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ASCETICA E MISTICA MARIANA


1. Il concetto di ascetica e mistica mariana
a) Quando si parla oggi ormai così comunemente di teologia mariana, non si intende una nuova teologia disgiunta dal resto della Teologia Cattolica, come se fosse fuori della sfera di influenza dei suoi princìpi, o peggio, contro di essi. Piuttosto si intende un organico sviluppo, in seno alla Teologia, di tutti gli elementi teologici che riguardano la Madre di Dio e tutto questo senza uscire affatto dalla trattazione teologica della Cristologia. Altrettanto va detto dell'ascetica e mistica mariana, le quali non introducono nuovi principi nella comune ascetica e mistica cattolica, ma piuttosto l'animano di nuovo spirito, formando con Lei un solo corpo di dottrina e di pietà. Pare anzi si possa senz'altro affermare che questo carattere mariano nell'ascetica e mistica sia necLeirio ed dispensabile per non dar luogo a gravi lacune. É certo comunque che porta compattezza, integrità ed organicità a tutta l'economia del soprannaturale.
b) L' ascetica, ha un compito ben preciso: esercitare il cristiano a rinnegare e a dar continua morte al proprio io e alle passioni, per far vivere Cristo, rivestendosi della sua virtù. In un certo senso, tutto questo e avvenuto la prima volta e perfettamente nel seno di Maria, non senza la sua opera. Una natura umana, da Lei posseduta, è senza personalità umana che è supplita dalla Persona Divina, divenendo natura assunta dal Verbo, delle cui perfezioni si riveste nella misura a lei compossibile. Si direbbe che, dopo questo miracolo, anche in me la lenta sostituzione di Cristo al mio io possa avverarsi solo nel seno di Maria, nella più stretta e filiale dipendenza da Lei. Si direbbe che questo è un segreto che lo Spirito Santo ha confidato e riservato a Lei. Ecco perché l'ascetica non dovrebbe prescindere dalla Madonna e la stLei ascetica cristiana dovrebbe essere in pari tempo mariana. Se poi dal compito globale dell'ascetica si passa ad analizzare la sua azione capillare nell' intimo dell'anima, allora il posto che la Madonna occupa nell'ascetica appare ancor più insostituibile. La grazia non solo un mette in diretta comunicazione con la natura divina, ma tende a produrre in me 1'immagine e la somiglianza con Cristo, provenendomi direttamente dalla sua SS. Umanità, della quale è come impregnata. Qualche cosa di molto simile si e riscontrato pure in Maria. La grazia, se è come impregnata della SS Umanità di Cristo, è anche tutta profumata della fragranza verginale e dell'amore materno della Madonna per cui tende pure a riprodurre nell'anima.i sentimenti e le virtù di Maria Così alla vita cristiforme e cristiana, farebbe riscontro la vita mariaforme e mariana. Forse per questo, nel difficile esercizio dell'acquisto di ogni aumento di grazia, si gusta sempre più profonda la presenza della Madonna, quasi se ne sentisse sempre più il profumo E ciò non può non avere come immediata conseguenza un particolarissimo orientamento, se già non aveva luogo, degli esercizi ascetici verso la Vergine. Ma non solo dal di dentro l'ascetica è portata naturalmente verso la Madonna, quasi per un movimento spontaneo e congenito. Anche l'imitazione della sua vita e delle sue virtù, che mi sforzo di praticare guardandoLa dall'esterno, facilita molto la fatica ascetica. La virtù da acquistare, che, in genere, dà subito l'idea di sforzo, di superamento e di lotta, vista e ammirata nella Madonna pare si tinga di un altro colore, pare perda molto del suo aspetto agonistico, quasi ci si presenti nella sua forma solo attraente ed entusiasmante. Forse quest'ultimo aspetto mariano dell'ascetica comunemente e meno considerato, anche perche troppo esterno e sentimentale. Il giovamento però che ne provano coloro i quali effettivamente sono sulla via ascetica, e immenso e perciò non può essere trascurato.
