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CATECHESI MARIANA


1. Criteri di Catechesi mariana
La catechesi mariana - e cioè la continua maturazione di fede nella comprensione e nella esperienza di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa -, può essere articolata in due momenti: il momento della conoscenza e il momento dell'esperienza.
a) Il momento della conoscenza comprende, a nostro parere, quattro nuclei essenziali, che possono considerarsi anche quattro criteri di contenuto mariano. Li enunciamo semplicemente, senza illustrarli, perché qui intendiamo approfondire solo il momento dell'esperienza e del vissuto mariano.I quattro pilastri di una conoscenza integrale del mistero di Maria sono dunque i seguenti:
- la narrazione della storia biblica di Maria (polo biblico);
- l'accertamento dell'autenticità dell'immagine ecclesiale di Maria (polo biblico-ecclesiale);
- il riconoscimento di Maria, come la Theotokos;
- l'affermazione della rilevanza salvifica di Maria, dipendente e subordinata all'unica mediazione salvifica di Cristo.
Questi nuclei non costituiscono solo una «sintesi» ben congegnata dell'immagine biblico-ecclesiale di Maria. Essi corrispondono anche all'esigenza di una sua presentazione progressiva e integrale, intesa a provocare un'assimilazione altrettanto graduale e completa da parte dei fedeli. Esprimono, quindi, un vero e proprio «processo» di fondazione e maturazione graduale del mistero di Maria nell'ambito della pietà personale e comunitaria. Essi non si limitano a offrire una veritiera piattaforma teologica del volto della beata Vergine, ma contengono nella loro organica strutturazione una vera e propria «pedagogia mariana», che parte dalla conoscenza e arriva al vissuto. Si tratta, infatti, di quattro tappe di un «itinerario ciclico» in continuo sviluppo esistenziale, che offre, da una parte, opportune difese per superare disagi, crisi di rigetto, fughe, atteggiamenti superficiali, fondamentalistici e di chiusura di fronte alla figura di Maria, e, dall'altra, un continuo sostegno al proprio dinamismo di fede incarnata nella storia.
b) La precedente sintesi conoscitiva costituisce anche la premessa indispensabile per una strategia esperienziale che intenda promuovere e radicare nei fedeli - siano essi giovani o adulti - un convinto e fruttuoso vissuto mariano. L'esperienza è strettamente collegata con la conoscenza. Per cui un'adeguata criteriologia esperienziale può essere ricavata non tanto da ulteriori considerazioni estrinseche, bensì dalla stessa articolazione data all'annuncio mariano. È il dinamismo insito in tale annuncio che riesce a liberare le energie necessarie per alimentare, rafforzare e sviluppare una corretta progettazione catechetica e pastorale. In tal modo la conoscenza si fa esperienza vissuta e l'ortodossia diventa ortoprassi personale e comunitaria. Si realizza così anche la continua incentivazione e crescita della fede della comunità ecclesiale.

2. Criteri di Catechesi esperienziale mariana
In corrispondenza con i quattro criteri di conoscenza mariana si possono ricavare quattro criteri di vissuto mariano, che sono:
- l'esperienza dell'incontro e della conoscenza: lex credendi (il vissuto biblico);
- l'esperienza della celebrazione: lex orandi et celebrandi (il vissuto eucaristico-ecclesiale);
- l'esperienza della spiritualità mariana: lex vivendi (il vissuto salvifico);
- l'esperienza dell'azione: lex agendi (il vissuto apostolico).
