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CATECHISMO DEGLI ADULTI


1. Finalità del Catechismo degli adulti
Il Catechismo degli adulti è frutto di un ampio coinvolgimento ecclesiale, guidato e garantito da tutto l’Episcopato italiano, come espressione del suo magistero. Viene pubblicato con l’approvazione della Santa Sede, e ciò attesta non solo la rispondenza dei contenuti con la fede della Chiesa ma anche lo stretto legame e la reale coerenza di questo catechismo con il Catechismo della Chiesa Cattolica, «testo di riferimento sicuro ed autentico... per l’elaborazione dei catechismi locali» (Giovanni Paolo II, Fidei Depositum, 4). Ispirandosi al Catechismo della Chiesa Cattolica, questo catechismo degli adulti ne assume le fondamentali esigenze di catechesi integra, sistematica, organica; condivide le dimensioni del Mistero creduto, celebrato, vissuto e pregato, tenute presenti in ogni tema trattato e proposte nella catechesi viva mediante le pagine “per l’itinerario di fede”; ancora, al Catechismo della Chiesa Cattolica si ispira nelle formulazioni sintetiche della dottrina, nei collegamenti fra i contenuti e nella stessa esposizione; ad esso infine continuamente rimanda come necessario completamento, ulteriore approfondimento, insostituibile strumento di formazione dei catechisti. Agli adulti, uomini e donne del nostro Paese, ai loro catechisti e alle comunità ecclesiali, i Vescovi italiani consegnano questo Catechismo, da titolo La verità vi farà liberi. Lo fanno con sentimenti di gioia e di gratitudine al Signore, sapendo quanto lungo e impegnativo è stato il cammino del testo, ed insieme nutrendo grande speranza per un suo diffuso e sapiente impiego nell’opera della nuova evangelizzazione. Il catechismo è rivolto agli adulti credenti, in vista del permanente cammino di crescita nella fede cui sono chiamati. Esso tuttavia presume di poter interpellare tutti gli adulti, come strumento per un confronto serio ed autorevole con la fede che la Chiesa annuncia. Il testo è destinato certamente alla lettura personale, ma il luogo proprio della sua utilizzazione è il gruppo, in cui più visibilmente si manifesta la dimensione ecclesiale. Al cammino catechistico del gruppo possono essere particolarmente utili le pagine conclusive di ogni capitolo “per l’itinerario di fede”. L’incontro con il catechismo può avvenire nella catechesi parrocchiale degli adulti, nei centri di ascolto, nelle diverse esperienze di associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali, nella catechesi familiare, in quella ai genitori in occasione dell’iniziazione cristiana dei figli, in quella ai fidanzati nella preparazione al matrimonio... Anche agli adulti bisognosi di una evangelizzazione globale questo catechismo intende offrire un aiuto importante, grazie alla semplicità, all’essenzialità e alla comprensibilità dell’esposizione della fede.

2. Fecondità del mistero della Chiesa e di Maria

Il Catechismo si rifà dall'alto e afferma che «per capire il mistero di Cristo, la Chiesa ha bisogno di tutto il tempo che le è stato dato e che ancora le rimane nei secoli, senza peraltro poterlo esaurire pienamente». Questo vale anche per il mistero di Maria immagine viva della Chiesa. Basta pensare al problema esegetico se la «Donna vestita di sole» sia Maria o la Chiesa, o siano entrambe e in che modo coinvolgendosi tra loro. E il Catechismo prosegue: «Noi crediamo in una "Persona": Cristo, che continua in un "Popolo": la Chiesa; Persona e Popolo vivono, crescono e devono essere riconosciuti giorno per giorno in modo sempre nuovo»(CdA 287). E questo introduce all'approfondimento del mistero della Chiesa, di cui si presenterà Maria quale immagine viva. Però per la comunità dei discepoli è stato un travaglio dire a se stessa chi era: «I primi cristiani sperimentarono di essere un popolo di Dio prima ancora di aver incominciato a rendersi conto che cosa fosse, nella sua profonda realtà, la Chiesa» (CdA 289). Tante le immagini, come per esprimere Cristo, quelle per esprimere la Chiesa; e molte hanno un riflesso di luce su Maria, ma più ancora forse si riverberano sulla Chiesa le immagini che servono ad esprimere Maria, e proprio perché Maria esprime più tipicamente la persona. L'inno Akathistos e i vari tipi di litanie mariane lo mostrano. Il Catechismo ci dà in sintesi il capitolo 28 su Maria: « Vergine madre, figlia del tuo Figlio»: «Tra i figli di Adamo, la più alta delle creature è nella Chiesa Maria. La sua maternità divina si estende a tutti i discepoli del Figlio suo. Madre della Chiesa dunque, Maria ne è a un tempo l'immagine privilegiata. In lei, Vergine tutta santa, assunta in cielo anche con il corpo, la Chiesa contempla il suo futuro di gloria, ciò che più ardentemente desidera di essere» (CdA 288). Nel piano di Dio, Colei che alla radice congiunge nativamente Cristo e la Chiesa, è Maria, Madre di Gesù, Madre della Chiesa, Madre di ogni discepolo. Immagine viva della Chiesa, Maria lo è in bellezza, in pienezza, in profondità, in vitalità: lo è con tutta se stessa, nei suoi sentimenti e nei suoi gesti, nelle sue relazioni interpersonali e in ciò che sembra unicamente suo.

