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CARMINA BURANA



1. I Carmina Burana
a) Mentre si registra nei secoli XI-XIII una notevole fioritura di canzoni profane in volgare, nulla ci è rimasto del canto profano latino. L'unico documento che ci è pervenuto è una raccolta tedesca di canti goliardici in latino maccheronico, dove parole, ritmi e musica sono scanzonati e popolareschi. Si tratta dei cosiddetti Carmina Burana, chiamati Burana perché scoperti nell'abbazia benedettina di Benediktbeuren, l'antica Bura Sancti Benedicti, fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera. La raccolta contiene oltre duecento poemi di genere satirico e bacchico o morale o religioso con tutto l'insieme degli strumenti dell'epoca. É scontato che la maggior parte sono canti di critica sociale, parodie di paludati canti classici latini o espressioni spesso licenziose sulla giovinezza, le donne, l'amore. Nell'insieme tuttavia sono vivaci monodie, fresche di ritmi e giochi di rima. Molti dei canti dei Carmina Burana sono scritti in "campo aperto", ovvero con neumi senza pentagramma, per cui se la melodia è riconducibile al canto gregoriano il problema è quello armonico e ritmico, in quanto manca qualunque indicazione.
b) Il codice originale dei Carmina Burana scoperto nel 1225 e conservato nella Biblioteca Statale di Monaco di Baviera, è suddiviso in queste sezioni:
- Carmina moralia (CB:1-55), argomento satirico e morale;
- Carmina veris et amoris (CB:56-186), argomento amoroso;
- Carmina lusorum et potatorum (CB:187-226), canti bacchici e conviviali;
- Carmina divina, argomento moralistico sacrale (CB: 227 e 228; questa parte fu probabilmente aggiunta all'inizio del secolo.
c) Nel 1935-36 Carl Orff, compositore tedesco, ne prenderà spunto per i suoi Carmina Burana, una originale composizione ricca di ritmo vitale e di arcaiche sensazioni. Il compositore, in sostanza, musicò alcuni brani dei Carmina Burana, realizzando un'opera omonima, scelse, cioè, di comporre una musica nuova, sebbene nel manoscritto originale fosse contenuta una traccia musicale per alcuni dei brani.

2. La Vegine Maria nei Carmina Burana
Nei Carmina Burana, non mancano anche carmi di carattere religioso e delicati inni mariani come: Ave nobilis venerabilis Maria, mentre all'Addolorata ai piedi della croce è dedicato il carme Flete, fideles anime, spesso cantato nelle processioni del Venerdì Santo. La fede spinge l’uomo a pregare la Vergine (Ave nobilis) che saprà indirizzarlo, tra le mille insidie quotidiane, in quanto Lei è “comes utilis in via”, preziosa compagna nel cammino terreno.

a) AVE NOBILIS VENERABILIS MARIA
Ave nobilis venerabilis Maria
amicabilis comes utilis in via
mentes erige cursum dirige
per hec invia.
Mores corrige tuo remige
lux superna nos guberna
per hec maria.
     Tu post dominum celi agminum magistra
     virgo virginum lucis luminum ministra,
     cor illuminans et eliminans
     queque vetera,
     fons inebrians stella radians
     super astra celi castra
     nobis resera.
Pulchra facie celi glorie regina
nobis hodie potum gratie propina
potens omnium infidelium
vim extermina.
Christo credulum munda populum
mundo clara mundo cara
mundi domina.
     Virgo propera nos refedera superbis
     captos libera daque prospera miseris.
     Cara castitas casta castitas,
     tuis aperi
     celi semitas numquam dimittas
     mentes fessas et oppressas
     mole ponderi.
Mater regie regis glorie solio
tuos libera pro nobis impera filio
ut eterna sorte superata morte
sine termino
tecum gaudeamus et benedicamus
celestium terrestrium
domino.
     Deo gracias.

