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AUSTRIA


1. L'Austria e il culto mariano
L'Austria è un crocevia di popoli, posta com'è nel punto di confine e quindi d'incontro delle popolazioni slave, germaniche e latine, e la sua cultura risente profondamente di tutti questi influssi. Nell'antichità il territorio austriaco, che corrispondeva alla Rezia e al Norico, subì molteplici invasioni; nel V secolo fu invaso dai franchi e nel VI da longobardi, àvari e slavi. Solo alla fine del IX secolo, con la creazione della Marca Orientale da parte di Carlo Magno, si ebbe un primo organismo statale. La Marca Orientale divenne ben presto il baluardo della cristianità contro le invasioni barbariche. Del Medioevo ci rimangono alcune vestigia, tra cui i rifugi fortificati dei feudatari e dei vescovi; questi edifici, eretti su antichi luoghi di culto pagani, avevano spesso annessa una chiesa dedicata alla Vergine e destinata a trasformarsi nel corso del tempo in un santuario, come per esempio il santuario di Maria Saal venerato tuttora. Alla fioritura del culto mariano contribuirono notevolmente anche il celebre santuario di Mariazell, in Stiria, eretto secondo la leggenda sulla cella (Zell) di un santo eremita, e le moltissime abbazie sorte durante la dinastia dei Babenberg (976-1246).

2. La lotta contro il protestantesimo e contro i turchi
Dopo un periodo di dominio boemo (1246-1282), il regno austriaco passò sotto la casa asburgica e vi rimase fino al 1918. Determinante per la storia politica e religiosa rinascimentale fu il regno di Carlo V (1519-1556), che grazie ai suoi legami parentali realizzò l'unificazione dei possessi asburgici e spagnoli. Il regno di Carlo V fu caratterizzato da una notevole turbolenza religiosa: nel 1529 Vienna respinse l'assedio dei turchi e successivamente l'imperatore dovette domare la ribellione dei prìncipi protestanti tedeschi. Nel corso della Riforma il Paese restò fedele a Roma, ma ciò nonostante il culto mariano ne risentì. La vita cattolica riuscì però a rifiorire soprattutto per merito dell'eccezionale personalità di san Pier Canisio (1521-1597), che ridiede prestigio al cattolicesimo, opponendosi ai riformatori non soltanto sul piano della dottrina, ma anche su quello dell'azione pastorale, in cui fu instancabile. Diede ampia diffusione alle confraternite mariane e soprattutto, nell'ambito dei collegi gesuiti, alle congregazioni mariane. Promosse inoltre il rosario e la recita delle litanie.

3. La devozione a "Maria Hilf"
La diffusione del culto mariano in Austria è legata in modo tutto particolare all'affermarsi del titolo «Maria Hilf» (Maria l'Aiuto), ossia l'Ausiliatrice. Questa invocazione probabilmente fu introdotta a metà del 1500 con le litanie, ma si sviluppò in modo prodigioso nel secolo seguente. Tale culto si diffuse soprattutto da Passau, città ora appartenente alla Germania, ma da sempre profondamente legata sia storicamente che religiosamente all'Austria. I suoi inizi sono quanto mai interessanti, perché il quadro che diede origine al santuario - una pregevole opera di Luca Cranach - era stato regalato dall'Elettore protestante di Sassonia al Principe-vescovo di Passau, suo ospite. Nell'immagine Gesù bambino sembra cercare rifugio fra le braccia della Madre; essa piacque moltissimo al Principe-vescovo e ai fedeli di Passau, che spontaneamente le attribuirono il titolo di «Maria Hilf». I pellegrinaggi divennero subito numerosi, provenienti non solo dalla Germania e dall'Austria, ma anche dall'Ungheria e dalla Boemia. Della «Madonna di Cranach» furono eseguite infinite copie e si può dire che non c'era chiesa cattolica dell'area tedesca che non ne esponesse una riproduzione alla venerazione dei fedeli. In questo stesso periodo l'Austria fu consacrata all'Immacolata, dall'imperatore Ferdinando III nel 1647. Ancora oggi a Vienna una grande colonna sta a ricordare l'avvenimento. Il culto all'Ausiliatrice ebbe il suo culmine nel 1683, anno dell'invasione turca. Durante l'estate, un esercito di ben duecentomila soldati si presentò alle porte di Vienna, per sferrare un attacco di terra a tutta l'Europa, dopo che era fallito (con Lepanto) il tentativo di farlo via mare. L'imperatore Leopoldo, per meglio organizzare la difesa, aveva lasciato per tempo la capitale e si era trasferito a Passau. Ma il vero artefice della vittoria cristiana fu il cappuccino padre Marco d'Aviano, originario del Friuli. Fu lui, a nome del papa Innocenzo XI, a far coalizzare attorno all'esercito imperiale le forze di alcuni prìncipi tedeschi e soprattutto quelle del re polacco Giovanni Sobieski. La vittoria dell'esercito cristiano, che significò la totale disfatta dell'armata turca, venne attribuita alla Vergine, dimostratasi in tale circostanza veramente 1" 'aiuto dei cristiani". A testimonianza di questa profonda convinzione, stanno i trofei di guerra inviati al santuario di Passau dall'imperatore, e un intero quartiere di Vienna denominato ancora oggi «Hilf».