c) Se la prima parte dell' itinerario a Dio - l'ascetica - non può non essere tutta orientata a Maria, molto più lo è la seconda parte, la parte più perfetta, la mistica. Qui la Madonna vi entra tutta e con tutto il suo mistero di madre: madre mistica. Secondo le linee generalissime accettate da tutti, le caratteristiche dello stadio mistico nella vita spirituale sono date da una peculiare fruizione della presenza e dell'azione di Dio nell'anima come oggetto di esperienza, da una sopra fusione di doni divini, da una passività quasi assoluta sotto l'azione trasformante dello Spirito Santo, che ormai agisce liberamente senza alcun ostacolo. Tutto questo è stato il campo proprio della Madonna e lo è tuttora in tutte le anime sue figlie che divengono teatro di tali divine operazioni. Né può essere diversamente. Nessuno, come la Madre di Dio, ha esperimentato mai ne mai potrà, esperimentare la presenza e l'azione di Dio in sé, fino a sentirlo suo figlio nel suo seno, fino a divenirne comprincipio insieme al Padre, Madre di Colui che ha Iddio per Padre, fino a fruirne fisicamente oltre che soprannaturalmente in maniera ineffabile. Nessuno, come la Madonna, è stato mai irrorato, ne mai lo sarà, di doni infusi e di privilegi divini fino a divenirne piena nella misura possibile in una creatura e con la quale piacque a Dio riempire la sua Mamma. Nessuno, come la Vergine, è stato teatro di mistici connubi con lo Spirito Santo per la produzione di opere di grazia e di santità, fino a divenirne Sposa immacolata e santissima. Le anime mistiche vengono elevate alla partecipazione di questa o quella esperienza divina, di tanto in tanto, potranno anche gustarne diverse simultaneamente; ma sarà sempre una piccola, imperfetta e lontana partecipazione di quanto solo la Vergine gusto in pieno. É Lei che ci ha preceduti nei reconditi segreti della vita divina e che ci introduce in essi. É in questo senso profondo ed integrale che la mistica è e deve dirsi mariana. Ma non è ancora tutto. La Vergine non soltanto ha aperto la strada delle esperienze mistiche, ma solo Lei mi può condurre tenendomi per mano lungo quegli impervi sentieri; solo Lei può aprirmi certe porte e introdurmi à certe iniziazioni; solo Lei, madre premurosa, può. spiegarmi, rassicurarmi, infondermi fiducia in una vita che non capisco perché così diversa da quella che si vive.
d) La vita mistica deve inoltre dirsi anche mariana, perché Maria me 1'ha meritata e l'ha meritata per ciascuno in particolare; perché la proporziona secondo le possibilità di ciascuno; perché è col suo esempio materno affascina e trascina verso quelle 'esperienze. Finalmente, la mistica può dirsi mariana anche nel senso :tecnico della parola perché, dopo che Maria ha aperto il sentiero e mi ha condotto versò l'oggetto di tutte le attività mistiche, mi si offre Lei stLei come oggetto mistico secondario di contemplazione, di fruizione, di presenza e di operosità straordinaria, operando direttamente Lei in me la mia trasformazione e la mia iniziazione alla vita intratrinitaria.

2 Storia dell'ascetica e mistica mariana
a) A questo proposito, bisogna convenire subito, la bibliografia e molto povera. I Santi Padri, che pur hanno tanto esperimentato e scritto sulla vita di unione con la Madonna, hanno lasciato solo brani sporadici:, manca del tutto un sunto organico e completo. Ci sono invece splendide sintesi dei grandi mistici del secolo XVI. Purtroppo, però, un certo assillo teocentrico in tanti autori mistici del secolo, falsamente persuasi che tanto la SS. Umanità di Cristo quanto la. Vergine potevano creare ostacolo alla pura contemplazione della Divinità, non ha permesso a tutti di esprimere bene, negli scritti lasciati, quanto forse esperimentavano nel loro spirito circa il posto dovuto alla Madonna in tutte le esperienze mistiche.
b) La Teologia posteriore, poi, ed anche quella contemporanea ha il torto di non aver ancora saputo applicare i fecondi principi mariologici sempre più numerosi, - alle recondite ricchezze di quelle esperienze mistiche, con enorme svantaggio sia della mistica, che così resta inaccessibile a molte anime le quali più facilmente si orientano verso la Vergine, sia della spiritualità mariana che, purtroppo, in gran parte viene lasciata in balia del sentimento e di una devozione che talora può sapere di fanatismo.