3. Maria è in tutto il suo agire immagine della Chiesa

Più che seguire tutto ciò che di Maria espone il Catechismo o ne dicono i Vangeli, cercherò di mettere in luce il significato della sua figura sollecita, chiaroveggente, operosa.
a) «Eccomi, sono la serva del Signore»
Il primo incontro diretto con Maria nella rivelazione, il suo primo gesto nel primo affacciarsi nella nostra storia, la presentano esuberante di doti umane, di atteggiamenti consapevoli e saggi, di piena dedizione, di umiltà. Sono significati e valori da rilevare, messaggio per la Chiesa e per tutti. Il Catechismo degli adulti lo fa con cura: «Quando Maria dà il suo. consenso all'annunzio dell'angelo: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38), in lei già si attua quel misterioso e soprannaturale procedere di Dio che compie le sue grandi opere servendosi della pochezza dell'uomo. Colui che ha reso feconda la sterile Sara moglie di Abramo, Anna madre di Samuele ed Elisabetta madre del Battista - perché niente è impossibile a Dio - ha dato un figlio alla giovane vergine di Nazaret, operando grandi cose in lei, la prediletta di Dio, la piena di grazia» (124). I! Messia «rifiutato fin dalla nascita da chi lo aspettava», fa in lei «la scelta della povertà e della debolezza, dei poveri e degli umili, ai quali più tardi annuncerà che il Regno di Dio è per loro» (124). Dio non ha creato e non ha posto Maria in una posizione di privilegio umanamente inteso; la sua grandezza divina non la esime dalla nostra condizione umana, come non esimerà Gesù. Bisogna rilevarlo, mettendo in luce il suo fondamentale atteggiamento di fronte a Dio, la sua corrispondenza piena: «La vergine Madre di Dio è "una di noi" che ha fatto esperienza piena della salvezza. Con fedeltà assidua, senza lacune e senza incoerenze, ha accolto l'amicizia di Dio. La comunicazione della vita divina poté fluire in lei senza incontrare le resistenze del peccato. Essa altro non volle che essere uno strumento dello Spirito di Dio. Comprese che una sola cosa ha valore assoluto: far propria la volontà di Dio» (315).
b) Grandezza della fede di Maria
Risalta così tutta la grandezza di quel suo atteggiamento e gesto iniziale. Non per nulla san Pier Damiani vedeva «i secoli andati a gara per generare Maria» e san Tommaso d'Aquino asseriva che Maria aveva detto «Sì» a Dio, a nome di tutta l'umanità. La creatura che dice «Sì» a Dio, rispondendo a Dio che ha detto «Sì» ad essa creandola, trae da Dio una comunicazione sempre crescente di beni. Maria grandeggia fra le donne di tutti i tempi, poiché i tempi si compiono in lei. «Il "sì" di Maria :"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38) dà compimento ai secoli dell'attesa e della preparazione d'Israele. Ciò consente di vedere in lei la madre di colui che doveva schiacciare il capo del serpente, di cui parla la Genesi subito dopo il peccato di Adamo e di Eva; la "vergine" di Isaia che partorisce l' "Emmanuele" (Dio-con-noi), Giuditta che sconfigge i nemici di Dio, Ester che intercede per il suo popolo, la figlia di Sion che attende il Salvatore: sono tutte immagini e "figure" dell'Antico Testamento che anticipano Maria. I Padri della Chiesa scorgevano in Maria la nuova Eva che scioglie, con la sua libera obbedienza, il groviglio della disobbedienza annodato dalla prima Eva ... » (316). E ciò avviene in Maria perché si dimostra modello di libertà di spirito, di apertura a Dio per la salvezza degli uomini, di apertura alla storia vera dell'umanità; modello di chiaroveggenza sulla realtà della salvezza profonda e non superficiale, eterna e non temporale. «Figlia di Israele, fanciulla ebrea di Nazaret, Maria si dimostra libera come nessun altro israelita