Famoso e popolarissimo canto mariano.

1. Il testo
Dell'aurora tu sorgi più bella,
coi tuoi raggi fai lieta la terra
e fra gli astri che il cielo rinserra
non v'è stella più bella di te.

         Bella tu sei qual sole,
         bianca più della luna,
         e le stelle più belle
         non son belle al par di te.

Bella tu sei qual sole,
bianca più della luna
e le stelle più belle
non son belle al par di te.

          T'incoronano dodici stelle,
          ai tuoi piedi hai l'ali del vento
          e la luna si curva d'argento:
          il tuo manto ha il colore del ciel.

Gli occhi tuoi son più belli del mare,
la tua fronte ha il colore del giglio,
le tue gote baciate dal Figlio
son due rose e le labbra son fior.

2. Significati
Fin dall'antichità l'uomo ha reso più intenso e significativo il suo rapporto con Dio creando degli accostamenti simbolici con la natura. Basta soffermarsi sui vari libri della Bibbia per leggere e interpretare le molte relazioni esistenti. Il libro dei Salmi ne è, forse, l'esempio più emblematico: il susseguirsi e l'intrecciarsi di scene campestri, di quadretti naturali, di distese verdeggianti, di monti, di fiumi... fanno da cornice alla splendida collezione delle preghiere poetiche. Le parole del canto Dell'aurora tu sorgi più bella s'inseriscono perfettamente in questo contesto esprimendo, in modo suggestivo, le qualità più profonde della Vergine Maria che diventano dialogo tra la terra e il cielo, tra il finito e l'infinito, tra l'umano e il divino. Come l'aurora con i primi raggi del sole illumina la terra; come tra gli astri che rischiarano il firmamento celeste c'è una stella che predomina e primeggia; come il soffio del vento e la singolarità della luna adornano tutto il creato, così Maria, la madre di Gesù e dell'intera umanità, è l'unica donna che sa scavare nell'intimo degli uomini, che può calmare le tempeste dei loro cuori, che può trasformare le emozioni confuse degli animi in un'esistenza colma di speranza e pace. Particolari e cariche di poesia sono le parole utilizzate, nella terza strofa, per descrivere il volto di Maria. La limpidezza del mare, la bellezza e il candore del giglio, la perenne freschezza della rosa creano spumeggianti similitudini che ci conducono alla scoperta degli aspetti più interiori della figura di Maria. I marcati riferimenti testuali agli elementi della natura, il metro composto, la cantabilità espressiva dell'itinerario melodico danno a questa composizione una caratteristica connotazione pastorale.

3. Vitalità di questo canto mariano
Questo canto mariano, che non deve ritenersi vecchio, ma solo "di una volta", è coinvolgente, armonioso, partecipativo. Le crome che si susseguono nel percorso ritmico danno l'idea di leggerezza, quasi sfuggono, si sollevano: necessitano, quindi, di un'esecuzione delicata, non appesantita dalla sillabazione delle parole. Le semifrasi in cui risulta divisa ogni strofa richiedono una chiusura che deve essere evidenziata dall'appoggio sull'accento tonico della parola corrispondente; è importante, in questi punti, rispettare il ritmo evitando pause o respiri inopportuni che disturberebbero la naturale linearità della conduzione. Al ritmo dell'intera composizione si accosta un grazioso intreccio di suoni, orecchiabili e melodiosi, che prevedono un'interpretazione dolce nelle strofe e più determinata nel ritornello. Proprio nel ritornello l'andamento incisivo e imponente richiama a una sonorità più intensa, resa ancora più suggestiva dall'inserimento spontaneo di più voci che danno all'insieme un'impronta propriamente popolare in cui si esprime con certezza che Maria è, tra le donne, la più bella, la più straordinaria, la più singolare.