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MARIA E IL SUO TEMPO: ABITAZIONE E ARREDAMENTO


1. Costruzione e ambienti
Il .clima mite della Palestina permetteva (e permette) ai suoi abitanti di vivere molto all'aperto; essi avevano perciò poche esigenze quanto all'abitazione, che era piccola e semplice. Le case dei poveri, molto simili a quelle dell'odierna Palestina, consistevano in un'unica stanza quadrangolare, costruita con pietra calcarea nella regione montagnosa, altrove con mattoni d'argilla, cotti o disseccati al sole (in quest'ultimo caso non era difficile a un ladro «sfondare i muri»: Marc. 2, 20). Erano di un solo piano; il tetto, piatto ma con lieve pendenza per lasciar scorrere l'acqua, consisteva in alcune travi poggiate sulle mura della casa, e sulle quali si stendevano dei graticci di canna o di legno minuto ; sopra di questi uno strato di terra argillosa, accuratamente pressata, assicurava una sufficiente copertura nella stagione delle piogge (il sistema, collaudato dai secoli, è in uso ancor oggi in Oriente). In ossequio alla Legge (Deut. 22,8) e per prevenir cadute, i tetti erano muniti di un parapetto a grata, che non impediva però il passaggio da un tetto all'altro. Le pareti dell'edificio erano intonacate con calce (i ricchi le facevano anche colorare). (Si noti che soltanto temporaneamente servivano da abitazione le grotte naturali che abbondano nella regione montuosa della Palestina). Della casa apertura principale, e spesso unica, era la porta, che si apriva verso l'interno per ragione delle vie strette; da essa entrava la scarsa luce (la donna che perse la dracma dovette accender la lucerna per cercarla: Luc. 15, 8), e da essa usciva il fumo. Le finestre spesso mancavano, o erano semplici aperture nelle pareti, chiuse da imposte di legno a forma di reticolati o di grate. Le case signorili, abitualmente di pietra, constavano di più piani; il Cenacolo in cui gli Apostoli pregarono dopo la Risurrezione di Gesù era una di quelle «stanze superiori » (Atti 1, 13; 9, 37-39; 20, 8).

2. Arredamento
Anche nella mobilia differivano le case dei poveri e dei facoltosi; mentre questi dormivano su veri letti (telai di legno che tendevano delle cinghie su cui si disponevano tappeti, cuscini, coperte), i poveri dormivano tutti assieme nella loro unica stanza, avvolti nel loro mantello o in coperte, sulla nuda terra, più sovente su stuoie distese a terra, o anche su rudimentali brande o lettucci. Al mattino le stuoie venivano ritirate e raccolte in un lato dell'abitazione che rimaneva perciò sgombra per le occupazioni giornaliere (la parabola Luc. 11, 5-8 suppone questa disposizione per la notte). Il riscaldamento nella stagione rigida era assicurato da bracieri ardenti nella stanza. Indispensabile anche nelle abitazioni più misere era la lampada (a olio con stoppino), che in antico ardeva continuamente (e ancor oggi tra i contadini palestinesi). Il resto dell'arredamento era costituito da otri e brocche per i liquidi e il grano, tinelli d'argilla per l'uva passa e i fichi secchi, i piselli, i fagioli; canestri, ciotole, piatti, bicchieri per i pasti, un forno di argilla, trasportabile, per cuocere il pane, stacci, arnesi di legno per lavorare la pasta e, infine, un capace cassone di legno per conservarvi gli indumenti. Alla porta era fissato un battente di ferro, con cui si annunciavano i visitatori (Luc. 12, 36; 13, 25; Atti 12, 13; Matt. 7, 7; Apoc. 3, 20). Si conoscevano catenacci che mediante una chiave potevano essere chiusi e aperti dal di fuori. Poiché la Legge prescriveva che il brano Deut 6, 4-5 (Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze) fosse scritto sugli stipiti delle porte (Deut. 6, 9), allo stipite destro delle porte era assicurata in alto una cassettina contenente un foglio di pergamena («Mesusà») con i versetti citati; l'uso oggi generale tra gli Ebrei, era assai diffuso anche allora. Per la ristrettezza delle vie, si stava molto sul tetto; con tende ci si poteva occultare a sguardi indiscreti, ivi si dormiva, si pregava (Atti 10, 9), si parlava al popolo (Matt. 10, 27); vi si accedeva dall'esterno con una scala mobile lasciata nel cortile presso la casa. Il cortile, sul quale diverse case vicine aprivano le loro porte con diritti comuni, era importante quasi più della casa stessa; ivi, fuori dall'angusta semioscurità della casa, scorreva la vita quotidiana: le donne, che vi si potevano comportare più liberamente che in pubblico, sedute macinavano, cuocevano il pane o filavano, gli uomini vi compievano i lavori che non esigevano altrove la loro presenza; vi erano sistemati ripostigli per il combustibile, e vi si allevavano i polli.

Bibliografia

LACONI M., Usi e costumi palestinesi al tempo di Maria, in AA. VV:, Enciclopedia mariana Theotócos, Bevilacqua&Solari Edizioni - Editrice Massimo, Genova - Milano 1954, pp. 120-121;  FELTEN G., Storia dei tempi del Nuovo Testamento, vol I: La storia politica degli Ebrei dal 53 a.C. al 135 d.C., S.E.I., Torino 1932 - vol II: Le condizioni sociali e morali del popolo ebreo ai tempi del Nuovo Testamento, S.E.I., Torino 1934; KALT E., Archeologia biblica. - Torino, Marietti 1942; WILLAM F. M., Vita di Maria, la madre di Geù, Brescia, Morcelliana 1944; NÖTSCHER, Biblische Altertumskunde., Bonn 1940; RICIOTTI G., Storia d'Israele. Vol. II: Dall'Esilio al 135 d.C., S.E.I., Torino 1934; FILLION L. CL., Histoire d'Israel. T. III: De la fin de la captivité de Babylone à la ruine de l'état juif., Letuzeq, Paris 1928; BEL F. M., Histoire de la Palestine depuis la conquete d'Alexandre jusq'a l'invasion arabe. T. I: De la conquête d'Alexandre jusqu'à la guerre juive., J. Gabalda , Paris1952; SCHÜRER E., Geschichte des jüdischen Volkes im Zeitaiter Jesu Christi, Leipzig, 1901-1911; DELLA LIBERA V., Maria nella sua terra, Edizioni Paoline, Milano 1986; SPILA A., La vita di Maria, Istituto Salesiamo Pio XI, Roma 1987.

VEDI ANCHE:
 - MARIA E IL SUO TEMPO: CIBO E BEVANDE
 - MARIA E IL SUO TEMPO: FAMIGLIA E USANZE FAMILIARI
 - MARIA E IL SUO TEMPO: IL POPOLO D'ISRAELE
 - MARIA E IL SUO TEMPO: VESTI E ABBIGLIAMENTO
 - MARIA E IL SUO TEMPO: VITA RELIGIOSA






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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