dal pregiudizio di un Messia destinato soltanto a ricostruire il regno di Davide. In lei l'elezione d'Israele diventa veramente - come i profeti avevano cercato di far intendere al popolo - strumento di salvezza per l'umanità intera. È quanto esprime il canto del Magnificat, che esalta la potenza misericordiosa di Dio verso tutti gli uomini: "Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre" (Le 1,54-55)» (316). L'Onnipotente, l'Altissimo, ha voluto aver bisogno della fede e disponibilità di Maria! E Maria ha risposto in pienezza. Messaggio, proposta, invito per la Chiesa, per tutti: Dio ha bisogno della nostra fede, della nostra collaborazione consapevole e volenterosa. Allora, tutto è possibile. «Fra l'Antico e il Nuovo Testamento, fra la storia che aveva preparato la venuta del Messia e quella che da lui incomincia, il futuro è Maria. In lei, Madre di Cristo, prima discepola del Figlio e Madre della Chiesa, si riassumono i secoli passati e prendono avvio quelli futuri fino all'avvento definitivo del Regno. In lei "il mondo invecchiato riceve le primizie della seconda creazione" (Ruperto di Deutz, Omelia per la natività della Vergine, l)» (316). Per questo, con Maria è sbocciato il Nuovo Testamento, e con la nostra fede esso si attualizza nella storia del nostro oggi-qui, e si attualizzerà nei secoli come sempre ha fatto e in modo splendente nei santi, nelle sante. «È nel "sì" di Maria, che la promessa comincia a diventare storia decisiva. Gli antichi credenti si erano sentiti proporre un patto con Dio: ora, con l'annunzio dell'angelo alla Vergine, la collaborazione consapevole e libera della creatura diventa parte viva del disegno del Creatore ... » (204). Quali prospettive, quali attese di futuro autentico per l'umanità non si sono schiuse nella fede di Maria, non si schiuderanno nella fede di chi confida in Dio come lei! Dall'Annunciazione si è schiusa nel mondo la gioia.
c) Maria, messaggera di speranza
Il Regno di Dio è l'unica vera non deludente speranza per gli uomini alle prese con le loro incapacità a salvarsi dai propri condizionamenti inceppanti nell'egoismo, nell'autosufficienza, nell'opposizione agli altri, nell'odio. Maria non ha dubitato di Dio come Zaccaria. Ha solo chiesto luce: «Come avverrà questo? Io sono vergine.» e ha detto fiduciosamente il suo «Sì» all'azione di Dio in lei e per noi. Poteva sembrare un perdersi e fu un trovarsi quale Dio la voleva in una grandezza unica. Quando Dio chiede, dona! «Come un giorno Abramo era partito dalla sua terra per un paese sconosciuto, così Maria esce dal suo piccolo mondo di promessa sposa. Il suo è un perdersi nella fede, per farsi strumento del disegno di Dio: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me quello che hai detto" (Lc 1,38). Dall'ascolto scaturisce la fede, dalla fede l'obbedienza che prorompe nell'inno di grazie: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1,46-48). La cugina Elisabetta proclama Maria beata per la sua fede: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento della parola del Signore" (Lc 1,45). Colei che ha creduto ... Dio non decifra il mistero fino all'ultima virgola. Rivela quel tanto che è essenziale; lascia poi a Maria la fatica di cercare» (205). La strada è tracciata, non c'è che da percorrerla fiduciosamente. E Maria s'è lanciata in fretta verso la montagna per portare un saluto di pace messianica alla vecchia cugina, un annuncio di incontenibile speranza. È un invito: «Guarda all'annunciazione della Vergine e al concepimento di Cristo nel suo grembo. Qui, nell'incarnazione, trovi il principio e il modello di ciò che la Parola e lo Spirito continuano a compiere nella Chiesa attraverso le generazioni» (201).
