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LIBRO DEI MIRACOLI DI MARIA



Il Libro dei Miracoli di Maria o TA'AMRA MARYAM è tra le opere più tipiche e importanti della letteratura etiopica.

1. Origini del Libro dei Miracoli di Maria
a)
 La sua affermazione in Etiopia a partire dal sec. XIV è stata preceduta da una lunga gestazione che parte dall'Europa, passa a Gerusalemme e in Egitto, per prendere la forma tipica che gli si riconosce in Abissinia. Il libro infatti cominciò a formarsi in Francia, verso la metà del sec. XII, nel ricordo della violenta epidemia detta del mal des ardents che devastò le province francesi nel 1128-1129. Si ebbero allora alcune raccolte di narrazioni di miracoli di Maria e particolarmente dei prodigi relativi ai santuari e pellegrinaggi mariani di Laon, di Soissons, di Coutances e di Rocamadour. Queste raccolte si diffusero anzi tutto in Francia e nel regno Anglo-Normanno; presto furono composti florilegi che riunivano i racconti più graditi delle varie collezioni, come fecero Gualtiero di Cluny (intorno al 1141) e William of Malmelsbury (quasi, contemporaneamente). Queste raccolte di racconti si diffusero presto in tutta l'Europa, dall'Islanda alla Germania, alla Spagna, all'Ungheria, all'Italia, ingrossandosi con l'inserimento di racconti locali. Si formò cosi, dal secolo XII al XIV, un vastissimo patrimonio di racconti, leggende e tradizioni, riuniti variamente nella collezione dei Miracoli di Maria, e da tale collezione dovevano più tardi trarre ispirazione ed argomenti alcuni tra i maggiori poeti ed artisti dei secoli successivi
b) Ora, una di queste raccolte, redatta assai probabilmente in francese, fu tradotta in arabo nell'Oriente latino tra il 1237 e il 1289, negli ultimi anni prima della caduta di San Giovanni d'Acri. Il codice arabo più antico sin ora identificato, per quanto frammentario, è databile dall'anno 1005 dell'Era dei Martiri e cioè: 1289 dopo Cristo.. La traduzione araba dei Miracoli di Maria passò poi dalla Palestina all'Egitto e fu accolta dalla Chiesa copta di Egitto. Anche qui in Oriente, in Siria, in Palestina ed in Egitto avvenne un fenomeno analogo a quello che si era avuto nell'Europa Occidentale: racconti locali, in onore dei vari santuari e luoghi di pellegrinaggio siriani, palestinesi ed egiziani, furono inseriti nella grande raccolta, che divenne quindi sempre più una ricca silloge di tradizioni occidentali ed orientali riunite, al di sopra anche delle differenze delle singole Chiese cristiane, nel nome di Maria.

2. Il Libro etiopico dei Miracoli di Maria
a) Più tardi ancora, alla fine del secolo XIV, sotto il regno del Negus Dawit I (1382-1411), il Libro dei Miracoli di Maria fu tradotto dall'arabo in etiopico ed entrò così nella letteratura dell'Etiopia. Qui si infoltì ancora di altri racconti relativi alla storia ed alle tradizioni locali, sì che esso, oltre tutto, ci conserva importantissime testimonianze di avvenimenti, specialmente del secolo XV, ed addirittura brani di opere etiopiche a noi non  più direttamente pervenute. Inoltre, i racconti così tradotti dall'arabo, ed in special modo quelli europei, dunque più lontani dal costume etiopico, sono stati nella successiva diffusione rimaneggiati, in modo che di parecchi di essi si leggono oggi, nei manoscritti, redazioni differenti, sempre più adattate e, per così dire, etiopicizzate, qualche volta anche con l'aggiunta di nuovi personaggi, sia pure secondari. Queste alterazioni di forma, sorrette da un intenso fervore di devozione, fanno raggiungere ad alcuni di questi racconti un compiuto valore di arte.
b) Del Libro etiopico dei miracoli di Maria sono pervenuti numerosi manoscritti, il cui contenuto varia enormemente, a seconda dei luoghi di provenienza e degli scrittori. Il più esteso contiene 316 racconti. Questo non significa però che la quantità di racconti si ferma a questo numero. Anzi, molto più numeroso è l'insieme dei racconti, originali che non si riscontrano in altre raccolte. Manca ancora uno studio d'insieme dei manoscritti e il lavoro è ancora ai suoi inizi.

3. Uso liturgico del Libro dei Miracoli di Maria
L'uso liturgico del Libro dei Miracoli di Maria, che si è andato affermando in Egitto e in Etiopia, ha richiesto la formazione di raccolte ristrette di racconti. In Egitto, nel corso del sec. XVII, si è formata una collezione tipica di 74 racconti. In Etiopia, durante il regno di Zar'a Yakob (1434-1468), la lettura ne fu prescritta in chiesa durante le cerimonie religiose in onore di Maria. Questo uso liturgico dei racconti, che furono detti, in testi etiopici, «pari al Vangelo del Figlio di lei (Maria)», veniva a consigliare una attenuazione della varietà delle collezioni. Verso la metà del Seicento si formò anche in Etiopia una serie canonica di racconti, in tutto trentatré, senza escludere per altro altri racconti che saranno però trascritti dopo la collezione canonica. Da notare che la maggioranza dei manoscritti furono accuratamente miniati, di modo che questo complesso di miniature costituisce uno dei più importanti documenti dell'arte pittorica in Etiopia.

Bibliografia
GARIB G., Ta'amra Maryam o Libro dei Miracoli di Maria, in AA. VV., Testi mariani del Primi Millennio. IV Padri e altri autori orientali, Città  Nuova Editrice, Roma 1991, pp. 875-877; CERULLI E., Il Libro etiopico dei miracoli di Maria e le sue fonti nelle letterature del Medio Evo Latino, Roma 1943; ID., Il codice di Leningrado del Libro etiopico dei miracoli di Maria, in RRAL 20 (1965), 319-330; BUDGE E. A. W., One Hundred and s'en Miracles of Our Lady Mary, Oxford-London 1933; ID., Legends of the Blessed Virgin Masy, and the Life of Hanna (Saint Anne), and the Magical Prayers of Aheta Mikael, London 1909; ID., Legends of Our Lady Mary the Perpetual Virgin and Her Mother Hanna, Oxford 1933; MONNERET DI VILLARD U., La Madonna di S. Maria Maggiore e l'illustrazione dei Miracoli di Maria in Abissinia, in Annali Lateranensi 11(1947), pp. 9-90; TEDESCHI S., Un sovrano musulmano citato nel Libro etiopico dei Miracoli di Maria, in Bulletin de la Société d'archéologie copte 21 (1971-73), pp. 135-148; CERULLI E., La letteratura etiopica, Firenze 1968, pp. 81-99; CERULLI E., Storia della letteratura etiopica, Roma, 1932, p. 63-69; ANNEQUIN G., L'illustration des Ta'amra Maryam de 1630 à 1730: quelques remarques sur le premier style de Gondar, in Annales d'Ethipie 9 (1972), pp. 193-226.

VEDI ANCHE
- CHIESA ETIOPICA

 






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