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ARTE CATACOMBALE


1. Antichissime raffigurazioni della Vergine
Nelle antiche catacombe di Roma furono trovate, con una certa abbondanza, delle testimonianze artistiche importanti per la comprensione della fede e della vita cristiana di quel tempo. Si tratta di numerosi affreschi che si possono ammirare ancora oggi, in condizioni più o meno buone, e che rappresentano solitamente fatti e personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Per i cristiani di allora queste pitture costituivano una forma di catechesi facile, destinata soprattutto alle persone semplici e illetterate, forse incapaci di un approccio fruttuoso con i documenti scritti della rivelazione e della catechesi ecclesiale. Ma sicuramente esse erano espressione della fede e della pietà del popolo cristiano nel suo insieme, che in questi fenomeni iconografici vedeva fissate le idee e le immagini di cui si nutriva la sua vita e attività religiosa. Occorre prendere atto che fin dall'inizio la Vergine madre è presente in questa forma di arte, di catechesi e di devozione cristiana e che, se in alcuni casi la sua apparizione rivela un carattere puramente casuale, in altri la sua figura appare centrale e nelle vesti di una vera e propria protagonista. Le scene bibliche in cui Maria viene ritratta sono, quelle del vaticinio profetico della sua maternità, dell'annuncio dell'angelo e dell'adorazione dei magi. Si nota pertanto un riferimento costante al mistero dell'Incarnazione nel quale il rapporto tra Cristo e la madre sua appariva più ovvio. Meglio che qualsiasi altro documento scritto durante il periodo delle persecuzioni, queste pitture traducono in linee scarse ma efficaci la posizione di Maria nella Chiesa dei primi quattro secoli e mostrano che, quanto alla sostanza, essa è Stata allora ciò che fu in seguito.

2. La Vergine con il profeta

La Vergine con il profeta è il tema di un famoso affresco che ancora oggi si ammira nella volta dell'arenario delle catacombe di Priscilla, sulla via Salaria. Anche se deteriorato nella parte inferiore, il gruppo pittorico può considerarsi completo in quanto non manca di nessun personaggio. La Vergine, vestita di stola e di un velo corto, è seduta in atteggiamento di meditazione, con il capo leggermente inclinato in avanti, verso la spalla destra. Con ambedue le mani tiene in grembo il bambino Gesù, nudo, il quale ha il capo rivolto all'indietro, quasi fosse stato chiamato da qualcuno. Sul lato sinistro della scena si staglia la figura eretta di un profeta, che tiene nella mano sinistra il rotolo delle Scritture e l'indice della mano destra puntato verso la Vergine. La figura di questo profeta è stata variamente interpretata dagli esperti. Qualcuno, riferendosi a una stella a otto raggi posta sopra il capo di Maria, ritiene che si tratti del profeta Balaam, il quale preannunciò: « Una stella sorge da Giacobbe; uno scettro si leva da Israele » (Nm 24,17). Altri ritengono più probabile che si tratti di Isaia, il profeta per eccellenza dell'annuncio messianico: « Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Sembra più normale pensare a quest'ultimo, mentre si osserva la figura del profeta con il dito puntato verso Maria. Quanto al simbolo della stella, è vero che Isaia non lo usa quando parla della venuta del Messia però egli descrive, in termini di ispirata poesia, la pienezza della luce che dovrà sorgere alla nascita del Messia redentore: « Alzati, rivestiti di luce, poiché viene la tua luce e la gloria di Jhwh risplende sopra di te » (Is 60,1). Siamo certamente di fronte alla più antica e più bella rappresentazione pittorica della Vergine madre lasciataci dalla cristianità di Roma nella prima metà del II secolo. Una raffigurazione più tardiva della Vergine in atteggiamento orante e con il bambino in grembo e stata scoperta nel cosiddetto Cimitero Maggiore, sulla via Nomentana, e risale alla metà del1V secolo.

3. Il racconto evangelico dell'Annunciazione

Il racconto evangelico dell'annunciazione è entrato presto nell'arte catacombale. Lo troviamo in un affresco delle catacombe di Priscilla, che risale alla fine del II secolo, e in una cripta delle catacombe dei santi Pietro e Marcellino, dove l'affresco sembra risalire al III secolo. Questi due affreschi hanno un significato e un'importanza particolari non solo per l'arte paleocristiana, ma anche per la storia della teologia e del culto. Se infatti in altre scene evangeliche Maria poteva entrare come figura secondaria, giacché la figura primeggiante era quella del Cristo, nella pittura dell'annunciazione invece non c'è dubbio che sia lei la protagonista principale Gli autori di questi affreschi hanno sicuramente voluto interpretare i sentimenti speciali che gli antichi cristiani di Roma nutrivano per la madre del Signore; in particolare il loro rispetto e la loro ammirazione verso di lei. L'angelo, vestito dei medesimi abiti che si osservano nelle figure dei santi, è ritratto in piedi, davanti alla figura della Vergine; con la destra sollevata, quasi in atto di parlare. Maria invece accoglie il messaggio divino seduta su una sedia a spalliera. Questo dettaglio vuole certamente indicare la sua superiorità nei confronti dell'angelo. L'affresco delle catacombe di Priscilla merita una particolare considerazione. Esso non si presenta come un quadro di una serie di raffigurazioni dei misteri dei Signore. Se così fosse, la scena dovrebbe essere interpretata come un momento di una sequenza pittorica. Al contrario l'annunciazione è un affresco del tutto isolato; l'unica scena di un intero soffitto. Ciò dimostra come, in questo caso l'artista fosse direttamente interessato alla figura di Maria e al suo mistero di madre Vergine.

4. L'adorazione dei magi
L'adorazione dei magi è la pittura catacombale più frequente in cui ovviamente venga raffigurata la persona di Maria. Essa viene dipinta sempre seduta su una sedia a spalliera, con il piccolo Gesù tra le braccia, mentre i magi sono ritratti nell'atto di accostarsi per adorare il bambino e per offrire i loro doni. Gesù è indubbiamente il centro di convergenza di tutti gli elementi dell'affresco. E verso di lui che si rivolgono i magi ed è lui che viene presentato dalla madre. Questa tuttavia, nella sua posizione seduta, dimostra di essere stata riguardata dall'artista come una persona che merita speciale attenzione e rispetto.
In questi elementi pittorici, pur tanto sobrii, vediamo delle tracce sicure del posto rilevante che la Vergine santa incominciò molto presto ad occupare nella fede e nella devozione del popolo cristiano dei primi secoli. L'arte è una testimone assai eloquente, perché non parla alle orecchie, ma direttamente all'anima, attraverso le sue linee e i suoi colori.

Bibliografia
GAMBERO L., Maria nel pensiero dei padri della Chiesa, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1991, pp. 83-86; DE SANTI L. - BIAMONTE G., Le Catacombe di Roma, Tascabili Economici Newton, Roma 1997; FERRERO P., Piccola Mariologia. Maria nella Chiesa in cammino, Piemme, Casale Monferrato 1992, p. 62; KOEHLER TH., Storia della Mariologia, Centro Mariano Chaminade, 6 voll., Roma 1969-1976; KIRCHBAUM È., La Madonna nell'antichità cristiana, in Mater Christi. Collezione di studi mariani, 1957, pp. 433-455; DE ROSSI G. B., Immagini scelte della B. V. Maria tratte dalle Catacombe romane, Roma 1863; WILPERT J., Die Malereien der Katakomben Roms, I Bd, Friburgo 1903.

VEDI ANCHE:
- CATACOMBE DI PRISCILLA
- GRAFFITI MARIANI

 






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DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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