclinato e rivolto a cielo, occhi grandi, bocca piccola da cui traspare la dentatura e mani giunte con dita intrecciate. Meno frequentemente ha in mano la corona di spine. Soprattutto nelle statue spagnole spesso il viso della Madonna è solcato dalle lacrime. Inoltre in molti casi la statua è lignea ed è rivestita nella cerimonia della vestizione con abiti diversi secondo le circostanze. In rari casi la statua della Madonna è solo temporaneamente Addolorata per le processioni o per particolari festeggiamenti. In questo caso la statua è rivestita e spesso le viene applicato un cuore trafitto dalla una o più spade. A volte la statua è visibile al pubblico solo durate le processioni.

2. L'Addolorata nella pietà popolare
Lungo i secoli, si è affermata con continuo crescendo la devozione del popolo cristiano verso l'Addolorata, venerata anche con nomi che possono dirsi sinonimi: per es. La Vergine Piangente, La Vergine Dolente, La Madonna dei Sette Dolori, La Madonna della Mestizia, La Madonna del Compianto, La Madonna della Transfissione, La Madonna della Compassione, La Madonna della Pietà ecc., ed espressa in molti modi.
A Sorrento (Napoli) sin dal 1700 nella "processione bianca" cosi detta perché composta di incappucciati bianchi, organizzata da una delle diverse confraternite e svolta nelle prime ore del Venerdi Santo, la statua dell'Addolorata viene portata a spalla da confratelli che si succedono di padre in figlio.
A Siviglia (Spagna) i carcerati si portano alle finestre e alle porte della prigione per vedere la statua dell'Addolorata ferma per alcuni minuti davanti a loro, Le indirizzano saluti e preghiere, poi ritornano nelle proprie celle.
A Barile (Potenza), nella rappresentazione della Passione di Gesù, la giovane donna del paese che fa l'Addolorata dopo essersi sottoposta per tre giorni a digiuno quasi assoluto, procede nelle due ore di sfilata con gli occhi socchiusi e con le braccia allargate, portando sul petto il cuore trafitto da sette spade.
A Reggio Calabria, Gesù e Maria sono raffigurati da due grandi statue portate a braccia lungo due itinerari diversi. Quando queste, seguite dai loro lunghi cortei, si incontrano a una svolta della via, si alza dalle due schiere un coro di lamenti e di preghiere per rievocare il dolore di Maria che incontra Gesù che cammina verso la vetta del Calvario. In quel tratto di tempo i portatori imprimono alle due statue un movimento sussultorio, per far capire agli spettatori i sentimenti dell'Uno e dell'Altra.
In El Salvador, il Venerdi Santo, sono vestiti a lutto gli uomini e le donne che seguono, in processione, la statua dell'Addolorata per andare in chiesa ad adorare Gesù Crocifisso.
Nella famosa Sacra Rappresentazione del "Mistero della Passione", tenuta sin dal 1633 ogni dieci anni a Oberammergau (Germania), la parte dell'Addolorata è sostenuta dalla fanciulla più retta e più stimata del paese.
Ci sono celebrazioni dell'Addolorata a titolo di ringraziamento. Per es. ancora oggi a Segni si svolge la "festa del voto" due volte all'anno: in settembre, per la festa liturgica dell'Addolorata del giorno 15, e in novembre, in una delle domeniche, per ricordare di essere scampati all'epidemia del 1854. La partecipazione del popolo alle cerimonie religiose è come quella della Pasqua.