d) Maria pellegrina della fede ben duramente provata
Non esentata dalla condizione umana, non esentata dalla prova. Maria non ha rallentato il passo, anche se la porterà a salire il Calvario: «Nell'umiltà della fede essa non pretende di capir tutto, e subito. Accetta la condizione di chi indaga e, nella pazienza, attende che il tempo della comprensione più piena un giorno venga. I modelli di fede della storia sacra e soprattutto la figura di Maria esprimono con chiarezza una prima e fondamentale dimensione della fede del popolo di Dio: la fede comporta l'adesione libera e ubbidiente a Dio che si manifesta» (205). Credere è affidarsi a Dio, fidarsi di Dio. Così anche noi siamo sul cammino della fede: ci siamo con Maria seguendo Gesù nella comunità della fede, quale è per sua natura la Chiesa. Per questo Maria è modello a comunità e persone. «La Chiesa ha sempre riconosciuto in Maria il modello più espressivo, in cui rispecchiarsi e realizzarsi. Maria, ascoltando l'annunzio evangelico e rispondendo con fede, concepì il Verbo di Dio per l'umanità; così la Chiesa, ascoltando la Parola nella fede, per opera dello Spirito Santo in qualche modo concepisce e genera di nuovo Cristo per gli uomini, nella sua dottrina, nei suoi sacramenti, nella sua vita» (205). Seguire Gesù, Salvatore sofferente che invita a portare la croce, richiede forza, coraggio, costanza: «La fede è una vittoria difficile, sempre rimessa in discussione ... Il "sì" della fede è sempre esposto alla tentazione del "no". Pietro che rinnega l'amico e il maestro, gli apostoli che paurosi si disperdono, lo confermano. Ripetere "eccomi", come fece Maria, è terribilmente difficile (206); eppure, "la fede non risparmiò a Maria la spada che le trafisse l'anima, con la passione e la morte del Figlio"» (207).
e) Presenza di Maria nella storia
La Chiesa ha dimostrato nei secoli di aver capito Maria. Non per nulla ogni nazione cristiana afferma di avere con Maria un legame particolare, una devozione tutta sua. «Al di là delle amplificazioni che la fantasia dettava nei racconti apocrifi, la fede mantenne sempre intatto il senso autentico della missione di Maria nella storia della salvezza: il suo rimettersi con semplicità nelle mani di Dio, lo stupore di fanciulla per le grandi cose che Dio sta compiendo per mezzo di lei, la conoscenza gradatamente crescente del mistero del Figlio, il silenzioso soffrire dall'infanzia di Gesù fino alla sua passione e morte» (317). La Chiesa nel suo insieme, e in lei innumerevoli figli e figlie, hanno sentito che Maria porta a seguire Gesù, a imitarlo, a riviverlo in se stessi. «Maria è la prima e più fedele imitatrice di Cristo. I misteri di suo Figlio aderiscono in maniera così profonda alla sua vita da rendere la vita di Maria lo specchio della vita di Gesù. Per questo nella pratica del rosario - la preghiera così cara alla devozione dei cristiani- si contempla Gesù dentro la vita di Maria. Meglio e più strettamente congiunti non si sarebbero potuti presentare i misteri di Gesù e la vita di Maria. Del resto, l'idea ispiratrice del rosario è quella stessa che ispira l'autentica devozione a Maria, sempre rivolta principalmente al Figlio suo» (320). Caratteristica della devozione a Maria, anche se non esclusiva, è quella del «pellegrinaggio» ai suoi santuari, che sembra voler dare concreta espressione al senso profondo della vita quale «itinerario» di fede. E la presenza di Maria nella vita della Chiesa, accanto a Gesù, è resa sensibile non solo nella pietà popolare e nella liturgia, ma anche nel segno della bellezza in tutte le forme dell'arte, e nella testimonianza della vita religiosa che sempre si rinnova di età in età, da luogo a luogo, in forme e in apostolati sempre nuovi (cf CdA 131-135). A tutti è modello Maria, operosa e forte. «L'umanità ha raggiunto in Maria il massimo della sua possibilità di cooperazione al progetto di Dio. Perciò essa resterà per sempre il modello della Chiesa, il riferimento più sicuro per cercare di capire che cosa significa essere Chiesa, in comunione con Dio e con i fratelli»(321).