Precisiamo subito che la proposta di questi criteri non significa assolutizzazione di aspetti parziali e irrelati tra loro, ma loro graduale e complementare unificazione e integrazione nella globalità del vissuto ecclesiale. La pietà mariana diventa così stimolo e guida a una esistenza cristiana «pneumatica», e cioè a un impegnato pellegrinaggio di fede, di speranza e di carità verso il Padre nello Spirito del Signore Risorto, con Maria e come Maria. Aggiungiamo ancora che questa progettazione catechetica intende offrire solo degli orientamenti generali, che esigono una loro «contestualizzazione» (= catechesi in contesto) mediante l'apporto di opportuni adattamenti a precise situazioni socio-culturali, zonali, e personali. Si tratta, cioè, di indicazioni che possono trovare la loro piena incarnazione e verifica solo nella concretezza della situazione ecclesiale (diocesi, parrocchia, comunità religiosa, gruppo, associazione, aggregazione... ) e della condizione umana e religiosa propria dei fedeli (adulti, giovani, bambini, intellettuali, studenti, lavoratori... ). Una progettazione catechetica, infine, che intenda essere efficace, comporta tempi lunghi. Non sembra, quindi, raccomandabile- né forse sarebbe possibile - l'utilizzazione contemporanea di tutti gli orientamenti che emergono dai diversi criteri. Per una loro adeguata assimilazione e verifica nella prassi personale e comunitaria sono prevedibili necessariamente periodi di sperimentazione, di verifica e di riprogettazione del vissuto mariano ecclesiale. Una progettazione catechetica non può costituire una «cura intensiva» della pietà mariana, ma una sua graduale e metodica pedagogia.

3. L'esperienza dell'incontro e della conoscenza (il vissuto biblico)
a)
« Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino» (Lc 2, 16)
Il primo criterio di progettazione catechetica che emerge dalla narrazione della storia biblica di Maria è quello dell'incontro con lei, vissuto come esperienza personale e comunitaria di conoscenza reciproca. Bisogna riproporre l'esperienza emblematica dei pastori che, sollecitati dagli angeli, si diressero verso Betlemme incontro al Salvatore: «Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia» (Mt 2,16). Oltre al bambino, i pastori trovano anche Maria, la madre. Fin dall'inizio, l'incontro con Gesù è anche l'incontro con la madre e viceversa.
b) Maria e la persona adulta contemporanea: un incontro «mancato»?
Per le persone adulte tale incontro con Maria sembra oggi più difficile e problematico di quello con Cristo. Sono, infatti, molti i fattori che impediscono di incamminarsi «senza indugio» a incontrare Maria e il bambino. I mezzi di comunicazione sociale diffondono un'immagine della donna e dell'uomo, manipolati ideologicamente e politicamente, e caratterizzati da agnosticismo, indifferentismo, consumismo, edonismo, laicismo, conformismo, sottosviluppo religioso o «bambinismo» (rimanere culturalmente fermi all'istruzione catechistica di quando si era piccoli), pigrizia. A ciò si può anche aggiungere una certa reticenza dell'adulto (soprattutto dell'uomo). nei confronti della devozione mariana, ritenuta troppo carica di sentimento e scarsa di contenuto umano e religioso. Mentre l'incontro con Cristo implica essenzialità salvifica, quello con Maria denoterebbe piuttosto immaturità religiosa e cristiana. Inoltre, all'interno stesso della devozione popolare mariana ci possono essere dei fattori capaci di inquinare gravemente la relazione dei fedeli con la madre del Salvatore. Accenniamo, ad esempio, al sincretismo religioso, al fatalismo, all'ignoranza, alla magia, al ritualismo, alla superstizione.
c) Maria e i giovani: un difficile problema catechetico
Nonostante l'accertata e paradigmatica presenza di Maria all'interno delle aggregazioni giovanili cattoliche, il rapporto «giovani - Maria» sembra essere sostanzialmente «marginale» e «carente» all'interno dell'esperienza cristiana globale. Nella situazione della religiosità «giovanile» contemporanea sembra esserci poco posto per Maria, la grande sconosciuta non tanto di nome, quanto di fatto. In corrispondenza con le tendenze generali della religiosità giovanile, il rapporto «giovani - Maria» - rapporto che implica la percezione di un «io» in interazione e comunicazione reciprocamente arricchente con l'«altro» (in questo caso Maria) - viene infatti descritto «come un qualcosa di marginale, secondario, soggettivamente valutato e autogestito». I giovani sembrano ancora ignorare le importanti precisazioni conciliari e postconciliari sulla figura di Maria, da essi ritenuta, a causa di una eccessiva idealizzazione, come una figura «a-storica», e simbolo piuttosto di «virtù cosiddette passive» (come l'obbedienza, la contemplazione, il nascondimento...).