3. L'Addolorata nella letteratura, nell'arte e e nella musica

a) In ogni secolo ci sono stati letterati che hanno scritto, in prosa e in poesia, sull'Addolorata. Ne ricordiamo alcuni di questo secolo in ordine alfabetico e con l'anno di pubblicazione del loro scritto principale: Barbieri (1911), Bevilacqua (1983), Bonuzzi (1902), Calcara (1950), Capossele (1911), Corsaro (1947), Galli (1906), Geraldini (1924), Grancelli (1926), Manacorda (1948), Novaro (1937), Pelaez (1901), Pozzi (1939), Rastelli (1948), Ricciotti (1941), Roschini (1927), Vinci (1949), William (1937) ecc.
b) Pittori e scultori che hanno ritratto l'Addolorata, hanno nomi famosi: ricordiamo alcuni in ordine alfabetico e con l'anno della loro morte: Bellini (1516), Caliari (1850), Dolci (1686), Ghirlandaio (1494), Michelangelo (1564), Morales (1558), Naldini (1691), Rubens (1640), Sassoferrato (1685), Tiziano (1576), Van der Weyden (1464) ecc. E l'hanno ritratta in pose diverse, ma tutte suggestive: a figura intera o a mezzo busto, con una spada o con sette spade sul cuore, o con sette medaglioni disposti attorno alla figura di Lei, o con il corpo del Figlio morto poggiato sulle sue ginocchia. Giovanni Bellini presenta l'Addolorata che sostiene il corpo morto di Gesù, gli sorregge con la mano, una mano, e con il viso, il viso. Lei è tutta protesa in una tenerezza dolente ed è talmente occupata e preoccupata del Figlio che dimentica il proprio dolore. Giovanni Caliari mostra l'Addolorata diritta, ai piedi della croce, dignitosa e dolcissima, con la mano sinistra protesa verso Gesù appena deposto dalla croce, con la destra lievemente alzata in direzione del cielo, mentre cerca con lo sguardo l'incontro con il Padre per fargli l'offerta del Figlio e di sé stessa. Paolo Naldini ritrae l'Addolorata che ha le braccia aperte, il cuore trafitto da sette spade, il gesto di offrire con la destra lo scapolare della confraternita e con la sinistra la Corona dei Sette Dolori. Nella cappella dell'Addolorata costruita a Gerusalemme sul Calvario, gli occhi della statua della Madonna guardano fissi, sia che la si osservi da destra che da sinistra. È un effetto ottico ideato dall'artista che ha posto due perle brillantissime dentro gli occhi della statua. Il gruppo scultorio collocato nella cripta del santuario della Madonna del Divino Amore in Roma fa vedere l'Addolorata che in ginocchio asciuga il sangue di Gesù deposto dalla croce mentre guarda il pellegrino e lo invita ad unirsi a lei in quel pietoso ufficio. E tante altre forme artistiche.
c) Celebrati musicisti hanno messo in note lo Stabat mater, per es. Palestrina (†1594), Alessandro Scarlatti (†1725), Pergolesi (†1736) che chiamava l'Addolorata la sua celeste musa, Rossini (†1868), Verdi (†1901), Dvorak (†1904) ecc. Alessandro Scarlatti scrisse anche un oratorio in onore della Vergine Addolorata.