4. Maria è in tutta la persona immagine della Chiesa

In un testo che è suggerimento di percorso «per l'itinerario cristiano», il Catechismo sintetizza che Maria è figura della Chiesa in tutta se stessa: «Maria è immagine della Chiesa proprio in quelli che sembrano i suoi privilegi irripetibili: anche la Chiesa è chiamata ad essere piena di grazia, senza macchia e senza ruga; anche la Chiesa deve restare vergine, ricevendo Cristo come dono assolutamente imprevisto e gratuito, e donandolo senza affidarsi ai poteri della terra; anche la Chiesa deve farsi madre, dando a Gesù un'umanità, e inserendolo visibilmente nella nostra storia; anche la Chiesa è chiamata a risorgere, senza lasciar .niente di sé al potere della morte» (321 ). Nel capitolo che ne tratta (il 28) si mette in luce che è per tutti indistintamente l'appello alla santità dell'innocenza per l'ingresso nel Regno, al di là della morte; per tutti è l'impegno a non adulterare il messaggio e il mistero di Cristo frammischiandovi ciò che cristiano non è e non può essere; tutti i discepoli di Gesù sono chiamati a compiere la volontà del Padre, così da divenire per Gesù fratelli, sorelle e madre, svolgendo ogni apostolato con «amore materno» a somiglianza di Maria (LG 65); per tutti infine è la promessa della risurrezione gloriosa. Maria è colei che «nella integrità della sua natura umana», ha già compiuto in pienezza il «passaggio al Padre», ed è per questo che «la Chiesa ha riconosciuto in Maria il suo modello, l'immagine esemplare su cui confrontarsi» (315). Accostiamoci con il Catechismo degli Adulti a questa meravigliosa persona, quale Dio l'ha creata e donata a noi. Ella è davvero «una di noi» pur nella sua grandezza. Il popolo, i teologi, i pastori della Chiesa sono andati a gara a rilevare tale grandezza così stupendamente bella, così nostra. Questa convergenza che travalica i secoli è importante nella catechesi mariana: «Maria è "una di noi", ma al tempo stesso è diversa. Fin dai primi secoli la fede popolare venerò le singolari prerogative di Maria. Anche i grandi teologi accolsero e rafforzarono con la .loro riflessione questa. fede. Il magistero della Chiesa nel corso dei secoli, sanzionò, con le definizioni dogmatiche, i titoli privilegiati da attribuirle: Madre di Dio, Vergine, Immune da ogni peccato e tutta santa, Assunta in cielo in corpo e anima» (317). Giustamente il Catechismo non parte (come saremmo forse tentati di fare, quasi in linea ontologica) dalla Concezione Immacolata, ma da Maria «Vergine e Madre», dal dogma mariano originario direttamente attestato dai Vangeli.
a) Vergine e Madre
Di fronte al mistero glorioso del Cristo risorto, la prima comunità di credenti «Con uguale diligenza volle conoscere anche gli aspetti più umani della persona di Gesù: come il Verbo di Dio, eterno presso il Padre, era divenuto uomo in mezzo agli uomini» (121). E risuonò nella Chiesa, con i «racconti dell'infanzia di Gesù», il «lieto annunzio dell'intervento di Dio per salvare gli uomini attraverso il Figlio di Maria ... » (122). E la Chiesa rifletté sul mistero della Vergine Madre. «Il senso della maternità verginale di Maria è profondo. Il concepimento di Gesù, avvenuto nel grembo della donna senza concorso di un uomo per opera dello Spirito Santo, è dono assolutamente gratuito del Padre .. Il Salvatore è frutto solo dell'amore di Dio, lo Spirito Santo, e dell'umile accoglienza di una vergine. In Maria si fa "carne", fragile creatura, la salvezza di Dio donata all'uomo. La verginale maternità manifesta la vera natura del bambino e lo fa riconoscere per quello che veramente è: Messia e Figlio di Dio. Il Bambino che nascerà infatti, "sarà santo e chiamato Figlio di Dio" (Le 1,35), sarà l'Emmanuele che significa "Dio-con-noi" (Mt 1,23). Si rivela già nelle sue linee essenziali il mistero: dono di Dio, fede dell'uomo, presenza velata dell'Eterno nella storia, germe di salvezza in quanto assume tutto ciò che è umano, tranne il peccato» (124). Questa realtà già così ricca in rapporto alla persona di Gesù, viene approfondita in rapporto più immediato alla Chiesa, ai discepoli: «Anche la verginità di Maria è una scelta di Dio in armonia con la missione di Madre del Salvatore ... » {317). «La verginità di Maria esalta la forza dirompente dell'intervento di Dio che viene a spezzare la continuità di un processo ininterrotto di generazioni. Tutto l'Antico Testamento accentua la linea della discendenza carnale ... Pur discendendo dalla stirpe di Abramo, Maria si pone fuori di questa linea, pronta com'è ad accettare la maternità verginale operata unicamente dallo Spirito Santo. La volontà decisa di Maria: "Non conosco uomo" (Lc 1,34) corrisponde alla volontà di Dio di far nascere in lei, per opera dello Spirito Santo, l'Uomo nuovo, il Salvatore