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DE FOUCAULD CHARLES



Religioso francese, esploratore del deserto del Sahara, studioso della lingua e della cultura dei Tuareg, proclamato beato da papa Benedetto XVI il 13 novembre 2005.

1. Cenni biografici
a) Charles de Foucauld nacque il 15 settembre 1858 a Strasburgo, da nobile famiglia, che si trasferì pochi mesi dopo la sua nascita a Wissembourg, dove trascorse la prima infanzia. Nel 1864, all'età di sei anni, perse entrambi i genitori e fu affidato al nonno materno. Nel 1876 entrò all'École Spéciale Militaire de Saint-Cyr. Due anni dopo, alla morte del nonno, ricevette un'ingente eredità che dilapidò in poco tempo. Non si dimostrò uno studente brillante: arrivò ultimo nelle selezioni del proprio corso, anche perché distratto dalla relazione con una fanciulla di dubbia reputazione. Nel 1880 si trasferì in Africa, in Algeria. Si distinse per le sue buone qualità di soldato, ma lasciò l'esercito per dedicarsi a spedizioni geografiche in Marocco avendo come guida il rabbino Mardochée Aby Serour e studiare l'arabo e l'ebraico. Fidanzatosi con Marie-Marguerite Titre, fu costretto a lasciarla per l'ostilità della famiglia. Nel 1885 ricevette la medaglia d'oro dalla Società francese di geografia per il viaggio di esplorazione del Marocco e l'anno successivo ritornò in Francia.
b) Pur essendo stato battezzato, Charles non aveva mai vissuto una vera e propria vita di fede, ma tornato in patria sentì il bisogno di conoscere meglio la religione cattolica. Iniziò, così, un cammino spirituale che, agli inizi del 1889, lo portò in Palestina, a Nazareth. Rimase affascinato da quella realtà e comprese di essere chiamato a vivere come "viveva la Santa Famiglia di Nazaret". Nel 1890 entrò nella trappa Notre Dame des Neiges in Francia, dopo sei mesi però volle ritirarsi in una trappa molto più povera in Siria, ad Akbes. Redasse, in questo periodo, un primo progetto di congregazione religiosa e chiese di essere dispensato dai voti. Nell'ottobre del 1896 venne mandato a Roma per studiare. Nel 1897 l'abate generale dei Trappisti lo lasciò libero di seguire la sua vocazione. Nello stesso anno si recò a Nazareth, dove lavorò come domestico delle monache Clarisse abitando in una capanna del loro giardino. Restò a Nazaret tre anni, visitando anche le zone circostanti come Taybeh, e decise di divenire sacerdote. Tornato in Francia nel 1901, venne ordinato prete a Viviers nell'Ardèche.
c) Nel 1901 giunse in Algeria stabilendosi a Beni-Abbés nel deserto del Sahara, ai confini con il Marocco. Iniziò una vita conforme allo "stile di Nazaret", basata sulla preghiera, sul silenzio, sul lavoro manuale e l'assistenza ai poveri. Definì le linee del suo pensiero e gli statuti dei "Piccoli fratelli del Sacro Cuore", congregazione religiosa che non riuscì a fondare. A Béni Abbès fondò un romitorio, dove accolse i poveri della regione e studiò, per agevolare il lavoro dei futuri missionari, la lingua dei Tuareg. Viaggiò nel deserto e tra le città algerine e, a Tamanrasset, fondò un eremo. Si impegnò, inoltre, nella difesa delle popolazioni locali dagli assalti dei predoni. Si recò tre volte in Francia, tra il 1901 ed il 1913, nell'intento di fondare l'"Unione dei fratelli e delle sorelle del Sacro Cuore", associazione di laici per l'evangelizzazione dei popoli. Nel 1916 costruì, intorno all'eremo di Tamanrasset, un fortino per proteggere la popolazione dai predoni. Morì a Tamanrasset, 1º dicembre 1916, proprio durante un loro assalto. 
d) Padre Charles de Foucauld è stato beatificato da papa Benedetto XVI il 13 novembre 2005. Durante la cerimonia, officiata da José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il papa ha affermato che la sua vita è "un invito ad aspirare alla fraternità universale".

2. La missione e le opere
a) De Foucauld non riuscì a fondare i "Piccoli fratelli del Sacro Cuore", riuscì appena a far riconoscere l'associazione di fedeli, che contava un numero minimo di aderenti. La diffusione dei suoi scritti e la fama circa la radicalità evangelica della sua vita hanno fatto sì che nascessero, nel corso degli anni, ben diciannove differenti famiglie di laici, preti, religiosi e religiose che vivono il Vangelo nel mondo seguendo le sue intuizioni (tra le maggiori, le fraternità dei Piccoli fratelli e delle Piccole sorelle di Gesù). Buona parte di esse si raccoglie nell'associazione Famiglia spirituale di Charles de Foucauld. Inoltre, la spiritualità di De Foucauld è tra gli elementi ispiratori dell'azione di Kiko Argüello, iniziatore del Cammino neocatecumenale, dell'opera di Annalena Tonelli e di padre Andrea Gasparino, per riferirsi a realtà particolarmente note in Italia.
b) A Tamanrasset padre Charles de Foucauld intraprese lo studio della lingua berbera dei tuareg, inizialmente col solo scopo di tradurre in tale lingua i Vangeli, ma in seguito soprattutto per conoscere a fondo la ricca cultura orale di quel popolo. Le opere da lui composte sulla lingua berbera sono:
- Dizionario tuareg-francese. Opera monumentale in quattro volumi, che costituisce da sola una sorta di enciclopedia della società tradizionale dell'Ahaggar;
- Poesie tuareg. Due volumi contenenti centinaia di poesie nel testo tuareg, con traduzione interlineare e corrente, accompagnate da numerose spiegazioni e osservazioni che permettono di coglierne meglio il valore ed il significato;
- Testi tuareg in prosa. Volume contenente soprattutto testi etnografici, che descrivono i vari aspetti della vita nell'Ahaggar;
- Note per servire a un saggio di grammatica tuareg (dialetto dell'Ahaggar). Volume piccolo ma denso che, nonostante l'umiltà del nome, costituisce un saggio grammaticale estremamente preciso e di assoluto valore.