4. La Festa dell'Addolorata
Il primo documento certo sul sorgere di una festa liturgica sul dolore di Maria proviene da una chiesa locale: infatti, il 22 aprile 1423 un decreto del concilio provinciale di Colonia introduceva in quella regione la festa dell'Addolorata come riparazione dei sacrileghi oltraggi fatti dagli Ussiti alle immagini del Crocifisso e della Vergine ai piedi della croce. Nel 1482 papa Sisto IV componeva e faceva inserire nel Messale romano, con il titolo di «Nostra Signora della Pietà», una messa incentrata sull'evento salvifico di Maria ai piedi della croce. In seguito tale celebrazione si diffondeva in occidente con varie denominazioni e in varie date. Oltre alla denominazione stabilita dal concilio di Colonia e a quella fissata nella messa di Sisto IV, veniva chiamata anche: «De transfixione seu martyrio cordis beatae Mariae», «De compassione beatae Mariae virginis», «De lamentatione Mariae», «De planctu beatae Mariae», «De spasmo atque doloribus Virginis», «De septem doloribus beatae Mariae virginis», ecc. Quanto alla data poi, si va dal venerdì dopo la domenica in albis, o il primo sabato dopo l'ottava di Pasqua, o il venerdì dopo la seconda domenica di Pasqua (per non ricordare la data fissata dal concilio di Colonia, ossia il venerdì dopo la terza domenica di Pasqua)... al lunedì o venerdì o sabato dopo la domenica di Passione. Insomma: nel nome si passa dalla commendatio ai septem dolores (cioè dalla scena ai piedi della croce ai diversi dolori della vita di Maria) e nella data dal tempo pasquale al tempo quaresimale: naturalmente questi passaggi avvengono lentamente, anche se ci è impossibile seguirne l'evolversi. Il 18 agosto 1714 la S. Congregazione dei riti, dietro supplica del priore generale dei Servi di Maria, concedeva che la «Commemorazione solenne dei Sette dolori della beata Maria vergine», già celebrata in qualche provincia per indulto speciale, fosse estesa a tutto l'ordine il venerdì di Passione con rito doppio maggiore. Il 22 aprile 1727 poi, Benedetto XIII, sempre dietro richiesta dell'ordine servitano, estendeva la festa dei Sette dolori di Maria a tutta la chiesa latina e la fissava secondo la data dell'ordine al venerdì dopo la domenica di Passione: veniva così raggiunta l'unificazione sia del titolo che della data. Con la riforma liturgica di Pio X, la quale voleva mettere in risalto la domenica, questa festa di settembre - nel 1913 - cessò di essere festa mobile e venne fissata al 1° settembre, giorno in cui veniva celebrata nel rito ambrosiano, che festeggiava già i Sette dolori nel giorno dell'ottava della Natività di Maria. Il nuovo Calendario del 1969, oltre a sopprimere del tutto la commemorazione del tempo di Passione e a ridurre il grado della celebrazione del 15 settembre a semplice «memoria», ha pure cambiato il titolo della festa (Beata Maria vergine addolorata): non si fa la memoria specifica dei «Sette dolori», ma si vuole contemplare «il dolore» di Maria in maniera globale.

5. Ordini e Congregazioni religiose dedicati all'Addolorata
- SERVI DI MARIA
fondati dai Sette Santi Fondatori sul Monte Senario nel 1233
- FILII MATRIS DEI DOLOROSAE
fondati da P. Onorato a Varsavia nel 1880
- RELIGIOSI TERZIARI CAPPUCCINI DELL'ADDOLORATA
fondati da Mons. Luigi Amigò a Massamagrell nel 1889
- EREMITE DELL'ADDOLORATA
fondate da Sr. Maria Cordiglio dello Spirito Santo a Nocera nel 1872
- MAESTRE PIE DELL'ADDOLORATA
fondate da Elisabetta Renzi nel 1818 a Ceriano
- SERVE DI MARIA SS. ADDOLORATA
fondate da Sr. Maria Veronica della Croce nel 1854 a Firenze
- SUORE DELL'ADDOLORATA
fondate da Sr. Maria Francesca della Crcoe a Roma nel 1885

Bibliografia

FOLPINI L., Storia di una lunga fede. La Vergine Maria e la Passione, Edizione Centro Culturale Kairòs, 2012; CASILLO P., L'Addolorata è Corredentrice?,  Edizioni Segno, Udine, 1991; SARTOR D. M., Le Feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Bologna 1987, pp. 125-132; SERRA A., Maria presso la Croce. Solo Addolorata? Verso una rilettura dei contenuti, Edizioni Messaggero, Padova 2011; SALERNO A., Mistero di Maria l'Addolorata, Santuario-Basilica Santa Maria dell'Elemosina, Paternò 2014; CARD. BO, Sette spade che feriscono il cuore di Maria, Omelia nl Santuario nazionale di Nyaung Lay Bin in Myanmar, Radiogiornale Vaticano del 4 marzo 2015; SIMONETTO B., Via Matris Dolorosae, in  Madre di Dio, n. 3 marzo 2003; AA. VV.,  Enciclopedia Mariana "Theotocos", Bebilacqua&Solari - Editrice Massimo, Genova-Milano 1954.

VEDI ANCHE:
 - CORONA DELL'ADDOLORATA
 - PIANTO DI MARIA
 - VIA MATRIS DOLOROSAE






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