degli uomini. La maternità verginale di Maria, mentre mette Cristo in comunicazione con tutto il passato, è pure l'origine di un nuovo popolo, la partenza di una nuova creazione basata non più sulla carne, ma sullo Spirito. In tal modo Cristo è tutto "donato" dal cielo e al tempo stesso "fatto" nella nostra umanità, perché non apparisse senza radici tra noi. È questo l'esempio sommo che, nella redenzione, tutto è di Dio - integralmente, assolutamente - e, al tempo stesso, tutto è dell'uomo» {317-318). Il Catechismo sottolinea ancora che «nel disegno sapiente di Dio, tutto in Maria è legato al fatto che essa è stata scelta per essere la Madre del Salvatore, il Figlio di Dio incarnato», e che «dalla persona del Cristo la divina maternità di Maria si estende su tutta la Chiesa che è il corpo di Cristo» (317). Forte, pertanto, è l'importanza del passaggio da Maria alla Chiesa, nel turbinare di problemi sull'identità della Chiesa, sul suo posto nel mondo. «Come Maria è Madre di Dio, così la Chiesa, attraverso la parola di Dio e i sacramenti, si fa Madre dei credenti, membra vive del corpo di Cristo ... Come tutto ciò che nasce da Maria è frutto dello Spirito, così tutto ciò che la Chiesa opera per la salvezza viene dallo Spirito. Come Maria, la Chiesa è vergine "che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo, e a imitazione della Madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, solida la speranza, sincera la carità" (LG 64). Sul modello di Maria "immagine di tutte le chiese" {icona, come si diceva anticamente) anche le comunità cristiane devono irraggiare lo splendore della loro verginità: facendo posto allo Spirito Santo, superando la "carne" e il "sangue", cioè i calcoli troppo umani del prestigio, del potere, del denaro, delle filosofie» {320). La logica intima della fede la vince sopra una logica soltanto umana. Allora è comprensibile perché è stato dato alla Chiesa un modello tutto puro, straordinariamente corrispondente alla scelta di Dio, un modello che stimola a «rispecchiarsi » e a «confrontarsi», a «realizzarsi» secondo «l'immagine esemplare».
b) Immacolata e Assunta
Splendore di purezza terrena, splendore di gloria eterna. Tutta la persona di Maria ne è irradiata: spirito, anima, corpo. E come tale è offerta alla Chiesa, modello e garanzia di destino imperituro. Ciò che Maria è, saremo pur noi, ciascuno nella sua irripetibile personalità e misura, per sempre. Non si possono minimizzare, in un'ottica grettamente umana, il significato, il valore, l'appello, il progetto di Dio mostrato a noi in Maria. È importante dare di lei una comprensione integrale che rilevi tutta la coerenza del piano di Dio contro il male, per un'autentica salvezza degna di chi la opera. Non c'è in lei nulla di troppo, nulla di estraneo a noi. Quindi non è per noi un'umiliazione ma una gloria: per la comunità, per ogni persona. «Maria è la "piena di grazia", concepita senza peccato originale, perché chiamata ad essere Madre di Dio. Sottratta alla corruzione fisica, al termine dell'esistenza terrena, è entrata nel Regno con tutta se stessa, trasfigurata nel corpo, reso "glorioso" come quello del Figlio» (317}. Il Catechismo non trascura mai di insistere sulle sue scelte di fondo, perché sono queste che servono a creare un'autentica mentalità di fede. Tutto è sempre riportato a Cristo che opera la salvezza in noi, per noi, traendo da noi stessi la cooperazione voluta. Così anche in Maria. «Immacolata concezione e assunzione, come ogni altro privilegio di Maria, sono frutto della redenzione. È la morte e risurrezione di Cristo che rende possibile la totale santità di Maria, la grandezza della sua fede, la semplicità della sua obbedienza, la sua generosa ed efficace cooperazione al progetto di Dio. Le prerogative di Maria rendono anzi manifesto ciò che la redenzione partecipa a tutti: la vittoria sul peccato con la seconda nascita, la vittoria sulla morte con la risurrezione del corpo» (317). La catechesi deve rilevare che i doni dati a Maria non sono quasi uno splendido vestito, il quale le fosse in certo senso d'impaccio, come a Davide l'armatura di Saul. I doni di Dio non solo non opprimono, non appiattiscono, ma dinamizzano, esaltano. Maria l'ha sentito, l'ha proclamato nel Magnificat. La sua immacolatezza non è una carenza, ma una forza operativa. «In vista della divina maternità appartiene a Maria anche il singolare privilegio della sua Immacolata Concezione. Preservata per grazia di Dio da ogni macchia di peccato fin dal suo concepimento, Maria ha potuto rendersi totalmente disponibile e offrirsi a lui con piena adesione, perché nascesse l'Uomo nuovo. L'essere "immacolata" non è privilegio che la pone al di fuori della storia. Al contrario è il punto di avvio di una storia nuova. L'Immacolata