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MONTEVERDI CLAUDIO



1. Cenni biografici e opere
Claudio Monteverdi (Cremona, 1567 - Venezia, 1643) iniziò gli studi musicali nella sua città natale col grande Marco Antonio Ingegneri. Mise a stampa la sua prima partitura, le Sacrae Cantiunculae, quando era in età di 15 anni: si tratta di 23 mottetti a due voci che prendono spunto dalla Bibbia, in particolare dal Cantico dei Cantici, da inni e da preghiere liturgiche, anche medioevali. Nel 1590 prese servizio presso la corte del duca di Mantova e con Vincenzo Gonzaga viaggiò in lungo e in largo per l'Europa, ampliando di molto la sua cultura. Alla prima partitura a stampa ne seguirono a breve delle altre, tra le quali si contano ben otto libri di Madrigali e l'estrema Selva morale e spirituale. Nel Quinto libro dei Madrigali (1605) la parola, il ritmo e l'armonia raggiungono una consapevole e mirabile sintesi che è il contributo di Monteverdi alla Storia della Musica, favorendo, tra l'altro, anche l'inizio del melodramma tipico degli italiani con l'Orfeo, l'Incoronazione di Poppea, Il ritorno di Ulisse in patria. Il Quinto libro dei Madrigali si compone di 39 numeri, gli ultimi 8, prevalentemente dedicati a Maria, con un'Ave Maria, su testo latino, che mostra come Monteverdi fosse ben a conoscenza della scuola romana di Palestrina, ma nello stesso tempo fosse già orientato a porre in risalto la continuità melodica, una delle caratteristiche delle sue opere più mature come i Vespri mariani, che rappresentano un capolavoro assoluto.

2. Il Vespro della Beata Vergine e altre opere mariane
Composto probabilmente tra il 1607 e il 1610 e pubblicato a Venezia nel 1610 assieme a una Messa a 6 voci, il Vespro della Beata Vergine venne fatto udire nella Basilica di San Marco per la festività dell'Assunta del 1613 e replicato 4 giorni dopo. John Eliot Gardiner, che ne ha curato nella stessa San Marco a Venezia, il 10 e 11 maggio 1989, una memorabile interpretazione, audio e video per l'etichetta Archiv, è convinto non solo che questa monumentale partitura in 14 sezioni sopra canti fermi sia stata concepita per essere eseguita nella basilica veneziana, ma che offra la possibilità di dar vita a una specie di esecuzione esemplare, secondo il gusto del tempo e, insieme, una sorta di sacra rappresentazione nell'alternanza dei Salmi e dei successivi «Concerti sacri» (nel primo troviamo ancora Nigra sum) fino alla conclusione offerta dai tre straordinari pezzi finali come l'elaborata Sonata sopra Sancta Maria, il suggestivo inno Ave Maris Stella e il maestoso Magnificat a 7 voci, che anche nella versione alternativa a 6 voci ha sempre una durata attorno ai 18 minuti. Nella discussione che ha preso vita attraverso i secoli sulla destinazione e l'esecuzione di questo capolavoro ci si è divisi tra chi conviene che siano una sorta di paradigma di riferimento per celebrare i Vespri di una particolare solennità e chi propende invece per un concerto sacro, ma non in funzione strettamente liturgica. Gardiner, che era ed è convinto che il Vespro solenne mariano costituisse per Monteverdi il biglietto di presentazione per garantirgli, come in effetti accadde, il posto di maestro di cappella in San Marco a Venezia (a Venezia rimase per tutta la sua vita, arrivando anche al sacerdozio nel 1632, essendo in vedovanza) ha ricreato nell'esecuzione citata ogni accorgimento per sfruttare le più svariate risorse acustiche della suggestiva basilica veneziana, mettendo in risalto tutte le possibilità in cui si possono combinare le voci e gli strumenti, gli effetti in eco o quelli di un doppio coro ecc.

Bibliografia
ARLEDLER G., Musiche per Maria dal Rinascimento al Barocco, in Theotokos XXIII (2015) n. 1, pp. 101-102.






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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