d) Riscoperta di Maria
Sia per gli adulti sia per i giovani, un adeguato progetto catechetico deve rilanciare un itinerario di «riscoperta biblica» di Maria - come «persona» (con una sua grande originalità), come «paradosso» (in lei è presente la verginità con la maternità, la dimensione storica con quella metastorica), come «mistero» (in quanto implicata nel piano salvifico di Dio in Cristo) -, con una particolare enfasi sulla sua realtà storica, sulla sua grande personalità umana e religiosa, e sulle sue misconosciute virtù «attive». L'immagine biblica di Maria è infatti fortemente dinamica e nient'affatto passiva. Catecheticamente parlando, si deve sottolineare il fatto che Maria fu protagonista di una vicenda coraggiosa, con grandiosi eventi che richiesero fede incrollabile, fortezza umana, grande speranza nella provvidenza, generosità e disponibilità totale alla causa del regno di Dio e della Chiesa del suo Figlio. Si possono, ad esempio, raccogliere attorno a sette affermazioni le linee di una eventuale catechesi per gli adulti:
- Maria, collaboratrice responsabile di salvezza in Dio;
- Maria, vocazione alla libertà nell'obbedienza della fede;
- Maria, «preformazione» di Gesù, e cioè immagine pura del suo creatore e redentore;
- Maria, valorizzazione della donna;
- Maria, sublimazione della vita quotidiana;
- Maria, proiezione nella vita eterna;
- Maria, dimostrazione della potenza di Dio sulla potenza del male.
Questa strategia catechetica di ritorno alle fonti e di rievangelizzazione è la base della conoscenza autentica della beata Vergine oggi. Costituisce anche uno stimolo fortemente paradigmatico per l'esistenza cristiana dei fedeli.
e) Suggestioni per una catechesi mariana giovanile
Un progetto di catechesi mariana giovanile può subito impostare un programma di consonanza profonda tra i giovani e Maria, mettendo in rilievo un dato di fatto incontrovertibilmente biblico, esistenziale e salvifico: la condizione giovanile propria di Maria al momento del «fiat». Maria era una donna giovane («più giovane del peccato» avrebbe detto Bernanos) che diventò protagonista di storia e di storia di salvezza. A partire da questa affermazione, una catechesi giovanile mariana può articolarsi attorno a tre nuclei biblici:
- Maria è una giovane credente che assume il rischio della storia. Diversamente da Zaccaria, anziano sacerdote di Gerusalemme che «dubita», Maria, giovane «laica» di periferia (Nazaret in Galilea), obbedisce, dopo riflessione e dialogo aperto con l'angelo, con un impegno di fede attiva al piano di Dio nella storia.
- Maria è una giovane donna che spera nel cambiamento del mondo. Il «Magnificat» è l'espressione somma della coscienza che la Vergine aveva che la venuta di Gesù era l'inizio di una nuova era storica, della vera età della libertà, della liberazione e del cambiamento di categorie personali, sociali, economiche, politiche e religiose ingiuste. La giovane profetessa Maria ha elevato un inno rivoluzionario che può trovare immediata sintonia con i giovani contemporanei.
- Maria è una giovane madre che opta per la vita, nel pienissimo senso della parola: nel concepire Gesù che è la «vita» (Gv 14, 6) e nel custodirlo contro coloro che attentano alla sua vita emigrando in Egitto (Mt 2, 13-20). Anche la sua preoccupazione per lo smarrimento di Gesù è un indizio commovente della sua preoccupazione per la vita del suo bambino. La giovane Maria è la custode della vita debole, indifesa, bisognosa di protezione totale.