infatti è e rimane il segno che il male del mondo non è più radicalmente .irrimediabile. L'opera di Cristo l'ha già sconfitto, se Maria ha potuto nascere "tutta santa", piena di grazia, resa dallo Spirito Santo una nuova creatura, "adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare" (LG 56)» (318}. Viene da trarre un ampio respiro di fronte a questa costatazione: il male è radicalmente vinto e lo sarà in modo totale. Allora c'è da aggrapparsi a Maria come a rupe sicura per emergere a salvezza da qualunque fango tenti di inghiottirei. Convertiti e convertite sentono sempre il fascino della sua immacolatezza, non deludente miraggio ma promessa di purificazione totale. «Il parallelo con la Chiesa a questo punto sorge spontaneo. Dio scelse Maria, fin dal principio, come ogni discepolo di Cristo è scelto per essere inserito in un progetto di salvezza fin dalla concezione nel seno materno. Nella liturgia della festa della Immacolata Concezione, leggiamo: in Cristo il Padre "ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo" (E/1,4-5)» (318). Ma tutto nel piano di Dio tende al suo fine supremo, al Regno eterno del Padre, in cui è raggiunto il traguardo a cui è lanciato dalla creazione l'universo che non ha ormai più ostacolo insormontabile per la redenzione operata dal Figlio incarnato in Maria che conduce al Padre nello Spirito. «L'assunzione di Maria in anima e corpo alla gloria di Cristo, è l'ultimo traguardo della redenzione che ha trasfigurato tutta la sua vita. La Scrittura non offre indicazioni precise sulla conclusione della sua esistenza terrena. Tuttavia indica chiaramente come ella sia strettamente unita alla persona e all'opera di Cristo. Per questo la tradizione della Chiesa da sempre ha creduto, con crescente consapevolezza, in una "dormizione" della Vergine ... Quel che avvenne al termine della vita terrena di Maria è il sigillo di una risurrezione che investe anche il corpo. Maria è dunque ciò che noi saremo. È garanzia per tutti noi di quella salvezza integrale che Cristo ha promesso e compiuto nella sua morte e risurrezione ... » (319). Come non vedere la Chiesa radicata in Maria? Questa è il progetto di Dio in tutto il suo fulgore: progetto vivo, stimolante, progetto che deve realizzarsi grandiosamente e che tale farà la Chiesa gloriosa del paradiso. Progetto di meravigliosa coerenza nel pieno equilibrio tra comunità e persona, progetto che dall'Annunciazione alla Pentecoste alla Parusia ha un'unica linea. «Maria sta alla radice della vita della Chiesa, ne è figura e modello, Madre amatissima. Tra la casa dell'Annunciazione e il cenacolo della Pentecoste, il collegamento umano è la persona di Maria. Là, una creatura sola, unica, si pone a servizio di Dio perché lo Spirito in lei generi Gesù; qui, insieme a lei, un gruppo di uomini, gli apostoli, si rendono disponibili allo stesso Spirito perché sia generata la Chiesa. Dall'Annunciazione alla Pentecoste, Maria ha meditato in cuor suo le cose vissute e sofferte, senza pretendere mai di comprenderle tutte e interamente; dalla Pentecoste a oggi e per i secoli che verranno, dura lo sforzo incessante della Chiesa, per comprendere la croce che Cristo le ha posto sulle spalle e per farsi, quanto più possibile, simile alla Madre sua. Dal continuo confronto con la esemplare disponibilità di Maria al volere di Dio, la Chiesa riceve luce e aiuto per attuare la missione avuta da Dio» (319). Tra Maria e la Chiesa, di cui Maria è immagine viva, non vi è nel piano rivelato di Dio alcuna confusione ma una identificazione ideale, per quanto una persona può rappresentare un popolo, l'umanità intera. Ciò che è detto di Maria, è detto per la Chiesa che deve realizzarsi secondo la sua immagine; e ciò che è detto della Chiesa, già lo si vede realizzato come in germe fecondo in Maria. Allora non fa vero problema la scena della "Donna vestita di sole", se sia Maria o la Chiesa, o l'una come in trasparenza nell'altra. «Già l'autore dell'Apocalisse contemplava la "donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di stelle", che partorisce il figlio minacciato dal drago, e "subito rapito verso Dio" (Ap 12,1.5). Nel simbolo della donna sono rappresentate insieme, nella interpretazione dei Padri, Maria e la Chiesa. Cristo medesimo, morendo, aveva consegnato a Maria la Chiesa, impersonata dal discepolo prediletto:"Donna, ecco il tuo figlio"; e a lui: "Ecco la tua madre" (Gv 19,26-27). Da allora, la moltitudine dei credenti ha sempre venerato in Maria la Madre della Chiesa, anzi dell'umanità intera, chiamata a entrare nel cammino verso il Regno. Come Cristo nasce dall'effusione dello Spirito ma anche dall'assenso di Maria, così la Chiesa vive per l'effusione dello Spirito e la collaborazione degli uomini, perché la salvezza si compia» (319-320).