4. Dal '700 a oggi
Con questa vittoria iniziò il periodo d'oro dell'Austria, o meglio dell'impero austro-ungarico; l'Austria attuale era come il nucleo centrale di un complesso ed eterogeneo insieme di popoli e di stati - di cui fecero parte anche la Lombardia, il Triveneto, e Napoli - tenuti insieme da una saggia amministrazione e da un'avveduta politica. Quasi tutti i santuari mariani assunsero nei primi decenni del 1700 il loro aspetto definitivo. Lo stile barocco, importato dall'Italia, in Austria assunse delle caratteristiche specifiche, come la maggiore spinta ascensionale degli edifici e la decorazione interna particolarmente fantasiosa e alquanto sovraccarica. Il lungo regno di Maria Teresa (1740-1780) cominciò con la guerra di successione austriaca, nata per le divergenze sull'ereditarietà del potere imperiale, che in questo caso contravveniva a principi della legge salica. Ristabilita la pace, e consolidato il proprio potere, Maria Teresa s'impegnò ad accentrare la burocrazia, unificare i tributi e incrementare l'istruzione pubblica, con conseguente prosperità del Paese. Alla morte di Maria Teresa le succedette il figlio, Giuseppe II, che già l'aveva affiancata al trono. Uomo di buoni sentimenti religiosi ma anche caparbiamente teso a perseguire un suo progetto di riforma ecclesiastica, l'imperatore volle occuparsi di tutto, dalla delimitazione delle diocesi al numero delle candele da accendere sull'altare, per cui fu chiamato ironicamente «re sacrestano». Egli fu contrario ai pellegrinaggi e fece chiudere molti santuari, allontanandone i religiosi e confiscandone i beni. I fedeli continuarono tuttavia a frequentarli clandestinamente. Nel corso dell'800 la situazione si normalizzò lentamente e, sottoscrivendo la santa alleanza nel 1815, l'Austria si pose ufficialmente a difesa dei valori della religione. Il potere degli Asburgo, di cui Francesco Giuseppe fu l'ultimo imperatore (1848-1916), ebbe termine con la guerra del 1914-1918 quando l'Austria, sconfitta, fu ridotta a una piccola nazione montuosa. Fu duro per il popolo austriaco abituarsi a questa realtà e in seguito sviluppare una nuova identità nazionale. Inoltre in seguito alla seconda guerra mondiale, l'Austria, pur nacquistando la sua indipendenza dalla Germania, rimase occupata dalle quattro potenze vincitrici fino al 1955. Anche questa volta fu un francescano, padre Petrus Pavlicek, a farsi interprete dei sentimenti e delle aspirazioni del popolo austriaco. Egli venne a conoscenza del messaggio di Fatima durante la sua prigionia militare e ciò fu per lui una vera folgorazione. Una volta liberato, promosse instancabilmente la preghiera quotidiana del rosario per ottenere la liberazione dell'Austria e la pace nel mondo: nacque così la «Crociata del rosario per la pace del mondo». Questa iniziativa, assieme a varie altre (in ciò soprattutto si distingue il santuario di Maria Roggendorf) stanno a indicare la funzione di ponte fra Occidente e Oriente ancora oggi caratteristica dell'Austria. In passato il santuario di Mariazell non poteva essere visitato dalle vicine popolazioni slave e ungheresi, ma i cattolici austriaci avevano il compito di far pervenire ai loro fratelli dell'Est l'espressione della sollecitudine e dell'amore della Chiesa verso di loro.

5. I più importanti Santuari mariani dell'Austria
Ecco un elenco dei più noti Santuari dedicati in Austri alla Madre di Dio e ancora oggi molto frequentati:
- Mariazell, tra le montagne della Stiria: il più famoso Santuario dell'Europa centrale e il centro spirituale e religioso delle popolazioni dell'aria danubiana;
- Maria Plain: il santuario più frequentato della diocesi di Salisburgo;
- Maria Saal: il più antico centro cristiano della Carinzia, fondato da San Modesto nel VII secolo;
- Maria Taferl: il Santuario, caro alle popolazioni rurali della zona, sorge a Marbach, su una collina sulle sponde del Danubio;
- Maria Trost: è il santuario di Graz edificato nel 1676 da Han von Wiltersdorf, nel territorio del suo castello

Bibliografia
MARCUCCI D., Santuari mariani d'Europa. Storia, fede, arte, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, pp. 12-18; FACCENDA L., Sempre mi troverai. Nei Santuari mariani ho incontrato la Madre, Edizioni dell'Immacolata, Borgonovo di Pontecchio Marconi 1993; BENAZZI N. (Ed), Santuari d'Europa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014;  SAGGIORATO B. A., La Madonna nel mondo con i più celebri santuari mariani, Edizioni Carroccio, Terraglione di Vigodarzere 1986; LAEPPLE A., Deutschland, deine Wallfahrtsorte, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1983; FRANIA R., Maria, Mutter der Voelker, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1985.






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