Maria la giovane donna che assume il rischio della storia, che spera in un radicale cambiamento della storia da parte di Dio e che opta sempre per la vita dei più deboli e indifesi è una provocazione assolutamente positiva per i giovani d'oggi. Essa li interpella al dialogo personale e comunitario. I giovani possono prendere coscienza del fatto che anch'essi possono diventare protagonisti attivi della storia, cambiandone le storture di ogni genere e facendosi difensori della vita dei deboli, dei senza voce, dei senza tetto, degli emarginati, dei discriminati.
f) Altre vie di conoscenza e di incontro
Oltre alla via biblica e sulla base di essa, ci possono essere altre vie di conoscenza e di incontro con Maria, come, ad esempio quella «epifanica» (come le apparizioni); quella «carismatica» (come le esperienze mistiche dei santi: cf. quelle, ad esempio, di S. Luigi Maria Grignion de Montfort, S. Massimiliano Kolbe...); quella «teologica» (di riflessione sistematica intorno ai dati biblici); quella «estetica» o della bellezza (cf. von Balthasar, che vede in Maria lo splendore della creatura creata e redenta. da Dio); quella «antropologica» , ecc. La via biblica rimane però l'«editio typica» del mistero di Maria. Essa «presenta i caratteri dell'autenticità, della funzionalità e organicità: offre una sintesi vitale tra storia e annuncio, tra la Maria della fede e quella della storia».

4. L'esperienza della celebrazione (il vissuto eucaristico-ecclesiale)
a) La celebrazione di Maria: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42)
Un secondo criterio catechetico risiede nel far operare il passaggio dall'esperienza dell'incontro e della conoscenza all'esperienza della celebrazione ecclesiale di Maria. L'incontro e la conoscenza diventano celebrazione mariana personale e comunitaria. Nel nostro caso, però, la celebrazione di Maria non è solo esaltazione e lode, ma è canto di gloria delle grandi cose che il Signore opera nelle creature e presa di coscienza della nostra continua chiamata alla salvezza. in Cristo. Celebrazione di Maria è celebrazione della grazia di Cristo in lei, in tutti i cristiani e nell'umanità intera. Sono stati molteplici, lungo la storia della Chiesa, i modi, i luoghi e i tempi della celebrazione di Maria. Si va dalla preghiera personale e intima alla celebrazione liturgica ufficiale (ufficio delle ore, sacrificio eucaristico); dal rosario alla processione; dalla meditazione spirituale e teologica al pellegrinaggio ai santuari; dalla preghiera davanti all'immagine della beata Vergine ai tridui, novene, mesi mariani, «peregrinationes Mariae». Nel postconcilio, oltre a un rinnovamento catechetico delle forme celebrative tradizionali, se ne sono «create» nuove, come, ad esempio, le celebrazioni mariane della parola, i gruppi di preghiera, l'uso degli audiovisivi. La progettazione catechetica deve trovare una sua particolare e attenta articolazione soprattutto nei confronti delle feste e solennità di Maria e nelle numerosissime cappelle, chiese e santuari mariani, che possono diventare fonte di rinnovamento della vita cristiana. In questo contesto, si deve porre una diligente valorizzazione della religiosità popolare, che necessita di una continua rievangelizzazione e, che costituisce l'«humus» della vita cristiana (e cattolica) in tutti i continenti. Una catechesi giovanile attenta può sottolineare tre aspetti particolarmente congeniali ai giovani nelle celebrazioni mariane: la creatività, come novità di espressione celebrativa; il protagonismo, come esigenza di partecipazione attiva alla celebrazione; la gratuità, come devozione disinteressata e laudativa della memoria di Maria nella gioia della grazia per i «mirabilia Dei» operati da Dio nella beata Vergine e nei battezzati.