c) Vergine fedele
Desidero concludere con un cenno sulla preghiera, perché a questo ogni catechesi dovrebbe sempre portare, trasformando in invocazione ciò che la parola di Dio ci ha fatto conoscere, perché ci ha proposto una mèta, irraggiungibile con le sole nostre forze ma facile a conseguirsi sulla «Via» che è Cristo, il Figlio di Maria, che ci conduce nello Spirito al Padre. Maria, modello di fede e di preghiera, Vergine e Madre fedelissima, sollecita e attrae la nostra preghiera, come tutta la Tradizione c'insegna. «Il rosario è la più conosciuta preghiera popolare a Maria. Ma innumerevoli sono le forme di devozione che, lungo i secoli, hanno espresso i sentimenti dei credenti verso la Madre di Dio. Basti pensare ai tanti santuari dedicati a Maria, mèta di pellegrinaggi di intere nazioni e comunità: Loreto, Pompei, Guadalupe, Fatima, Czestochowa, Lourdes ... località dove la devozione a Maria unisce i fedeli e li fortifica nella fede in Cristo» (321). Ed è sulla devozione a Maria, mi pare, che si saggia l'autenticità della nostra preghiera. Non dobbiamo essere come bambini smaniosi di ottenere qualunque cosa dalla mamma; a Maria dobbiamo chiedere di somigliarle nella fedeltà a Dio: corrispondenza all'azione del Padre, adesione a Gesù, docilità allo Spirito. «La vera devozione, dice il Concilio, "non consiste né in uno sterile e passeggero sentimento, né in una vana credulità, ma bensì procede dalla fede vera" (LG 67). Certo alcune manifestazioni popolari verso la Vergine possono essere venate di sentimentalismi, può esserci la credulità facile o l'interesse spicciolo di chi si rivolge alla Madonna per ottenere il miracolo. Ma lo sforzo per purificarle e rinnovarle deve tuttavia guardarsi da svalorizzarle e tanto meno dal reprimerle» (321). E consci della sua intercessione universale, che è voluta da Dio come forza operante per la realizzazione del Regno, dobbiamo pregarla per tutti gli uomini. «Il Concilio Vaticano II, a chiusura della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ha invocato la Vergine perché, come "con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa, anche ora in cielo, esaltata sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione di tutti i santi, interceda presso il Figlio suo, finché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità" (LG 69)» (321). Ma consci pure della nostra sempre risorgente infedeltà, rivolgiamole ora la preghiera che conclude il capitolo «Cristiani di fede creativa » (30°). C'insegni Maria, immagine viva della Chiesa, tipo dei veri discepoli di Gesù, ad essere volenterosamente fedeli, come figli di lei, Vergine fedele:
«Ave Maria, piena di grazia, ancella obbediente
nata col sì che ti sposava a Dio:
il tuo assenso nuziale è durato una vita.
Vergine fedele, la tua fedeltà ha offerto a Dio
un cuore verginalmente libero,
terra feconda senza triboli:
e il seme dello Spirito vi è cresciuto
in ogni suo spazio, senza resistenza,
senza riserva alcuna.
A ve, regina del regno di Dio
Arca dell'alleanza
tabernacolo della legge
nido dello Spirito
testimone incorrotta della Parola data e ricevuta.
A ve, sede della sapienza, intercedi per noi, infedeli,
perché Dio voglia riconciliarci
nella tua fedeltà
» (345).

Bibliografia

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La Verità vi farà liberi. Catechismo degli adulti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1995; MEDICA G. M., Maria immagine viva della Chiesa nel Catechismo degli adulti, in AA. VV., Come presentare Maria oggi agli adulti, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1982, pp. 71-87; ID., Il Catechismo degli adulti strumento privilegiato di catechesi mariana, in ibidem, pp. 52-70: NOVELLA G., Con Maria in attesa del Signore, Elle-Di-Ci, Leumann1981; MAGRASSI M., Il cristiano adulto catechista, La Scala, Noci 1985
 
VEDI ANCHE
 - CATECHISMI LIMENSI
 - CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
 - CATECHISMO DI SAN PIO X
 - CATECHISMUS ROMANUS

 - COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 






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