b) FLETE, FIDELES ANIME
Flete, fideles anime,
flete, sorores optime,
ut sint multiplices
doloris indices
planctus et lacrime.
     Fleant materna viscera!
     Marie vulnera
     materne doleo,
     que dici soleo
     felix puerpera.
Triste spectaculum,
crucis et lancee,
clausum signaculum
mentis virginee
profunde me vulnerat;
hoc est quod dixerat,
quod prophetaverat
ille prenuntius,
hic ille gladius
qui me transverberat.
     Dum caput cernuum,
     dum spinas capitis,
     dum plagas manuum
     cruentis digitis
     suplex suspicio,
     sub hoc supplicio
     tota deficio,
     dum vulnus lateris
     dum locus vulneris
     est in profluvio.
          (Maria ad Ihesum)
Ergo quare, fili care,
pendes ita, cum sis vita
vivens ante secula?
Rex celestis pro scelestis
alienas solvis penas,
agnus sine macula.
     Munda caro, mundo cara,
     cur in crucis ares ara,
     pro peccatis hostia?
     Cur in ara crucis ares,
     caro, que peccato cares,
     caro culpe nescia?
O mentes perfidas,
et linguas dupplices,
o testes subdolos
et falsos iudices,
senex cum iunioribus
solent maioribus
criminibus dampnati,
ferre suspendium
stipendium peccati.
           (Iohannes)
     A dampnaticiis
     dampnatur innocens
     explens quod expedit,
     quod decet edocens,
     fremunt auctores criminum
     et viri sanguinum
     in dominum salutis
     çelo nequitie
     sub specie virtutis.
           (Maria ad Iohannem)
O Iohannes, planctum move,
plange mecum, fili nove,
fili novo federe
matris et matertere,
tempus est lamenti;
immolemus intimas
lacrimarum victimas
Cristo morienti.
            (Iohannes)
     Salutaris noster Ihesus,
     captus, tractus, vinctus,cesus
     et illusus alapis
     a Gehenne satrapis,
     auctor vere lucis,
     dies nocte clauditur,
     vita mortem patitur,
     mortem autem crucis.
            (Maria)
Hac in vita sum invita,
hoc in malo mori malo,
fili mi, dum reprimi
vel exprimi nequit estus
animi dolentis
tantis malis eximi
nolentis.
           (Maria et Iohannes)
     Celum terre, celum terret,
     terremotus terret motus
     impios nepharios,
     qui gladios in sanctorum
     filios allidunt
     et te, Criste agios,
     occidunt.

3. Differenze tra Canti Gregoriani e Carmina Burana
Le differenze principali tra i Canti Gregoriani e i Carmina Burana, sorti negli stessi periodi storici, sono queste:
a) I Canti Gregoriani sono canti religiosi, a tema esclusivamente religioso e trascendentale, in cui esiste solo una prospettiva divina; i Carmina Burana sono canti non religiosi ma goliardici di divertimento e trattano tematiche particolari: le donne; il vino; la taverna; il gioco d'azzardo; il denaro; il potere; l'economia dei mercanti e anche, a volte, dei temi religiosi ma visti "capovolti", cioè in maniera blasfema.
b) I Canti Gregoriani sono cantati da uomini molto vicini all'istituzione ecclesiastica o, meglio, da prelati stessi (monaci, sacerdoti, ministranti), per momenti di preghiera verso Dio o per l'espiazione dei propri mali; i Carmina Burana sono cantati dai "clerici vagantes", cioè dagli studenti che si spostavano da un'università all'altra, oppure dai trovatori di strada.
c) I Canti Gregoriani presentano dei testi in prosa e in un latino quanto più perfetto; i Carmina Burana presentano dei testi in poesia, spesso e volentieri, e hanno un latino che è buffo e mescolato al volgare.
d) I Canti Gregoriani non hanno bisogno di strumenti di sottofondo, giacché vengono utilizzate le stesse tonalità vocali come strumenti; i Carmina Burana si servono, diverse volte, di strumenti musicali di sottofondo o che sostituiscono e/o amplificano alcune parti canore.
Si pensa, tuttavia, che i Carmina Burana derivino dalla matrice e dall'ordine musicale dei Canti Gregoriani, anche se poi hanno preso una strada diversa, nelle tematiche e nel modo di essere eseguiti.

Bibliografia

GILA A. M., Maria, fonte perenne d'ispirazione per la musica. Santa Maria nella musica medievale dei secoli XI-XIII, in Santa Maria Regina Martyrum, XIV (2012), n. 2., pp.46-50; VISENTIN M. C., Santa Maria nei secoli XIII e XIV, in Theotokos XX (2012), pp.139-170; SANTUCCI P., La Madonna nella musica, vol. I, Cappella musicale santa Maria dei Servi, Bologna, pp. 173-202; VENDITTI R., Piccola guida alla grande musica dall'epoca di Dante a quella di Goldoni, Torino 1997, pp. 31-50; Enciclopedia della musica, Garzanti, Milano 1996; Carmina Burana, n. 17, Ave nobilis: Carmina Burana, e n. 4, Dic Christi Veritas: Carmina Burana, a cura di E. Rossi, Bompiani, Milano 1989; VOLLMANN B.K., Carmina Burana. Texte und Übersetzungen mit den Miniaturen aus der Handschrift und einem Aufsatz von P. und D. Diemer, Francoforte sul Meno 1987. 






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