b) La celebrazione di Maria è celebrazione ecclesiale della salvezza in Cristo
La celebrazione mariana non deve essere fine a se stessa. La sua finalità è l'orientamento a Cristo, unico mediatore, e alla Chiesa, suo sacramento di salvezza. Il ricorrere fiducioso alla protezione e all'intercessione materna di Maria ha una sua intrinseca e fondamentale dimensione cristologica ed ecclesiale. Deve essere questa la costante di ogni progettazione catechetica: essenziale relazione di Maria al mistero di Cristo e della Chiesa. Un'autentica celebrazione mariana porta, infatti, alla celebrazione e alla realizzazione della salvezza dell'umanità e del cosmo nel mistero di Cristo e della Chiesa. Si deve evidenziare e realizzare questo intimo nesso cristologico ed ecclesiale delle celebrazioni mariane soprattutto nell'utilizzazione dei sacramenti della riconciliazione e dell'eucaristia. Per provvidenza divina, Maria è l'«Odighitria» (= guida), colei che chiama i battezzati alla Chiesa e li guida a Gesù. La celebrazione mariana ha, quindi, il suo compimento nella dimensione sacramentale della salvezza. È di fondamentale importanza il nesso tra devozione mariana e partecipazione alla vita ecclesiale e sacramentale; tra pietà mariana e vita di grazia. Anzi, è questo il criterio di discernimento dell'autenticità di ogni celebrazione mariana.

5. L'esperienza della spiritualità (il vissuto salvifico)
a) « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1, 28)
L'incontro, la conoscenza e la celebrazione di Maria costituiscono le premesse della spiritualità mariana, intesa come vita nello Spirito del Signore risorto, che è vita di grazia sull'esempio di Maria la «piena di grazia». La catechesi deve favorire questo «metabolismo», questo passaggio dalla «lex credendi» (l'esperienza dell'incontro e della conoscenza) e dalla «lex orandi et celebrandi» (l'esperienza della celebrazione) alla «lex vivendi» con Maria e come Maria l'esperienza esaltante della salvezza in Cristo. Questo terzo momento è il culmine di ogni strategia catechetica: la celebrazione quotidiana e vitale dell'esperienza salvifica in Cristo, vissuta sull'onda di quella paradigmatica di Maria. E questo il risvolto catechetico della profonda realtà teologica di Maria, la Theot6kos (madre di Dio), la Panaghia (tuttasanta), l'Endoxos (gloriosa).
b) Elementi di spiritualità mariana
Sono due gli elementi fondamentali della spiritualità vissuta dalla beata Vergine:
- la sua immersione totale nel mistero del suo Figlio divino dall'incarnazione all'evento pasquale;
- le sue virtù evangeliche di ascolto, obbedienza, abbandono, fede, speranza, carità, fortezza.
Maria pertanto agisce sia da modello di vita di grazia, sia da madre spirituale, e cioè da agente - subordinato e dipendente da Cristo e dal suo Spirito - di vita spirituale. Maria non solo è un paradigma, ma esercita la sua funzione materna intercedendo per la nostra salvezza e per la nostra vita di grazia presso il Figlio. Sulla base di questi elementi la spiritualità mariana si compone di due dimensioni:
- la realizzazione nei fedeli dello stesso atteggiamento di fede di Maria alla parola di Dio negli eventi della propria storia personale e comunitaria;
- l'orientamento della globalità del proprio essere verso una vita di grazia in Cristo.
Spiritualità mariana è quindi imitazione di Maria per l'incontro salvifico con Cristo. L'imitazione di Maria facilita l'incontro con Cristo nella comunità di salvezza che è la Chiesa. Un elemento vertice della spiritualità mariana è l'affidamento a Maria, che può costituire una forma eccellente di vita cristiana in compagnia, sull'esempio e con la potente intercessione della Vergine Madre.
