1. Il Calendario Marmoreo
Famoso calendario marmoreo inciso probabilmente tra gli anni 847-877 all'epoca dei vescovi Giovanni IV lo Scriba (842-849), Atanasio I (849-872) e Atanasio II (874/75-896), che contiene diverse feste della Beata Vergine. Si tratta di un calendario cristiano scolpito sul marmo, tra i più antichi giunti finora, preceduto soltanto da quello visigoto di Carmona, presso Siviglia in Spagna e risalente al IV secolo e seguito molto più tardi da quello dei Santi Quattro Coronati di Roma  e quello della Cappella di San Pellegrino a Bominaco in Abbruzzo, entrambi del XIII secolo. La sede originale del calendario fu la chiesa di San Giovanni Maggiore in Napoli, dove venne scoperto nel 1742 in occasione di radicali lavori di restauro, mentre oggi è visibile in un ambiente altomedievale al piano terra del Palazzo Arcivescovile della metropoli partenopea.

2. Le feste mariane del Calendario Marmoreo
Le ricorrenze mariane riportate dal Calendario marmoreo napoletano sono quattro, mentre l'Annunciazione del 25 marzo è segnata come festa del Signore:
1. Purificatio s. Marie del 2 febbraio, che fa memoria della presentazione di Gesù al Tempio e dell'incontro con il vecchio Simeone e la profetessa Anna, raccontati dall'evangelista Luca (Lc 2,22-39).
2. Adsumptio s. Marie del 15 agosto, che, senza apportare delle novità, si presenta tuttavia come interessante documentazione per l'ampio ed erudito dibattito sulle origini di questa festività e della sottesa visione teologica.
3. Nativitas s. Marie dell'8 settembre, che sul calendario è contrassegnata con una croce incisa dopo il titolo della festa, segno apposto forse per idnicare una particolare solennità.
4. Conceptio s. Anne Marie Virginis del 9 dicembre, così come viene celebrata nella liturgia orientale e che non celebra la concezione immacolata di Maria, ma commemora il prodigioso avvenimento del suo concepimento da parte di Anna, secondo il racconto dell'apocrifo Protovangelo di Giacomo.

2. Valore del Calendario Marmoreo
Il Calendario Marmoreo conferma la situazione generale delle Chiese dei primi secoli, che godevano di particolare vivacità e autonomia liturgica, tanto più vera in una città portuale come Napoli, dalla singolare condizione politico-istituzionale gravitante tra Oriente e Occidente, tra Costantinopoli e Roma, e non priva di legami con gli ambienti carolingi attraverso vescovi e monaci. Per quel che riguarda il culto mariano, nel Calendario Marmoreo si conta una festa che si riferisce a un evento riportato dal Vangelo: la Purificazione; vi sono feste che traggono origine da fatti della vita della Vergine Maria ricordati da tradizioni apocrife o dalla memoria di luoghi a ella dedicati: la Natività e la Concezione; e infine c'è una festa che trasferisce nella celebrazione quanto professato dai fedeli, anche se allora di fede non ancora definita: l'Assunzione. Manca, invece, qualsiasi riferimento alla pur diffusa ricorrenza dell'Annunciazione e mancano pure feste mariane locali, benché dai primi secoli esistessero a Napoli importanti edifici di culto dedicati alla Madonna. Nel Calendario Marmoreo il culto mariano risponde a esigenze di armonizzazione del ciclo liturgico, per cui non riproduce una vera e propria riflessione teologica teorica poi applicata alla prassi celebrativa. Le grandi celebrazioni apparse dopo il Concilio di Efeso, infatti, vengono qui recepite nello spirito di comunione con le altre Chiese, in generale con sobrietà e scarsa attenzione alle tradizioni apocrife.

Bibliografia
DOVERE U., Le feste mariane nel Calendario Marmoreo Napoletano, in Theotokos XVI (2008), n. 2: Maria nella fede e nella riflessione dei secoli IX-X, pp. 171-182; GAGLIARDI G., La basilica di S. Giovanni Maggiore in Napoli e la sua insigne Collegiata, Soc. A. Bellisario e C., Stab. G. De Angelis e Figlio, Napoli 1888.