1. Maria, archetipo della piena realizzazione della persona umana
Maria, in quanto «archetipo», non solo indica la realtà biblica della persona storica di Maria di Nazaret, ma anche il modello assoluto del femminile che può esercitare un ruolo decisivo nello sviluppo della personalità. I suoi «privilegi», i suoi doni di grazia, sono visti come qualità altamente paradigmatiche per la maturazione psicologica e religiosa di ogni persona umana e cristiana.
- L'immacolata concezione, ad esempio, rappresenterebbe l'umanità come immagine di Dio non deformata dal peccato. In essa la creazione è stata riplasmata. Il valore psicodinamico di questo dogma mariano è la possibilità per il credente di «ricostruire in sé e nei suoi rapporti col divino l'unità della "concezione immacolata" delle origini».
- Così, il mistero dell'annunciazione sottolineerebbe il fatto che la nuova creazione, diversamente dalla prima, avviene con il concorso libero della persona umana e in prima istanza della donna. Il significato psicodinamico dell'annunciazione è quello della libertà radicale dell'uomo di fronte a Dio e il rischio consapevole dell'obbedienza al trascendente.
- La maternità divina, a sua volta, indicherebbe che l'obbedienza a Dio diventa capacità di partecipare alla concezione e alla generazione del Figlio di Dio in se stessi. In tal modo il cristiano «compie la volontà del Padre, che non ha altra volontà che quella di generare il suo unico Figlio». Per Maria, come per ogni cristiano, la libertà è fecondità.
- La verginità di Maria, oltre al dato biologico, indicherebbe l'apertura assoluta dell'amore umano all'amore divino. Questo orientamento incondizionato a Dio non è sterile ma sommamente fecondo. Per cui la Vergine è anche la Madre. Maria rappresenta così la suprema unificazione degli opposti: «Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio».
- La «mater dolorosa» rivela il senso psicodinamico della sofferenza umana come fattore di sviluppo della personalità. Il dolore permette infatti la cernita dei valori essenziali da quelli effimeri e una disponibilità più fedele al piano salvifico di Dio.
- L'assunzione mostra, infine, il destino ultimo e positivo dell'umanità. Nella psicologia junghiana questo dogma cattolico costituisce il punto più alto dell'evoluzione dell'umanità. Nell'assunzione Maria si realizza «come simbolo dell'unificazione di tutti gli opposti in Dio, sia nelle qualità maschili sia in quelle femminili, di quelle divine come di quelle umane, di quelle coscienti come di quelle inconsce». L'eccezionale importanza psicodinamica di questa realtà consiste nel prospettare all'umanità la realizzazione concreta della possibilità di un compimento supremo delle proprie potenzialità positive insieme al superamento definitivo di ogni divisione e contrapposizione, clic possa lacerare e angosciare ogni persona umana sulla terra.

2. Maria archetipo della Chiesa
Maria ha mantenuto viva nella tradizione cattolica l'importanza dei valori femminili per uno sviluppo integrale della personalità. Essa ha contribuito a mantenere nella chiesa la dimensione dell'inconscio, che di fronte alla razionalità maschile ha trovato espressione religiosa in una fervida e appassionata devozione mariana. Nel corso dei secoli Maria ha anche suscitato innumerevoli opere di misericordia, e cioè di educazione e di assistenza ai piccoli, al poveri, ai prigionieri, agli afflitti, agli ammalati. L'archetipo Maria sembra confermare la sua funzione altamente numinosa, suscitatrice cioè di forze psichiche e spirituali che concretizzano nella storia il volto misericordioso di Dio. «L'archetipo di 'Maria', della madre vergine, può dunque farci prendere coscienza di quello che è il fine dello sviluppo umano: l'uomo nella sua integralità, che si forma componendo in sé gli opposti femminile-maschile, inconscio-conscio, terreno-divino». In se stesso, pertanto, l'uso cattolico dell'archetipo 'Maria' - psicologicamente parlando ed evitando sempre possibili funzioni negative - non solo non produce regressione o personalità immature, ma può essere uno strumento efficace di sviluppo della personalità umana e della stessa comunità ecclesiale. Due interessanti conseguenze: anzitutto si può rilevare che le chiese che hanno rifiutato Maria si sono private di un notevole aiuto psicologico; in secondo luogo, la pietà popolare mariana non è da considerarsi a priori un sottoprodotto della vera religiosità.

Bibliografia
AMATO A., Inculturazione e mariologia, in Theotokos 2 (1994), n. 1, pp. 163-195; KASSEL M., Maria e la psiche umana, in Concilium 19 (1983) pp. 1342-1356; PINKUS L., Maria come "simbolo" dell'esperienza cristiana dello Spirito. Ipotesi e materiali per la comprensione psicologico-analitica, in Maria e lo Spirito Santo, Marianum-Dehoniane, Roma-Bologna, 1984, pp. 124-145; ID., Il mito di Maria. Un approccio simbolico, Borla, Roma 1986.