c) Linee di spiritualità mariana giovanile
Una progettazione catechetica può sviluppare una sana spiritualità mariana, che non è sentimentalismo, ma cristianesimo maturo e autentico. Sull'esempio di Maria, «donna spirituale», «esperta nella vita di grazia», i giovani possono essere i destinatari di una proposta di spiritualità mariana non alienante, ma umanizzante e cristianizzante. A seconda della situazione storico-sociale possiamo avere diversi modelli di spiritualità mariana giovanile. Il tratto comune è la consegna ai giovani del senso pieno alla loro vita umana e cristiana. Gli elementi essenziali di tale spiritualità possono essere sintetizzati in questo modo:
- sentire ciò che sentì Gesù: avere la stessa passione per la vita e per la salvezza globale dei propri fratelli;
- impegnarsi per ciò per cui si impegnò Gesù: annuncio del regno, sua anticipazione mediante i «segni» concreti, la legge dell'amore universale, l'atteggiamento dell'accoglienza e della misericordia;
- essere disposti a soffrire ciò che soffrì Gesù: consegna obbediente al Padre, passione, morte, risurrezione.
Si tratta di una proposta spirituale altamente profetica e utopica, particolarmente suggestiva per i giovani biologicamente e culturalmente aperti all'utopia cristiana realizzata e verificata nella loro personale esperienza e azione quotidiana.

6. L'esperienza dell'azione (il vissuto apostolico)
a) «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5)
La catechesi mariana deve arrivare infine a mostrare Maria come madre e maestra non solo di vita spirituale e di contemplazione, ma anche di vita apostolica e di azione. L'esemplarità di Maria ha un suo dinamico orientamento ad extra, verso gli altri, così come si espresse nella visita ad Elisabetta o nelle nozze di Cana. La «lex credendi, celebrandi et vivendi» si compie quindi nella «lex agendi». L'orazione si fa azione. Il dire e il sentire si fa dare e fare. Anche in questo dinamismo, Maria ci invita a seguire non tanto quello che lei ha fatto, quanto piuttosto quello che Gesù dice di fare (cf. Gv 2, 5). Una catechesi dell'azione apostolica mariana conserva sempre questo caratteristico risvolto cristologico. Al quale si aggiunge anche una altrettanto essenziale dimensione ecclesiale: l'azione apostolica con Maria è svolta nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa.
b) Il vissuto apostolico mariano: una pluralità di suggestioni
L'incontro, la conoscenza la contemplazione di Maria devono pertanto incarnarsi in uno «stile di vita», che renda «mariana» l'azione apostolica dei singoli cristiani e dell'intera comunità ecclesiale. Nella nostra vita apostolica noi dobbiamo «prendere Maria con noi», come fece Giovanni su espresso comando di Gesù: «Lo Spirito Santo si compiace a compiere meraviglie dove Maria è invocata, chiamata in aiuto nell'opera apostolica». Accenniamo solo ad alcune linee di catechesi mariana adatte sia per i giovani, che per gli adulti.
- Linea sacramentale. È la linea pedagogica della collaborazione alla grazia. Per realizzare l'esemplarità mariana vissuta, bisogna anzitutto «essere come lei», avere la sua stessa «spiritualità». Su questo «essere mariano» si fonda la vita e l'«agire mariano» ad esempio dei grandi santi, apostoli ed educatori mariani (cf. S. Giovanni Bosco, S. Massimiliano Kolbe...).
- Linea della comunione nella Chiesa. Sull'esempio e con l'aiuto della Madre della Chiesa, instaurare una catechesi di comunione tra tutti i battezzati nella Chiesa. Questo significa, ad esempio, che gli stessi pastori devono vivere i loro impegni pastorali - «munera docendi, sanctificandi et regendi» - alla luce di Maria, con quella fermezza e dolcezza materna che contribuisce all'edificazione della Chiesa, alla sua comunione interna e alla disponibilità al dialogo, alla comprensione e all'unione. Lo stesso dicasi degli altri componenti il corpo mistico di Cristo.
- Linea dell'unione tra i cristiani. Con l'aiuto della Madre della riconciliazione, impostare una catechesi di promozione della causa ecumenica mediante, da una parte, una profonda conversione del cuore e una purificazione degli occhi (ecumenismo ad intra), e, dall'altra, una generosa comprensione delle differenze dottrinali, cultuali ed esistenziali dei non cattolici, la partecipazione convinta agli sforzi interconfessionali e l'impegno nella preghiera (ecumenismo ad extra).