c) In tanta diversità, veramente inspiegabile, di solida produzione teologica, due eccezioni di immensa importanza, perché provvidenzialmente, sono stati - e lo sono tuttora -, i maestri della spiritualità mariana: il Ven. P Michele di S Agostino, carmelitano belga (1621-1684), è S. Luigi Grignion di .Montfort (1673-1716). Il primo, come appendice ad una sua opera abbastanza voluminosa apparsa nel 1669, pubblicò una specie di piccolo trattato di Mistica Mariana dal titolo « La vita mariaforme e mariana in Maria e per Maria ». Dopo una breve introduzione sulla azione dello Spirito Santo e della sua grazia nell'anima, entra subito in argomento asserendo che è lo stesso Divino Paraclito che spinge l'anima ad un tenero amore alla Madonna, amore che ha tutte le caratteristiche della mistica: contemplazione, sia acquisita per mezzo della grazia, sia infusa direttamente dallo Spirito Santo, delle sue grandezze, della sua materna potenza; trasformazione in Lei con una vita mariaforme e mariana; infusione nell'anima dello spirito della Madonna, ecc. In questo primo e felice tentativo di un vero e proprio trattato scientifico mistico-mariano circa la parte che spetta alla Madonna nella vita spirituale, si nota una lacuna di un certo rilievo. Non si precisa bene come avviene il contatto fra la Madonna e l'anima. Pare che la Vergine raggiunga l'anima solo attraverso lo Spirito Santo. Proprio questo punto particolare, invece, sarà il fulcro di tutta la dottrina dell'altro maestro della spiritualità mariana S Luigi Grigmon di Montfort. Posti infatti tre solidi principi - la devozione alla Madonna è necLeiria per salvarsi, lo Spirito Santo santifica le anime solo in collaborazione con la Vergine, quanto più un'anima si unisce a Maria tanto più avanza in perfezione - passa a descrivere l'azione diretta della Madonna sulle anime m quanto - nella ineffabile unità del Corpo Mistico del quale è vera e propria madre a tutti gli effetti - direttamente e una per una in particolare genera ed alimenta di continuo, finché non avranno raggiunta la perfetta statura del suo Unigenito. A differenza degli scritti del precedente, i suoi scritti non costituiscono un trattato di Mistica Mariana, ma pongono saldi principi teologici per una profonda spiritualità mariana. Da tali princìpi, infatti, e molto facile giungere, con tutta logica, a feconde conclusioni sia nel campo dell'ascetica che della mistica mariana. Purtroppo, i due grandi maestri sono rimasti quasi isolati. Senza un seguito degno di loro. Anche perche gli opuscoli del Grignon furono pubblicati solo nel 1842 e il trattatello del Ven. P Michele solo in questi ultimi tempi e stato considerato ed apprezzato come merita.
d) Tutti i teologi e mariologi posteriori, che hanno attinto ai due maestri, non hanno fatto altro che ripetere i loro concetti o, al massimo, sviluppare quanto in loro era già implicito o da loro era già stato intravvisto ed abbozzato a grandi linee. Oggi, in tutte le riviste di spiritualità, di tanto in tanto, riaffiora il tema. Ma si tratta pur sempre di studi non molto impegnativi e poi, trattando della spiritualità e della: mistica mariana, vengono sempre prese in esame questioni solo particolari - e non sempre vitali - mentre le anime sono sitibonde di una sintesi esauriente e, nello stesso tempo, profonda, solida e scientifica. Questo è quanto è stato fatto in merito fino, ad oggi. Tutto però fa credere che teologi ben preparati e penne già abituate a questo genere di lavori si metteranno presto all'opera: in tanta fioritura di studi mariani, si vorrà proprio continuare a trascurare questa parte che è la più vitale e la più attesa? Ma forse anche questa lacuna ha una sua profonda ragione: la 'parte preponderante che spetta alla Vergine nella vita soprannaturale, non può essere che la conclusione e la sintesi di tutti i problemi mariani che oggi si agitano e trovano più credito. E l'ora della sintesi e delle conclusioni pare già suonata

3 I fondamenti teologici dell'ascetica e mistica mariana
a)
Il misterioso ed efficacissimo influsso mariano che Santi e Mistici hanno scoperto nelle loro esperienze divine, trova piena conferma e tutto l'appoggio nella Teologia. Si può anzi dire che le loro autorevoli affermazioni - anche se spoglie di tecnica teologica - non sono altro che sottili e profonde deduzioni da quelle verità teologiche che lo Spirito Santo fece loro intuire e comprendere con uno speciale acume soprannaturale, riservato appunto alle anime mistiche che percepiscono dette verità direttamente nel loro principio fontale, ossia nella luce di Dio. Sarebbe qui fuori posto dar fondo a tutti i princìpi teologici, sui quali si basa la mistica mariana. Sarà sufficiente presentarne alcuni tra i principali e brevemente.