3. La tenera devozione mariana di Charles de Foucauld
a) Maria ha plasmato con delicatezza materna l’animo di questo duro militare riconvertito alla fede battesimale. Le sue meditazioni mariane manifestano un animo sensibile alla nobiltà dello spirito. Nelle sue riflessioni sul Vangelo ci offre delle considerazioni commoventi sulla figura di Maria. Meditando, ad esempio, il passo giovanneo: «Donna, ecco tuo figlio... Ecco tua Madre» (Gv 19,25-27) egli scrive:«“Ecco tuo figlio”. Queste parole sono rivolte alla santa Vergine. Nostro Signore le affida tutti gli esseri umani come figli, ordinandole di mostrare a tutti loro un cuore di madre… Ella ha compiuto e continuerà a compiere durante tutta l’eternità questo comando di Dio con una perfezione incomparabile, come ha fatto per tutti gli altri ordini divini. Siamo pertanto assolutamente certi che ella nutre un cuore materno per tutti gli esseri umani, per cui dobbiamo rivolgerci a questa cara e onnipotente madre in tutte le nostre necessità con tutta quella fiducia che un bambino prova nei confronti di sua madre; una madre che lo ama infinitamente più di quanto possa fare una madre terrena; una madre che è in grado di ottenergli da Dio tutto quello che è veramente utile all’anima. “Ecco tua madre”. Queste parole sono indirizzate ad ogni anima. Tutti dobbiamo trattare la Vergine santa come nostra madre; compiere verso di lei quei doveri che ogni buon figlio ha nei riguardi di un’ottima madre: affetto, onore, servizio, fiducia. In una parola: tutto quello che lo stesso nostro Signore tributava alla Vergine santissima. Amiamola, onoriamola, facciamole corona intrattenendoci con lei nella preghiera, assicuriamole i nostri servizi nel modo migliore possibile in tutte quelle opere che ella favorisce o che vengono intraprese in suo onore; nutriamo verso di lei una fiducia assoluta e non esitiamo a dimostrarle questa fiducia invocandola in ogni nostra necessità, in tutti i nostri desideri e in tutte le nostre azioni. Per dirla in breve: facciamo per lei tutto quello che faceva nostro Signore quando era in questo mondo, secondo le nostre possibilità. Comportiamoci con lei come figli teneri, ricordando che questo è una parte essenziale dell’obbedienza a Gesù e dell’imitazione di lui: dell’obbedienza, perché egli ce lo comanda in termini formali e solenni dall’alto della croce; fa parte del dovere dell’imitazione perché, nei rapporti con la Madre, egli fu sempre il modello di tutti i figli».
b) Un proposito mariano di questo eremita e testimone cristiano tocca veramente il nostro cuore per la semplicità delle parole e per l’intensità dell’offerta. Egli dice: «Io mi propongo di coltivare in me la volontà di donare a Maria tutte le mie azioni, le mie preghiere, tutte le mie sofferenze, tutte le mie ore soddisfattorie, tutta la mia vita spirituale, affinché Ella offra e dia tutto a Gesù». Di grande sapienza spirituale è anche la meditazione sul mistero della visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Il Beato de Foucauld fa parlare Gesù stesso che alle anime consacrate rivolge questo appello: «Portatemi in mezzo alla gente che non mi conosce, costruendo un altare, un tabernacolo, e portate in mezzo ad essi il vangelo, predicandolo non con la bocca, ma con l’esempio. Non annunziandolo, ma vivendolo. Santificate il mondo, portatemi al mondo, o anime care, anime nascoste e silenzione, come Maria mi condusse da Giovanni».

Bibliografia
AMATO A., Santità e devozione mariana, Sabati mariani, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", 4 dicembre 2010, pp. 6-7; DE FOUCAULD CH., Oeuvres spiritualles. Antologie, Ed. du Seuil, Paris 1958; IDEM, La mia  fede. Testi scelti, Città Nuova, Roma 1972; IDEM, La mia fede. Charles de Foucauld. Testi scelti a cura di un Piccolo fratello, Città nuova, Roma 1972; IDEM, Meditazioni. Meditazioni sui passi dei Vangeli relativi a Dio solo, fede, speranza, carità, 1897-98, Città nuova, Roma1973; FURIOLI A., Charles de Foucauld: predicare il Vangelo in silenzio, in Le grandi scuole di spiritualità, Teresianum -Opera della Regalità, Roma-Milano 1984, pp. 699–729; ROSADONI L., Charles de Foucauld fratello universale, P. Gribaudi, Torino 1991; BARRAT R. - BARRAT D., Charles de Foucauld e la fraternità, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo1991; ANTIER J. J., Charles de Foucauld, Piemme, Casale Monferrato 1998; FURIOLI A.,  Il valore e il ruolo dell'esperienza spirituale in Charles de Foucauld, in Rivista di Ascetica e Mistica, aprile-giugno 2007, n. 2, pp. 377–391; IDEM, Charles de Foucauld. L'amicizia con Gesù, Ancora, Milano 2002; BAZIN R.,  Charles de Foucauld: esploratore del Marocco, eremita nel Sahara. Edizioni Paoline, Milano 2006; MANDONICO A., Nazaret nella spiritualità di Charles de Foucauld,  Il messaggero, Padova 2002.






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