- Linea della liberazione. Con l'aiuto e sull'esempio della Vergine del Magnificat, incentivare una catechesi di liberazione e di speranza degli oppressi, degli emarginati, dei poveri 16• Una catechesi mariana di liberazione, di opzione per i poveri e i diseredati è quanto mai attuale nella Chiesa oggi ed è una proposta allettante per i giovani contemporanei, sensibili alla disparità ancora esistente tra nazioni e classi sociali ricche e quelle sottosviluppate e spesso carenti del necessario per vivere17
- Linea della missione e della evangelizzazione ai non cristiani e ai non credenti. Con l'aiuto della «Stella della evangelizzazione» (EN n. 82), una catechesi mariana sottolinea il fatto che fu Maria a presentare Gesù al mondo, ai pastori, ai magi. Conoscendo in prima persona la difficoltà dell'annuncio di Cristo al mondo, essa intercede per gli evangelizzatori, i quali, sull'esempio di Maria, con la loro generosità e santità di vita e di azione, devono dimostrare l'efficacia del vangelo di Gesù, favorendone così l'accoglienza.
- Linea della valorizzazione del femminile nella Chiesa e nella società, sulla scia dell'enciclica «Redemptoris Mater» e dell'esortazione apostolica «Mulieris dignitatem».
- Linea di «inculturazione mariana». Incentivare una catechesi che tenda a creare una cultura della vita, intrisa di virtù mariane e materne, come la tenerezza, l'amore e la difesa della vita debole, l'accoglienza gentile degli altri (sconosciuti, stranieri, anziani) e dei «diversi» (drogati, handicappati fisici e mentali, discriminati per razza, religione, sesso, condizione sociale, malattia). E l'esigenza di una cultura della tenerezza, dell'accoglienza e della misericordia per contrastare una cultura sempre più dura, spietata, fredda, promotrice di guerra, tensione, odio, morte, violenza, divisione.
- Linea dell'esperienza pasquale, che sappia contribuire all'accettazione forte del dolore, della sofferenza e della morte da considerare nella fede strumenti di salvezza e di vita: «Maria visse quell'esperienza accanto al Figlio. Perciò la pietà mariana ci apre alla speranza e ci spinge ad adottare soluzioni di vita, anche là dove il dolore imperversa e la morte apre i suoi varchi».
- Linea della maternità e paternità verginale. Far maturare un vissuto cristiano che sia in sintonia anche con il carisma della verginità spiritualmente feconda, come fu quella di Maria.
c) «Fate»: uno stile di vita mariano
Un'adeguata catechesi mariana può immettere nella Chiesa e nel mondo una linfa di vita cristiana armoniosa e con una altissima qualità umana. Educati da Maria, i cristiani diventano pagine autentiche di vita evangelica. Come Maria, essi meditano in cuor loro le parole e i fatti di Gesù per viverli e realizzarli nella loro storia personale ed ecclesiale. Per questo lo stile mariano non è un'alienazione spirituale, ma un compimento sommo dell'essere cristiani, si che Paolo VI arrivò a dire: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere maiali». La catechesi mariana è quindi una interiore maturazione del nostro organismo spirituale, che, partendo dalla conoscenza, punta alla celebrazione dell'esperienza di vita. E una catechesi, che sull'esempio di Maria, intende esprimersi coi fatti (meditazione e azione) più che con le parole. E quando anche le parole vengono pronunciate, esse si rivelano essenziali concentrati di vita e di azione (fiat, magnificat...). È la catechesi del «fate». Maria, infatti, disse agli inservienti alle nozze di Cana «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). E corrisponde propriamente all'atteggiamento stesso di Gesù, il quale lasciò come testamento ai suoi discepoli il «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). Sia Maria come l'eucaristia, che sono fonti di contemplazione e di vita mistica,, sono anche fonte suprema di azione apostolica. Anzi, il loro dinamismo deriva proprio dalla loro interiore intensità.

Bibliografia
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