b) La prima prerogativa mariana - base di tutta la teologia mariologica - che esige e comporta in Maria un costante, materno ed insostituibile influsso nel processo della santificazione delle anime - è certamente la sua Maternità, nel suo duplice aspetto - di capitalissima importanza per la mistica - di Madre Divina e di Madre Mistica, aspetti che si richiamano a vicenda, integrandosi e fondendosi in una sola maternità universale: la Madonna e Colei che ha generato Cristo e lo genera - sempre lo stesso - continuamente nelle anime. Scultoree le parole di S Agostino in proposito: Tutti i predestinati, per divenire conformi all'immagine immagine del Figlio di Dio, in questo mondo vivono rinchiusi nel seno di Maria dove da questa buona madre sono custoditi, nutriti e cresciuti finche Ella non li genererà alla gloria. É quanto S. Grignion di Montfort, e dopo di lui tutta la spiritualità mariana, esprime molto bene con la celebre frase: l'ufficio proprio ed esclusivo di Maria è quello di essere madre di Cristo una volta anche fisicamente e per tutti i secoli misticamente.
c) Altra prerogativa: Tesoriera e Depositaria di tutte le grazie. Come dice bene S. Bernardo, Iddio"totius boni plenitudinem posuit in Maria" Pertanto è un dono riservato a Maria il poter percorrere le ve ascetiche e mistiche, perché in Lei, come in un oceano, sono state depositate tutte le grazie, tutte le virtù morali e teologali, tutti i doni dello Spirito Santo che conducono l'anima a quelle vette.
d) É ancora Dispensatrice di tutte e singole le grazie e Mediatrice Universale. Fuori della Paternità di Dio Padre e della fecondità spirituale dello Spirito Santo, non esiste grazia alcuna; Ma nella presente economia divina né il Padre estende la sua Paternità verso alcuno, né lo Spirito Santo la sua fecondità spirituale se non in Maria e per mezzo di Maria. Ne segue che non si dà una sola grazia fuori di Maria e senza Maria. Potranno forse fare eccezioni le grazie e i doni più più preziosi, quali la contemplazione, le virtù infuse e le esperienze mistiche?
e) Altro titolò mariano, ormai accettato ed usato largamente dalla Teologia:  la Madonna è Sposa e Cooperatrice dello Spirito Santo. In proposito, ebbe già a dire S. Bernardino da Siena, con parole veramente ispirate, che dal momento della concezione di Cristo, Maria ha come una specie di giurisdizione, su tutte le processioni temporali dello Spirito Santo, per cui non sarebbe esagerato far dipendere da Lei il fatto che il Divino Paraclito discenda nell'orto mistico dell'anima, che vi prenda dimora, che ne segua un'attività congiunta fra i due e che si rivesta di bellezza di paradiso.
f) Di più: maestra di santità. Ha formato Cristo e quanti si lasciano formare da Lei, riportano facilmente il ritratto di Cristo, la santità personificata. Né vi- sarà mai una sola anima che possa esaurire il suo insegnamento, che possa superare la sua scuola: tutti i santi messi insieme non sono che l'ombra della sua santità e delle sue altezze mistiche.
g) Finalmente la Madonna è la grande Formatrice dei Santi. S. Luigi Grignion di Montfort la chiama lo stampo di Cristo, lo stampo per formare i santi: Chi si affida a Lei - e le agiografie dei Santi lo confermano - diviene presto santo e grande santo, come dalle mani dello statuario che possiede stampi in poco tempo possono uscire molte e grandi statue. Forse per questo negli scritti dei mistici la Madonna è chiamata sovente Paradiso della mistica, fonte che irriga e feconda il giardino delle delizie di Dio, sollecita. giardiniera che ha cura di questi celesti fiori che mantiene sempre olezzanti e freschi per Iddio.
Tutti questi princìpi, sono già entrati a far parte del patrimonio teologico della Mariologia e quanto da essi si può dedurre, con stretto nesso logico, non può certo non attirare l'attenzione dei Teologi e degli scrittori di spiritualità. Si può quindi tracciare un primo abbozzo di un Trattato sulla ascetica e mistica mariana con tutta tranquillità e con tutta sicurezza: le basi ci sono. Ed affondano sicure nelle granitiche basi della Teologia Cattolica mariana.

Bibliografia
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